Lo shock anafilattico è una emergenza medica che richiede prontezza e conoscenza. Riconoscere i sintomi precoci, somministrare l’adrenalina e contattare i soccorsi sono passaggi fondamentali per salvare una vita
Le allergie rappresentano una condizione diffusa che può manifestarsi con sintomi di varia gravità, da lievi fastidi a situazioni potenzialmente letali come lo shock anafilattico. Quest’ultimo è una reazione allergica estrema che richiede un intervento immediato per evitare conseguenze gravi, come difficoltà respiratorie severe o, nei casi più estremi, il decesso. La consapevolezza dei sintomi e delle modalità di intervento può fare la differenza tra la vita e la morte.

Reazioni allergiche e shock anafilattico: riconoscere i segnali e intervenire rapidamente può salvare vite
La diffusione delle allergie: un fenomeno globale
Le allergie colpiscono una porzione significativa della popolazione mondiale, una grande fetta della popolazione che riflette un trend globale: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che il 20-25% della popolazione mondiale soffra di allergie, con un aumento costante negli ultimi decenni, soprattutto nei Paesi industrializzati. Le cause sono molteplici e includono allergeni comuni come pollini, alimenti (es. arachidi, crostacei, latte), farmaci (es. penicillina), punture d’insetto, peli di animali e, in rari casi, persino l’acqua (orticaria acquagenica). Fattori ambientali, genetici e lo stile di vita moderno, come l’eccessiva igiene o l’esposizione a inquinanti, contribuiscono all’aumento di queste condizioni.
Cos’è lo shock anafilattico e perché è pericoloso
Lo shock anafilattico, o anafilassi, è una reazione allergica sistemica e rapida che coinvolge più sistemi corporei, in particolare quello respiratorio e cardiovascolare. Si verifica quando il sistema immunitario rilascia grandi quantità di istamina e altre sostanze chimiche in risposta a un allergene, causando un’infiammazione diffusa. Secondo il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), l’anafilassi può evolvere in pochi minuti e, senza trattamento, portare a un collasso cardiovascolare o a un’ostruzione delle vie aeree. La sua pericolosità risiede nella rapidità con cui i sintomi si aggravano, rendendo essenziale un intervento immediato.
Riconoscere i sintomi: segnali d’allarme
I sintomi dello shock anafilattico possono variare, ma quelli respiratori e cardiovascolari sono i più critici. Tra i principali segnali da riconoscere, secondo linee guida internazionali come quelle dell’American Academy of Allergy, Asthma & Immunology (AAAAI), troviamo:
- Difficoltà respiratorie: respiro corto, sibilante o sensazione di chiusura della gola.
- Oppressione toracica: senso di costrizione al petto.
- Tachicardia o aritmia: battito cardiaco accelerato o irregolare.
- Orticaria e prurito: eruzioni cutanee, arrossamenti o gonfiore, spesso accompagnati da intenso prurito.
- Edema: gonfiore di labbra, lingua, viso o altre parti del corpo.
- Sintomi gastrointestinali: nausea, vomito, crampi addominali.
- Confusione o perdita di coscienza: dovuta a un calo della pressione sanguigna o a una ridotta ossigenazione.
Un aspetto cruciale è che i sintomi possono manifestarsi in modo isolato o combinato, e non sempre tutti sono presenti contemporaneamente. Inoltre, l’anafilassi può essere scatenata da qualsiasi allergene, anche in persone senza una storia precedente di reazioni gravi.
L’adrenalina (o epinefrina) è il trattamento di prima linea per l’anafilassi. Le persone a rischio di reazioni gravi spesso portano con sé un autoiniettore (es. EpiPen), che deve essere somministrato immediatamente nella parte esterna della coscia, anche attraverso i vestiti, non appena si manifestano sintomi respiratori o sistemici. Secondo l’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI), l’adrenalina agisce rapidamente riducendo il gonfiore, migliorando la respirazione e stabilizzando la pressione sanguigna.
È fondamentale non ritardare la somministrazione, anche in assenza di sintomi cutanei, poiché l’efficacia diminuisce con il progredire della reazione.Dopo l’iniezione, è indispensabile contattare i servizi di emergenza. In Italia, il numero di emergenza è il 118. Anche se i sintomi sembrano migliorare dopo l’adrenalina, il monitoraggio medico è essenziale, poiché l’anafilassi può avere una fase di “rimbalzo” (recidiva) nelle ore successive.
Chi è soggetto a reazioni allergiche gravi porta spesso con sé un autoiniettore di adrenalina (o epinefrina), da somministrare sulla parte esterna della coscia. Se disponibile, l’iniezione deve avvenire subito appena compaiono problemi respiratori, anche se non sono presenti altri sintomi.
Misure di supporto in attesa dei soccorsi
Mentre si attende l’arrivo dei soccorritori, alcune misure possono aiutare a stabilizzare la persona:
- Posizione corretta: se la persona è incosciente, sdraiarla in posizione supina con le gambe leggermente sollevate per favorire la circolazione, a meno che non sia incinta; in tal caso, posizionarla sul lato sinistro per evitare la compressione della vena cava inferiore. Se è cosciente, farla sedere con le gambe distese per facilitare la respirazione. in caso di gravidanza, posizionarla sul lato sinistro per ottimizzare il flusso sanguigno e l’ossigenazione del feto.
- Monitoraggio: controllare costantemente la respirazione e il battito cardiaco. Se la persona smette di respirare, iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) se si è formati per farlo.
- Evitare ulteriori esposizioni: rimuovere, se possibile, l’allergene (es. cibo dalla bocca, pungiglione di un insetto dalla pelle).
Coinvolgere familiari o persone presenti può aiutare a gestire la situazione e fornire supporto emotivo alla persona colpita.
Prevenzione e gestione a lungo termine
La prevenzione dell’anafilassi richiede una gestione attenta delle allergie. Gli esperti raccomandano:
- Test allergologici: consultare un allergologo per identificare gli allergeni scatenanti tramite test cutanei o esami del sangue.
- Piano d’azione: sviluppare un piano personalizzato con il medico, che includa l’uso dell’autoiniettore e le istruzioni per i familiari.
- Educazione: informare amici, colleghi e familiari sui rischi e sulle modalità di intervento.
- Evitare allergeni noti: ad esempio, leggere attentamente le etichette degli alimenti o evitare ambienti con insetti pungenti.
Inoltre, le persone con una storia di anafilassi dovrebbero portare sempre con sé due autoiniettori, poiché una singola dose potrebbe non essere sufficiente in casi gravi.
La crescente prevalenza delle allergie sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza pubblica e di un’educazione diffusa su come gestire queste situazioni. Se hai una storia di allergie gravi, consulta un allergologo e assicurati di essere preparato per affrontare un’eventuale crisi.





