L’ACTH (ormone adrenocorticotropo) è un ormone prodotto dall’ipofisi che regola la produzione di cortisolo nelle ghiandole surrenali, svolgendo un ruolo cruciale nel controllo dello stress, del metabolismo e della risposta infiammatoria
L’ACTH, o ormone adrenocorticotropo, è una sostanza prodotta da una parte dell’ipofisi, una ghiandola posta alla base del cervello. Questo ormone ha il compito principale di stimolare le ghiandole surrenali, in particolare la loro parte esterna (corteccia surrenale), a produrre ormoni essenziali, tra cui il cortisolo. Quest’ultimo svolge numerose funzioni importanti, come la regolazione del metabolismo, la risposta allo stress, il controllo dei livelli di zucchero nel sangue e dei processi infiammatori.
La produzione dell’ACTH è a sua volta regolata da un altro ormone, il CRH, rilasciato dall’ipotalamo. Quando i livelli di cortisolo si abbassano, l’organismo attiva un meccanismo a catena che porta all’aumento della secrezione di ACTH, con lo scopo di ripristinare l’equilibrio. Una volta che il cortisolo torna a livelli normali, questo segnala al cervello di ridurre la produzione di ACTH e CRH, mantenendo così un bilancio ormonale stabile.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. L’ACTH rappresenta un componente essenziale dell’equilibrio ormonale: mette in comunicazione il sistema nervoso centrale con le ghiandole surrenali, coordina le reazioni dell’organismo agli stimoli stressanti e partecipa attivamente alla regolazione dei processi metabolici e delle risposte infiammatorie.
Alterazioni nei livelli di ACTH possono essere indicativi di disfunzioni. Un’eccessiva produzione può essere legata alla sindrome di Cushing, mentre una carenza può far pensare a un malfunzionamento dell’ipofisi o delle surrenali. Per questo, il dosaggio di ACTH nel sangue è spesso impiegato per identificare problemi di natura endocrina.
L’ACTH, o ormone adrenocorticotropo, è una sostanza fondamentale per il corretto funzionamento del sistema endocrino. Viene prodotto da una ghiandola situata alla base del cervello, l’ipofisi anteriore, e agisce sulle ghiandole surrenali, in particolare sulla loro corteccia. Attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, contribuisce a regolare la produzione di ormoni importanti, primo fra tutti il cortisolo.
Dal punto di vista fisiologico, l’ACTH ha un ruolo centrale nella risposta allo stress, nel controllo del metabolismo e nella regolazione dei processi infiammatori. Il cortisolo, stimolato dall’ACTH, aiuta l’organismo ad adattarsi agli eventi stressanti, gestisce i livelli di zucchero nel sangue, favorisce la produzione di energia e modula le difese immunitarie. Inoltre, la sua secrezione segue un ritmo quotidiano che contribuisce a regolare il ciclo biologico giornaliero.
L’organismo mantiene l’equilibrio nella produzione di cortisolo grazie a un meccanismo di autoregolazione: quando il cortisolo è presente in quantità sufficiente, viene inibita la produzione di ACTH, evitando eccessi. Questo sistema di controllo è essenziale per mantenere l’omeostasi interna. Un malfunzionamento nella produzione di ACTH può portare a squilibri ormonali con effetti rilevanti sulla salute.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
L’esame dell’ACTH permette di rilevare nel sangue la quantità di ormone adrenocorticotropo, utile per scoprire eventuali problemi a carico dell’ipofisi o delle ghiandole surrenali. I risultati vanno interpretati confrontandoli con i valori di riferimento e considerando il quadro clinico generale, compresi i livelli di cortisolo e altri parametri endocrini.
In condizioni normali, i valori dell’ACTH si collocano tra 10 e 60 pg/mL nelle prime ore del mattino, con una naturale diminuzione nelle ore serali a causa del ritmo biologico. Valori in questo intervallo, se associati a cortisolo nella norma, suggeriscono un regolare funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Un aumento dell’ACTH può indicare che l’organismo sta tentando di compensare una carenza di cortisolo. Ciò può verificarsi, ad esempio, nel morbo di Addison, in cui le surrenali non producono sufficiente cortisolo, oppure in presenza di tumori che secernono ACTH in modo anomalo (sindrome da ACTH ectopico) o ancora in alcune forme di Cushing di origine ipofisaria.
Al contrario, un valore basso di ACTH può segnalare che l’ipofisi o l’ipotalamo non funzionano correttamente, oppure che vi è un eccesso di cortisolo nell’organismo che blocca la produzione dell’ormone. Questo può accadere, ad esempio, nella sindrome di Cushing surrenalica, in caso di insufficienza ipofisaria o dopo un uso prolungato di corticosteroidi.
| Valori ACTH | Livelli di Cortisolo | Possibile Diagnosi | Sede del problema | Note cliniche/caratteristiche |
|---|---|---|---|---|
| Normale (10–60 pg/mL) | Normale | Nessuna alterazione significativa | — | Funzione regolare dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene |
| Alto | Basso | Morbo di Addison (insufficienza surrenalica primaria) | Ghiandole surrenali | ACTH elevato per compensare; possibile iperpigmentazione |
| Alto | Alto | Morbo di Cushing ipofisario o ACTH ectopico | Ipofisi o tumore ectopico | Richiede imaging e test soppressivi |
| Basso | Alto | Sindrome di Cushing surrenalica | Ghiandola surrenale | Produzione autonoma di cortisolo che inibisce l’ACTH |
| Basso | Basso | Insufficienza secondaria o terziaria | Ipofisi o ipotalamo | Problema centrale, ACTH insufficiente |
| Basso | Variabile | Uso di corticosteroidi esogeni | Nessuna disfunzione strutturale | Soppressione farmacologica dell’asse endocrino |
L’ormone ACTH segue un ritmo circadiano, con livelli massimi nelle prime ore del mattino, generalmente tra le 6 e le 8, e una diminuzione progressiva durante la giornata fino alle ore serali. Per ottenere risultati attendibili, è quindi importante che il prelievo ematico venga effettuato al mattino a digiuno.
Per una valutazione completa della funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, possono essere utili ulteriori esami diagnostici. Tra questi, il dosaggio del cortisolo sia nel sangue che nelle urine raccolte nelle 24 ore, il test di stimolazione con ACTH sintetico (noto come test Synacthen) per verificare la capacità delle ghiandole surrenali di rispondere allo stimolo, e il test di soppressione con desametasone, che serve a valutare la regolazione della produzione di cortisolo. Inoltre, può essere utile misurare i livelli di CRH, l’ormone ipotalamico che stimola la produzione di ACTH, e svolgere esami di imaging come la risonanza magnetica nucleare (RMN) per valutare eventuali anomalie a livello dell’ipofisi o di altre strutture coinvolte.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame per il dosaggio dell’ACTH si esegue principalmente tramite un prelievo di sangue, solitamente da una vena del braccio, preferibilmente al mattino e a digiuno, per garantire risultati attendibili a causa del naturale andamento circadiano dell’ormone. Questo test viene utilizzato per valutare il corretto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e per diagnosticare o monitorare patologie delle ghiandole surrenali o dell’ipofisi. È indicato in presenza di sintomi compatibili con condizioni come la sindrome di Cushing o l’insufficienza surrenalica, nonché per indagare alterazioni ormonali legate a affaticamento, debolezza, variazioni del peso o iperpigmentazione. Inoltre, l’esame può essere impiegato per seguire l’efficacia di trattamenti con corticosteroidi o per approfondire casi clinici endocrinologici complessi.
Fattori che influenzano l’esame
Diversi fattori possono influenzare i livelli di ACTH nel sangue, condizionando così l’interpretazione dell’esame. Tra questi, il ritmo circadiano gioca un ruolo fondamentale, con picchi dell’ormone al mattino e valori più bassi nelle ore serali, rendendo necessario eseguire il prelievo in orario mattutino. Anche situazioni di stress fisico o emotivo possono provocare un aumento temporaneo dei livelli di ACTH. L’assunzione di farmaci, in particolare corticosteroidi, può invece ridurre la produzione dell’ormone attraverso meccanismi di feedback negativo. Altri farmaci, come alcuni antidepressivi o antipertensivi, possono anch’essi alterare i valori. Inoltre, malattie croniche o condizioni infiammatorie possono interferire con la sintesi e la secrezione dell’ormone. Infine, aspetti tecnici legati alla raccolta e alla conservazione del campione, come ritardi nell’analisi o utilizzo di provette non idonee, possono causare risultati inaccurati. Anche l’età e lo stato fisiologico del soggetto, ad esempio la gravidanza, possono determinare variazioni nei livelli di ACTH.
| Fattore | Effetto sui livelli di ACTH | Descrizione/Spiegazione |
|---|---|---|
| Ritmo circadiano | Variazione fisiologica | Picco mattutino tra le 6-8, valori più bassi la sera; prelievo deve essere eseguito al mattino. |
| Stress fisico o emotivo | Aumento temporaneo | Situazioni di stress possono stimolare la secrezione di ACTH, alterando i risultati. |
| Assunzione di corticosteroidi | Diminuzione | Farmaci esogeni sopprimono la produzione di ACTH per feedback negativo sull’asse endocrino. |
| Farmaci ipotensivi o antidepressivi | Possibile variazione | Alcuni farmaci possono influenzare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene modificando i livelli di ACTH. |
| Malattie croniche o sistemiche | Alterazione variabile | Infezioni, infiammazioni o altre patologie croniche possono interferire con la sintesi dell’ormone. |
| Manipolazione del campione | Possibile falsi valori | Ritardi nell’analisi, temperatura non adeguata o uso di provette inappropriate possono alterare i risultati. |
| Età e stato fisiologico | Variazione fisiologica | L’ACTH può variare in base all’età o a condizioni come la gravidanza. |
Per una corretta interpretazione dei valori di ACTH è fondamentale considerare tutti questi fattori che possono influenzarne la concentrazione nel sangue.

