Cos’è il test degli acidi biliari totali, a cosa serve, come si esegue e come interpretare i risultati

Il test degli acidi biliari totali serve a misurare la quantità di queste sostanze nel sangue, con l’obiettivo di valutare lo stato di salute del fegato. Gli acidi biliari sono composti prodotti dal fegato a partire dal colesterolo e svolgono un ruolo essenziale nella digestione, facilitando l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili. Dopo essere stati rilasciati nell’intestino durante la digestione, vengono in gran parte riassorbiti e riportati al fegato attraverso un ciclo chiamato circolo enteroepatico.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Gli acidi biliari non sono semplici sottoprodotti del fegato, ma elementi chiave nel metabolismo lipidico e nella digestione. Hanno una precisa localizzazione anatomica e svolgono numerose funzioni fisiologiche che contribuiscono al corretto funzionamento del sistema digestivo e al mantenimento dell’equilibrio metabolico

Il test è particolarmente utile per monitorare la presenza di malattie epatiche come epatite, cirrosi e colestasi, oltre a essere impiegato per diagnosticare la colestasi intraepatica gravidica, una condizione che può comparire nella fase avanzata della gravidanza e che può provocare prurito intenso e rischi per il bambino. L’analisi è indicata anche per rilevare eventuali anomalie nel riassorbimento degli acidi biliari da parte del fegato.

Gli acidi biliari sono sostanze che svolgono un ruolo centrale nella digestione e nel metabolismo, sia per la loro posizione anatomica che per le funzioni fisiologiche che ricoprono nel corpo umano.

Dal punto di vista anatomico, vengono sintetizzati nel fegato a partire dal colesterolo, quindi secreti nella bile e conservati nella cistifellea. In seguito, durante i pasti, la bile contenente acidi biliari viene riversata nel duodeno, favorendo i processi digestivi. Questo meccanismo si inserisce nel sistema epatobiliare, che comprende fegato, vie biliari e cistifellea, responsabile della produzione, conservazione e rilascio della bile.

Gli acidi biliari svolgono un ruolo fondamentale in diversi processi fisiologici legati alla digestione e al metabolismo. Una delle loro principali funzioni è quella di facilitare la digestione dei grassi: grazie alla loro particolare struttura, sono in grado di emulsionare i lipidi introdotti con l’alimentazione, rendendoli più facilmente accessibili agli enzimi responsabili della loro degradazione.

Inoltre, la presenza degli acidi biliari è indispensabile per l’assorbimento delle vitamine liposolubili, come la A, la D, la E e la K. Queste sostanze, infatti, possono essere correttamente assimilate solo in presenza di grassi, la cui digestione è resa possibile proprio dagli acidi biliari.

Un’altra funzione importante riguarda la regolazione del colesterolo. Gli acidi biliari rappresentano uno dei meccanismi attraverso cui l’organismo riesce a eliminare l’eccesso di colesterolo, trasformandolo in composti che possono essere espulsi più facilmente.

Essi partecipano anche al cosiddetto ciclo enteroepatico, un processo che consente il riassorbimento e il riciclo degli acidi biliari dopo l’azione digestiva, riducendo la necessità di una loro continua sintesi da parte del fegato.

Infine, alcuni acidi biliari esercitano un’azione antibatterica, contribuendo a mantenere in equilibrio la flora intestinale e a contrastare la proliferazione di microrganismi potenzialmente dannosi.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

Il test degli acidi biliari totali consente di determinare la quantità di queste sostanze nel sangue, fornendo indicazioni rilevanti sul funzionamento del fegato e sulla regolarità del flusso biliare. L’interpretazione dei risultati varia a seconda del quadro clinico e dei valori rilevati.

I valori normali degli acidi biliari totali nel sangue si collocano generalmente al di sotto di 10 µmol/L, indicativi di un corretto funzionamento epatico, con un flusso biliare regolare e un efficace circolo enteroepatico. Quando i livelli si attestano tra 10 e 19 µmol/L, ciò può riflettere un rallentamento iniziale del deflusso biliare o una lieve alterazione della funzionalità epatica; in gravidanza, tali valori possono far sospettare una forma moderata di colestasi gravidica. Tali variazioni possono talvolta essere temporanee e non necessariamente patologiche.

Valori pari o superiori a 20 µmol/L richiedono invece un’attenzione maggiore, in quanto indicano spesso una colestasi significativa o la presenza di patologie epatiche come epatiti, cirrosi biliare o ostruzioni delle vie biliari. Nel contesto della gravidanza, livelli elevati rappresentano un potenziale rischio per il feto, richiedendo un monitoraggio medico accurato e tempestivo.

In caso di risultati anomali, è consigliabile ripetere l’esame e integrare la valutazione con altri test specifici per la funzionalità epatica, quali transaminasi (ALT e AST), bilirubina, fosfatasi alcalina (ALP) e Gamma GT. Se necessario, possono essere indicati ulteriori approfondimenti, come l’ecografia epatica. In gravidanza, la frequenza dei controlli può essere aumentata in base all’andamento clinico.

Un aumento degli acidi biliari totali può segnalare un malfunzionamento del fegato o un’ostruzione del flusso biliare. In particolare, in gravidanza livelli uguali o superiori a 10 µmol/L possono indicare una colestasi intraepatica gravidica, condizione potenzialmente pericolosa per il feto. Nei soggetti non gravidi, livelli elevati possono essere associati a epatiti, cirrosi, colestasi o ostruzioni biliari, e richiedono approfondimenti diagnostici.

Al contrario, valori inferiori alla norma sono rari e generalmente non rivestono rilevanza clinica. Eventuali diminuzioni lievi possono dipendere da fattori dietetici o metabolici, senza necessità di interventi specifici.

Valori nel sangue (µmol/L)InterpretazionePossibili cause
< 10 µmol/L✅ NormaliFunzionalità epatica regolare, circolo enteroepatico efficace.
10 – 19 µmol/L⚠️ Lievemente aumentatiColestasi iniziale, disturbi epatici lievi, sospetta colestasi gravidica lieve.
≥ 20 µmol/L❗ Elevati / patologiciColestasi intraepatica gravidica, epatiti, cirrosi, ostruzione delle vie biliari.
Valori molto bassiRaro e non clinicamente rilevanteNon indicativi di patologia. La riduzione è solitamente priva di significato clinico.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame degli acidi biliari totali si effettua tramite un prelievo di sangue, solitamente a digiuno, al fine di ottenere risultati più precisi. Il campione raccolto viene analizzato in laboratorio per determinare la concentrazione degli acidi biliari nel sangue.

Questo test viene richiesto principalmente per valutare la funzionalità del fegato e il regolare flusso della bile. È indicato in caso di sospetto di patologie epatiche quali epatiti, cirrosi o colestasi, oltre che per il monitoraggio della colestasi intraepatica gravidica, una condizione che può manifestarsi durante la gravidanza e comportare rischi per il feto. Inoltre, l’esame è spesso prescritto in presenza di sintomi come prurito intenso, ittero, stanchezza persistente o anomalie rilevate in altri esami epatici.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati dell’esame degli acidi biliari totali possono essere influenzati da diversi fattori, rendendo necessaria una valutazione attenta del contesto clinico del paziente. In primo luogo, lo stato di digiuno è importante, poiché l’assunzione recente di cibo può modificare temporaneamente i livelli ematici degli acidi biliari. Inoltre, durante la gravidanza, specialmente nel terzo trimestre, i valori possono aumentare sia per cause fisiologiche sia in caso di colestasi gravidica. Anche l’assunzione di alcuni farmaci, come contraccettivi orali o farmaci per il colesterolo, può alterare la produzione e il metabolismo degli acidi biliari, influenzando i risultati dell’esame. Patologie del fegato o delle vie biliari, anche non ancora diagnosticate, possono modificare significativamente i valori. Infine, altre condizioni mediche, come disturbi metabolici o infiammatori, possono avere un impatto sui livelli degli acidi biliari. Per un’interpretazione corretta, è fondamentale informare il medico circa eventuali farmaci assunti o condizioni particolari prima di eseguire il test.

FattoreDescrizione
Stato di digiunoL’esame va eseguito a digiuno perché il cibo può alterare temporaneamente i livelli nel sangue.
GravidanzaNel terzo trimestre i valori possono aumentare fisiologicamente o per colestasi gravidica.
FarmaciAlcuni farmaci (es. contraccettivi orali, statine) possono modificare la produzione e il metabolismo degli acidi biliari.
Patologie epatiche o biliariMalattie del fegato o delle vie biliari, anche non diagnosticate, possono alterare i risultati.
Altre condizioni medicheDisturbi metabolici o infiammatori possono influenzare i livelli degli acidi biliari.

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