Le catecolamine, tra adrenalina, noradrenalina e dopamina, sono ormoni fondamentali per funzioni vitali e la loro misurazione tramite esami di sangue e urine è essenziale per diagnosi e monitoraggio clinico
Le catecolamine costituiscono una categoria di sostanze che agiscono sia come ormoni che come neurotrasmettitori. La loro produzione avviene principalmente nella midollare del surrene, una parte delle ghiandole surrenali, e in alcuni neuroni del sistema nervoso simpatico. Le tre catecolamine principali presenti nell’organismo umano sono: adrenalina, noradrenalina e dopamina.
Dal punto di vista chimico, queste molecole derivano dall’amminoacido tirosina e sono identificate come amine biogene, caratterizzate da una struttura composta da un anello catecolico e una catena amminica. Hanno un ruolo essenziale nella regolazione di diversi processi fisiologici, in particolare durante situazioni di stress acuto, in cui aiutano l’organismo ad attivare risposte immediate e coordinate.
L’adrenalina viene secreta quasi esclusivamente dalla midollare del surrene e ha il compito di attivare il sistema nervoso simpatico. In condizioni di emergenza, aumenta la frequenza del battito cardiaco, dilata i bronchi, innalza la pressione arteriosa e stimola il rilascio di glucosio nel sangue, fornendo energia immediata ai tessuti.
La noradrenalina viene rilasciata sia dalle terminazioni nervose simpatiche che dalle ghiandole surrenali. La sua funzione principale è quella di regolare il tono vascolare, contribuendo al mantenimento della pressione arteriosa, oltre a partecipare ai meccanismi cerebrali legati alla vigilanza, attenzione e regolazione dell’umore.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Le catecolamine sono fondamentali per l’adattamento rapido dell’organismo agli stimoli esterni, soprattutto in situazioni che richiedono una risposta immediata ed efficace.
La dopamina, infine, è il precursore chimico delle altre due catecolamine. Opera soprattutto nel sistema nervoso centrale, dove interviene nella coordinazione dei movimenti, nella motivazione, nel piacere e in diverse funzioni cognitive. A livello periferico, partecipa alla regolazione della funzione renale e del flusso ematico.
Le catecolamine, oltre a svolgere un ruolo immediato nelle situazioni di emergenza, partecipano anche alla regolazione fine di molti processi dell’organismo in condizioni di normalità. Infatti, il loro rilascio non avviene solo in modo massiccio durante eventi stressanti, ma anche in modo più discreto e continuo, per garantire il corretto equilibrio di molte funzioni vitali.
Dal punto di vista della neurotrasmissione, la noradrenalina è implicata in circuiti cerebrali che regolano i ritmi del sonno e della veglia, contribuendo alla transizione tra stati di quiete e di attivazione. Inoltre, la dopamina è coinvolta in percorsi motivazionali che guidano il comportamento verso obiettivi, premi e apprendimento. Questo la rende cruciale non solo per l’umore, ma anche per la memoria e l’acquisizione di nuove abilità.
In ambito neuroendocrino, interagiscono con altri ormoni, influenzando ad esempio la secrezione del cortisolo e la regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Questo rapporto reciproco permette all’organismo di modulare la risposta allo stress su più livelli, sia immediati che prolungati.
Anche nella digestione, queste sostanze svolgono un ruolo. In momenti di attivazione simpatica, come durante un’emozione intensa o uno sforzo, il tratto gastrointestinale riduce la propria attività motoria e secretoria. Contribuiscono a rallentare la peristalsi e la produzione di succhi gastrici, indirizzando le risorse verso organi più strategici in quel momento, come cuore e muscoli.
A livello muscolare, intervengono nella modulazione del tono muscolare e nel recupero post-sforzo. Favoriscono una migliore ossigenazione del muscolo e preparano le cellule a un utilizzo più efficiente dei substrati energetici, migliorando la prontezza muscolare e riducendo l’affaticamento nelle prime fasi dell’attività fisica.
Un altro aspetto interessante riguarda il sistema immunitario: recenti ricerche suggeriscono che le catecolamine, in particolare la noradrenalina, possono influenzare la risposta infiammatoria. Alcune cellule del sistema immunitario possiedono recettori per queste molecole, il che lascia intuire un collegamento tra sistema nervoso autonomo e difese immunitarie, utile ad esempio nel modulare l’infiammazione in seguito a traumi o infezioni.
Infine, sul piano circolatorio più ampio, queste sostanze contribuiscono a mantenere un’adeguata distribuzione del sangue non solo in condizioni di emergenza, ma anche durante attività quotidiane come il passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta. Questo effetto è fondamentale per prevenire cali di pressione e garantire un apporto costante di ossigeno al cervello.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
L’analisi dei livelli di catecolamine, ovvero adrenalina, noradrenalina e dopamina, viene utilizzata in ambito medico per valutare la funzionalità del sistema neuroendocrino e per indagare eventuali anomalie che coinvolgano la risposta allo stress o la produzione ormonale da parte delle ghiandole surrenali. Tali esami possono essere effettuati sia sul sangue che sulle urine, e l’interpretazione dei risultati varia a seconda del metodo di raccolta e del quadro clinico del paziente.
Questi test vengono prescritti soprattutto quando si sospetta la presenza di tumori che secernono catecolamine in eccesso, come nel caso di feocromocitomi o paragangliomi, oppure per approfondire disturbi del sistema nervoso autonomo o condizioni caratterizzate da uno stress prolungato.
I valori di riferimento, sebbene possano variare leggermente da laboratorio a laboratorio, offrono delle soglie indicative. In linea generale, livelli normali di adrenalina e noradrenalina nel sangue restano entro i 100 e i 500 pg/mL rispettivamente, mentre la dopamina tende a mantenersi al di sotto dei 30 pg/mL. Nelle urine raccolte nelle 24 ore, i limiti considerati fisiologici sono compresi tra 1 e 20 µg per l’adrenalina, 15 e 80 µg per la noradrenalina, e tra 65 e 400 µg per la dopamina.
Valori più alti della norma possono indicare la presenza di un tumore neuroendocrino, soprattutto se accompagnati da sintomi come ipertensione improvvisa, tachicardia, sudorazione intensa e cefalea. Tuttavia, anche situazioni non patologiche come stress acuto, sforzo fisico intenso o l’uso di alcune sostanze (come cocaina, amfetamine o alcuni antidepressivi) possono determinare un innalzamento dei livelli.
In altri casi, i valori risultano aumentati in persone con ipertiroidismo, ipoglicemia grave o malattie cardiovascolari. L’ipertensione cronica, specie se non adeguatamente controllata, può essere associata a un aumento della noradrenalina.
Al contrario, livelli inferiori al normale, anche se meno comuni, possono rivelare una disfunzione del sistema nervoso autonomo, come nelle neuropatie diabetiche o in alcune patologie neurodegenerative. La dopamina, in particolare, tende a ridursi nel morbo di Parkinson, in seguito alla degenerazione dei neuroni dopaminergici. Anche alcuni farmaci, come i beta-bloccanti o gli ipotensivi, possono contribuire all’abbassamento dei livelli circolanti.
Valori di riferimento per l’esame del sangue:
Catecolamina | Valori normali nel sangue | Valori alti – Sintomi | Possibili patologie (valori alti) | Valori bassi – Sintomi | Possibili patologie (valori bassi) | Note aggiuntive |
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Adrenalina | < 100 pg/mL | Tachicardia, ansia, tremori, sudorazione, ipertensione improvvisa | Feocromocitoma, stress acuto, trauma, crisi ipoglicemica, uso di stimolanti (es. cocaina) | Raramente clinicamente rilevante da sola | Insufficienza surrenalica, farmaci beta-bloccanti | Rilasciata dalla midollare del surrene. Aumenta in situazioni di “lotta o fuga” |
Noradrenalina | 80–500 pg/mL | Ipertensione persistente o parossistica, pallore, sudorazione, cefalea | Feocromocitoma, paraganglioma, stress cronico, ipertiroidismo, farmaci simpaticomimetici | Astenia, ipotensione ortostatica, rallentamento dei riflessi autonomici | Neuropatia autonomica, atrofia multisistemica, uso di farmaci sedativi | Anche neurotrasmettitore centrale. Valori più stabili rispetto all’adrenalina |
Dopamina | 0–30 pg/mL | Più rara da dosare; può provocare nausea, ipertensione o palpitazioni in eccesso | Tumori rari dopaminergici, uso di L-Dopa, patologie ipotalamiche | Rigidità muscolare, depressione, riduzione motivazionale | Morbo di Parkinson, disturbi neurodegenerativi, insufficienza renale | Importante nel SNC. Prevalente a livello cerebrale; utile anche in ambito nefrologico |
Valori di riferimento per l’esame delle urine:
Catecolamina | Valori normali nelle urine (µg/24h) | Valori alti – Sintomi | Possibili patologie (valori alti) | Valori bassi – Sintomi | Possibili patologie (valori bassi) | Note aggiuntive |
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Adrenalina | 1 – 20 | Palpitazioni, sudorazione, cefalea, ipertensione | Feocromocitoma, paraganglioma, stress, uso di farmaci stimolanti | Raramente significativi | Insufficienza surrenalica | Più stabile in urina rispetto al sangue |
Noradrenalina | 15 – 80 | Ipertensione, ansia, sudorazione, tremori | Feocromocitoma, ipertiroidismo, stress cronico, farmaci simpaticomimetici | Astenia, ipotensione ortostatica | Disfunzioni autonomiche, neuropatie | Valore più affidabile rispetto alla misurazione plasmatiche |
Dopamina | 65 – 400 | Poco comune; possibile nausea, alterazioni cardiovascolari | Tumori dopaminergici rari, uso di levodopa, disfunzioni renali | Debolezza muscolare, disturbi motori | Morbo di Parkinson, insufficienza renale | Importante anche per funzioni renali e metaboliche periferiche |
L’analisi nelle urine, solitamente effettuata tramite raccolta delle urine delle 24 ore, rappresenta un esame fondamentale per valutare la secrezione complessiva di adrenalina, noradrenalina e dopamina nell’organismo. Questo metodo consente di misurare la quantità totale eliminata, offrendo un quadro più stabile rispetto all’esame plasmatico, che può risentire maggiormente delle variazioni momentanee dovute a stress o attività fisica.
I valori di riferimento per le catecolamine urinarie indicano intervalli di normalità entro cui la quantità di queste sostanze eliminate nell’arco di una giornata è considerata fisiologica. Per l’adrenalina, il range tipico varia da 1 a 20 microgrammi per 24 ore, mentre per la noradrenalina si situa generalmente tra 15 e 80 microgrammi nelle 24 ore. La dopamina, presente in concentrazioni più elevate, mostra valori normali compresi tra 65 e 400 microgrammi per 24 ore.
Un aumento dei livelli urinari di catecolamine può suggerire la presenza di condizioni patologiche come tumori neuroendocrini (feocromocitomi o paragangliomi) che causano una secrezione eccessiva di questi ormoni. Inoltre, valori elevati possono riscontrarsi in seguito a stress fisico o psicologico intenso, ipertensione grave, o l’assunzione di alcune sostanze e farmaci che stimolano il sistema nervoso simpatico.
Valori inferiori alla norma sono meno comuni nelle analisi urinarie, ma potrebbero indicare disfunzioni del sistema nervoso autonomo, insufficienza surrenalica o effetti di farmaci che riducono la produzione o il rilascio delle catecolamine.
È importante sottolineare che l’accuratezza del test dipende molto dalla corretta raccolta delle urine nell’arco delle 24 ore, dalla completa raccolta del campione e dall’assenza di interferenze esterne come attività fisica intensa, stress o assunzione di sostanze come caffeina e nicotina. Inoltre, alcuni farmaci possono alterare i risultati e devono essere segnalati al medico prima dell’esame.
In sintesi, l’esame urinario rappresenta uno strumento diagnostico utile e affidabile, soprattutto se associato ad altri test clinici, per identificare alterazioni nella produzione di questi importanti mediatori chimici e per indirizzare la diagnosi verso specifiche patologie neuroendocrine o condizioni di disfunzione autonomica.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
Gli esami delle catecolamine nel sangue e nelle urine sono procedure diagnostiche che richiedono preparazione e attenzione per garantire risultati affidabili. L’esame del sangue si effettua tramite un prelievo venoso, generalmente in laboratorio o struttura sanitaria specializzata. Prima del prelievo è importante evitare attività fisica intensa, ridurre lo stress e astenersi dal consumo di sostanze come caffeina, nicotina e alcol per almeno 12 ore. È inoltre necessario segnalare al medico l’assunzione di farmaci che potrebbero influenzare i livelli di catecolamine, come antidepressivi o beta-bloccanti, che in alcuni casi potrebbero richiedere sospensione sotto controllo medico. Il prelievo viene solitamente effettuato a riposo per minimizzare alterazioni dovute a fattori esterni.
L’esame delle catecolamine nelle urine prevede invece la raccolta di tutte le urine prodotte nell’arco di 24 ore. Per una raccolta corretta, si deve escludere la prima minzione del mattino iniziale e raccogliere tutte le successive, conservando il campione in frigorifero. Analogamente all’esame del sangue, durante la raccolta è consigliato evitare stress, attività fisica intensa e l’assunzione di sostanze come caffeina, nicotina e alcol, oltre a informare il medico sui farmaci assunti.
Questi esami vengono richiesti principalmente per diagnosticare o escludere tumori neuroendocrini, come feocromocitomi e paragangliomi, per valutare disfunzioni del sistema nervoso autonomo, monitorare ipertensioni resistenti alle terapie e analizzare risposte anomale a stress o ipoglicemia. Possono essere utili anche per seguire patologie metaboliche o neurologiche che influenzano la produzione di catecolamine.
La corretta esecuzione e interpretazione di questi test necessita di un’adeguata preparazione del paziente e di una valutazione clinica completa. Gli esami delle catecolamine rappresentano strumenti fondamentali per la diagnosi e il monitoraggio di diverse condizioni patologiche, soprattutto di natura neuroendocrina e cardiovascolare.
Fattori che influenzano l’esame
I risultati degli esami (sia nel sangue che nelle urine) possono essere influenzati da vari fattori, rendendo necessaria una preparazione attenta per garantire l’affidabilità dei dati. Tra gli elementi principali che possono alterare i livelli di queste sostanze si trovano l’attività fisica intensa svolta nelle ore precedenti, lo stress emotivo o psicologico che stimola il sistema nervoso simpatico, e l’assunzione di sostanze stimolanti come caffeina, nicotina e alcol.
Anche l’uso di alcuni farmaci, quali antidepressivi (specialmente inibitori delle monoamino ossidasi), beta-bloccanti, stimolanti o decongestionanti, può interferire con la produzione o il rilascio delle catecolamine, modificandone i valori. Inoltre, condizioni cliniche acute o croniche come infezioni, dolore intenso, ipoglicemia o ipertiroidismo possono influenzare i risultati. La posizione del corpo durante il prelievo, che può variare tra posizione eretta, seduta o supina, rappresenta un altro fattore in grado di incidere sui livelli plasmatici, per cui si consiglia di mantenere una postura stabile e rilassata.
Per minimizzare errori o falsi positivi, è importante che il paziente segua attentamente le indicazioni mediche, evitando sforzi fisici, riducendo lo stress e, se possibile e sotto controllo medico, sospendendo i farmaci che potrebbero interferire. Nel caso dell’esame urinario, la corretta raccolta delle urine nell’arco delle 24 ore e la loro conservazione appropriata sono elementi fondamentali per ottenere risultati precisi.