È sicuro cucinare con vino o birra in gravidanza? Scopri cosa dice la scienza sull’evaporazione dell’alcol nei cibi, i rischi per il feto e le alternative sicure in cucina

Gli enti sanitari internazionali, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), concordano nel sostenere che qualsiasi esposizione all’alcol durante la gravidanza può essere nociva. Anche quantità considerate moderate o occasionali – come un bicchiere di vino o una birra – possono attraversare la barriera placentare, esponendo il feto a potenziali danni. Le conseguenze possono includere malformazioni congenite, nascita prematura, interruzioni spontanee della gravidanza e disturbi dello spettro fetale alcolico (FASD). Allo stesso modo, l’American Academy of Pediatrics e la Food and Drug Administration (FDA) ribadiscono che nessuna dose di alcol può essere considerata sicura nei nove mesi di gestazione.

Vino o birra nella preparazione dei cibi?

Utilizzare vino o birra nella preparazione di pietanze durante la gravidanza può essere compatibile con la sicurezza, ma solo se si rispettano determinati accorgimenti: cottura lunga, pentole larghe e assenza di aggiunte a freddo. Poiché nessuna esposizione all’alcol è completamente priva di rischi per il feto, molte fonti affidabili suggeriscono un approccio prudente: meglio evitare quando possibile o optare per sostituti privi di alcol per garantire tranquillità e benessere durante tutta la gestazione

Cottura e alcol: quanto ne resta davvero?

L’etanolo, principale componente dell’alcol, inizia a evaporare a circa 78 gradi Celsius. In molte preparazioni culinarie, specialmente quelle che prevedono l’uso di birra o vino come ingrediente liquido, parte dell’alcol effettivamente si disperde durante la cottura.
Secondo le indicazioni del BabyCentre UK, quando una pietanza viene bollita o stufata per almeno 90–120 minuti, la frazione alcolica residua si riduce drasticamente, rimanendo presente in quantità trascurabili. Come confermato anche da analisi del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), la percentuale di alcol rimasta può variare ampiamente, oscillando tra il 5% e il 60% a seconda della tecnica impiegata, del tempo di esposizione al calore e della quantità di superficie esposta all’aria.

Fattori che influenzano il contenuto alcolico dopo la cottura

Il livello di alcol rimanente in un piatto cucinato dipende da variabili ben definite:

  1. Durata della cottura: più lungo è il tempo di esposizione al calore, maggiore è l’evaporazione dell’alcol. Un tempo consigliato per una riduzione efficace è almeno 90–150 minuti.
  2. Utensili e modalità di cottura: usare padelle ampie e non coprire le pentole facilita la fuoriuscita del vapore alcolico.
  3. Densità degli alimenti: preparazioni più compatte come impasti o prodotti da forno possono trattenere più alcol rispetto a salse o zuppe.
  4. Anche se la cottura prolungata abbassa significativamente il livello alcolico, nessuna preparazione lo elimina completamente.

La sicurezza nel cucinare con ingredienti alcolici durante la gestazione dipende principalmente dal metodo adottato:

  1. Preparazioni lunghe come brasati, stufati e ragù – se cotte per almeno un’ora e mezza a fuoco vivace in pentole aperte e larghe – tendono a contenere una percentuale minima di alcol, al punto da essere considerate a basso rischio.
  2. Cotture brevi o aggiunte tardive (es. vino sfumato alla fine o liquore nei dolci) mantengono una quota alcolica più elevata, e sono meno sicure per le donne in gravidanza.
  3. Distillati ad alta gradazione, come grappa, rum o whisky (con una gradazione alcolica del 40-50%), possono lasciare residui significativi anche dopo la cottura, motivo per cui se ne sconsiglia l’impiego.

Per ridurre il rischio derivante dall’alcol nella cucina durante la gravidanza, si consiglia:

  1. Prediligere ricette con lunghi tempi di cottura, meglio se superiori ai 90 minuti, in contenitori ampi e senza coperchi.
  2. Evitare l’aggiunta di vino, birra o liquori nelle fasi finali della preparazione, quando l’evaporazione è minima.
  3. Sostituire gli alcolici con ingredienti alternativi: brodi vegetali, succhi di frutta (come mela o melograno), aceti delicati, mosti d’uva o acque aromatizzate possono mantenere gusto e complessità aromatica senza alcun rischio.

L’alcol è in grado di attraversare la placenta e raggiungere il feto, che non dispone di meccanismi adeguati per eliminarlo. Questo comporta un’azione teratogena, potenzialmente responsabile di anomalie nello sviluppo e di danni a vari organi e sistemi del nascituro.

Nel primo trimestre, l’assunzione alcolica aumenta il rischio di aborto spontaneo e, se in quantità elevate, può essere causa della sindrome alcolica fetale.
Durante il secondo e terzo trimestre, pur senza determinare tale sindrome, l’alcol può provocare lesioni permanenti a carico del sistema nervoso, con possibile ritardo nello sviluppo psicomotorio. Alla nascita, possono manifestarsi sintomi di astinenza come irritabilità, vomito, tremori e convulsioni.

Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 7,6% dei neonati in Italia mostra segni riconducibili a un consumo materno eccessivo di alcol in gravidanza.

Domande frequenti
  • Il consumo occasionale e minimo di alcol è dannoso?
    Piccolissime quantità assunte in modo sporadico non sembrano avere effetti negativi, ma è comunque consigliata l’astensione totale, soprattutto nel primo trimestre.
  • L’assunzione di alcol causa sempre la sindrome alcolica fetale?
    Non tutti i feti esposti sviluppano la sindrome, ma il rischio dipende da fattori quali: quantità e durata dell’assunzione, uso concomitante di sostanze (fumo, droghe), predisposizione genetica e condizioni socioeconomiche materne.
  • È possibile cucinare con vino in gravidanza?
    Sì, solo se l’alcol viene completamente evaporato durante la cottura.
  • È sicuro consumare dolci imbevuti di liquore?
    No, è sconsigliato.
  • Si può usare liquore nella preparazione di dolci da forno?
    Dipende dalla dose. L’alcol tende a evaporare con il calore, e quantità ridotte impiegate in cottura non rappresentano generalmente un pericolo.

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