Il peso ideale non va visto come un obiettivo estetico, ma come uno strumento di salute, che può aiutarci a vivere meglio e più a lungo
Il concetto di peso ideale è uno dei temi più discussi in ambito di nutrizione e salute. Spesso viene percepito come un numero fisso che ogni persona dovrebbe raggiungere per essere considerata “in forma”, ma in realtà si tratta di un parametro variabile, che tiene conto soprattutto dell’altezza, ma che dovrebbe essere integrato con altri fattori personali. Parlare di peso ideale significa occuparsi di prevenzione: restare in un intervallo corretto riduce infatti il rischio di condizioni come la malnutrizione, l’eccesso ponderale, le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2.

Comprendere come si calcola, quali strumenti si utilizzano e quali limiti presenta questo concetto è fondamentale per interpretarlo correttamente e non trasformarlo in un numero rigido o in una fonte di frustrazione
Che cos’è il peso ideale
Il termine “peso ideale” indica una stima del peso corporeo che può essere considerato proporzionato in relazione all’altezza di un individuo. Non rappresenta un valore assoluto, ma una fascia di riferimento che viene utilizzata come punto di partenza nella valutazione dello stato nutrizionale.
Il suo scopo principale non è quello estetico, bensì quello preventivo: permette infatti di identificare situazioni potenzialmente a rischio sia per eccesso sia per difetto. Un peso corporeo troppo basso può portare a carenze nutrizionali, debolezza del sistema immunitario o fragilità ossea, mentre un peso troppo elevato può favorire ipertensione, dislipidemie, patologie metaboliche e aumento del carico sulle articolazioni.
Il ruolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC)
Per gli adulti, il metodo universalmente più diffuso per stimare il peso ideale è l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI). Questo parametro viene calcolato dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri.
La formula è semplice:
IMC = peso (kg) / [altezza (m)]²
Il risultato ottenuto non fornisce il peso ideale in sé, ma una classificazione in fasce che aiutano a comprendere se la persona si trova in una condizione di sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesità.
L’IMC non è uno strumento perfetto. Non tiene infatti conto della distribuzione corporea né della composizione dei tessuti. Un atleta con molta massa muscolare, per esempio, potrebbe risultare in “sovrappeso” pur avendo una percentuale di grasso molto bassa. Allo stesso modo, due individui con lo stesso IMC possono avere condizioni metaboliche molto diverse. Per questo motivo il BMI deve essere visto come un indicatore di base, da integrare con esami clinici e valutazioni professionali.
Valori di riferimento per l’IMC negli adulti
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito delle soglie per interpretare l’IMC:
- Sottopeso: valore inferiore a 18,5
- Normopeso: tra 18,5 e 24,9
- Sovrappeso: da 25 a 29,9
- Obesità di grado I: tra 30 e 34,9
- Obesità di grado II: tra 35 e 39,9
- Obesità di grado III (grave): superiore a 40
Questi intervalli forniscono un quadro generale, ma non rappresentano la verità assoluta per ogni individuo. Per esempio, un anziano con una ridotta massa muscolare potrebbe avere un IMC nella norma ma presentare comunque eccesso di grasso viscerale, mentre un giovane sportivo potrebbe trovarsi nella fascia di sovrappeso senza rischi per la salute.
È per questo che la fonte sottolinea l’importanza di una valutazione più ampia, che tenga conto di elementi quali la massa magra, la distribuzione del tessuto adiposo, eventuali edemi, lo stile di vita e la storia clinica.
Peso ideale nei bambini e negli adolescenti
Il discorso diventa più complesso quando si parla di soggetti in crescita. Nei bambini e negli adolescenti, il concetto di peso ideale non può essere fissato in numeri assoluti perché corpo e metabolismo sono in continuo cambiamento.
Per monitorare lo sviluppo, gli specialisti utilizzano tabelle di crescita elaborate dall’OMS. Queste tabelle si basano su percentili e curve che consentono di confrontare il peso e l’altezza del bambino con quelli della popolazione di riferimento.
- Dalla nascita ai 2 anni: si considera principalmente il peso in rapporto all’età.
- Tra i 2 e i 5 anni: si analizza il peso in relazione all’altezza.
- Dai 5 ai 19 anni: viene applicato un IMC adattato all’età e al sesso, da confrontare con i percentili OMS.
Questo approccio permette di identificare situazioni di crescita troppo rapida o troppo lenta, senza però imporre limiti rigidi. I grafici dell’OMS, aggiornati nel 2006 e nel 2007, offrono uno strumento di monitoraggio, ma le decisioni pratiche devono sempre essere prese insieme al pediatra.
Un aspetto fondamentale è evitare restrizioni alimentari eccessive nei più piccoli: il loro fabbisogno energetico è molto variabile e una riduzione calorica non adeguata può compromettere lo sviluppo fisico e cognitivo.
Quando il peso si discosta dall’intervallo ideale
Non tutti rientrano nei valori considerati “normali”. In questi casi non bisogna pensare a soluzioni rapide o drastiche, ma a un percorso personalizzato, preferibilmente sotto la guida di un professionista della nutrizione.
Se il peso è superiore al range
Le strategie più efficaci per chi si trova in sovrappeso includono:
- Alimentazione equilibrata: incrementare il consumo di cibi ricchi di nutrienti, come verdure, frutta fresca, legumi, cereali integrali, proteine magre (pesce, carni bianche, uova) e grassi insaturi (olio d’oliva, semi, frutta secca).
- Riduzione degli zuccheri semplici: limitare dolci, bevande zuccherate, snack confezionati e succhi industriali.
- Controllo dei grassi saturi: diminuire l’assunzione di fritti, insaccati, salse elaborate, formaggi molto grassi e cibi pronti.
- Stimolare il metabolismo: inserire alimenti come tè verde, zenzero o spezie che possono favorire la termogenesi.
- Attività fisica regolare: esercizi aerobici e di resistenza, da svolgere almeno tre volte a settimana per 45-60 minuti, con intensità moderata o elevata.
In casi di obesità grave che non risponde ai cambiamenti dello stile di vita, il medico può considerare l’uso di farmaci specifici o, come estrema ratio, la chirurgia bariatrica. Quest’ultima non è una soluzione estetica, ma un intervento medico per ridurre i rischi connessi a patologie gravi.
Se il peso è inferiore al range
Chi presenta un peso corporeo troppo basso dovrebbe cercare di aumentarlo in modo sano, privilegiando l’incremento della massa muscolare rispetto all’accumulo di grasso.
Le principali raccomandazioni sono:
- Dieta proteica equilibrata: inserire alimenti come uova, latticini, legumi, pollo, pesce.
- Frazionare i pasti: mangiare ogni 2-3 ore per garantire un apporto calorico costante.
- Evitare cibi vuoti: non affidarsi a junk food o fritti per aumentare le calorie, poiché favoriscono grasso di scarsa qualità e problemi cardiaci.
- Valutare le cause: se la perdita di peso è legata a scarso appetito, problemi digestivi o condizioni psicologiche, è necessario un approfondimento medico per trattare la causa alla radice.
Oltre l’IMC: valutazioni complementari
Per ottenere un quadro più realistico, gli specialisti possono utilizzare strumenti aggiuntivi come:
- Plicometria: misura lo spessore delle pieghe cutanee per stimare la percentuale di grasso.
- Bioimpedenziometria: analizza la composizione corporea (acqua, massa magra, massa grassa).
- Misurazione del girovita: utile per valutare il grasso viscerale, considerato particolarmente rischioso per la salute cardiovascolare.
- Esami ematici: che possono indicare eventuali squilibri metabolici o carenze nutrizionali.
Questi strumenti, insieme al BMI, consentono al nutrizionista di costruire un quadro completo e formulare raccomandazioni precise.
Il peso ideale non è un numero rigido, ma un concetto dinamico che serve come indicatore di benessere. Negli adulti, l’IMC rappresenta il metodo più rapido per orientarsi, pur con i suoi limiti. Nei bambini e negli adolescenti, invece, la valutazione deve essere fatta attraverso i grafici OMS e l’occhio esperto del pediatra.
In ogni caso, sia quando si è sopra sia quando si è sotto l’intervallo considerato ottimale, la soluzione non sta nel “fai da te”, ma in un approccio globale che unisca alimentazione corretta, attività fisica adeguata e monitoraggio medico.
Tabella con esempi di intervalli di peso “normale” per adulti basati su IMC:
Altezza | Intervallo peso “normale” (IMC 18,5-24,9) | Note aggiuntive |
---|---|---|
150 cm | circa 42 – 56 kg | Questi valori derivano da tabelle convertite da fonti BMI internazionali. Vedi MSD Manuals per altezza ~152-155 cm: peso normale 44-58 kg (Manuali MSD) |
160 cm | circa 47 – 64 kg | In fonte MSD: per 157-160 cm, peso “normale” circa 47-61 kg (Manuali MSD) |
165 cm | circa 50 – 65 kg | Sempre da MSD: 162-165 cm → 50-65 kg per fascia normale (Manuali MSD) |
170 cm | circa 54 – 73 kg | Per altezza 168-170 cm, peso normale 54-69 kg secondo MSD (Manuali MSD) |
175 cm | circa 57 – 79 kg | Per 173-175 cm: 57-74 kg nella fascia normale secondo MSD (Manuali MSD) |
180 cm | circa 60 – 84 kg | Per 178-180 cm: 60-78 kg nella fascia normale secondo MSD (Manuali MSD) |
185 cm | circa 64 – 83 kg | Per 183-185 cm: 64-83 kg nella fascia normale secondo MSD (Manuali MSD) |
Nota: questi valori non tengono conto di composizione corporea (massa magra vs massa grassa) né altri fattori individuali, ma forniscono un riferimento pratico da fascia “normopeso”.
Alcuni studi e linee guida forniscono ulteriori elementi di approfondimento sul tema del peso ideale. Il BMI è considerato un indicatore utile ma limitato, poiché non tiene conto di variabili come età, sesso e composizione corporea; a tal fine sono stati proposti metodi statistici più avanzati (Yu et al., 2014).
Il CDC (2024) suddivide l’IMC negli adulti in quattro categorie principali: sottopeso (<18,5), peso sano (18,5-24,9), sovrappeso (25-29,9) e obesità (≥30), quest’ultima articolata in diversi gradi di gravità.
Negli Stati Uniti, istituzioni come il NIH/NHLBI utilizzano tabelle espresse in libbre e pollici, che risultano utili per confronti internazionali.
Per quanto riguarda i bambini, le curve percentili dell’OMS (aggiornate nel 2006-2007) restano lo strumento di riferimento: esse non stabiliscono valori assoluti, ma permettono di valutare la crescita confrontandola con la distribuzione statistica della popolazione di riferimento.