Consigli per non far mancare la vitamina D nella propria alimentazione, anche perché non basta l'esposizione al sole da sola a garantirne la sintesi.

Il Sole è la nostra sorgente primaria di vitamina D, nota come “pre-ormone”, regola il metabolismo del calcio e del fosforo. La vitamina D, prodotta dalla pelle quando ci esponiamo ai raggi solari estivi, è fondamentale per il nostro organismo. Tuttavia, non tutti i raggi solari sono efficaci per questo processo, rendendo fondamentale il concetto di “fare scorta” di vitamina D durante i mesi caldi.

La vitamina D è in realtà un pre-ormone che riveste un ruolo critico nella regolazione del calcio e del fosforo. È prodotta dalla nostra pelle quando viene esposta ai raggi ultravioletti B (UVB) del sole, con una lunghezza d’onda di circa 300 nanometri. Questi raggi solari UVB trasformano precursori presenti nella pelle in vitamina D vera e propria.

Vitamina D

È importante tenere a mente che in Italia i raggi ultravioletti sono efficaci solamente durante i mesi estivi. Durante l’inverno, essi perdono la loro efficacia per il loro ruolo di sintesi della vitamina D: diventa imperativo accumulare la vitamina D durante la stagione estiva.

Per farlo bisogna esporsi al sole un’ora al giorno per 15-20 giorni evitando di utilizzare creme solari durante questo processo, motivo per il quale si consiglia di scegliere le ore meno calde del giorno per prevenire le scottature. Il professor Giannini sottolinea che attraverso questa pratica, si riesce a coprire circa l’80% del fabbisogno di vitamina D, mentre l’alimentazione contribuisce solo al rimanente 20%.

Alimenti Ricchi di Vitamina D

Se esporre la pelle al sole durante i mesi estivi è il metodo più natuale per sintetizzare la vitamina D, ci sono anche alcune fonti alimentari che ne contengono tanta. Tra queste, primeggia l’olio di fegato di merluzzo. Seguono pesci grassi come aringa, tonno, sgombro e salmone, oltre alle uova. Due curiosi paradossi riguardano la distribuzione della carenza di vitamina D in diverse popolazioni. Nelle regioni settentrionali, con poche ore di sole rispetto alle regioni meridionali, la carenza di vitamina D è meno marcata, in parte proprio grazie alle abitudini di consumare alimenti ricchi di questa vitamina. Questo fenomeno, noto come “il paradosso scandinavo,” evidenzia come l’esposizione al sole da sola non sia sufficiente.

Un altro paradosso riguarda gli adolescenti italiani al di sotto dei 16 anni, dei quali il 50% soffre di carenza di vitamina D. Questo dato sorprendente può essere attribuito al fatto che le nuove generazioni trascorrono un numero considerevole di ore davanti al computer o alla televisione, persino durante le vacanze estive. Il consiglio degli esperti per i genitori è quello di far riscoprire ai propri figli le abitudini del passato, incoraggiando i ragazzi a giocare all’aperto, praticare sport come il calcio e fare lunghe passeggiate, soprattutto durante la stagione estiva. Queste attività consentono di accumulare la preziosa vitamina D, che contribuisce non solo alla salute delle ossa, ma protegge anche dall’insorgere di raffreddori e bronchiti durante l’inverno.


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