Cos’è la Cromogranina A, a cosa serve, come si interpreta l’esame e quali fattori possono influenzarne i risultati
La Cromogranina A (CgA) è una proteina acida appartenente al gruppo delle cromogranine, che si trova principalmente nelle cellule neuroendocrine, ovvero cellule che svolgono funzioni sia nervose sia endocrina. Questa proteina viene immagazzinata e rilasciata insieme agli ormoni o ai neurotrasmettitori nelle vescicole secretorie di tali cellule.
Dal punto di vista strutturale, la Cromogranina A è una glicoproteina di circa 49 kDa, situata all’interno delle vescicole secretorie delle cellule neuroendocrine. Essa ha un ruolo fondamentale come precursore di peptidi bioattivi e come indicatore della funzionalità di queste cellule.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. La Cromogranina A rappresenta un elemento chiave nel coordinamento delle funzioni neuroendocrine, esercitando un’influenza cruciale sia a livello molecolare che fisiologico per il mantenimento dell’equilibrio dell’organismo.
Clinicamente, la misurazione dei livelli di Cromogranina A nel sangue viene utilizzata come marcatore tumorale, utile per la diagnosi e il monitoraggio di tumori neuroendocrini quali carcinomi a cellule di Merkel, feocromocitomi, paragangliomi e tumori carcinoidi. Un aumento della concentrazione sierica di CgA può riflettere la presenza di tali neoplasie o la loro attività biologica.
La CgA riveste un ruolo importante nell’organismo, soprattutto nel sistema neuroendocrino, sia a livello fisiologico sia anatomico. Dal punto di vista funzionale è il precursore di diversi peptidi bioattivi, come la vasostatina, la catestatina e la parastatina, che intervengono nella regolazione di processi come il controllo della pressione arteriosa, la modulazione del rilascio di catecolamine e la risposta infiammatoria.
Inoltre è coinvolta nella formazione, immagazzinamento e rilascio delle vescicole secretorie contenenti ormoni e neurotrasmettitori nelle cellule neuroendocrine. Questo ne fa un elemento essenziale per il corretto funzionamento dei sistemi neuroendocrino e nervoso, influenzando la comunicazione tra le cellule e la risposta a stimoli esterni.
I peptidi derivati dalla CgA svolgono anche un ruolo nella regolazione delle funzioni cardiovascolari, esercitando effetti vasodilatatori o vasocostrittori, e partecipano alla modulazione della risposta immunitaria, agendo come segnali nelle reazioni infiammatorie.
Anatomicamente, la Cromogranina A si trova principalmente nelle vescicole secretorie delle cellule neuroendocrine distribuite in varie parti del corpo, tra cui il sistema nervoso centrale e periferico, il midollo surrenale, le cellule enterocromaffini del tratto gastrointestinale, gli isolotti pancreatici e più in generale nel sistema endocrino. In queste sedi, la sua presenza è fondamentale per il corretto stoccaggio e rilascio degli ormoni e neurotrasmettitori, contribuendo così alla comunicazione neuroendocrina e al mantenimento dell’omeostasi.
Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali
L’interpretazione dei valori nel sangue richiede una valutazione accurata, poiché i livelli possono variare in presenza di diverse condizioni sia fisiologiche sia patologiche. Generalmente, i valori normali di CgA sono considerati inferiori a circa 100 ng/mL, anche se possono variare in base al laboratorio e al metodo di analisi utilizzato. Questi livelli indicano un’attività normale delle cellule neuroendocrine.
Parametro | Descrizione |
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Valori di riferimento | Generalmente inferiori a 100 ng/mL (variano in base al laboratorio e alla metodica utilizzata) |
Valori elevati | > 100 ng/mL |
Valori bassi | Rari, generalmente non clinicamente significativi |
Sintomi associati | Sudorazione eccessiva, palpitazioni, ipertensione (feocromocitoma), diarrea cronica, crampi addominali (tumori carcinoidi), perdita di peso, affaticamento |
Patologie associate | Tumori neuroendocrini (carcinoidi, feocromocitomi, paragangliomi, tumori pancreatici neuroendocrini, carcinoma a cellule di Merkel), insufficienza renale, gastrite atrofica, iperplasia cellule enterocromaffini, malattie cardiovascolari, infezioni croniche e infiammazioni |
Note aggiuntive | Assunzione di inibitori di pompa protonica (IPP) può aumentare temporaneamente CgA; interpretare sempre nel contesto clinico; valori bassi raramente significativi; utile per diagnosi e monitoraggio tumori neuroendocrini |
Valori elevati di CgA possono suggerire la presenza di tumori neuroendocrini, come carcinoidi, feocromocitomi, paragangliomi, carcinomi a cellule di Merkel e tumori neuroendocrini pancreatici, ed è per questo che viene spesso utilizzata come marcatore per la diagnosi e il monitoraggio di queste patologie. Aumenti dei livelli possono riscontrarsi anche in condizioni non tumorali, tra cui insufficienza renale cronica, gastrite atrofica, iperplasia delle cellule enterocromaffini, malattie cardiovascolari, infezioni croniche e infiammazioni. Anche l’uso di alcuni farmaci, come gli inibitori di pompa protonica, può determinare un aumento transitorio della CgA. Pertanto, i valori elevati devono sempre essere interpretati con cautela e nel contesto clinico generale del paziente.
Valori bassi sono rari e generalmente non indicano condizioni patologiche specifiche; possono riflettere un numero ridotto di cellule neuroendocrine o una diminuzione della secrezione, ma non sono considerati significativi dal punto di vista clinico.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame si effettua attraverso un prelievo di sangue venoso, generalmente al mattino e a digiuno, e il campione viene analizzato in laboratorio mediante tecniche immunoenzimatiche o immunometriche per determinare la concentrazione di CgA nel siero.
Questo test viene principalmente richiesto per la diagnosi e il monitoraggio dei tumori neuroendocrini, come carcinoidi, feocromocitomi, paragangliomi e tumori pancreatici neuroendocrini. Viene inoltre utilizzato per valutare la risposta terapeutica nei pazienti affetti da tali neoplasie. L’esame può essere prescritto anche in presenza di sintomi sospetti di tumori neuroendocrini, quali diarrea cronica, ipertensione parossistica o sudorazione eccessiva.
In alcune situazioni, il dosaggio della CgA viene impiegato per investigare condizioni che influenzano la secrezione neuroendocrina o per escludere altre patologie, sempre considerando il quadro clinico complessivo del paziente.
Fattori che influenzano l’esame
I risultati dell’esame possono essere influenzati da diversi fattori, che richiedono un’attenta valutazione nel contesto clinico. Tra i principali vi è l’assunzione di farmaci, in particolare gli inibitori di pompa protonica (IPP) utilizzati per gastrite o reflusso gastroesofageo, che possono aumentare significativamente i livelli di CgA; anche corticosteroidi e beta-bloccanti possono alterare i valori.
L’insufficienza renale, a causa della ridotta capacità di eliminazione, può determinare un accumulo della proteina nel sangue. Inoltre, condizioni infiammatorie o malattie croniche, come la gastrite atrofica o infezioni croniche, possono elevare i livelli di CgA.
Anche fattori fisiologici non patologici, come lo stress o l’esercizio fisico intenso, possono temporaneamente modificare i valori. Infine, alimentazione e orario del prelievo possono avere un effetto lieve sui risultati. Per questo è importante comunicare al medico eventuali farmaci in uso o condizioni particolari prima di sottoporsi all’esame.