Mancanza di idratazione quotidiana e aumento del cortisolo: uno sguardo scientifico alla risposta fisiologica a situazioni stressanti
Studi recenti hanno messo in luce come l’assunzione insufficiente di liquidi possa intensificare la risposta fisiologica a situazioni stressanti, determinando picchi più marcati del cortisolo, noto come l’ormone dello stress. Questa connessione aiuta a comprendere perché una scarsa idratazione sia associata a rischi per la salute a lungo termine.

Gli adulti con basso apporto abituale di liquidi mostrano una maggiore risposta cortisolica agli stress psicologici acuti. Una corretta idratazione sembra modulare questa reattività, contribuendo alla protezione della salute metabolica e cardiovascolare. Studi futuri, di tipo longitudinale, saranno fondamentali per chiarire se la risposta del cortisolo legata all’idratazione influisca concretamente sul rischio di malattie croniche
Idratazione e cortisolo
Bere quantità di acqua inferiori alle raccomandazioni giornaliere può portare a uno stato di idratazione non ottimale, spesso evidenziabile da urine più scure e concentrate e da un minor volume urinario. Studi precedenti hanno collegato una bassa assunzione di liquidi con un aumento del rischio di patologie metaboliche, renali e cardiovascolari. La carenza cronica di acqua può inoltre stimolare la produzione di ormoni che regolano i fluidi corporei, come l’arginina vasopressina (AVP), che a sua volta favorisce la secrezione di cortisolo.
Il cortisolo, pur seguendo un ritmo circadiano quotidiano, subisce picchi in risposta a eventi stressanti. Se questo ritmo viene alterato o le reazioni ormonali diventano eccessive, possono risultarne compromessi il sistema immunitario, il metabolismo e la regolazione dell’infiammazione. Alcune ricerche hanno osservato livelli di cortisolo più elevati in individui che consumano meno di 1,2 litri di liquidi al giorno, sebbene il collegamento preciso tra idratazione e risposta cortisolica non sia ancora completamente definito.

La reattività del cortisolo allo stress acuto è un indicatore predittivo della salute a lungo termine. I risultati evidenziano che gli adulti con un consumo abituale di liquidi ridotto mostrano una maggiore risposta cortisolica agli stress acuti. Uno stato di idratazione subottimale, evidenziato ad esempio da urine mattutine più scure, è associato a un aumento della reattività del cortisolo. Questi dati offrono una possibile spiegazione del legame tra basso apporto di liquidi, idratazione insufficiente e peggioramento della salute nel lungo periodo. Inoltre, gli studiosi dovrebbero considerare lo stato di idratazione quando valutano la reattività del cortisolo a fattori di stress acuto
Obiettivo dello studio
Alla luce della relazione tra rilascio di cortisolo e gestione dei fluidi nell’organismo, lo studio ha voluto verificare se persone con idratazione subottimale e basso consumo abituale di liquidi mostrassero una maggiore reattività del cortisolo di fronte a stress psicologico acuto.
I partecipanti erano adulti sani, non fumatori, tra i 18 e i 35 anni, senza disturbi immunitari, cardiovascolari, del sonno o metabolici. Sono stati distinti in due gruppi: bevitori abituali “bassi” (LOW) e “alti” (HIGH), ciascuno composto da 16 individui, sulla base di dati nazionali di riferimento. Sono stati esclusi soggetti con consumo eccessivo di caffeina o alcol.
Procedura dello studio
Per sette giorni consecutivi, i partecipanti hanno registrato l’assunzione giornaliera di liquidi da tutte le fonti. Successivamente, hanno svolto il Trier Social Stress Test (TSST), un test standardizzato per indurre stress psicologico. Sono stati raccolti campioni di saliva per la misura del cortisolo e campioni di urine per valutare osmolarità e colore (UOsm e UCol), mentre campioni plasmatici sono stati analizzati per il copeptin, indicatore aggiuntivo di idratazione.
Risultati e interpretazione dei dati
Il gruppo HIGH ha mostrato costantemente urine meno concentrate e livelli plasmatici di copeptin più bassi rispetto al gruppo LOW, confermando una migliore idratazione. Non sono state rilevate differenze significative tra i gruppi riguardo alla percezione della sete o all’osmolarità plasmatica.
Durante il TSST, entrambi i gruppi hanno manifestato aumenti della frequenza cardiaca e dell’ansia, senza interazioni significative tra le variabili. Il gruppo LOW ha presentato livelli basali di cortisolo salivare più elevati e un incremento significativo del cortisolo dopo il test, suggerendo che la reattività cortisolica è maggiore in condizioni di idratazione subottimale. Il gruppo HIGH, invece, ha mostrato una risposta cortisolica attenuata, indicando un effetto protettivo di una buona idratazione.
I risultati suggeriscono che un basso consumo abituale di liquidi è associato a una maggiore reattività del cortisolo in risposta a stress acuto, e che uno stato di idratazione non ottimale amplifica questa reazione. Ciò potrebbe spiegare perché le abitudini idriche influiscono sui rischi per la salute a lungo termine.
Lo studio non può stabilire relazioni causali a causa del disegno trasversale e della durata limitata, che non consente di valutare effetti a lungo termine. Inoltre, non sono state considerate differenze di genere, e i risultati si applicano solo a specifici intervalli di consumo di liquidi quotidiano.
- Kashi, D. S. et al. (2025)Habitual fluid intake and hydration status influence cortisol reactivity to acute psychosocial stress. Journal of Applied Physiology.