Ogni boccone nei primi anni contribuisce a costruire il cuore e la salute del futuro adulto. Curare l’alimentazione dei bambini significa, quindi, investire su decenni di benessere e protezione cardiovascolare

L’introduzione precoce di zuccheri nella dieta dei bambini rappresenta una minaccia crescente per la salute infantile. Il consumo elevato di zuccheri aggiunti può compromettere il metabolismo, favorire l’aumento di peso e aumentare il rischio di sviluppare malattie gravi in età adulta. Secondo numerosi studi, i primi anni di vita, e in particolare i primi mille giorni dal concepimento, costituiscono un periodo critico per il corretto sviluppo fisico e cerebrale dei bambini.

Ridurre l’esposizione agli zuccheri in questa fase risulta quindi fondamentale per preservare la salute futura

Ridurre l’esposizione agli zuccheri in questa fase risulta quindi fondamentale per preservare la salute futura

La salute dell’adulto può essere determinata già nei primissimi giorni di vita, addirittura prima della nascita. Studi recenti suggeriscono che ogni cucchiaino di zucchero evitato nei primi mille giorni dal concepimento possa tradursi in anni di benessere in più.

Impatto sul corpo e sul cervello

Gli effetti dello zucchero non si limitano al semplice aumento calorico. Il consumo precoce può influenzare negativamente lo sviluppo del cervello, indebolire il sistema immunitario e incrementare il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari in età adulta. Nonostante queste evidenze, molti alimenti comunemente presenti nelle case dei bambini – come biscotti, cereali per la colazione zuccherati, yogurt dolcificati e succhi confezionati – contengono elevate quantità di zuccheri aggiunti.

I pediatri e i cardiologi avvertono che l’esposizione precoce allo zucchero può plasmare le preferenze alimentari dei bambini, rendendoli più inclini ai sapori dolci e meno propensi a consumare frutta, verdura e altri cibi nutrienti. Questo fenomeno complica ulteriormente il mantenimento di un’alimentazione equilibrata fin dai primi anni.

L’assunzione di zuccheri prima dei due anni può compromettere lo sviluppo cerebrale e aumentare il rischio di diabete. I primi anni di vita sono decisivi per la costruzione della salute futura, e ogni scelta alimentare può avere effetti duraturi.

I carboidrati fermentabili, come gli zuccheri, costituiscono un substrato per i batteri acidogeni presenti nella bocca, in particolare Streptococchi mutans e Lactobacilli. L’azione di questi microrganismi abbassa il pH della saliva e della placca dentale, provocando la demineralizzazione dei tessuti dentali e favorendo la formazione di carie. Negli ultimi decenni, è stata definita l’Early Childhood Caries (ECC), forma precoce di carie che colpisce bambini sotto i sei anni, talvolta anche prima dei due anni.

L’ECC è diffusa a livello globale, con un’incidenza elevata in Europa e in Italia. L’insorgenza della patologia è associata a diete ad alto contenuto di zuccheri liberi, soprattutto sotto forma di bevande zuccherate, e al consumo di caramelle o ciucci immersi in miele o zucchero. Per questo motivo, si raccomanda di adottare precocemente strategie preventive.

Gli alimenti da evitare

Ecco quali sono i principali responsabili del problema: succhi confezionati, biscotti, cereali zuccherati, yogurt dolci, frullati e dessert per bambini. La frequente somministrazione di questi prodotti contribuisce a un’eccessiva assunzione di zuccheri nei primi anni di vita.

La scelta migliore si propone di un approccio alimentare più naturale fin dai primi mesi di svezzamento. Frutta intera invece di succhi, verdure, legumi, pesce e uova, insieme alla preferenza per l’acqua rispetto alle bevande zuccherate, rappresentano strategie semplici ma efficaci per ridurre i rischi legati all’eccesso di zuccheri.

Zuccheri e malattie croniche sistemiche

Un’eccessiva assunzione di zuccheri aggiunti può favorire lo sviluppo di steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una malattia del fegato caratterizzata da accumulo di grasso nelle cellule epatiche. La NAFLD è la patologia epatica cronica pediatrica più diffusa, con una prevalenza stimata del 15% tra i bambini e fino all’80% tra i bambini obesi.

L’eccesso di zuccheri contribuisce inoltre alla resistenza insulinica, che può portare a iperglicemia, iperinsulinemia oltre al diabete di tipo 2 (DMT2). Nei giovani, il DMT2 può essere più aggressivo e associato a una maggiore mortalità. L’assunzione frequente di bevande zuccherate aumenta il rischio di sviluppare DMT2 fino al 26% rispetto a chi le consuma raramente.

  • Un consumo elevato di zuccheri è anche correlato all’obesità, che rappresenta un fattore di rischio per la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) nei bambini, influenzando anatomia, collassabilità delle vie aeree e controllo respiratorio.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di evitare l’aggiunta di zuccheri nei bambini sotto i 2 anni e di limitarne il consumo al di sotto del 10% del fabbisogno calorico giornaliero tra i 2 e i 9 anni.
  • L’American Heart Association (AHA) raccomanda di limitare ulteriormente gli zuccheri a un massimo di 25 grammi al giorno (circa 6 cucchiaini) nei bambini e adolescenti tra i 2 e i 18 anni, eliminandoli completamente nei bambini sotto i 2 anni.
  • Queste indicazioni riguardano zuccheri aggiunti e quelli naturalmente presenti in miele, sciroppi e succhi concentrati, mentre non comprendono gli zuccheri presenti nella frutta fresca, verdure o latte, poiché non risultano associati a effetti negativi sulla salute.
  • Ecco come si influenza la salute futura dei bambini

    Scopri come i primi mille giorni di vita, dalla gravidanza ai primi mesi, influenzano la salute futura dei bambini: ridurre lo zucchero fin dai primi giorni può prevenire diabete, ipertensione e migliorare il benessere a lungo termine

Un confronto storico

Secondo una ricerca pubblicata su Science, i bambini inglesi esposti a un ridotto consumo di zuccheri durante la gravidanza e subito dopo la nascita hanno registrato un rischio fino al 35% inferiore di sviluppare il diabete di tipo 2 e fino al 20% minore di soffrire di ipertensione in età adulta.

I ricercatori hanno approfittato di un evento storico come occasione di analisi: nel Regno Unito, durante la Seconda Guerra Mondiale, il razionamento dello zucchero, introdotto nel 1942, limitava la disponibilità dell’alimento fino al 1953. Grazie ai dati della U.K. Biobank, un ampio archivio che raccoglie informazioni mediche, genetiche e di stile di vita, gli studiosi hanno confrontato la salute di adulti nati poco prima e subito dopo la fine del razionamento. Chi era nato durante la restrizione aveva sperimentato un apporto limitato di zuccheri, mentre chi era nato dopo si trovava in un contesto con zuccheri più abbondanti.

Durante il periodo di razionamento, l’assunzione media di zuccheri era di circa 8 cucchiaini (40 grammi) al giorno. Al termine della restrizione, il consumo medio raddoppiava, arrivando a circa 16 cucchiaini (80 grammi). È importante evidenziare che il razionamento non comportava una riduzione generale delle calorie, e le diete erano comunque compatibili con le attuali linee guida OMS e USDA.

I vantaggi di limitare lo zucchero fin dai primi anni

La riduzione precoce dello zucchero nei primi mille giorni si traduce in benefici concreti: minore probabilità di diabete e ipertensione, e, nei casi in cui tali malattie si manifestino, comparsa più tardiva di quattro e due anni rispettivamente. Limitare lo zucchero già in gravidanza è efficace, ma proseguire la restrizione dopo la nascita amplifica ulteriormente i benefici.

Un’alimentazione con zuccheri limitati nei primi anni di vita contribuisce non solo a una migliore qualità della vita, ma può ridurre i costi sanitari futuri e aumentare l’aspettativa di vita. Ridurre l’esposizione agli zuccheri aggiunti non è semplice, poiché molti alimenti per bambini e neonati li contengono, e la pubblicità di snack dolci rafforza la preferenza per i sapori zuccherati.

Ricerche come il Guelph Family Health Study in Canada mostrano che i bambini in età prescolare consumano mediamente 86 grammi di zuccheri totali al giorno, di cui 31 grammi di zuccheri liberi e 26 grammi di zuccheri aggiunti. L’80% supera la soglia del 5% dell’apporto energetico giornaliero raccomandata dall’OMS. Le principali fonti sono biscotti, dolci, cereali e bevande zuccherate.

La letteratura distingue tre principali categorie di zuccheri: aggiunti, liberi e totali. Gli zuccheri aggiunti comprendono quelli introdotti durante la preparazione di cibi e bevande dolci; gli zuccheri liberi includono gli aggiunti e quelli naturalmente presenti in miele, sciroppi e succhi; i totali comprendono anche quelli presenti naturalmente in frutta, verdura e latte. Un consumo eccessivo è collegato a aumento di peso, carie, scarsa qualità della dieta, ipertensione e alterazioni lipidiche nei bambini, aumentando il rischio di malattie croniche fin dai primi anni di vita.

Le bevande zuccherate rappresentano la principale fonte di zuccheri nei bambini. Il loro consumo precoce, già nel primo anno di vita, è associato a un aumento del rischio di sovrappeso e di fattori di rischio cardiometabolico in età prescolare.

I dati disponibili indicano che molti bambini superano le raccomandazioni nutrizionali per gli zuccheri. La ricerca rimane limitata, soprattutto per i neonati, e sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio quantità, fonti e impatti a lungo termine. Queste informazioni sono essenziali per orientare politiche sanitarie, interventi precoci e linee guida nutrizionali, al fine di promuovere modelli alimentari sani fin dall’infanzia.



Le malattie infiammatorie croniche intestinali non sono più una condanna, ma una sfida che può essere vinta grazie a conoscenza, innovazione e collaborazione