Acqua Minerale
Le acque minerali naturali, derivate da falde o giacimenti sotterranei, costituiscono un elemento di rilevanza igienica e benefica per la salute umana. Il decreto legislativo numero 105 del 25 gennaio 1992 fornisce una chiara definizione di acqua minerale naturale, sottolineando le sue origini sorgive e le peculiari proprietà che la rendono idonea al consumo umano.
Le acque minerali naturali sono quelle provenienti da falde o giacimenti sotterranei, che sgorgano da una o più sorgenti naturali o da perforazioni, caratterizzate da particolari standard igienici e, eventualmente, proprietà benefiche per la salute.
Questa è la definizione ufficiale di acqua minerale secondo la legislazione italiana. Tuttavia, è essenziale comprendere le molteplici caratteristiche che un’acqua deve possedere affinché possa essere riconosciuta come minerale.
La storia delle acque minerali risale all’antichità romana, dove già si conoscevano i benefici del consumo di acqua naturale. Tuttavia, è nel XVII secolo, con lo sviluppo del termalismo, che inizia il commercio delle acque minerali. L’industria delle acque minerali prende piede nell’Ottocento, con il primo imbottigliamento industriale nel 1820 a Saratoga e i primi esperimenti di commercializzazione in Italia intorno al 1890. Nel 1899, nasce la Società per l’imbottigliamento dell’acqua di San Pellegrino, che diventa un’icona nel settore.
Dopo la Seconda guerra mondiale, l’acqua in bottiglia, riconosciuta per le sue proprietà benefiche e il suo gusto distintivo, inizia a diffondersi nei negozi e nei ristoranti. Negli anni ’70, con il boom economico e la pubblicità, l’acqua minerale diventa la bevanda dissetante per eccellenza, entrando sulle tavole di tutti gli italiani. Attualmente, gli italiani sono i maggiori consumatori mondiali di acqua minerale in bottiglia, con una media di 200 litri pro capite all’anno, superando la media europea di 118 litri.
Le acque minerali si distinguono per diverse caratteristiche:
- Provengono da sorgenti o falde sotterranee.
- Sono batteriologicamente pure all’origine.
- Presentano una composizione e caratteristiche costanti.
- Devono essere imbottigliate in prossimità della sorgente.
- Vengono servite sulla tavola senza alcun intervento, esattamente come sgorgano dalla fonte.
Inoltre, è il Ministero della Salute, in conformità al Decreto Legislativo n. 176 dell’8 ottobre 2011, che riconosce e autorizza ufficialmente un’acqua come “Minerale Naturale” in base alla Direttiva 2009/54/CE sull’utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali.
In passato, le acque minerali erano impiegate per le loro virtù terapeutiche. Con l’aumentare del benessere economico e la crescente preoccupazione per l’inquinamento idrico, l’acqua minerale ha conquistato un ruolo di rilievo nell’alimentazione quotidiana. Attualmente, l’Italia spicca come uno dei maggiori consumatori globali di acqua minerale, con un giro d’affari annuale di circa due miliardi e mezzo di euro e una produzione che supera i 12 miliardi di litri.
Questo predominio è in parte attribuibile alle massicce campagne pubblicitarie dei produttori, che enfatizzano le presunte virtù benefiche delle loro acque. Tale enfasi, spesso sproporzionata a fini commerciali, si intreccia con una diffusa preoccupazione per la qualità dei fiumi, esposti a crescenti agenti inquinanti di origine agricola e industriale. Tale preoccupazione eccessiva porta alcuni consumatori a preferire l’acqua minerale anche per usi culinari, come la cottura della pasta o la preparazione del caffè.
Cifre e Percentuali: L’Acqua nei Dati
Per comprendere appieno l’importanza dell’acqua nella nostra vita quotidiana, esaminiamo alcune cifre significative:
- Il consumo medio giornaliero di acqua per usi domestici in Italia è di 250 litri per ogni cittadino.
- Più del 90% di alcune verdure, come lattuga, cetrioli e pomodori, è costituito da acqua.
- L’80% del peso corporeo di un bambino è rappresentato dall’acqua.
- Il 71% della superficie terrestre è coperto dalle acque.
- Nel corpo di un adulto, l’acqua rappresenta il 60% del peso corporeo.
Questi dati riflettono l’importanza vitale dell’acqua e il suo ruolo ubiquitario in vari contesti.
Minerale vs. Potabile: Differenze Sottili
Una distinzione significativa tra l’acqua minerale e quella potabile è la totale assenza di trattamenti di disinfezione nelle prime. Ciò può conferire all’acqua minerale un’apparente qualità superiore, nonostante entrambe debbano garantire purezza batteriologica. In alcune circostanze, l’acqua del rubinetto può persino superare in qualità l’acqua in bottiglia grazie a controlli più rigorosi previsti dalla legislatura italiana.
Il criterio principale per differenziare le varie tipologie di acque è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali e oligoelementi presenti in un litro di acqua dopo essere stata sottoposta a evaporazione a 180°.
Le acque naturali non sono limitate alle versioni senza bollicine; tutte le acque minerali, lisce o gassate, sono considerate naturali in quanto vengono imbottigliate direttamente dalla sorgente. Le acque minerali hanno un pH compreso tra 6,5 e 8,0, e il loro sapore è influenzato dal valore del pH, che può renderle acide, neutre o alcaline.
La distinzione tra acqua minerale e oligominerale è basata sul residuo fisso, con l’acqua oligominerale che ha un valore inferiore a 500 mg/l. Queste acque, a basso contenuto di sali minerali, sono adatte all’uso quotidiano, favoriscono la diuresi e sono consigliate per specifici gruppi come neonati e chi soffre di calcoli renali. Le acque minerali, con un residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l, sono consigliate in periodi caldi quando c’è un maggiore fabbisogno di sali.
È essenziale comprendere anche la differenza tra acqua potabile e minerale. L’acqua minerale naturale proviene da falde o giacimenti incontaminati, è batteriologicamente pura e non subisce processi di disinfezione. Deve mantenere una composizione costante e viene imbottigliata all’origine, sottoponendosi a regolari controlli di qualità sia da parte dell’autorità sanitaria che dell’azienda produttrice.
D’altra parte, le acque potabili sono le comuni acque di rubinetto, provenienti da fonti di superficie e trattate per garantire la qualità. La loro sicurezza dipende dai trattamenti effettuati e dalle condizioni delle reti idriche che le trasportano fino al punto d’uso.
La presenza di cloro nell’acqua potabile, utilizzato per prevenire la crescita batterica nelle condutture, può contribuire a un sapore meno gradevole rispetto alle acque minerali. Questo aspetto, unito a preoccupazioni per la qualità dei fiumi, spinge molti consumatori a preferire l’acqua in bottiglia.
La valutazione comparativa tra acque minerale e potabile è complessa. Entrambe possono originarsi da falde acquifere sotterranee, e la qualità originaria non è sempre superiore per le acque minerali. La variabilità territoriale gioca un ruolo significativo, e le differenze sono notevoli anche tra città diverse.
Da non trascurare sono gli aspetti economici, che spesso favoriscono l’acqua potabile. Le bottiglie di plastica, sebbene garantiscono la purezza del prodotto, possono rilasciare sostanze chimiche cancerogene, aggiungendo un ulteriore livello di complessità nella valutazione della scelta tra le due opzioni.
Un dato rilevante è che il massimo consigliato di acqua al giorno è di circa 9,5 litri. Oltre questa soglia, possono verificarsi seri problemi di salute dovuti a squilibri elettrolitici nei fluidi corporei. Un esempio tragico è rappresentato da un’atleta deceduta durante la maratona di Boston per eccessivo consumo di liquidi, evidenziando i rischi associati a un’eccessiva idratazione.
In futuro, esploreremo l’importanza dell’etichetta sull’acqua minerale, fornendo al consumatore una guida preziosa per comprendere le caratteristiche del prodotto.