Acido folico: a cosa serve, posso assumerlo sempre? In quali casi è necessaria cautela. Scopri benefici, dosaggi e rischi da evitare
L’assunzione quotidiana di acido folico è fortemente raccomandata a tutte le donne in età fertile, indipendentemente dal fatto che stiano pianificando una gravidanza. Questa indicazione nasce dalla necessità di ridurre in modo significativo il rischio di malformazioni congenite gravi, in particolare quelle che colpiscono il tubo neurale, una struttura embrionale fondamentale nello sviluppo del cervello e del midollo spinale. Conosci tutti i benefici dell’assunzione della vitamina B12? Consulta l’articolo “Acido folico, a cosa serve“.

L’adozione di una semplice abitudine quotidiana – quella di assumere un integratore di acido folico – rappresenta una delle strategie più efficaci per tutelare la salute del nascituro fin dalle primissime fasi della gestazione. In un contesto in cui molte gravidanze non vengono programmate, questa misura preventiva può contribuire concretamente a ridurre il numero di difetti congeniti gravi legati al sistema nervoso centrale
Un gruppo consultivo federale degli Stati Uniti, la U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF), ha confermato quanto già indicato nel 2009: le donne potenzialmente fertili dovrebbero assumere ogni giorno tra i 400 e gli 800 microgrammi di acido folico, una forma sintetica della vitamina B9, per coprire eventuali carenze alimentari. Questa raccomandazione si basa su studi che risalgono ai primi anni ’90 e che hanno dimostrato un’importante riduzione dei difetti del tubo neurale grazie all’integrazione con acido folico.
A partire dal 1998, negli Stati Uniti è stato imposto l’arricchimento di farine e cereali con acido folico, proprio per raggiungere anche le donne che non assumono integratori. Questo intervento ha contribuito a una diminuzione significativa dei casi di malformazioni: dai circa 10,7 ogni 10.000 nati vivi si è scesi a 7 casi, anche se non è possibile attribuire con certezza l’intera riduzione alla sola fortificazione.
Acido folico e dieta
Affidarsi esclusivamente ai cibi fortificati può non essere sufficiente. Alcune diete specifiche, come quelle prive di glutine o a basso contenuto di carboidrati, possono ridurre l’assunzione di prodotti arricchiti con acido folico. Inoltre, alimenti naturalmente ricchi di folati – come verdure a foglia scura, fegato e legumi – non sempre sono consumati in quantità adeguate. Per questo motivo, gli esperti consigliano l’uso di integratori, soprattutto per garantire un apporto adeguato già nei primi giorni successivi al concepimento, spesso prima ancora che una gravidanza venga riconosciuta.
Il tubo neurale dell’embrione si forma e si chiude entro le prime quattro settimane dal concepimento. In quel periodo così precoce, l’assunzione regolare di acido folico può fare la differenza tra uno sviluppo sano e la comparsa di gravi difetti, come l’anencefalia o la spina bifida. È proprio per questo che le istituzioni sanitarie – come la USPSTF, l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) e altre – raccomandano l’assunzione preventiva e continua, anche in assenza di piani di gravidanza immediati, considerando che circa la metà delle gravidanze negli Stati Uniti avviene senza essere pianificata.
L’acido folico è facilmente reperibile sotto forma di integratore singolo oppure all’interno di multivitaminici. È importante controllare l’etichetta e assicurarsi che il prodotto contenga almeno 400 microgrammi della vitamina. Secondo il parere degli esperti, l’assunzione di queste dosi giornaliere da parte delle donne in età fertile non comporta rischi significativi per la salute.
Quando l’assunzione di acido folico richiede attenzione
Sebbene l’acido folico sia generalmente considerato sicuro, esistono alcune situazioni cliniche in cui la sua somministrazione richiede cautela o una valutazione medica approfondita. In questi casi, l’integrazione non è da escludere, ma va personalizzata in base alla condizione specifica, al dosaggio necessario e alla durata del trattamento.
Chi è affetto da alcune forme di anemia, come l’anemia perniciosa da carenza di vitamina B12, può peggiorare la propria condizione se assume acido folico ad alte dosi senza correggere anche la carenza di B12. Questo perché l’acido folico può normalizzare temporaneamente i parametri ematologici, mascherando i segni tipici della carenza di B12, mentre il danno neurologico continua a progredire silenziosamente.

Acido folico, attenzione ai casi in cui bisogna controllare il dosaggio
Anche persone con malattie epatiche, o chi assume farmaci antiepilettici, potrebbero aver bisogno di dosaggi particolari e di monitoraggio medico: alcuni farmaci interferiscono con l’assorbimento o il metabolismo del folato, rendendo necessario un adattamento terapeutico.
Negli anziani, l’assunzione eccessiva e prolungata di acido folico può nascondere una carenza di vitamina B12, comune in questa fascia d’età, con il rischio di danni irreversibili al sistema nervoso, come neuropatie o deterioramento cognitivo. È dunque importante, prima di iniziare l’integrazione, escludere una carenza di B12 con esami ematici, soprattutto se si superano i 60 anni. Per precauzione, l’Istituto di Medicina statunitense suggerisce di non superare il limite di microgrammi suggeriti al giorno, sommando le fonti alimentari fortificate e gli integratori.
Secondo l’Institute of Medicine statunitense, il limite massimo tollerabile per l’assunzione quotidiana di acido folico (da supplementi e alimenti fortificati, non da fonti naturali) è fissato a 1.000 microgrammi (1 mg). Superare questa soglia senza una precisa indicazione clinica può essere rischioso, soprattutto se protratto nel tempo.
Situazione clinica o demografica | Motivo della cautela | Consiglio |
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Anemia da carenza di vitamina B12 | L’acido folico può nascondere i sintomi ematologici, ritardando la diagnosi | Integrazione solo con B12 associata |
Anziani (>60 anni) | Rischio maggiore di carenza di B12 e neuropatie indotte | Monitoraggio B12 prima dell’uso |
Malattie epatiche croniche | Il metabolismo del folato può essere alterato | Dosaggio personalizzato da medico |
Terapia con farmaci antiepilettici | Alcuni anticonvulsivanti riducono l’efficacia o aumentano il fabbisogno di folati | Consulto specialistico necessario |
Assunzione > 1.000 mcg/die (senza diagnosi) | Potenziale rischio di effetti avversi e mascheramento di carenze | Evitare senza indicazione clinica |