Cos'è il PTT e l’aPTT, come si eseguono gli esami del sangue per valutare la coagulazione, i valori normali, le cause di tempi allungati o accorciati e quando vengono richiesti
PTT e aPTT sono esami di laboratorio utilizzati per valutare la corretta coagulazione del sangue. Il PTT, o tempo di tromboplastina parziale, misura il tempo necessario affinché il plasma formi un coagulo dopo l’aggiunta di specifici reagenti e permette di analizzare principalmente la via intrinseca e la via comune della coagulazione, coinvolgendo diversi fattori come VIII, IX, XI, XII e i fattori comuni II, V, X e fibrinogeno. Questo test viene impiegato per lo screening di disturbi emorragici come l’emofilia, per il monitoraggio della terapia con eparina non frazionata e per l’indagine di trombosi o sanguinamenti inspiegati.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. PTT e aPTT rappresentano strumenti diagnostici essenziali per valutare la funzionalità della coagulazione del sangue, fornendo informazioni preziose per la prevenzione e la gestione di disturbi emorragici o trombotici
L’aPTT, o tempo di tromboplastina parziale attivato, rappresenta una versione del PTT in cui viene aggiunto un attivatore per accelerare e standardizzare il processo di coagulazione. Questa attivazione riduce le variazioni dei risultati e aumenta la sensibilità del test rispetto al PTT tradizionale, rendendolo particolarmente utile per lo screening di difetti dei fattori della via intrinseca e per il monitoraggio della terapia anticoagulante con eparina.
Il PTT e l’aPTT permettono di analizzare le vie della coagulazione intrinseca e comune, fondamentali per la formazione di un coagulo stabile in caso di lesioni vascolari, proteggendo così l’organismo da emorragie.
Questi esami riflettono indirettamente l’attività dei fattori della coagulazione, prodotti principalmente dal fegato e presenti nel plasma, che interagiscono quando si verifica un danno ai vasi sanguigni. L’aPTT, in particolare, non è associato a un organo specifico, ma rappresenta un indicatore dell’integrità complessiva del sistema emostatico, comprendente sangue, vasi e endotelio.
Come interpretare i valori dell’esame: alto, basso e valori normali
L’interpretazione dei valori si basa sul tempo impiegato dal plasma a formare un coagulo, confrontato con intervalli di riferimento che riflettono la funzionalità delle vie intrinseca e comune della coagulazione.
I valori normali dell’aPTT sono generalmente compresi tra 25 e 35 secondi, con leggere variazioni a seconda del laboratorio; valori all’interno di questo intervallo indicano una coagulazione regolare, senza deficit dei fattori coinvolti.
Valori elevati, cioè tempi di coagulazione più lunghi del normale, possono indicare carenze di fattori della coagulazione (come emofilia A o B), presenza di anticoagulanti circolanti, terapia con eparina non frazionata, malattie del fegato o carenza di vitamina K.
Valori bassi, meno frequenti, suggeriscono invece uno stato di ipercoagulabilità o possibili errori tecnici nell’esecuzione del test, come campioni mal conservati o troppo concentrati.
Test | Valori di riferimento | Valori elevati (allungati) | Sintomi associati | Patologie correlate | Note aggiuntive |
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PTT (Partial Thromboplastin Time) | Circa 25–35 sec (varia in base al laboratorio) | >35 sec | Facilità a sanguinare, ematomi frequenti, epistassi, emorragie articolari o muscolari | Deficit dei fattori VIII, IX, XI, XII; terapia con eparina; malattie epatiche; carenza di vitamina K; presenza di anticoagulanti circolanti (es. lupus anticoagulante) | Misura la via intrinseca e comune della coagulazione; usato per monitorare la terapia con eparina non frazionata |
aPTT (Activated Partial Thromboplastin Time) | Circa 25–35 sec (varia in base al laboratorio) | >35 sec | Come sopra: sanguinamenti spontanei o post-traumatici | Deficit dei fattori della via intrinseca; terapia anticoagulante con eparina; lupus anticoagulant; malattie epatiche; carenza di vitamina K | Versione “attivata” del PTT, più sensibile e standardizzata; preferita in laboratorio per monitorare la coagulazione |
Valori bassi (PTT/aPTT <25 sec) | <25 sec | Tempi di coagulazione ridotti | Possibile assenza di sintomi oppure trombosi ricorrente | Stato di ipercoagulabilità, trombofilia, errori tecnici | Rari; spesso legati a errori di prelievo o manipolazione del campione |
Dal punto di vista pratico, valori elevati richiedono approfondimenti per identificare la causa sottostante, mentre valori bassi, se confermati, possono indicare rischio di trombosi o problemi analitici.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame del PTT e dell’aPTT si esegue su un campione di sangue prelevato dal paziente e permette di valutare la funzionalità delle vie intrinseca e comune della coagulazione. Il prelievo viene effettuato da una vena del braccio in un tubo contenente anticoagulante, solitamente citrato di sodio, per evitare la coagulazione prima dell’analisi. Il sangue viene poi centrifugato per separare il plasma dalle cellule, poiché il test si esegue sul plasma. Successivamente vengono aggiunti reagenti specifici: per il PTT un reagente che attiva la via intrinseca, mentre per l’aPTT un attivatore come caolino o fosfolipidi, che accelera e standardizza la reazione. Infine, in laboratorio si misura il tempo necessario alla formazione del coagulo.
L’esame viene richiesto in diverse situazioni cliniche, tra cui lo screening di disturbi della coagulazione, il monitoraggio della terapia anticoagulante con eparina non frazionata, indagini su trombosi inspiegate o sospetta trombofilia, valutazioni pre-operatorie per ridurre il rischio emorragico e la diagnosi di patologie epatiche o carenze di vitamina K che influenzano la sintesi dei fattori della coagulazione.
Fattori che influenzano l’esame
I risultati dell’esame possono essere influenzati da diversi fattori, che rendono necessaria un’interpretazione accurata dei valori. Tra i fattori biologici, età e sesso possono determinare variazioni naturali, mentre la gravidanza può ridurre il tempo di coagulazione. Malattie epatiche e carenze di vitamina K possono invece allungare i tempi, poiché il fegato produce la maggior parte dei fattori della coagulazione.
Anche fattori farmacologici possono influenzare l’esame: l’eparina non frazionata aumenta l’aPTT, altri anticoagulanti o farmaci che interferiscono con la vitamina K possono modificare i risultati.
Fattori tecnici, come prelievi scorretti, emolisi del campione o ritardi nell’analisi, possono inoltre falsare i valori.
Infine, alcune condizioni patologiche, come difetti congeniti dei fattori della coagulazione (emofilia), presenza di anticoagulanti circolanti (lupus anticoagulante) o stati di ipercoagulabilità, possono rispettivamente allungare o, più raramente, accorciare i tempi di coagulazione.