L'acne è una patologia infiammatoria della pelle caratterizzata dalla comparsa di comedoni (punti neri o bianchi), papule, pustole, noduli e, nei casi più gravi, cisti

L’acne, nota anche come acne vulgaris, è un disturbo cutaneo comune che interessa prevalentemente adolescenti e giovani adulti. Questa condizione è causata da diversi fattori, tra cui un’eccessiva produzione di sebo, la sostanza oleosa prodotta dalle ghiandole sebacee situate alla base dei follicoli piliferi. Il sebo, se accumulato e intrappolato a causa di una cheratinizzazione anomala dei pori, forma un “tappo” chiamato comedone.

Acne

L’acne ha un’origine multifattoriale, attribuibile principalmente a un’eccessiva produzione di sebo, infiammazione, colonizzazione batterica dei follicoli pilo-sebacei e alterata cheratinizzazione, che porta alla formazione di tappi (cheratosi follicolare) che possono ostruire le ghiandole

Questa situazione può sfociare in un’infiammazione e creare un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri come il Propionibacterium acnes, che intensifica l’infiammazione.

L’acne è una patologia cronica e recidivante, comune durante l’adolescenza (70-87% dei casi) ma non limitata a questa fase. Esordisce solitamente prima nelle femmine (circa 11 anni) rispetto ai maschi (12-13 anni) e tende a risolversi entro i 20 anni. Tuttavia, nel 12% dei casi può persistere fino ai 25 anni e nel 7% prolungarsi fino ai 40 anni.

Fattori predisponenti e manifestazioni

L’acne è spesso legata a cambiamenti ormonali tipici della pubertà, della gravidanza o del ciclo mestruale, ma può essere aggravata da cosmetici occlusivi, sudorazione e fattori ambientali. Si manifesta con una varietà di lesioni, dai comedoni (punti neri e bianchi) a lesioni infiammatorie come papule, pustole, noduli e cisti, che variano per gravità e possono lasciare cicatrici permanenti.

I comedoni rappresentano una forma di acne non infiammatoria: i punti neri (comedoni aperti) presentano un centro scuro, mentre i punti bianchi (comedoni chiusi) sono rilievi biancastri. Le forme infiammatorie includono papule e pustole, che sono spesso arrossate e dolenti, mentre noduli e cisti, più profondi e duri, possono causare danni permanenti al tessuto cutaneo.

Cause principali e fattori di rischio

La predisposizione genetica gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’acne, ma anche elementi come stress, alimentazione e igiene contribuiscono. Contrariamente al pensiero comune, alimenti grassi come cioccolato o formaggi non causano acne, sebbene una dieta ipercalorica possa peggiorarne i sintomi. Lavaggi frequenti e l’uso eccessivo di saponi irritanti possono stimolare ulteriormente la produzione di sebo, aggravando la condizione.

Schiacciare punti neri o foruncoli, così come sottoporsi a pulizie del viso aggressive, può diffondere l’infiammazione e aumentare il rischio di cicatrici.

Le cause dell’acne non sono del tutto definite, ma si tratta di un disturbo multifattoriale senza una singola origine specifica. Tra i principali fattori figurano:

  • Ipersensibilità delle ghiandole sebacee agli ormoni sessuali, in particolare agli androgeni, anche in assenza di disfunzioni ormonali nella maggior parte dei casi.
  • Stress e ansia, che aumentano la produzione di sebo e aggravano l’acne, instaurando un circolo vizioso con il disagio emotivo causato dalla patologia stessa.
  • Predisposizione familiare e fumo, che contribuiscono al rischio di sviluppare acne.
  • Alterazioni ormonali legate a cicli mestruali, adolescenza, gravidanza o condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico.
  • Malattie metaboliche e dieta, soprattutto se ricca di farinacei e carboidrati raffinati, che stimolano l’insulina e indirettamente aumentano l’attività delle ghiandole sebacee.

La dieta non è una causa diretta, ma può influenzare l’acne in specifici contesti.

Diagnosi e trattamenti

La diagnosi è clinica e viene effettuata da un dermatologo, che identifica le cause e consiglia il trattamento più appropriato. In passato, si riteneva che i batteri avessero un ruolo centrale, ma oggi si sa che il loro contributo è secondario, e l’uso di antibiotici non è più raccomandato. Anche la pillola contraccettiva viene spesso prescritta alle donne, ma il suo uso è controverso a causa dei possibili effetti collaterali.

Un trattamento efficace è l’uso di acido retinoico, derivato della vitamina A, che impedisce la formazione di comedoni e cisti. Tuttavia, questo farmaco presenta numerosi effetti collaterali e può causare malformazioni fetali in caso di gravidanza. L’acido retinoico è disponibile anche in formulazioni topiche, che limitano la tossicità e possono essere integrate con tecniche come il micropeeling. Quest’ultimo consiste nell’applicazione di una lozione a base di acido glicolico e salicilico, che libera i pori e riduce l’acne nel tempo. Nei casi più gravi, si può ricorrere alla terapia fotodinamica, che utilizza la luce per diminuire l’infiammazione.

Per prevenire l’acne o evitarne il peggioramento, è consigliabile:

  • Non utilizzare creme grasse o cosmetici occlusivi, optando per trucchi minerali.
  • Lavare il viso con prodotti delicati e non strofinare.
  • Evitare di schiacciare i punti neri o sottoporsi a trattamenti estetici aggressivi.
  • Limitare l’esposizione al sole e alle lampade UV.
  • Dopo la scomparsa dell’acne, si può continuare con trattamenti di micropeeling per prevenire recidive.

Pur non essendo una patologia grave, l’acne può avere un impatto significativo sull’aspetto fisico e sul benessere psicologico. È fondamentale rivolgersi a uno specialista per individuare il trattamento più adatto, minimizzare le cicatrici e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

La scelta tempestiva e appropriata di una terapia personalizzata in base al tipo di paziente e di acne consente di trattare la condizione e prevenire cicatrici permanenti.

  • Acne lieve: si ricorre a trattamenti topici (creme, gel, pomate) contenenti antinfiammatori, antibiotici, cheratolitici, retinoidi, benzoil perossido o acido azelaico, da utilizzare singolarmente o in combinazione, adattandoli al tipo di pelle e alla tollerabilità del paziente.
  • Acne grave: in presenza di lesioni infiammatorie (papulo-pustolose), si integrano terapie orali, come antibiotici (tetracicline o macrolidi), previa valutazione di eventuali controindicazioni o allergie.
  • Acne femminile con disfunzioni ormonali: forme resistenti ai trattamenti convenzionali, con papule e noduli localizzati su viso e collo, possono richiedere farmaci antiandrogeni (ciproterone acetato) o estroprogestinici orali.
  • Acne nodulo-cistica o conglobata: nei casi gravi o non responsivi, si utilizza l’isotretinoina, un derivato della vitamina A. Questo trattamento è controindicato in gravidanza a causa del rischio di gravi malformazioni fetali, richiedendo contraccezione e monitoraggi regolari durante e dopo la terapia. È inoltre incompatibile con l’esposizione al sole e prevede una durata di 16-20 settimane.


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