L’eritropoietina è l’ormone che regola la produzione dei globuli rossi. Come si misura, cosa significano i valori normali, alti o bassi e quali fattori possono influenzare l’esame del sangue

L’eritropoietina (EPO) è un ormone glicoproteico prodotto prevalentemente dai reni negli adulti, mentre durante la vita fetale la sua produzione avviene principalmente nel fegato. La sua funzione fondamentale consiste nel regolare la produzione dei globuli rossi nel midollo osseo, un processo noto come eritropoiesi.

Questo ormone stimola la crescita e la differenziazione delle cellule progenitrici eritroidi, incrementando così la formazione di nuovi globuli rossi. La sintesi di eritropoietina viene attivata in risposta a una riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, un fenomeno chiamato ipossia, e agisce come un meccanismo compensativo per migliorare il trasporto di ossigeno ai tessuti.

Dal punto di vista funzionale, l’eritropoietina aumenta la quantità di globuli rossi circolanti, contribuendo a migliorare la capacità del sangue di trasportare ossigeno. In ambito clinico, viene impiegata come trattamento per diverse forme di anemia, in particolare in pazienti con insufficienza renale cronica, in coloro che seguono terapie chemioterapiche o che hanno subito perdite di sangue importanti.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. L’eritropoietina rappresenta un elemento chiave nel mantenimento dell’omeostasi dell’ossigeno nell’organismo, regolando in modo preciso la produzione dei globuli rossi e contribuendo anche a proteggere diversi tessuti attraverso meccanismi multifunzionali

Il meccanismo d’azione si basa sulla capacità dei reni di rilevare la carenza di ossigeno: in presenza di ipossia, i reni aumentano la produzione dell’ormone, che circola nel sangue e si lega ai recettori sulle cellule progenitrici nel midollo osseo, stimolandone la maturazione e il rilascio nel circolo sanguigno. In questo modo, contribuisce al mantenimento dell’equilibrio dell’ossigeno nei tessuti.

L’eritropoietina svolge un ruolo essenziale nell’organismo, principalmente attraverso la regolazione della produzione dei globuli rossi e la risposta adattativa a condizioni di carenza di ossigeno. Dal punto di vista fisiologico, stimola la maturazione e la proliferazione delle cellule progenitrici eritroidi nel midollo osseo, favorendo così la formazione di eritrociti che trasportano ossigeno dai polmoni ai tessuti periferici.

In presenza di ipossia, ovvero una riduzione dell’ossigeno nel sangue, i reni incrementano la produzione di eritropoietina, attivando un meccanismo di feedback che permette di mantenere l’equilibrio dei livelli di ossigeno nell’organismo. Influisce inoltre sul metabolismo del ferro, elemento fondamentale per la sintesi dell’emoglobina, aumentando l’assorbimento intestinale di ferro e la sua disponibilità per la produzione dei globuli rossi.

Oltre al suo ruolo nella regolazione dell’eritropoiesi, l’EPO ha anche funzioni protettive su vari tessuti come il sistema nervoso centrale, il cuore e i reni, grazie alle sue proprietà antiapoptotiche, antinfiammatorie e rigenerative.

Dal punto di vista anatomico, l’eritropoietina è prodotta principalmente dalle cellule interstiziali peritubulari della corteccia renale negli adulti, mentre nel feto la sua sintesi avviene soprattutto nel fegato. Il principale sito d’azione dell’ormone è il midollo osseo rosso, dove si lega ai recettori delle cellule progenitrici eritroidi, stimolandone la maturazione in globuli rossi.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

L’interpretazione dei valori di eritropoietina nel sangue varia in base al contesto clinico e può fornire informazioni utili per diagnosticare diverse condizioni mediche. I livelli di EPO si misurano tramite esame del sangue e vengono confrontati con valori di riferimento, generalmente compresi tra 4 e 30 mU/mL, che possono variare leggermente a seconda del laboratorio.

Un valore di eritropoietina rientrante nell’intervallo normale indica una produzione adeguata dell’ormone e l’assenza di condizioni evidenti come anemia o ipossia. Valori elevati di EPO possono riflettere situazioni in cui l’organismo cerca di compensare una carenza di ossigeno, ad esempio in anemie da perdita cronica o da ridotta produzione di globuli rossi, in malattie polmonari croniche come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, in condizioni di ipossia renale o in presenza di tumori che producono eritropoietina in modo anomalo. È importante notare che, nella policitemia vera, pur essendoci un aumento dei globuli rossi, i livelli di EPO risultano solitamente bassi.

Valori bassi di eritropoietina possono indicare una produzione insufficiente dell’ormone, come avviene nell’insufficienza renale cronica, nelle anemie aplastiche o mielodisplastiche, e in alcune anemie associate a malattie croniche che inibiscono la sintesi di EPO.

Valori di Eritropoietina (mU/mL)Significato/InterpretazioneSintomi associatiPatologie correlateNote aggiuntive
Valori normali (circa 4–30)Produzione di EPO adeguataAssenza di sintomi specificiNormale equilibrio eritropoieticoValori possono variare leggermente tra laboratori
Valori elevati (>30 mU/mL)Aumento compensatorio per ipossia o produzione anomalaAffaticamento, pallore (se anemia), difficoltà respiratorie (se polmonare)Anemie da perdita cronica o da malattie croniche

Malattie polmonari croniche (es. BPCO)

Ipossia renale

Tumori produttori di EPO (renali, epatici)

Emoglobine anomale

La policitemia vera presenta livelli di EPO solitamente bassi
Valori bassi (<4 mU/mL)Produzione insufficiente di EPOAffaticamento, pallore, debolezzaInsufficienza renale cronica

Anemie aplastiche o mielodisplastiche

Anemie da malattie croniche

Valori bassi indicano spesso danno renale o alterata risposta midollare

L’interpretazione dei risultati deve sempre essere integrata con altri esami di laboratorio (emocromo, ferro, ferritina, funzionalità renale) e con la valutazione clinica complessiva, poiché le alterazioni dei livelli di eritropoietina possono derivare da cause diverse e richiedono una diagnosi differenziale accurata.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame per la determinazione dei livelli di eritropoietina nel sangue si effettua tramite un prelievo venoso, di solito a digiuno o secondo le indicazioni mediche. Il campione viene analizzato in laboratorio mediante tecniche immunoenzimatiche, come l’ELISA, che consentono di quantificare la concentrazione dell’ormone nel siero.

Questo test viene richiesto soprattutto per indagare le cause di anemia, al fine di verificare se la condizione sia legata a una carenza o a una ridotta produzione di eritropoietina, ad esempio in caso di insufficienza renale. Viene inoltre utilizzato per monitorare pazienti con insufficienza renale cronica, valutando la capacità renale di produrre EPO e indirizzando eventuali terapie. L’esame è utile anche nella diagnosi differenziale della policitemia, per distinguere tra policitemia vera, caratterizzata da livelli bassi di EPO, e altre forme in cui l’aumento dei globuli rossi dipende da ipossia o produzione anomala dell’ormone. Può essere impiegato nel controllo di pazienti affetti da tumori capaci di produrre eritropoietina in modo anomalo e per valutare la risposta ai trattamenti con eritropoietina ricombinante, permettendo di regolare le dosi.

Pur essendo un esame semplice e sicuro, l’interpretazione dei risultati deve sempre tenere conto del quadro clinico complessivo del paziente per fornire indicazioni diagnostiche e terapeutiche appropriate.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati possono essere influenzati da diversi fattori, che ne modificano i valori e richiedono un’attenta interpretazione clinica. Tra gli elementi principali vi sono lo stato di ossigenazione dell’organismo, poiché l’ipossia stimola un aumento della produzione dell’ormone, mentre livelli normali o elevati di ossigeno mantengono la sintesi a valori basali. La funzionalità renale è un altro fattore rilevante: danni o insufficienza renale riducono la capacità di produrre EPO, determinando valori più bassi.

Anche le diverse forme di anemia influenzano i livelli di eritropoietina, con aumenti nelle anemie da carenza di globuli rossi e riduzioni quando la produzione renale è compromessa. L’assunzione di alcuni farmaci, come l’eritropoietina ricombinante o corticosteroidi, può alterare i livelli di EPO. L’età e le condizioni fisiologiche rivestono un ruolo importante: nei neonati e nel periodo fetale la produzione avviene principalmente nel fegato, mentre nell’adulto prevale quella renale, influenzando così i valori di riferimento.

La presenza di tumori in grado di produrre eritropoietina in modo anomalo può determinare un aumento dei livelli ematici indipendentemente dallo stato di ossigenazione. Infine, malattie croniche, infiammazioni e patologie sistemiche possono modificare la produzione e l’efficacia dell’EPO.


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