L'IARC ha classificato l'aspartame come possibile cancerogeno nel Gruppo 2B, ma non esiste una certezza assoluta riguardo a questa correlazione.

Negli ultimi anni, l’aspartame, un edulcorante artificiale presente in molti prodotti industrializzati, è stato oggetto di controversie in relazione alla sua sicurezza e ai possibili rischi per la salute umana. Le questioni sono state sollevate a seguito di classificazioni potenzialmente preoccupanti da parte di istituzioni sanitarie. Una delle organizzazioni principali coinvolte in questo dibattito è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha esaminato attentamente il composto in questione.

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La Classificazione dell’Aspartame da Parte dell’OMS

Una delle questioni centrali che ha innescato il dibattito sull’aspartame riguarda la sua classificazione da parte dell’OMS. Inizialmente, l’aspartame è stato classificato come “possibilmente cancerogeno” da parte dell’agenzia IARC (International Agency for Research on Cancer), un’agenzia congiunta dell’OMS. Tale classificazione si basa su una revisione estensiva di oltre 1.300 studi condotti sulla sostanza. I risultati di questa revisione sono stati pubblicati nel giornale scientifico “The Lancet Oncology”.

È fondamentale notare che la classificazione in questione è parte di un sistema gerarchico che valuta il potenziale cancerogeno di vari agenti. Nello specifico, l’aspartame è stato classificato come “possibilmente cancerogeno” all’interno del Gruppo 2B, il quale include sostanze per le quali le prove sull’associazione con il cancro sono limitate, sia negli studi umani che in quelli sugli animali.

Le Linee Guida dell’OMS

Tuttavia, è importante notare che la classificazione dell’aspartame come “possibilmente cancerogeno” non implica automaticamente che il composto sia cancerogeno o che rappresenti un rischio significativo per la salute umana. Secondo le linee guida dell’OMS e di altre autorità regolatorie, la valutazione del rischio si basa sulla valutazione complessiva delle prove scientifiche disponibili.

Attualmente, l’Ingestione Giornaliera Accettabile (IDA) dell’aspartame, stabilita dal Comitato Congiunto degli Esperti sugli Additivi Alimentari (JECFA) della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e dell’OMS, è di 40 mg per chilogrammo di peso corporeo. Questo significa che una persona di 70 kg potrebbe consumare fino a 2.800 mg di aspartame al giorno, corrispondenti a circa 14 lattine di bevande analcoliche.

La controversia sull’aspartame solleva questioni importanti riguardo alla valutazione del rischio, alla classificazione delle sostanze e all’interpretazione dei dati scientifici. È essenziale considerare il contesto generale in cui l’aspartame viene consumato e il suo ruolo all’interno di una dieta equilibrata.

L’aspartame, un edulcorante artificiale ampiamente utilizzato, solleva interrogativi sulla sua quantità raccomandata per il consumo e sugli eventuali effetti collaterali che potrebbe causare. Le linee guida stabiliscono limiti chiari per l’assunzione giornaliera, specialmente per diverse fasce di età, e si concentrano sugli aspetti legati alla sicurezza e alla salute umana.

Quantità Raccomandata di Aspartame

Per gli adulti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stabilisce che la quantità massima di aspartame che può essere assunta giornalmente è di 40 mg per chilogrammo di peso corporeo. Questo significa che una persona con un peso di 50 kg può consumare fino a 2 grammi di aspartame al giorno, corrispondenti a circa 2 sachetti e mezzo di edulcorante.

Per quanto riguarda i bambini e le donne in gravidanza, è consigliato un consumo giornaliero massimo di 5 mg di aspartame per chilogrammo di peso corporeo.

Tuttavia, va sottolineato che l’Instituto Nacional do Câncer (INCA) del Brasile consiglia di evitare il consumo di qualsiasi tipo di edulcorante artificiale.

Possibili Effetti Collaterali dell’Aspartame

L’aspartame contiene fenilalanina, un aminoacido che può causare effetti collaterali in determinate condizioni. Il consumo di aspartame può provocare convulsioni, agitazione, nausea, vomito o lesioni cutanee in individui affetti da fenilcetonuria, una patologia genetica in cui l’assunzione di fenilalanina risulta tossica. È fondamentale approfondire la comprensione della fenilcetonuria per comprendere appieno tali implicazioni.

L’aspartame è ampiamente disponibile in forma liquida o in polvere, ed è utilizzato come additivo dolcificante in diverse bevande e alimenti, come tè, torte, caffè, pane e succhi.

L’industria alimentare fa largo uso dell’aspartame per dolcificare prodotti dietetici come gomme da masticare, bevande analcoliche, gelati, succhi, yogurt, biscotti, gelatine e tè pronti all’uso.

Per evitare un eccessivo consumo di aspartame, è possibile optare per prodotti alimentari che non contengono questo edulcorante. Altre alternative includono l’evitare l’utilizzo dell’aspartame nella preparazione dei cibi o l’uso di dolcificanti naturali come la stevia, che presenta anche un basso apporto calorico. È utile approfondire ulteriormente le caratteristiche della stevia e le sue applicazioni.

L’Associazione tra Aspartame e Cancro: Un Approfondimento

La questione sull’eventuale associazione tra l’aspartame e il cancro ha suscitato notevoli dibattiti e interrogativi. È importante comprendere che il cancro è una malattia multifattoriale, il che significa che diversi fattori contribuiscono al suo sviluppo. Molti di questi fattori derivano dall’ambiente in cui viviamo. Fin dal 1971, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha esaminato elementi della vita quotidiana, come composti chimici, farmaci, alimenti e altro, per determinare se possono essere collegati al cancro e per classificarne la possibile correlazione.

Tuttavia, tale classificazione non è così semplice come potrebbe sembrare. Essa si basa su criteri specifici e sul livello di evidenza presente negli studi scientifici:

  • Gruppo 1: Cancerogeni – Questo gruppo include agenti con prove concrete della loro capacità di causare il cancro nell’uomo. Tra questi rientrano 126 elementi, come la radiazione solare (UV), bevande alcoliche e sigarette.
  • Gruppo 2A: Probabilmente Cancerogeni – In questo gruppo vi sono elementi per i quali vi è una limitata evidenza di capacità cancerogena negli esseri umani, ma sono presenti studi concreti che evidenziano lo sviluppo del cancro negli animali. Tra di essi figurano 94 agenti, come fritture, alcuni pesticidi, lavoro notturno e carne rossa.
  • Gruppo 2B: Possibilmente Cancerogeni – Questo gruppo include elementi per i quali l’evidenza della loro correlazione con il cancro è limitata sia negli esseri umani che negli animali, ma esistono alcune correlazioni. È qui che l’aspartame è stato incluso, insieme ad altri 322 agenti, tra cui estratto di aloe vera, emissioni dei motori e attività di carpenteria.
  • Gruppo 3: Non Classificati – Questo gruppo include agenti per i quali non vi è evidenza sufficiente di una correlazione con il cancro. In questo gruppo sono inclusi 500 elementi, tra cui olio, protesi mammarie al silicone, caffè e prodotti per la colorazione dei capelli.

L’obiettivo dell’IARC è individuare se esistono studi che collegano qualcosa all’insorgenza di tumori. Questo spiega l’esistenza della categoria “non classificati”, che include elementi che sono stati esaminati ma per i quali non esiste evidenza adeguata riguardo ai rischi di cancro.

Per quanto riguarda l’aspartame, tre studi osservazionali analizzati nell’ultima revisione lo hanno indicato come possibile causa di carcinoma epatocellulare, noto anche come cancro al fegato. Tali studi hanno esaminato l’associazione tra il consumo di bevande dolcificate artificialmente (come bevande analcoliche) e la malattia. Nei gruppi di persone che consumavano questi prodotti, è stata osservata una maggiore incidenza/mortalità per il cancro.

Tuttavia, nonostante tali risultati, l’IARC ha concluso che non è possibile escludere l’effetto del caso, dei bias o dei fattori di confusione. Pertanto, l’aspartame è stato classificato nel gruppo 2B, ovvero come possibile cancerogeno. In altre parole, non esiste una certezza riguardo a questa correlazione.

Valutazione dell’Evidenza del Rischio

La valutazione dell’evidenza del rischio è una questione complessa che dipende da vari fattori tecnici, come la progettazione e la metodologia dello studio, gli obiettivi e la rigore nell’esecuzione dei test e nell’analisi dei dati. Anche se la scienza si basa su buone ricerche, è importante riconoscere che anche università e riviste scientifiche autorevoli possono pubblicare lavori di scarsa qualità.

Nelle direttive dell’OMS contro l’uso degli edulcoranti per il controllo del peso, l’organizzazione afferma che gli studi utilizzati nell’analisi sono considerati di basso livello di evidenza scientifica.

Chi Non Dovrebbe Consumare Aspartame?

Certamente, alcune persone dovrebbero evitare il consumo di aspartame. Questo è dovuto alla presenza di fenilalanina nella sua composizione. Alcune persone non sono in grado di metabolizzare questo amminoacido, ed è il caso dei portatori della rara malattia genetica nota come fenilchetonuria. In questi individui, l’assunzione di fenilalanina provoca un accumulo nel corpo che porta a vari problemi, tra cui ritardo nello sviluppo neuropsicomotorio, ritardo mentale, comportamento agitato e convulsioni. La fenilchetonuria, una condizione congenita, può essere rilevata attraverso il test del tallone. Essa rappresenta la prima malattia genetica ad avere un trattamento specifico basato sulla dieta, che prevede la limitazione dell’assunzione di proteine per tutta la vita. Di conseguenza, questa rappresenta la principale controindicazione per il consumo di aspartame.

Il Ruolo dell’Aspartame e Altri Edulcoranti nell’Obesità

L’OMS ha sconsigliato l’uso di questa categoria di edulcoranti come strategia per la perdita di peso, poiché gli studi osservazionali hanno dimostrato che essi non favoriscono il dimagrimento. È importante sottolineare che l’aspartame non è pensato come un agente dimagrante, bensì come un additivo alimentare che conferisce dolcezza.

Le associazioni mediche come l’Abeso, la SBEM e la SBD sostengono che il problema risiede nel fatto che gli edulcoranti spesso sono presenti in alimenti ultraprocessati, che sono generalmente considerati poco salutari. Essi affermano che l’uso di edulcoranti senza zucchero potrebbe rappresentare un’alternativa in diete ipocaloriche, ma che la semplice sostituzione senza apportare altre modifiche alle abitudini alimentari non ha dimostrato di essere efficace nella riduzione del peso a lungo termine. Si consiglia invece di preferire alternative con un sapore meno dolce, come frutta e altri alimenti privi di zucchero aggiunto.

È importante notare che la sostituzione dell’aspartame all’uso dello zucchero non è sempre una soluzione semplice. A causa della sua stabilità chimica, l’aspartame è uno degli edulcoranti preferiti per la produzione di bevande analcoliche, gomme da masticare, yogurt, bevande in polvere e persino caramelle per la tosse. Esempi di prodotti contenenti aspartame includono Coca-Cola Zero, Pepsi Black, Schweppes Senza Zucchero, H2O Limoneto Zero Zucchero, bevande in polvere TANG, MID e persino le caramelle Trident alla Menta.


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