HOMA-IR alta, bassa, valori normali - Esame del sangue

L’HOMA-IR (Homeostatic Model Assessment of Insulin Resistance) è un parametro utile per stimare sia la resistenza all’insulina sia l’attività delle cellule β del pancreas, responsabili della sua produzione.

Questo indice consente di valutare quanto efficacemente le cellule dell’organismo rispondono all’insulina e di individuare eventuali alterazioni della funzione pancreatica. È impiegato soprattutto per riconoscere in fase precoce il rischio di sviluppare disturbi metabolici come diabete di tipo 2, sindrome metabolica, sindrome dell’ovaio policistico, steatosi epatica e altre condizioni correlate.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. L’HOMA-IR rappresenta uno strumento semplice ma prezioso nella pratica clinica, in grado di fornire indicazioni precoci sullo stato metabolico e di supportare strategie mirate di prevenzione e trattamento

Viene inoltre utilizzato per monitorare i risultati di interventi dietetici, terapeutici o preventivi, permettendo di rilevare miglioramenti o peggioramenti del metabolismo prima che si manifestino alterazioni evidenti nei livelli di glicemia o di emoglobina glicata.

Come interpretare i valori dell’esame: alta, bassa e normale

L’interpretazione dei valori si basa sulla relazione tra sensibilità all’insulina e rischio metabolico. Valori inferiori a 1 indicano una sensibilità insulinica ottimale, mentre un intervallo tra 1 e circa 2 è generalmente considerato nella norma o associato a un rischio lieve. Un indice compreso tra 1,9 e 2,9 può segnalare una resistenza insulinica iniziale, mentre valori pari o superiori a 2,5 suggeriscono una condizione significativa di insulino-resistenza. Livelli molto elevati, come quelli oltre 5, si osservano più spesso in presenza di diabete di tipo 2 conclamato.

Alcune soglie cliniche più precise sono state identificate in contesti specifici: 1,82 per distinguere soggetti sani da prediabetici, 2,1 come indicatore di resistenza insulinica nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico e 2,4 per la presenza di sindrome metabolica; valori intorno a 3,6 o superiori sono associati a un alto rischio o alla diagnosi di diabete di tipo 2.

Valore HOMA-IRInterpretazione / Sensibilità InsulinicaPossibili sintomi*Patologie associate**Note aggiuntive
< 1OttimaleNessun sintomo correlato; buona energia, peso stabileNessuna correlazione patologica direttaIndica elevata sensibilità all’insulina; spesso presente in soggetti metabolicamente sani
1 – 1,9 (fino a 2,0)Normale o rischio lieveGeneralmente asintomatico; talvolta lieve stanchezzaRischio metabolico basso; possibile familiarità per diabetePuò indicare iniziale riduzione della sensibilità insulinica in soggetti predisposti
1,9 – 2,9Resistenza insulinica iniziale / borderlineAffaticamento postprandiale, aumento peso addominale, fame frequentePrediabete, sindrome metabolica in fase precoce, dislipidemiaMonitorare dieta e stile di vita; utile follow-up con altri parametri (glicemia, HbA1c, lipidi)
≥ 2,5Resistenza insulinica significativaStanchezza persistente, difficoltà a perdere peso, aumento circonferenza vitaInsulino-resistenza conclamata, prediabete, sindrome metabolica, PCOS, steatosi epaticaRichiede valutazione clinica; possibili interventi nutrizionali, attività fisica mirata, terapie farmacologiche
≈ 3,6 e oltreAlto rischio o diabete tipo 2Sintomi classici di iperglicemia: sete, poliuria, calo ponderale, visione offuscataDiabete tipo 2, sindrome metabolica avanzata, complicanze micro e macrovascolariNecessario intervento medico; conferma diagnostica con OGTT, HbA1c, altri esami
> 5Molto elevatoSintomi severi di iperglicemia, possibile chetoacidosi (in contesti acuti)Diabete tipo 2 scompensato, possibile diabete tipo 1 in fase tardiva o LADASpesso associato a marcata disfunzione β-cellulare; urgente gestione clinica

Poiché i valori possono variare in base all’età, al sesso, all’etnia, alla popolazione di riferimento e alle metodiche di laboratorio, la valutazione deve sempre essere inserita in un quadro clinico complessivo e integrata con altri parametri diagnostici.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame viene eseguito tramite un prelievo di sangue venoso, solitamente dal braccio, dopo un digiuno di almeno otto ore in cui è consentita solo l’assunzione di acqua. Dal campione prelevato si misurano la glicemia e l’insulinemia a digiuno, valori che vengono poi inseriti in una formula matematica per calcolare l’indice HOMA-IR.

Si tratta di un test semplice, non invasivo e poco costoso, utilizzato per valutare la resistenza all’insulina e la funzionalità delle cellule β pancreatiche, anche in assenza di alterazioni evidenti di glicemia o emoglobina glicata.

Viene richiesto soprattutto in soggetti con fattori di rischio metabolico, familiarità per diabete, sovrappeso, obesità, ipertensione o dislipidemia, e nelle donne con PCOS. È impiegato anche per monitorare l’efficacia di interventi dietetici, attività fisica o terapie farmacologiche e trova applicazione in ambito di ricerca clinica.

Non è consigliato nei pazienti diabetici già in trattamento farmacologico o in chi assume farmaci che influenzano la secrezione insulinica, poiché i risultati potrebbero essere inattendibili. L’interpretazione dei valori deve sempre avvenire nel contesto del quadro clinico complessivo.

Fattori che influenzano l’esame
FattoreEffetto quantitativo sul HOMA-IR
Obesità (BMI elevato)Nei soggetti con BMI medio intorno a 45,8 kg/m², il HOMA-IR medio è circa 5,38 ± 0,65, mentre nei normopeso (~24,2 kg/m²) è 2,17 ± 0,24.
Grasso addominaleLa prevalenza di insulino-resistenza è di circa 54% nei soggetti con obesità addominale, rispetto a circa 25% in chi non la presenta.
Attività fisica regolareChi svolge attività fisica ad alta intensità mostra una riduzione significativa del rischio di aumento del HOMA-IR rispetto a soggetti sedentari.
Interventi di esercizio in persone sovrappeso/obeseAllenamenti strutturati riducono in media il HOMA-IR con un effetto pari a –0,34 (misurato come differenza standardizzata media).
Esercizio combinato in adulti inattiviRiduzione marcata del HOMA-IR, con effetto medio di –0,95.
Donne di mezza etàLa sedentarietà è positivamente correlata al HOMA-IR, mentre attività moderata/intensa mostra correlazione inversa; l’effetto si riduce dopo aggiustamento per massa grassa.
Attività fisica svolta in giovane etàChi ha praticato sport regolarmente in gioventù presenta un rischio di insulino-resistenza in età adulta ridotto di circa 25%.

I valori possono essere influenzati da diversi fattori legati allo stile di vita, alle condizioni fisiologiche e allo stato di salute generale. L’eccesso di grasso viscerale, una dieta ricca di zuccheri semplici e grassi poco salutari e la sedentarietà tendono a peggiorare la sensibilità all’insulina, innalzando l’indice. Al contrario, l’attività fisica regolare contribuisce a ridurlo.

Anche lo stress cronico, attraverso l’aumento del cortisolo, e la scarsa qualità o quantità del sonno possono alterare il metabolismo insulinico. Disturbi tiroidei, gravidanza, esercizio fisico eccessivamente intenso, età avanzata e malattie croniche come diabete, sindrome metabolica o PCOS rappresentano ulteriori elementi in grado di condizionare il risultato.

Fattori ambientali, come l’esposizione a inquinanti persistenti, l’infiammazione cronica e la predisposizione genetica, possono favorire la resistenza all’insulina e modificare i valori ottenuti. L’interpretazione dell’HOMA-IR richiede quindi di considerare il quadro complessivo del paziente, includendo abitudini, anamnesi e condizioni temporanee.



Scopri come interpretare i valori della vitamina B12 nel sangue, i fattori che li influenzano e quando è utile eseguire l’esame