Cos’è la Lattatemia e perché è importante misurarla. Guida completa sull’esame del lattato nel sangue, le cause dei valori alterati e le principali applicazioni cliniche
La Lattatemia è la concentrazione di lattato nel sangue, una molecola prodotta principalmente durante il metabolismo anaerobico, cioè in condizioni di ridotta disponibilità di ossigeno nelle cellule. La misurazione della Lattatemia consente di valutare lo stato metabolico generale e l’efficienza dell’ossigenazione tissutale.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. La Lattatemia costituisce un parametro fondamentale per valutare il metabolismo energetico e il corretto equilibrio fisiologico dell’organismo
Questo esame risulta particolarmente utile per rilevare situazioni di stress metabolico, ipossia o patologie come sepsi, insufficienza cardiaca e shock. Inoltre, il monitoraggio dei livelli di lattato è impiegato nel follow-up dei pazienti critici, fornendo indicazioni preziose per le decisioni terapeutiche.
La lattatemia indica la concentrazione di lattato nel sangue, un elemento rilevante dal punto di vista anatomico e fisiologico. Il lattato si forma principalmente durante il metabolismo anaerobico, ovvero quando le cellule producono energia in condizioni di scarso apporto di ossigeno.
Questo composto si genera soprattutto nei muscoli scheletrici durante esercizi intensi, ma anche in altri tessuti come cuore, cervello e globuli rossi. Dal punto di vista energetico, il lattato funge da carburante temporaneo: viene trasportato al fegato, dove può essere trasformato nuovamente in glucosio attraverso la gluconeogenesi, contribuendo così al mantenimento delle riserve energetiche.
La Lattatemia è anche un indicatore dello stato metabolico e della quantità di ossigeno disponibile nei tessuti; livelli elevati di lattato nel sangue segnalano spesso condizioni di ipossia o stress metabolico, che si possono manifestare sia in situazioni patologiche sia durante sforzi fisici intensi. Inoltre, essendo un acido organico, il lattato può influenzare l’equilibrio acido-base del sangue: un suo accumulo può portare a una riduzione del pH, condizione nota come acidosi lattica, che può compromettere il normale funzionamento cellulare.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
L’analisi dei valori della lattatemia nel sangue è essenziale per valutare lo stato metabolico e la funzionalità dell’organismo. I livelli di lattato possono essere normali, elevati o bassi, ognuno con un diverso significato.
I valori normali, generalmente compresi tra 0,5 e 2 mmol/L, indicano un equilibrio nel metabolismo anaerobico e l’assenza di segnali di stress metabolico o carenza di ossigeno nei tessuti.
Un aumento dei livelli di lattato, definito iperlattatemia, suggerisce una produzione superiore alla capacità di eliminazione. Questa condizione può derivare da sforzi fisici intensi, ipossia, insufficienza cardiaca, sepsi, shock o altre patologie metaboliche, e può rappresentare un segnale di allarme che richiede un intervento medico tempestivo.
Valori di lattatemia inferiori alla norma sono meno frequenti e solitamente non indicano problemi clinici significativi; in alcuni casi possono riflettere un ridotto metabolismo anaerobico, ma raramente rappresentano motivo di preoccupazione.
| Valori di lattatemia | Intervallo tipico | Significato | Possibili cause | Sintomi associati | Azioni raccomandate |
|---|---|---|---|---|---|
| Normali | 0,5 – 2 mmol/L | Metabolismo anaerobico equilibrato; assenza di stress metabolico o ipossia | Stato fisiologico normale | Assenti o lievi | Nessuna specifica, monitoraggio di routine |
| Elevati (iperlattatemia) | > 2 mmol/L | Produzione di lattato superiore all’eliminazione; possibile stress metabolico o carenza di ossigeno | Esercizio fisico intenso, ipossia, insufficienza cardiaca, sepsi, shock, patologie metaboliche, insufficienza respiratoria, intossicazioni | Affaticamento, respiro accelerato, confusione, debolezza | Valutazione clinica urgente; trattare la causa sottostante; monitoraggio emogasanalisi e lattatemia |
| Molto elevati | > 4 mmol/L | Indicano condizioni critiche e rischio di acidosi lattica | Shock settico, insufficienza multi-organo, ipossia severa | Sintomi gravi di insufficienza d’organo | Intervento medico immediato; terapia intensiva |
| Bassi | < 0,5 mmol/L | Ridotto metabolismo anaerobico; di solito non clinicamente rilevante | Rare condizioni metaboliche; può riflettere uno stato di ridotta produzione energetica anaerobica | Generalmente assenti | Di solito nessuna azione necessaria, valutare il contesto clinico |
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame della lattatemia viene eseguito mediante un prelievo di sangue, solitamente venoso, ma in alcune situazioni cliniche può essere effettuato anche con campioni arteriosi o capillari. Il sangue raccolto viene analizzato in laboratorio per misurare la concentrazione di lattato.
Il prelievo è effettuato da personale sanitario, preferibilmente a digiuno o evitando attività fisica intensa nelle ore precedenti, per evitare alterazioni nei risultati. In casi particolari, come in terapia intensiva, il campione può provenire da arterie o da dispositivi venosi centrali per un controllo più preciso.
L’esame viene richiesto soprattutto in presenza di sospetti di ipossia o insufficienza d’organo, durante e dopo sforzi fisici intensi per valutare il metabolismo anaerobico, per monitorare pazienti con sepsi, shock, insufficienza cardiaca o respiratoria, in caso di patologie metaboliche o intossicazioni, e per valutare l’efficacia di terapie in condizioni critiche o in ambito sportivo ad alte prestazioni.
Fattori che influenzano l’esame
I risultati dell’esame possono essere influenzati da diversi fattori che ne modificano la concentrazione nel sangue e, di conseguenza, l’interpretazione clinica. Tra i principali vi sono l’attività fisica intensa, che provoca un aumento temporaneo del lattato; lo stato nutrizionale, come digiuno o alimentazione, che incide sul metabolismo; e le condizioni di ossigenazione, con ipossia o difficoltà respiratorie che favoriscono una maggiore produzione di lattato.
Anche alcune patologie metaboliche possono alterare i livelli di lattatemia, così come l’assunzione di farmaci che interferiscono con il metabolismo o l’eliminazione del lattato. Inoltre, la corretta gestione del campione è fondamentale, poiché ritardi nell’analisi o errori nella conservazione possono falsare i risultati. Infine, situazioni di stress acuto possono causare aumenti transitori della lattatemia.
Per questi motivi, tutti questi aspetti devono essere presi in considerazione per una valutazione accurata e attendibile dei valori ottenuti dall’esame.

