Cos’è la toxoplasmosi, come si esegue l’esame del sangue, l’interpretazione di IgM e IgG, sintomi, fattori di rischio e indicazioni cliniche

La toxoplasmosi è un’infezione causata dal protozoo Toxoplasma gondii, tra le più diffuse tra gli esseri umani e gli animali a sangue caldo, con i gatti come principali ospiti definitivi del parassita. Nella maggior parte dei casi, l’infezione è silente e non provoca sintomi evidenti negli individui sani. Può comportare gravi rischi per le persone con un sistema immunitario compromesso e per le donne in gravidanza, poiché il parassita può diffondersi dal tratto intestinale ad altri tessuti, come muscoli e cervello, formando cisti.

La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto con feci di gatto infetto, l’assunzione di carne cruda o poco cotta contenente cisti e, nel caso delle gestanti, attraverso il passaggio verticale da madre a feto, con possibili danni al sistema nervoso o agli organi del nascituro. Vie più rare di contagio includono trapianti d’organo o trasfusioni di sangue infetto.

L’infezione da Toxoplasma gondii può essere rilevata tramite esami del sangue, che identificano la presenza di anticorpi specifici prodotti dall’organismo in risposta al parassita. Questi test permettono di stabilire se una persona è stata infettata e di determinare la fase dell’infezione.

Esami di Laboratorio

Il Toxoplasma gondii è un parassita che può infettare diversi tessuti dell’organismo umano, spesso in modo silente, e l’esame del sangue permette di rilevare anticorpi specifici contro di esso, identificando l’infezione, determinandone la fase e valutando eventuali interventi clinici, soprattutto in gravidanza o in persone immunodepresse

L’esame del sangue è particolarmente utile per monitorare il rischio di trasmissione al feto nelle donne in gravidanza, per individuare infezioni potenzialmente pericolose nei soggetti immunodepressi e per confermare la diagnosi in presenza di sintomi sospetti, come febbre, linfonodi ingrossati o problemi oculari. In generale, questo test serve a identificare l’infezione, definirne la fase e stabilire eventuali interventi terapeutici o controlli specifici.

La toxoplasmosi interessa diverse strutture anatomiche dell’organismo umano. Il parassita Toxoplasma gondii si moltiplica inizialmente nell’intestino dopo l’ingestione di oocisti o cisti, invadendo le cellule intestinali e producendo forme attive che entrano nel sangue. Queste si diffondono attraverso il circolo sanguigno e il sistema linfatico, raggiungendo altri organi e tessuti.

Nei muscoli scheletrici, nel cuore e nel cervello il parassita forma cisti che possono rimanere latenti per anni, con possibile influenza sulla funzione neuronale. In alcuni casi può interessare la retina, provocando alterazioni della vista. L’organismo reagisce producendo anticorpi e attivando i linfociti T, in modo da limitare la diffusione dell’infezione.

Come interpretare i valori dell’esame: alto, basso e valori normali

L’interpretazione dei valori dell’esame del sangue per la toxoplasmosi si basa sulla rilevazione di anticorpi specifici prodotti dall’organismo in risposta al parassita Toxoplasma gondii. I principali anticorpi misurati sono le IgM, che compaiono nelle fasi iniziali dell’infezione, e le IgG, che si sviluppano dopo alcune settimane e persistono nel tempo. L’analisi dell’avidità delle IgG permette di distinguere tra infezioni recenti e pregresse.

I valori possono essere classificati come normali, bassi o elevati. Valori normali indicano assenza di anticorpi o infezione troppo recente per essere rilevata; valori elevati segnalano una concentrazione significativa di anticorpi, corrispondente a infezione attiva (IgM) o passata con immunità acquisita (IgG); valori bassi possono indicare un’infezione in fase iniziale o una risposta immunitaria ridotta.

Anticorpo / TestValori di riferimento tipiciSignificato clinico / interpretazioneSintomi possibiliPatologie associateNote aggiuntive
IgM anti-ToxoplasmaNegativo / assenteInfezione recente o in corsoFebbre, linfonodi ingrossati, malessereToxoplasmosi acuta; rischio fetale in gravidanzaPositivo entro 1-2 settimane dall’infezione; può persistere alcune settimane
IgG anti-ToxoplasmaNegativo / assenteNessuna infezione passataAsintomatico se isolatoNessunaCompare dopo 2-3 settimane; persiste per tutta la vita; indica immunità acquisita
Positivo / altoInfezione pregressa / immunitàDi solito asintomaticoToxoplasmosi pregressaAiuta a valutare il rischio fetale in gravidanza
Avidità IgGAltaInfezione passataAsintomaticoToxoplasmosi pregressaAlta avidità conferma infezione vecchia (>3-4 mesi)
BassaInfezione recenteFebbre, malessere, linfonodi ingrossatiToxoplasmosi recenteUtile in gravidanza per valutare rischio di trasmissione fetale
IgA anti-Toxoplasma (opzionale)NegativoInfezione non recenteTalvolta utilizzato come supporto alla diagnosi di infezione acuta
PCR su sangue / liquidiNegativoNessun DNA di parassita rilevatoToxoplasmosi attiva, soprattutto in immunodepressiIndicato in casi sospetti o in soggetti immunocompromessi

L’interpretazione dei risultati va sempre contestualizzata: in gravidanza, valori IgM positivi richiedono ulteriori valutazioni per il rischio fetale, mentre IgG positive con alta avidità indicano infezione passata e basso rischio di trasmissione. Nei soggetti immunodepressi, anche valori bassi possono avere significato clinico, poiché la risposta anticorpale può essere limitata.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame viene effettuato mediante prelievo di sangue venoso, analizzato in laboratorio per rilevare anticorpi specifici contro Toxoplasma gondii, come IgM, IgG e talvolta IgA. In alcuni casi si eseguono test di avidità delle IgG o analisi tramite PCR per individuare il DNA del parassita, soprattutto in gravidanza o in pazienti immunodepressi.

Viene richiesto principalmente in gravidanza, per valutare lo stato immunitario della donna e il rischio di trasmissione al feto, nei soggetti con sistema immunitario compromesso, in presenza di sintomi sospetti come febbre, linfonodi ingrossati o problemi oculari e neurologici, e a scopo di indagini cliniche o epidemiologiche in persone esposte a fattori di rischio come contatto con gatti o consumo di carne cruda.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati dell’esame sierologico per la toxoplasmosi possono essere influenzati da diversi fattori. La tempistica dell’infezione è determinante: gli anticorpi IgM compaiono nelle prime settimane, mentre le IgG si sviluppano dopo 2-3 settimane e rimangono nel tempo; un prelievo eseguito troppo presto può quindi dare un falso negativo. Lo stato immunitario del soggetto può modificare la risposta anticorpale, con possibile riduzione o ritardo nella produzione di anticorpi, soprattutto nei pazienti immunodepressi. In gravidanza, gli anticorpi possono comparire con tempi diversi, rendendo necessaria spesso la ripetizione dei test e l’analisi dell’avidità delle IgG.

Altri fattori includono interferenze di laboratorio, come differenze nei reagenti o nelle metodiche, che possono generare falsi positivi, e trattamenti farmacologici, che possono alterare la produzione di anticorpi. In generale, l’interpretazione dei risultati deve sempre considerare il quadro clinico, il tempo dall’esposizione al parassita e le condizioni del paziente, per distinguere correttamente tra infezione recente, pregressa o assente.



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