Cos’è l'HDW (RDW-SD), valori di riferimento, significato clinico e quando eseguire l’esame del sangue
L’HDW, noto anche come RDW-SD, è un parametro ematologico impiegato nell’analisi del sangue per misurare la variabilità delle dimensioni dei globuli rossi. Questo indicatore riflette la dispersione delle dimensioni o, in alcune interpretazioni, la variazione della concentrazione di emoglobina all’interno degli eritrociti, a seconda della strumentazione utilizzata.
Trova applicazione principalmente nella diagnosi e nel monitoraggio di diverse patologie ematologiche, in particolare delle anemie. Un valore elevato di questo parametro indica una maggiore eterogeneità nella dimensione dei globuli rossi, condizione nota come anisocitosi, che può essere associata a forme di anemia dovute a carenza di ferro, a carenze vitaminiche come quelle di vitamina B12 o folati, a infiammazioni croniche o malattie di lunga durata, nonché a disturbi mieloproliferativi o emoglobinopatie.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. I globuli rossi svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il corretto apporto di ossigeno ai tessuti e nel mantenimento dell’omeostasi dell’organismo, rendendoli indispensabili per il normale funzionamento fisiologico
Per una corretta valutazione clinica, l’HDW viene spesso considerato insieme ad altri indici ematologici, come il volume corpuscolare medio (MCV), al fine di distinguere le cause delle anemie e di monitorarne l’andamento durante il trattamento.
I globuli rossi, o eritrociti, sono cellule del sangue specializzate nel trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti e, in misura minore, nell’eliminare l’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni. La loro particolare forma a disco biconcavo e l’assenza di nucleo permettono di avere una superficie ampia per lo scambio gassoso e una notevole flessibilità necessaria per attraversare i capillari più piccoli.
La loro funzione principale è legata all’emoglobina, una proteina contenente ferro che lega l’ossigeno in modo reversibile, consentendo un efficiente trasporto dell’ossigeno necessario al metabolismo cellulare e alla produzione di energia.
Dal punto di vista anatomico, i globuli rossi sono prodotti nel midollo osseo rosso tramite il processo di eritropoiesi e hanno una vita media di circa 120 giorni, al termine della quale vengono eliminati da milza e fegato.
Oltre al trasporto dei gas, i globuli rossi contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio acido-base nel sangue e partecipano indirettamente alla regolazione del flusso sanguigno attraverso il rilascio di molecole come il monossido di azoto, che favorisce la vasodilatazione.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
L’interpretazione dei valori di HDW (o RDW-SD) nell’esame del sangue permette di identificare eventuali anomalie nella dimensione dei globuli rossi, fornendo indicazioni utili per la diagnosi di varie condizioni ematologiche.
I valori normali riflettono una distribuzione omogenea delle dimensioni degli eritrociti, indicando una popolazione di globuli rossi regolare e fisiologica; tali valori possono variare leggermente in base al laboratorio e agli strumenti impiegati.
Valori elevati segnalano una maggiore variabilità nelle dimensioni degli eritrociti, condizione nota come anisocitosi, che può essere associata a diverse forme di anemia, quali quelle da carenza di ferro o da carenza di vitamina B12 e folati, oltre che a malattie infiammatorie croniche, disturbi mieloproliferativi o emoglobinopatie. Un valore alto di RDW-SD risulta utile per distinguere tra diversi tipi di anemia e per monitorare l’efficacia delle terapie.
Al contrario, valori inferiori al normale sono rari e generalmente di scarso rilievo clinico, indicativi di una popolazione eritrocitaria molto uniforme, senza particolari implicazioni patologiche.
Parametro | Valori di riferimento | Sintomi associati | Patologie correlate | Note aggiuntive |
---|---|---|---|---|
HDW / RDW-SD | Circa 39–46 fL* (varia in base al laboratorio) | Anemia (stanchezza, pallore, debolezza), difficoltà respiratorie, palpitazioni | Anemie da carenza di ferro, anemie megaloblastiche, malattie infiammatorie croniche, disturbi mieloproliferativi, emoglobinopatie | Valori leggermente variabili in base al metodo e strumentazione; sempre interpretare con altri parametri come MCV e emoglobina |
Valori alti | >46 fL* | Sintomi anemia più evidenti, spesso progressivi | Anisocitosi da diverse cause: carenza di ferro, carenza di vitamina B12/folati, infiammazioni croniche, emoglobinopatie, disturbi mieloproliferativi | Indicano eterogeneità dimensionale degli eritrociti; utile per differenziare tipi di anemia e monitorare terapia |
Valori bassi | <39 fL* | Raramente sintomatici | Generalmente non rilevanti clinicamente | Popolazione eritrocitaria molto omogenea; valori bassi non comuni e di scarso significato patologico |
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame viene eseguito come parte dell’emocromo completo, un’analisi del sangue di routine che valuta diversi parametri ematici, inclusi globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Il prelievo di sangue avviene solitamente da una vena del braccio tramite una semplice puntura, e il campione viene raccolto in provette con anticoagulante per preservare le cellule. L’analisi è effettuata con strumenti automatici chiamati analizzatori ematologici e non richiede particolari preparazioni da parte del paziente, risultando poco invasiva.
Viene richiesto principalmente in presenza di sospette anemie o per monitorare pazienti con condizioni ematologiche già diagnosticate. Può essere incluso anche in controlli di routine o in caso di sintomi come affaticamento, pallore o difficoltà respiratorie. Questo parametro aiuta a distinguere i diversi tipi di anemia, grazie alla valutazione della variabilità dimensionale dei globuli rossi, ed è utile anche per seguire l’efficacia delle terapie, come le supplementazioni di ferro o vitamine.
Fattori che influenzano l’esame
I risultati possono essere influenzati da diversi fattori che ne modificano l’interpretazione clinica. Tra questi vi sono condizioni patologiche come infiammazioni, infezioni, malattie croniche e disordini ematologici, che possono alterare la variabilità dimensionale dei globuli rossi. Anche l’assunzione di farmaci, tra cui chemioterapici, antinfiammatori o integratori come ferro, vitamina B12 e folati, può incidere sui valori modificando la produzione o la maturazione degli eritrociti.
Inoltre, errori preanalitici legati al prelievo, alla conservazione o al trasporto del campione possono compromettere la qualità del sangue e i risultati dell’analisi. Lo stato nutrizionale, in particolare carenze di ferro, vitamina B12 o folati, influisce direttamente sulla morfologia e dimensione dei globuli rossi. Fattori fisiologici come età, sesso e gravidanza possono anch’essi determinare lievi variazioni nei valori. Infine, differenze nella strumentazione e nelle metodiche di laboratorio possono causare discrepanze nei valori di riferimento e nei risultati.