Cos'è il BNP, a cosa serve l'esame del sangue, come si esegue e quali sono i valori normali, alti o bassi
Il BNP, ovvero il peptide natriuretico di tipo B, è una proteina prodotta prevalentemente dai ventricoli del cuore in risposta a un aumento della pressione o del volume del sangue. La sua presenza nel circolo sanguigno cresce quando il cuore è sottoposto a uno sforzo eccessivo, come accade nei casi di scompenso cardiaco.
L’esame del sangue per misurare i livelli di BNP, o del suo frammento inattivo chiamato NT-proBNP, rappresenta uno strumento utile per diverse finalità cliniche. In primo luogo, consente di diagnosticare oppure escludere la presenza di scompenso cardiaco nei pazienti che manifestano sintomi come difficoltà respiratorie, gonfiore agli arti inferiori o stanchezza marcata. Inoltre, l’esame aiuta a stabilire la gravità della condizione: valori più elevati indicano generalmente un disturbo più severo o in peggioramento.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Il BNP è un indicatore biologico fondamentale per valutare lo stato di salute del cuore, poiché riflette in modo affidabile il grado di stress ventricolare e fornisce informazioni essenziali per la diagnosi, il monitoraggio e la gestione dello scompenso cardiaco e di altre patologie cardiovascolari.
Questo test viene anche impiegato per valutare l’efficacia delle terapie in corso, permettendo ai medici di comprendere se il trattamento sta dando i risultati sperati o se necessita di essere modificato. Infine, fornisce indicazioni utili per la prognosi del paziente, poiché concentrazioni elevate possono segnalare un rischio maggiore di complicazioni o ricoveri ospedalieri.
L’esame si basa sulla rilevazione di una sostanza prodotta naturalmente dall’organismo, che svolge un ruolo chiave nella regolazione del sistema cardiovascolare e nel mantenimento dell’equilibrio dei liquidi corporei. Questo ormone peptidico viene principalmente prodotto dai ventricoli del cuore in risposta a un aumento della pressione o del volume di sangue, situazioni che causano uno stress meccanico sulle pareti ventricolari.
Le sue funzioni principali includono la dilatazione dei vasi sanguigni, che aiuta a ridurre la pressione arteriosa, e la stimolazione dell’eliminazione di sodio e acqua attraverso i reni, contribuendo così a diminuire il volume ematico e la pressione di riempimento cardiaco. Inoltre, il BNP inibisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone, riducendo la produzione di ormoni che favoriscono la ritenzione idrica e la vasocostrizione. Infine, possiede un’azione antifibrotica e antiproliferativa, limitando i processi di rimodellamento e fibrosi cardiaca tipici dello scompenso cronico.
Dal punto di vista anatomico, il BNP è sintetizzato dalle cellule muscolari dei ventricoli, che rappresentano la parte del cuore responsabile della spinta del sangue nel circolo. La sua produzione aumenta in presenza di condizioni che sottopongono il cuore a uno stress eccessivo, come lo scompenso cardiaco congestizio, l’ipertensione arteriosa o il danno miocardico da infarto.
L’esame consente quindi di valutare indirettamente la funzionalità e lo stato strutturale del cuore, fornendo informazioni utili sul grado di stress ventricolare e sull’equilibrio idrico e vascolare dell’organismo. Clinicamente, il dosaggio di BNP o del suo frammento inattivo NT-proBNP è uno strumento prezioso per diagnosticare e monitorare le patologie cardiovascolari, per valutare la risposta ai trattamenti e per prevedere l’andamento della malattia, risultando uno dei marcatori biologici più affidabili in ambito cardiologico, come confermato da numerosi studi scientifici.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
I valori di riferimento possono fornire indicazioni utili, ma devono sempre essere letti nel contesto clinico specifico e con il supporto di un medico.
Valori considerati nella norma (inferiori a 100 pg/mL per il BNP e a 125 pg/mL per il NT-proBNP nei soggetti sotto i 75 anni) tendono a escludere la presenza di uno scompenso cardiaco, anche se non permettono di escludere con certezza altre patologie cardiovascolari.
Livelli più alti, in particolare se superiori a 100–400 pg/mL per il BNP o a 300–900 pg/mL per il NT-proBNP (a seconda dell’età), possono essere associati a condizioni come scompenso cardiaco, ipertensione, infarto, cardiomiopatie o disfunzione renale. Valori molto elevati, superiori a 1000 pg/mL, indicano spesso uno stato avanzato della malattia o un peggioramento clinico.
Valori molto bassi, al contrario, sono generalmente rassicuranti e suggeriscono l’assenza di scompenso cardiaco, pur non escludendo del tutto altre cause di sintomi come dispnea o affaticamento.
Valori | Tipo | Significato clinico | Sintomi associati | Possibili patologie | Note aggiuntive |
---|---|---|---|---|---|
< 100 pg/mL | BNP | Valore normale | Nessuno o sintomi non di origine cardiaca | Bassa probabilità di scompenso cardiaco | Non esclude del tutto altre patologie cardiache |
< 125 pg/mL (<75 anni) | NT-proBNP | Valore normale | Nessuno o sintomi non correlati al cuore | Assenza probabile di scompenso | Valori soglia aumentano con l’età |
< 450–900 pg/mL (>75 anni) | NT-proBNP | Valore compatibile con l’età | Nessuno o sintomi lievi | Soglia più alta accettabile negli anziani | L’età avanzata può aumentare i valori fisiologicamente |
100–400 pg/mL | BNP | Valore aumentato, da interpretare | Affanno, astenia, edema periferico | Possibile scompenso lieve/moderato, ipertensione, cardiomiopatia | Necessario il confronto con il quadro clinico |
> 300–900 pg/mL | NT-proBNP | Valore aumentato, indicativo di stress cardiaco | Dispnea, stanchezza, aumento di peso (ritenzione di liquidi) | Scompenso cardiaco, infarto, disfunzione ventricolare | Soglia variabile con età, sesso e funzione renale |
> 1000 pg/mL | BNP / NT-proBNP | Valore molto elevato, altamente indicativo di scompenso avanzato | Grave affaticamento, dispnea a riposo, edema diffuso | Scompenso cardiaco scompensato o in fase acuta | Indica spesso necessità di intervento urgente o revisione della terapia |
Valori molto bassi (<35 pg/mL) | BNP / NT-proBNP | Valore rassicurante, non compatibile con scompenso cardiaco significativo | Nessuno o sintomi non cardiaci | Esclude con buona probabilità lo scompenso | Possibili in soggetti obesi (valori più bassi fisiologicamente) |
I valori offrono indicazioni preziose sullo stato di salute cardiaca, ma devono essere sempre interpretati da un professionista sanitario tenendo conto del quadro clinico complessivo del paziente.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame del BNP (o del suo frammento) consiste in un semplice prelievo di sangue venoso, eseguito generalmente da una vena del braccio in ambiente ospedaliero o di laboratorio. Non è richiesta una preparazione specifica, come il digiuno, a meno che non vengano eseguiti altri esami contemporaneamente. Il campione di sangue viene poi analizzato per determinare la concentrazione della sostanza nel plasma. Si tratta di un esame rapido, poco invasivo e privo di rischi rilevanti.
Questo test viene richiesto soprattutto quando si sospetta un problema cardiaco, in particolare uno scompenso. Viene infatti utilizzato in presenza di sintomi come respiro affannoso (anche a riposo o sotto sforzo), gonfiore a gambe o addome, stanchezza anomala o aumento rapido di peso dovuto a ritenzione di liquidi. Può essere utile anche per distinguere se la causa della dispnea sia cardiaca o respiratoria, come nel caso di asma o BPCO.
Inoltre, l’esame trova impiego nel monitoraggio dello scompenso cardiaco già diagnosticato, per valutare l’efficacia delle terapie in corso e il rischio di peggioramento clinico o ricovero. Infine, viene usato come indicatore prognostico, poiché livelli elevati possono segnalare un rischio aumentato di eventi cardiovascolari gravi.
Nel complesso, si tratta di un test utile per diagnosticare e seguire l’evoluzione di patologie cardiache, ma la sua interpretazione deve sempre avvenire nel contesto della valutazione medica complessiva del paziente.
Fattori che influenzano l’esame
I valori nel sangue possono subire variazioni dovute a fattori che non dipendono direttamente dalla presenza di uno scompenso cardiaco. Per questo motivo, l’interpretazione del test deve sempre tener conto del quadro clinico generale della persona.
Con l’avanzare dell’età, ad esempio, è normale osservare un aumento dei livelli, anche in assenza di patologie. La funzionalità renale è un altro elemento importante: nei pazienti con insufficienza renale, può risultare elevato per via della ridotta eliminazione dell’ormone, causando possibili falsi positivi.
Anche l’obesità può influenzare i risultati, con livelli tendenzialmente più bassi rispetto alla norma. Differenze tra i sessi sono state rilevate, con valori leggermente più alti nelle donne a parità di condizioni cliniche. L’assunzione di determinati farmaci, specialmente quelli impiegati nel trattamento dello scompenso cardiaco, può abbassare la concentrazione del BNP nel sangue.
Infine, numerose condizioni mediche, come ipertensione, infarto, cardiomiopatie, embolia polmonare o malattie respiratorie croniche, possono alterare i livelli. Anche stati come anemia grave o infezioni sistemiche gravi (es. sepsi) possono interferire con i risultati.