Il raffreddore da fieno, pur non essendo una malattia grave, può condizionare in modo significativo la vita quotidiana
Il raffreddore da fieno, chiamato anche rinite allergica, rappresenta un disturbo che colpisce una grande parte della popolazione, in particolare durante i mesi primaverili ed estivi. In Italia ne soffre circa un quinto degli abitanti, con un numero in crescita costante. Questa condizione si manifesta con fastidi come starnuti frequenti, congestione nasale e occhi irritati, e può compromettere la qualità della vita quotidiana.

Il raffreddore da fieno non è solo un fastidio fisico: influisce anche su benessere emotivo, rendimento e qualità della vita, aggravato da inquinamento e cambiamenti climatici
Cause e meccanismi dell’allergia
Il disturbo nasce da una risposta anomala del sistema immunitario all’inalazione di pollini provenienti da alberi, erbe o cereali durante la fioritura. In soggetti predisposti, queste particelle vengono interpretate come nocive, portando alla produzione di anticorpi IgE e al rilascio di istamina, responsabile dei sintomi tipici.
La tendenza ad ammalarsi ha una componente familiare, ma non si nasce allergici: l’esposizione ripetuta può “allenare” il corpo a reagire. Fattori come un’igiene eccessiva nei primi anni di vita o l’assenza di allattamento al seno sembrano favorire lo sviluppo della malattia, mentre crescere in contesti meno sterili ridurrebbe il rischio.
I principali sintomi
Le manifestazioni cambiano a seconda del polline coinvolto e del periodo dell’anno. I disturbi più comuni riguardano:
- Naso: secrezioni liquide, naso chiuso, prurito e crisi di starnuti.
- Occhi: arrossamento, bruciore, lacrimazione e sensibilità alla luce.
- Altri disturbi: stanchezza, mal di testa, calo della concentrazione, irritabilità, prurito della pelle o gonfiore.
In situazioni persistenti, il raffreddore da fieno può complicarsi con asma, problemi digestivi, dermatiti, epistassi o difficoltà del sonno, influendo anche sull’umore e sulle energie quotidiane. La rinite allergica stagionale non si limita a colpire l’apparato respiratorio, ma influisce anche sul benessere emotivo e sulle relazioni sociali. Disturbi come starnuti continui o occhi arrossati e lacrimanti possono suscitare disagio in pubblico o in ambito professionale. A ciò si aggiunge la difficoltà a dormire o a mantenere la concentrazione, che alimenta nervosismo e può ridurre la fiducia in sé stessi. Questo aspetto “silenzioso”, spesso trascurato, incide in maniera concreta sulla quotidianità di chi ne soffre.
Periodi di fioritura e diffusione dei pollini
L’andamento stagionale dei sintomi aiuta a individuare il polline responsabile.
- Febbraio-Marzo: pollini di nocciolo e ontano.
- Aprile-Maggio: prevalgono betulla, pioppo, salice, quercia e faggio.
- Maggio-Giugno: diffusi segale, graminacee e cereali.
- Luglio-Agosto: ortica, artemisia e piantaggine, insieme a spore di muffe come Alternaria e Cladosporium.
La concentrazione varia a seconda delle zone: nelle città tende a salire la sera, mentre in campagna al mattino. Nei periodi in cui i pollini sono più presenti nell’aria, gli studenti possono accusare un calo della resa scolastica, trovandosi meno lucidi e più affaticati. Anche gli adulti non sono esenti da ripercussioni: sonnolenza, mal di testa e ridotta attenzione rendono più difficile mantenere alti livelli di produttività. Alcune ricerche sottolineano anche un peso economico rilevante legato non solo alle assenze, ma anche al cosiddetto “presenzialismo”, ossia lavorare pur essendo limitati dai sintomi e quindi con una resa minore.
Come si diagnostica
Per riconoscere il raffreddore da fieno il medico valuta i sintomi e la loro stagionalità. L’allergologo può ricorrere a:
- Prick test, applicando piccole quantità di allergeni sulla pelle;
- Analisi del sangue, per misurare anticorpi IgE specifici;
- Anamnesi clinica, per individuare i periodi critici e differenziare da raffreddori virali o sinusiti.
Allergie crociate con gli alimenti
Chi soffre di questa allergia può reagire anche ad alcuni cibi, a causa della somiglianza delle proteine. Alcuni esempi:
- Betulla, nocciolo e ontano: mele, pere, pesche, ciliegie, carote, sedano, mandorle e nocciole.
- Graminacee: cereali, soia, arachidi, lenticchie, mango, melone e pistacchi.
- Artemisia e piantaggine: pomodori, peperoni, finocchio, spezie come pepe e noce moscata.
- Muffe o acari: frutti di mare, ananas, banane.
I sintomi possono variare dal semplice prurito orale a gonfiore delle labbra, fino a difficoltà respiratorie nei casi più seri. La gravità del raffreddore da fieno varia anche in base all’ambiente in cui si vive. Nelle aree urbane, lo smog e le polveri sottili tendono a rendere più sensibili le vie respiratorie, amplificando i fastidi. In campagna, invece, benché l’esposizione ai pollini sia maggiore, l’aria più pulita può attenuare parzialmente l’intensità delle reazioni allergiche. Questa diversità mette in luce il ruolo determinante dell’inquinamento come fattore che contribuisce a peggiorare la condizione.
Terapie disponibili
Le cure puntano a ridurre i fastidi e a prevenire complicazioni.
- Farmaci sintomatici: includono antistaminici, stabilizzatori dei mastociti, decongestionanti, corticosteroidi nasali e colliri specifici.
- Immunoterapia specifica (iposensibilizzazione): l’unico trattamento che agisce sulle cause, esponendo gradualmente il paziente all’allergene tramite iniezioni o compresse sublinguali, con benefici fino al 90%.
- Rimedi naturali: come integratori o soluzioni saline per mantenere idratate le mucose, sebbene l’efficacia non sia sempre comprovata scientificamente.
Consigli pratici per la vita quotidiana
Alcuni accorgimenti aiutano a limitare il contatto con i pollini:
- Evitare attività all’aperto nei momenti di massima concentrazione.
- Arieggiare le stanze solo in orari favorevoli, dopo la pioggia o di notte.
- Utilizzare filtri antipolline in auto.
- Lavare capelli e abiti ogni giorno, pulire la casa con panni umidi e aspirapolveri dotati di filtri HEPA.
- Monitorare i calendari dei pollini o le app dedicate.
- Prediligere vacanze in montagna o al mare.
- Seguire una dieta ricca di antiossidanti e omega-3, evitando i cibi che peggiorano i sintomi nei periodi critici.
Le nuove tecnologie hanno reso più facile la gestione del raffreddore da fieno. Esistono applicazioni per smartphone che permettono di controllare in tempo reale la concentrazione di polline nell’aria, aiutando le persone a programmare le proprie attività all’aperto nei momenti più favorevoli. Parallelamente, l’uso di depuratori d’aria dotati di filtri avanzati negli ambienti domestici contribuisce a ridurre la presenza di allergeni, garantendo un ambiente più salubre, soprattutto durante il riposo notturno.
Il riscaldamento globale sta influenzando il ciclo delle piante e, di conseguenza, la diffusione dei pollini. I periodi di fioritura tendono ad allungarsi e le quantità di polline disperse nell’aria aumentano, determinando stagioni allergiche più lunghe e intense. Questo comporta un aggravamento dei disturbi per chi già convive con la rinite allergica e la possibilità che nuovi individui sviluppino sensibilizzazioni. In futuro, il raffreddore da fieno rischia di estendersi ulteriormente, interessando anche aree geografiche che finora erano meno coinvolte.