Anticorpi anti-gliadina: cosa sono, a cosa servono e come interpretare i valori negli esami diagnostici

Gli anticorpi anti-gliadina sono proteine generate dal sistema immunitario in risposta alla gliadina, una frazione del glutine presente in cereali come grano, orzo e segale. Questi anticorpi sono utilizzati soprattutto nei test diagnostici per individuare malattie correlate al glutine, in particolare la celiachia. Gli anticorpi anti-gliadina servono a identificare condizioni di sensibilità al glutine, a monitorare la risposta immunitaria nei soggetti sospettati di intolleranza e a supportare la diagnosi insieme ad altri esami specifici.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Sono marker di una reazione immunitaria patologica e non svolgono ruoli fisiologici o anatomici utili nell’organismo sano.

La loro presenza nel sangue può indicare una reazione immunitaria verso la gliadina, suggerendo quindi una possibile intolleranza o allergia al glutine.

Non svolgono funzioni fisiologiche o anatomiche normali nell’organismo, poiché non fanno parte del sistema immunitario in condizioni di salute. Infatti, si tratta di proteine prodotte come risposta anomala del sistema immunitario quando viene a contatto con la gliadina, una proteina presente nel glutine.

In persone sane, il sistema immunitario non riconosce la gliadina come una sostanza dannosa, quindi non produce questi anticorpi. In individui con celiachia o sensibilità al glutine, il sistema immunitario reagisce in modo anomalo, generando gli anticorpi anti-gliadina. Questi anticorpi attaccano la gliadina, ma possono anche contribuire a danni alla mucosa intestinale, tipici della celiachia, interferendo quindi con la normale funzionalità intestinale.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

I risultati dell’esame degli anticorpi anti-gliadina nel sangue possono essere classificati in tre categorie principali: normali, bassi o elevati. Valori normali indicano l’assenza di una risposta immunitaria rilevante verso la gliadina, suggerendo che non vi è intolleranza o sensibilità al glutine. Valori bassi o leggermente aumentati possono riflettere una risposta immunitaria debole o non specifica e, in assenza di altri segnali clinici, potrebbero non essere sufficienti per una diagnosi precisa, richiedendo ulteriori approfondimenti. Valori elevati segnalano invece una reazione immunitaria significativa contro la gliadina, spesso correlata a condizioni come la celiachia o altre forme di sensibilità al glutine, e necessitano di una valutazione medica più approfondita.

Valori anticorpi anti-gliadina (IgA o IgG)InterpretazioneSintomi comuniPatologie associateNote aggiuntive
Inferiori a 20 U/mLValori normaliAssenza di sintomi o sintomi non correlatiNessuna intolleranza al glutineNon indicano una reazione immunitaria verso la gliadina
Tra 20 e 30 U/mLValori borderline o lievemente elevatiSintomi lievi o aspecificiPossibile sensibilità al glutineNecessari ulteriori approfondimenti e monitoraggio
Superiori a 30 U/mLValori elevatiDiarrea, dolori addominali, gonfiore, anemiaCeliachia o sensibilità al glutine non celiacaIndicano una risposta immunitaria attiva, richiedono diagnosi clinica completa

L’interpretazione di questi risultati deve sempre essere effettuata dal medico, che considera anche il quadro clinico generale e altri esami diagnostici specifici.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame si effettua mediante un prelievo di sangue venoso, che viene successivamente analizzato in laboratorio per determinarne la presenza e la concentrazione. Questo test viene solitamente richiesto quando si sospetta una reazione anomala al glutine, in presenza di sintomi gastrointestinali persistenti come dolori addominali, diarrea o gonfiore, oppure di sintomi extra-intestinali quali stanchezza cronica, anemia o perdita di peso. Viene inoltre utilizzato per la diagnosi di celiachia o sensibilità al glutine e per monitorare la risposta al trattamento nei pazienti già diagnosticati. Spesso l’esame viene affiancato ad altri test specifici, come quello per gli anticorpi anti-transglutaminasi, per garantire una diagnosi più accurata.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati dell’esame degli anticorpi anti-gliadina possono essere influenzati da diversi fattori, che devono essere considerati nell’interpretazione dei dati. Tra questi, la dieta priva di glutine seguita prima del test può abbassare i livelli di anticorpi, causando risultati falsamente negativi. Anche l’età del paziente può incidere, poiché nei bambini molto piccoli i valori possono essere meno affidabili. Inoltre, nelle fasi iniziali o in forme lievi della malattia, i livelli di anticorpi potrebbero non risultare elevati. Alcune condizioni che modificano il sistema immunitario, come malattie o terapie specifiche, possono alterare la produzione di anticorpi. Infine, eventuali errori tecnici durante il prelievo, la conservazione o l’analisi del campione possono influenzare i risultati dell’esame.

Novità ed evidenze scientifiche

Negli ultimi anni, la ricerca ha mostrato importanti progressi sia nell’ambito diagnostico che terapeutico. Dal punto di vista diagnostico, è stato sviluppato un nuovo test rapido in grado di rilevare simultaneamente gli anticorpi anti-transglutaminasi IgA e quelli anti-peptidi deamidati della gliadina (DGP) IgG. Questo test ha dimostrato un’elevata sensibilità e specificità, rappresentando così un utile strumento di screening preliminare prima di esami più approfonditi.

Per quanto riguarda le implicazioni neurologiche, uno studio ha evidenziato che circa il 10% della popolazione generale può presentare anticorpi anti-gliadina senza soffrire di celiachia. Non sono state riscontrate correlazioni significative tra la presenza di questi anticorpi e problemi neuropsicologici o alterazioni cerebrali, suggerendo che in assenza di celiachia tali anticorpi non sembrano avere effetti neurologici rilevanti.

Sul fronte terapeutico, diverse ricerche stanno esplorando nuove strategie per la celiachia, con farmaci e terapie innovative che mirano a migliorare la funzione intestinale o a modulare la risposta immunitaria al glutine. Tra queste, si segnalano farmaci che agiscono sulla barriera intestinale, anticorpi che prevengono danni mucosali, nanoparticelle per indurre tolleranza immunitaria e terapie immunomodulanti. Questi approcci potrebbero rappresentare valide alternative alla tradizionale dieta priva di glutine, aprendo nuove prospettive per i pazienti.


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