Cos’è il ferro, le sue funzioni nell’organismo, come si esegue l’esame del ferro nel sangue e come interpretare i valori alti, bassi e normali

Il ferro è un minerale di cui l’organismo ha bisogno anche se in piccole quantità, ma che svolge funzioni fondamentali per il corretto funzionamento del corpo. La sua presenza è indispensabile soprattutto per il trasporto dell’ossigeno nel sangue, grazie al suo ruolo all’interno dell’emoglobina, la proteina dei globuli rossi.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Il ferro è coinvolto in processi vitali come il trasporto dell’ossigeno, la produzione energetica, la difesa immunitaria, la crescita cellulare, il funzionamento del sistema nervoso e la produzione del sangue

Inoltre, partecipa alla produzione di energia a livello cellulare, contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e interviene nella sintesi del DNA e nei processi di crescita. Una carenza può compromettere la formazione dei globuli rossi e causare sintomi come affaticamento e debolezza, tipici dell’anemia.

Il ferro è un nutriente essenziale per l’organismo umano, da assumere necessariamente attraverso l’alimentazione, poiché il corpo non è in grado di sintetizzarlo autonomamente. Le sue funzioni sono molteplici e coinvolgono sia processi fisiologici fondamentali sia strutture anatomiche.

Dal punto di vista fisiologico è indispensabile per il trasporto dell’ossigeno, poiché fa parte dell’emoglobina, la proteina che permette ai globuli rossi di distribuire l’ossigeno ai tessuti. Si trova anche nella mioglobina, che lo conserva nei muscoli per l’uso durante lo sforzo fisico. È coinvolto nella produzione di energia all’interno dei mitocondri, dove contribuisce alla formazione dell’ATP, principale fonte energetica delle cellule. Inoltre, svolge un ruolo centrale nel funzionamento del sistema immunitario, sostenendo l’attività di cellule deputate alla difesa, come i linfociti. Partecipa anche alla sintesi del DNA e alla proliferazione cellulare, risultando particolarmente importante nelle fasi di crescita, come infanzia, adolescenza e gravidanza.

Dal punto di vista anatomico ha un impatto rilevante sul sistema nervoso, dove contribuisce alla formazione della mielina, la guaina protettiva dei neuroni, e alla produzione di neurotrasmettitori, come dopamina e serotonina. Nella muscolatura, permette un corretto apporto di ossigeno grazie alla mioglobina, influenzando forza e resistenza. Infine, è essenziale nel midollo osseo per la produzione dei globuli rossi: un apporto insufficiente compromette la formazione del sangue e può causare anemia.

Come interpretare i valori della sideremia: alti, bassi e normali

L’esame serve a valutare la quantità di ferro disponibile nell’organismo e il suo corretto utilizzo. Per una valutazione completa, oltre al ferro sierico, vengono analizzati anche altri parametri come la ferritina, la transferrina e la capacità legante del ferro (TIBC e UIBC). I valori normali possono variare in base a età, sesso, laboratorio e condizioni particolari come la gravidanza.

Valori inferiori alla norma indicano spesso una carenza di ferro, che può dipendere da una dieta insufficiente, perdite di sangue o difficoltà di assorbimento. In questi casi si osservano ferro e ferritina bassi, transferrina alta, saturazione della transferrina bassa e TIBC elevato. Una carenza prolungata può portare all’anemia sideropenica, con sintomi quali stanchezza e pallore.

Valori elevati nel sangue possono essere associati a condizioni come l’emocromatosi, una malattia genetica caratterizzata da accumulo eccessivo di ferro nei tessuti, oppure da un’assunzione eccessiva di integratori o da malattie epatiche e trasfusioni frequenti. In questi casi si riscontrano ferro e ferritina alti, saturazione della transferrina superiore al 50% e TIBC normale o basso.

ParametroValori di riferimentoSintomi di valori bassiSintomi di valori altiPatologie associate a valori bassiPatologie associate a valori altiNote aggiuntive
Ferro siericoUomini: 60–170 µg/dLDonne: 50–150 µg/dLStanchezza, pallore, debolezza, vertiginiDolori addominali, affaticamento, danni agli organiCarenza di ferro, anemia sideropenica, emorragieEmocromatosi, sovraccarico di ferro, epatopatieVaria durante la giornata e dopo i pasti
FerritinaUomini: 20–500 ng/mLDonne: 20–200 ng/mLAffaticamento, anemia, difficoltà di concentrazioneDolori articolari, problemi epatici, affaticamentoCarenza di ferro, anemia sideropenicaEmocromatosi, infiammazioni croniche, epatopatieIndica le riserve di ferro; può aumentare in infiammazioni
Transferrina200–360 mg/dLAumento della transferrina può causare stanchezzaRaramente sintomi specificiCarenza di ferro (trasferrina aumentata)Sovraccarico di ferro (trasferrina normale o bassa)Proteina che trasporta il ferro nel sangue
Saturazione transferrina20–50%Stanchezza, pallore, anemiaAffaticamento, dolori articolariCarenza di ferro (bassa saturazione)Emocromatosi (alta saturazione >50%)Rapporto tra ferro sierico e transferrina
TIBC (capacità totale legante del ferro)240–450 µg/dLAumento può causare stanchezzaRaramente sintomi direttiCarenza di ferro (TIBC aumentato)Sovraccarico di ferro (TIBC basso o normale)Indica la capacità del sangue di legare il ferro

I valori nella norma indicano un buon equilibrio tra assunzione, assorbimento e utilizzo del ferro, con riserve adeguate e una produzione regolare di globuli rossi. L’interpretazione degli esami deve tenere conto di tutti i parametri e del quadro clinico complessivo, ed è sempre consigliato rivolgersi a un medico per una valutazione corretta, evitando autodiagnosi.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame si effettua mediante un prelievo venoso, generalmente eseguito da personale sanitario in un laboratorio di analisi. Per garantire risultati più precisi, è consigliabile effettuare il prelievo a digiuno, ovvero dopo un periodo di 8-12 ore senza assunzione di cibo o bevande diverse dall’acqua.

Questo test viene richiesto principalmente in presenza di sospetti di carenza di ferro o anemia, soprattutto se si manifestano sintomi come stanchezza, pallore, debolezza o difficoltà di concentrazione. È inoltre utilizzato per monitorare pazienti con perdite di sangue croniche, come mestruazioni abbondanti o sanguinamenti gastrointestinali, e per valutare le riserve di ferro in persone con diete specifiche, ad esempio vegetariani o vegani.

L’esame è impiegato anche nel controllo di malattie croniche che possono alterare il metabolismo del ferro, come epatopatie o infiammazioni, nonché nel follow-up di terapie a base di integratori di ferro per verificarne l’efficacia. Infine, viene richiesto nel sospetto di condizioni di sovraccarico di ferro, come l’emocromatosi ereditaria, per valutare l’accumulo eccessivo di questo minerale nell’organismo.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati possono essere influenzati da diversi fattori, che richiedono un’attenta valutazione medica. Tra questi, il digiuno e l’orario del prelievo giocano un ruolo importante, poiché i livelli di ferro sierico variano durante la giornata e in relazione ai pasti; per questo motivo, il prelievo è solitamente consigliato a digiuno e preferibilmente al mattino.

L’assunzione recente di integratori di ferro o di alcuni farmaci può modificare i valori del ferro nel sangue. Inoltre, condizioni infiammatorie o infezioni possono aumentare la ferritina, nascondendo una possibile carenza di ferro. Durante la gravidanza, i livelli di ferro e ferritina possono variare per adattamenti fisiologici dell’organismo. Perdite di sangue acute o croniche influenzano rapidamente i valori di ferro, così come alcune malattie croniche, come quelle epatiche o renali, che alterano il metabolismo del ferro.

Infine, età e sesso determinano variazioni fisiologiche nei valori di riferimento. Per questi motivi, l’interpretazione dei risultati deve considerare il quadro clinico individuale e, se necessario, essere integrata con ulteriori esami diagnostici.


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