Flutter e Fibrillazione Atriale, Confronto tra Due Aritmie del Cuore. Scopri le differenze e i punti in comune tra flutter e fibrillazione atriale: sintomi, cause, diagnosi e trattamenti efficaci spiegati in modo chiaro e completo
Il flutter atriale e la fibrillazione atriale rappresentano due forme di aritmia che rientrano nella categoria delle tachiaritmie sopraventricolari, poiché si sviluppano nelle camere superiori del cuore, gli atrii. Sebbene derivino da meccanismi differenti, entrambe le condizioni sono accomunate da un’accelerazione del battito cardiaco e possono compromettere l’efficienza del cuore nel lungo periodo. Sul piano clinico, diagnostico e terapeutico, queste aritmie mostrano molti punti di contatto.
Fattori di Rischio Condivisi
I principali elementi che aumentano la probabilità di sviluppare queste aritmie sono simili. Tra i fattori predisponenti si annoverano l’ipertensione, l’avanzare dell’età, il sovrappeso, le alterazioni strutturali del cuore e le patologie valvolari. Tali condizioni contribuiscono in modo significativo all’insorgenza sia del flutter che della fibrillazione atriale.

Flutter e Fibrillazione Atriale, Confronto tra Due Aritmie del Cuore
La fibrillazione atriale è solitamente innescata da segnali elettrici anomali che partono dall’atrio sinistro. Questi impulsi si diffondono in maniera disorganizzata all’interno degli atrii, determinando una contrazione irregolare e inefficace.
Il flutter atriale, al contrario, è sostenuto da un circuito elettrico ripetitivo e stabile che genera un’attività atriale estremamente rapida ma regolare, con frequenze che spesso superano i 200 battiti al minuto. La forma più frequente, denominata flutter istmico, coinvolge l’atrio destro, mentre le varianti atipiche possono interessare anche l’atrio sinistro.
Il flutter atriale e la fibrillazione atriale sono due tipi di disturbo del ritmo del cuore. Entrambi nascono nella parte alta del cuore (chiamata atrio) e fanno parte delle cosiddette tachiaritmie, cioè situazioni in cui il cuore batte troppo velocemente. Anche se funzionano in modo diverso, possono causare sintomi simili e si curano con approcci in parte comuni.
Quali sono le cause?
Le due aritmie possono comparire più facilmente in presenza di alcuni fattori:
- pressione alta;
- età avanzata;
- sovrappeso o obesità;
- malattie del cuore;
- problemi alle valvole cardiache.
In che cosa sono diverse?
La fibrillazione atriale è causata da impulsi elettrici irregolari che partono, di solito, dall’atrio sinistro. Il risultato è un battito del cuore irregolare e disordinato.
Il flutter atriale, invece, è causato da un circuito elettrico che gira in modo costante e regolare, ma molto veloce (spesso oltre i 200 battiti al minuto). Il tipo più comune interessa l’atrio destro, ma esistono anche forme meno frequenti che coinvolgono l’atrio sinistro.
Nel flutter, il battito è di solito veloce ma regolare. Nella fibrillazione, invece, è veloce e irregolare.
Se il cuore batte troppo rapidamente per un lungo periodo, può indebolirsi e diventare più grande. Inoltre, le camere superiori del cuore non riescono a svuotarsi bene, il che può favorire la formazione di coaguli di sangue e aumentare il rischio di ictus o embolie.
Come si fa la diagnosi?
Per sapere con certezza se si tratta di flutter o fibrillazione, è necessario registrare l’attività del cuore. Si usano due esami:
- elettrocardiogramma (ECG);
- Holter ECG (un ECG registrato per almeno 24 ore).
- Un semplice controllo medico può far sospettare un’aritmia, ma solo questi esami permettono di confermarla.
Sintomi e Implicazioni Cliniche
I pazienti affetti da una di queste due aritmie lamentano generalmente disturbi simili: battito accelerato o irregolare (palpitazioni), respiro corto, senso di affaticamento, disagio generale e dolore toracico. Tuttavia, mentre nel flutter il polso tende a essere rapido ma regolare, nella fibrillazione è tipicamente disordinato e veloce.
Un battito accelerato mantenuto nel tempo può influenzare negativamente la funzione cardiaca, favorendo un progressivo ingrandimento delle camere cardiache. Inoltre, la contrazione eccessivamente rapida degli atrii ostacola il corretto svuotamento del sangue, facilitando la formazione di coaguli che possono determinare episodi embolici, anche di grave entità.
Il rischio di complicanze emboliche è simile per entrambe le aritmie e può essere valutato dal cardiologo, che decide anche sull’eventuale avvio di una terapia anticoagulante per prevenire eventi trombotici.
I sintomi del flutter e della fibrillazione atriale sono simili e possono includere:
- palpitazioni (battito forte o accelerato);
- fiato corto;
- stanchezza;
- malessere generale;
- dolore al petto.
Modalità Diagnostiche
Per individuare con certezza una di queste aritmie è necessario ricorrere a esami specifici come l’elettrocardiogramma (ECG) o il monitoraggio Holter, un ECG esteso su almeno 24 ore da effettuare durante un episodio aritmico. L’esame clinico può dare un’indicazione sospetta, ma non è sufficiente per formulare una diagnosi definitiva.
Il trattamento si articola in due approcci principali. Il primo punta al ripristino del ritmo cardiaco normale mediante farmaci antiaritmici, cardioversione elettrica o procedura di ablazione. Il secondo approccio mira invece al controllo della frequenza cardiaca, accettando la persistenza dell’aritmia ma riducendone gli effetti attraverso la somministrazione di farmaci che rallentano il battito.
Per quanto riguarda il flutter, grazie alla natura regolare del circuito elettrico che lo sostiene, è possibile intervenire in maniera precisa. L’ablazione transcatetere, che prevede l’inserimento di cateteri attraverso le vene per individuare il punto critico del circuito e applicare energia termica, risulta molto efficace nel flutter comune, con una percentuale di successo intorno al 95%. Per questo motivo, rappresenta il trattamento preferenziale.
Nel caso delle forme atipiche di flutter e nella fibrillazione atriale, l’efficacia della stessa procedura scende a circa il 70% e l’intervento risulta più complesso e duraturo. Viene generalmente riservato ai pazienti con sintomi severi, scarsa tolleranza ai farmaci o che preferiscono evitare terapie a lungo termine.
Il controllo della frequenza è solitamente più semplice nella fibrillazione atriale. Nel flutter, se i farmaci non riescono a mantenere la frequenza sotto controllo, può rendersi necessario l’intervento sul nodo atrioventricolare, con contestuale impianto di un pacemaker, secondo la strategia detta “Ablate & Pace”.
I pacemaker senza fili (approfondimento)
I pacemaker senza fili costituiscono un’alternativa ai dispositivi tradizionali, con un minore rischio di complicanze come stenosi venosa, infezioni e interferenze valvolari. Tuttavia, possono andare incontro a dislocazione ed embolizzazione nelle arterie polmonari, rendendo necessaria la rimozione per via endovascolare.
Per evitare danni alle valvole polmonare e tricuspide, è consigliato intrappolare il dispositivo in una guaina posizionata nell’arteria polmonare. Le tecniche convenzionali si avvalgono di sistemi ad ansa e guaine di grande calibro per garantire un recupero sicuro. Tuttavia, l’aggancio tramite la flangia distale o i rebbi in nitinol può risultare inefficace in alcune circostanze, richiedendo approcci alternativi in casi complessi o in presenza di posizionamenti anatomici sfavorevoli.
Il recupero dei dispositivi dislocati deve essere effettuato tempestivamente dopo l’individuazione della dislocazione. È necessario che le strutture abilitate all’impianto di pacemaker leadless siano dotate di personale esperto e strumenti idonei per l’eventuale recupero. Durante l’impianto dei pacemaker Micra, è raccomandato eseguire un test di trazione preliminare per ridurre il rischio di dislocazione o embolizzazione.