Quali sono i fattori che ne influenzano i valori del paratormone e come interpretare correttamente gli esami per ossa, reni e metabolismo del calcio
Il Paratormone (PTH) è un ormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi, situate vicino alla tiroide. La sua funzione principale consiste nel regolare i livelli di calcio e fosfato nel sangue, garantendo un equilibrio fondamentale per le funzioni cellulari e la salute delle ossa.
Per quanto riguarda il calcio, il PTH agisce in diversi modi: favorisce il rilascio di calcio dalle ossa, stimola indirettamente l’assorbimento intestinale del minerale attraverso la produzione di vitamina D attiva nei reni e ne riduce l’escrezione a livello renale, contribuendo così a mantenerne adeguati livelli nel sangue.
Riguardo al fosfato, il PTH ne abbassa la concentrazione ematica aumentando la sua eliminazione tramite i reni. Questo meccanismo è importante per il corretto sviluppo e mantenimento di ossa e denti.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Il Paratormone svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio minerale e nella salute scheletrica, garantendo il corretto funzionamento di ossa, reni, intestino e sistemi nervoso e muscolare
Infine, svolge un ruolo centrale nella funzione ossea, modulando il riassorbimento e la deposizione di minerali, e contribuendo a preservare la densità ossea e a prevenire condizioni come l’osteoporosi.
Anatomicamente, il PTH esercita la sua azione sulle ossa, stimolando gli osteoclasti per favorire il riassorbimento osseo e il rilascio di calcio nel sangue, sui reni, dove aumenta il riassorbimento del calcio nei tubuli contorti prossimali e stimola la sintesi renale di calcitriolo, e sull’intestino, agendo indirettamente tramite la vitamina D attiva per migliorare l’assorbimento di calcio e fosfato. In questo modo, il PTH contribuisce a mantenere adeguati livelli di calcio ematico, assicurando il corretto funzionamento del sistema nervoso, dei muscoli scheletrici e cardiaci e dei meccanismi di coagulazione sanguigna
Come interpretare i valori dell’esame: paratormone alto, basso e valori normali
I valori dell’esame nel sangue sono utilizzati per valutare la funzionalità delle ghiandole paratiroidi e l’equilibrio del calcio nell’organismo. Un PTH compreso tra circa 10 e 65 pg/mL indica generalmente un equilibrio adeguato tra calcio, fosfato e ormone, suggerendo un corretto funzionamento delle paratiroidi.
Valori elevati di paratormone possono essere causati da iperparatiroidismo primario, secondario o terziario. In questi casi si possono osservare ipercalcemia, fragilità ossea, calcoli renali e disturbi neurologici o gastrointestinali.
Valori bassi, invece, possono derivare da ipoparatiroidismo primario, carenza di magnesio o difetti genetici o autoimmuni, determinando ipocalcemia, contrazioni muscolari involontarie, spasmi, parestesie e, nei casi più gravi, convulsioni.
| Valore PTH | Valori di riferimento | Sintomi principali | Patologie associate | Note aggiuntive |
|---|---|---|---|---|
| Normale | 10–65 pg/mL (1,1–6,9 pmol/L) | Solitamente assenti | Funzione paratiroidea normale | Indica equilibrio tra calcio, fosfato e PTH; valutare sempre con calcio sierico |
| Elevato | >65 pg/mL | Debolezza muscolare, nausea, stitichezza, dolore osseo, calcoli renali | Iperparatiroidismo primario (adenomi o iperplasia) Iperparatiroidismo secondario (ipocalcemia cronica, carenza di vitamina D, insufficienza renale) Iperparatiroidismo terziario | Spesso associato a ipercalcemia; utile valutare calcio totale e ionizzato, fosfato, vitamina D e funzionalità renale |
| Basso | <10 pg/mL | Tetania, spasmi muscolari, parestesie, convulsioni in casi gravi | Ipoparatiroidismo primario (rimozione chirurgica o danno alle paratiroidi) Ipomagnesemia grave Difetti genetici o autoimmuni delle paratiroidi | Spesso associato a ipocalcemia; è importante monitorare anche magnesio e vitamina D per la gestione clinica |
Per una corretta interpretazione dei valori è importante considerare contemporaneamente calcio, fosfato, magnesio e vitamina D, oltre alla situazione clinica e alla funzionalità renale del paziente.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame viene eseguito tramite un prelievo di sangue venoso, di solito a digiuno o in condizioni standardizzate per garantire risultati affidabili. Non sono necessari preparativi particolari, ma è importante informare il medico di eventuali farmaci in uso, come vitamina D, integratori di calcio, diuretici o farmaci per l’osteoporosi, che possono influenzarne i valori.
Il sangue viene prelevato generalmente dal braccio, raccolto in provette specifiche e inviato al laboratorio, dove la concentrazione di PTH intero viene misurata tramite metodi immunoenzimatici o chemiluminescenti. I risultati sono disponibili solitamente entro 1–3 giorni.
L’esame viene richiesto in diverse situazioni cliniche, tra cui sospetto iperparatiroidismo (ipercalcemia persistente o sintomi correlati a ossa, reni e sistema nervoso), sospetto ipoparatiroidismo (ipocalcemia, spasmi muscolari o tetania), valutazione del metabolismo del calcio e del fosfato in pazienti con malattie renali croniche o carenze di vitamina D, monitoraggio post-chirurgico dopo interventi sulle paratiroidi o sulla tiroide, e controllo dell’efficacia di terapie che influenzano il metabolismo osseo.
Fattori che influenzano l’esame
I livelli di parartormonne nel sangue possono essere influenzati da numerosi fattori che ne modificano la concentrazione e ne condizionano l’interpretazione clinica.
Tra i principali elementi che incidono sui valori sierici vi è il calcio, poiché livelli bassi stimolano la secrezione di PTH, mentre valori elevati ne inibiscono la produzione. Per una valutazione precisa è necessario considerare sia il calcio totale sia quello ionizzato. La vitamina D svolge un ruolo essenziale nell’assorbimento intestinale del calcio; la sua carenza può provocare un aumento compensatorio del PTH, noto come iperparatiroidismo secondario.
Anche la funzionalità renale è determinante: nei pazienti con insufficienza renale cronica, la ridotta sintesi di calcitriolo e l’accumulo di fosfato stimolano un incremento persistente del PTH. Analogamente, il magnesio influisce sulla secrezione e sull’azione dell’ormone, con carenze che possono ridurne la produzione e valori eccessivi che ne alterano l’efficacia.
Diversi farmaci possono modificare i livelli di PTH o il metabolismo del calcio, tra cui integratori di calcio o vitamina D, diuretici, farmaci per l’osteoporosi e glucocorticoidi. Inoltre, alcune condizioni fisiologiche come gravidanza, allattamento, stress acuto o variazioni dietetiche possono temporaneamente alterare i valori dell’ormone.
Per interpretare correttamente i risultati del test, è quindi necessario valutare in modo integrato PTH, calcio, fosfato, vitamina D, magnesio, funzionalità renale, farmaci assunti e condizioni fisiologiche del paziente, al fine di identificare eventuali alterazioni come iperparatiroidismo o ipoparatiroidismo e gestire adeguatamente il metabolismo minerale.

