Sicurezza degli Additivi Alimentari

Gli additivi alimentari, sostanze utilizzate per migliorare o conservare le caratteristiche degli alimenti, sono sottoposti a regolamentazione accurata per garantire la sicurezza alimentare.

Gli additivi alimentari, sostanze introdotte deliberatamente nei prodotti alimentari per svolgere specifiche funzioni tecnologiche come colorazione, dolcificazione o conservazione, sono soggetti a una rigorosa regolamentazione nell’Unione Europea. Identificati da numeri preceduti dalla lettera E, devono essere sempre elencati tra gli ingredienti degli alimenti in cui sono presenti, con indicazione della loro funzione specifica e sostanza utilizzata.

La sicurezza degli additivi alimentari è valutata dall’Attività ANS (Additivi Alimentari e Fonti Nutritive) dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Questo gruppo di esperti scientifici esamina dati chimici, biologici e tossicologici, formulando conclusioni sulla sicurezza degli additivi in relazione agli usi previsti. Tale valutazione riguarda sia nuovi additivi che nuovi impieghi per quelli già autorizzati, con un programma di riesame completo entro il 2020.

La regolamentazione e la valutazione accurata degli additivi alimentari sono cruciali per garantire la sicurezza alimentare nell’Unione Europea, assicurando che gli alimenti contenenti tali sostanze siano sicuri per il consumo a lungo termine.

Nel corso degli anni, il gruppo ANS ha affrontato diverse tappe fondamentali, come l’aggiornamento del “Modello di assunzione di additivi alimentari” nel 2017, che facilita il calcolo delle stime di esposizione. Nel 2016, sono state completate le valutazioni di 41 coloranti alimentari, segnando la conclusione di un significativo programma di riesame.

Il ruolo principale dell’EFSA è quello di stabilire il “livello di sicurezza” per gli additivi alimentari, cercando di determinare una dose giornaliera ammissibile per ciascuna sostanza. Questo livello, espresso in mg per kg di peso corporeo al giorno, rappresenta la quantità che un individuo può consumare quotidianamente senza rischi apprezzabili per la salute. Quando i dati sono insufficienti, viene calcolato un margine di sicurezza per valutare l’eventuale preoccupazione.

La procedura di autorizzazione degli additivi alimentari inizia con una richiesta formale alla Commissione europea, seguita da una valutazione dell’EFSA sulla sicurezza della sostanza in base agli usi proposti. Le sostanze autorizzate vengono poi inserite nell’elenco degli additivi alimentari autorizzati nell’UE, rispettando i requisiti di purezza stabiliti.

La lista positiva e quella negativa

Un elemento cruciale in questo contesto è la “Lista Positiva“, che elenca gli additivi autorizzati con indicazioni sui casi d’uso e le dosi massime consentite. Redatta dall’Amministrazione Sanitaria in collaborazione con altri enti quali i Ministeri dell’Agricoltura e Foreste e dell’Industria, così come le organizzazioni dei produttori e dei consumatori, rappresenta uno strumento fondamentale.

La Lista Positiva è soggetta a continuo aggiornamento. Se la tossicologia di un composto autorizzato diventa non accettabile, la lista viene ridotta di conseguenza. Inoltre, vengono integrate nuove molecole necessarie ed accettabili, e le estensioni di impiego considerate utili sono anch’esse incluse. Un esempio tangibile di questa dinamica è l’espansione delle liste relative a latte, derivati, prodotti da forno e vino, mentre le liste di coloranti sintetici sono state notevolmente ridotte.

La Lista Positiva, resa nota grazie alle etichette, permette ai consumatori di essere consapevoli degli additivi presenti negli alimenti, facilitando scelte informate. D’altro canto, supporta l’industria alimentare, consentendo la pubblicizzazione di prodotti trattati solo con additivi naturali.

Nelle giurisdizioni coperte dalla Lista Positiva, l’uso di additivi al di fuori di quelli elencati è vietato. Esistono eccezioni, come nel caso dell’anidride solforosa in enologia, dove normative specifiche permettono l’uso senza dichiarazione in etichetta.

La Lista Positiva non solo elenca gli additivi ma stabilisce anche i requisiti di purezza, indicando i metodi di ricerca e analisi per valutare la qualità degli additivi sia in forma pura che negli alimenti trattati. La responsabilità della dimostrazione di accettabilità, compresa l’intera sperimentazione tossicologica, è demandata al richiedente.

Controparte della Lista Positiva è la “Lista Negativa“, riferimento delle sostanze specificamente proibite dalla legislazione. Secondo alcuni, tutti i composti non espressamente vietati sono da considerare autorizzati, ponendo l’onere della dimostrazione di accettabilità sullo Stato. Questo implica la lecitudine di tutti i composti, compresi quelli potenzialmente tossici, fino a prova sperimentale della loro nocività.

Essenziale per comprendere l’approccio alle sostanze alimentari è la definizione di “additivo sicuro”. La sicurezza implica che il consumo dell’additivo nelle concentrazioni indicate non comporti rischi per la salute a lungo termine. Le quantità massime stabilite dalla legge dovrebbero garantire un consumo sicuro. Tuttavia, va sottolineato che alcune persone possono manifestare reazioni allergiche o intolleranze agli additivi, richiedendo l’astensione dal consumo di alimenti trattati con tali sostanze.



Gastroparesi: una condizione cronica che rallenta la digestione. Da cosa è causata e quali sono i sintomi? Come si cura, o allevia?