L’obesità rappresenta una sfida sanitaria, sociale ed economica di portata globale. Non si tratta di un problema circoscritto ai Paesi ricchi, ma di un fenomeno che interessa ormai tutte le nazioni, con impatti devastanti sia sulla salute individuale sia sui sistemi sanitari

L’obesità è oggi considerata una delle principali emergenze di salute pubblica a livello mondiale. Questo disturbo, caratterizzato da un eccessivo accumulo di tessuto adiposo che mette a rischio il benessere generale, ha raggiunto proporzioni allarmanti negli ultimi decenni. Non si tratta soltanto di una questione estetica, ma di una condizione cronica che influenza negativamente numerosi apparati dell’organismo e che aumenta sensibilmente la probabilità di sviluppare malattie croniche non trasmissibili come diabete, tumori e patologie cardiovascolari.

Secondo le stime internazionali, nel 2022 oltre 2,5 miliardi di adulti erano in sovrappeso, e circa 890 milioni convivevano già con obesità. In termini percentuali, quasi la metà degli adulti sopra i 18 anni presentava un peso corporeo superiore a quello ritenuto salutare, e circa il 16% era classificato come obeso. Numeri che testimoniano una crescita rapidissima rispetto al 1990, quando la prevalenza era molto più contenuta.

Obesità, una crescita preoccupante

Educare le persone sulle cause e sugli effetti dell’obesità, rendere più accessibili cibi nutrienti e creare contesti che favoriscano il movimento quotidiano sono passi indispensabili per invertire la tendenza. Senza un impegno concreto, l’obesità continuerà a diffondersi, diventando una conseguenza inevitabile dello stile di vita moderno

Dati epidemiologici nel mondo e in Giordania

A livello globale, si calcola che più di 1,9 miliardi di adulti siano in eccesso ponderale, di cui oltre 650 milioni clinicamente obesi. Dal 1975 a oggi, i tassi sono quasi triplicati.

Il problema non risparmia i singoli Paesi: un’indagine condotta in Giordania, ad esempio, ha rilevato che circa il 30% della popolazione femminile è in sovrappeso e quasi il 39% soffre di obesità. Variabili come l’area geografica, l’età, l’età al matrimonio, il numero di figli, la disponibilità economica e l’abitudine al fumo sono risultati fattori predittivi rilevanti.

Le proiezioni future sono ancora più preoccupanti: entro il 2035 si stima che metà della popolazione mondiale sarà sovrappeso o obesa. La crescita maggiore si registrerà nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente in Africa e in Asia, dove le risorse sanitarie e le infrastrutture non sono adeguatamente preparate ad affrontare tale sfida.

Definizione e criteri diagnostici

L’obesità viene solitamente determinata attraverso il calcolo dell’indice di massa corporea (BMI), ottenuto dividendo il peso in chilogrammi per l’altezza in metri al quadrato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce sovrappeso un BMI pari o superiore a 25, mentre il limite per l’obesità è fissato a 30.

Il BMI non è l’unico indicatore utilizzato. Spesso si ricorre anche al rapporto vita-fianchi, che fornisce informazioni aggiuntive sul rischio di sviluppare patologie associate all’accumulo di grasso addominale. Nei bambini e negli adolescenti i parametri sono differenti e tengono conto dell’età e del sesso.

Cause multifattoriali dell’obesità

Le origini dell’obesità sono complesse e derivano dall’interazione tra fattori genetici, ambientali, comportamentali e sociali. Le cause principali includono:

  • Alimentazione inadeguata, ricca di cibi ultraprocessati, zuccheri e grassi saturi.
  • Scarsa attività fisica, con stili di vita sedentari.
  • Alterazioni del sonno e ritmi circadiani disturbati.
  • Condizioni cliniche preesistenti o assunzione di alcuni farmaci.
  • Predisposizione genetica, che può aumentare la probabilità di accumulare peso.
  • Fattori psicologici e sociali, come stress cronico e disuguaglianze economiche.

L’ambiente cosiddetto “obesogenico” gioca un ruolo determinante: città prive di spazi sicuri per muoversi, cibi sani poco accessibili e più costosi, strategie di marketing che favoriscono alimenti poco nutrienti. Tutto ciò rende difficile mantenere uno stile di vita equilibrato.

Conseguenze sull’apparato cardiovascolare

Il sistema cardiovascolare è tra i più colpiti dalle conseguenze dell’obesità. L’accumulo di grasso favorisce la formazione di placche aterosclerotiche che possono ostruire le arterie, aumentando il rischio di infarto e ictus.

Inoltre, condizioni frequentemente associate come ipertensione, diabete di tipo 2 e apnea notturna amplificano ulteriormente il pericolo. Non sorprende che le malattie cardiache siano tra le principali cause di morte correlate all’obesità.

Effetti sull’apparato respiratorio

Il grasso in eccesso può ridurre la capacità polmonare e ostacolare il passaggio dell’aria. Chi soffre di obesità ha maggiori probabilità di sviluppare ipertensione polmonare, embolia, infezioni respiratorie, asma e sindrome da ipoventilazione.

Un disturbo molto diffuso è l’apnea ostruttiva del sonno: le vie respiratorie si chiudono parzialmente o completamente durante la notte, causando pause respiratorie. Questa condizione, se non trattata, non solo compromette la qualità del riposo, ma accresce anche il rischio di diabete e problemi cardiovascolari.

L’obesità può compromettere seriamente la salute dell’apparato gastrointestinale. Tra le complicazioni più comuni troviamo la steatosi epatica non alcolica, la cirrosi, la formazione di calcoli biliari, l’esofagite erosiva e la gastrite.

Un disturbo particolarmente diffuso tra chi è obeso è il reflusso gastroesofageo (GERD), che interessa dal 22 al 70% delle persone obese, a fronte di circa il 15% della popolazione generale. La causa è riconducibile all’aumento della pressione addominale e all’infiammazione dei tessuti esofagei.

Impatto sulla riproduzione

Il sovrappeso influenza anche la salute riproduttiva. Nelle donne può alterare l’ovulazione e il ciclo mestruale, oltre a incrementare i rischi durante la gravidanza.

Negli uomini, alcune ricerche hanno evidenziato possibili cambiamenti nella produzione di spermatozoi e nei livelli di testosterone. Anche se le prove non sono definitive, il legame tra obesità e fertilità compromessa resta oggetto di grande interesse scientifico.

Conseguenze sul sistema endocrino

L’obesità è strettamente collegata a diverse disfunzioni ormonali, come l’ipotiroidismo, la sindrome di Cushing e la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).

Il rischio maggiore, però, riguarda il diabete di tipo 2: circa l’80% degli adulti che sviluppano questa patologia presenta un eccesso di peso. L’iperglicemia prolungata può causare ulteriori complicanze a cuore, reni e sistema circolatorio.

Problemi dermatologici

L’accumulo di tessuto adiposo comporta anche conseguenze sulla pelle. Le pieghe cutanee favoriscono sudorazione e umidità, terreno fertile per irritazioni, infezioni e dermatiti.

Tra le condizioni più frequenti si annoverano acanthosis nigricans, smagliature, verruche cutanee, psoriasi, cellulite e linfedema.

Apparato muscolo-scheletrico

Il peso in eccesso esercita una pressione continua sulle articolazioni, favorendo l’insorgenza di osteoartrite e dolore cronico.

La massa adiposa può inoltre ridurre l’efficienza muscolare, limitando la mobilità e aumentando il rischio di cadute. Alcuni studi suggeriscono persino un’associazione tra obesità e osteoporosi, con maggiore fragilità ossea.

Salute mentale e benessere psicologico

Le ripercussioni non si limitano al corpo. Chi convive con obesità spesso soffre di bassa autostima, disturbi dell’umore e peggioramento della qualità di vita.

Tra il 20 e il 60% delle persone obese presenta un disturbo psicologico diagnosticabile. La depressione, in particolare, è fino a cinque volte più frequente nei casi di obesità grave. Anche ansia, disturbi alimentari e dipendenze sono più comuni.

Obesità e cancro

Esistono evidenze crescenti che collegano l’obesità all’aumento del rischio di alcuni tumori, tra cui fegato, rene, pancreas, colon, ovaio e colecisti. Il grasso corporeo in eccesso influisce sui processi infiammatori e ormonali, creando un ambiente favorevole allo sviluppo delle cellule tumorali.

Conseguenze economiche e sociali

L’epidemia di obesità non pesa solo sulla salute individuale, ma anche sui sistemi sanitari e sull’economia. Se non verranno prese contromisure, entro il 2030 i costi globali legati al sovrappeso supereranno i 3 trilioni di dollari all’anno, arrivando a oltre 18 trilioni entro il 2060.

La condizione crea inoltre un “doppio fardello” nei Paesi a basso e medio reddito, dove la malnutrizione da carenza convive paradossalmente con la crescente diffusione di obesità.

Strategie di prevenzione e gestione

Contrastare l’obesità è possibile, ma richiede un approccio integrato:

A livello individuale: promuovere una dieta equilibrata, limitare zuccheri e grassi, consumare più frutta, verdura e cereali integrali, mantenere un’attività fisica regolare, garantire un sonno adeguato ed evitare fumo e alcol.

Durante la gravidanza e l’infanzia: monitorare l’aumento di peso, incentivare l’allattamento esclusivo fino ai sei mesi e promuovere abitudini sane nei bambini.

A livello sanitario: medici e operatori devono identificare precocemente i casi a rischio, fornire consulenza nutrizionale, incoraggiare l’attività fisica e, se necessario, ricorrere a terapie mediche o chirurgiche.

A livello politico e sociale: occorrono leggi e regolamentazioni per rendere accessibili e convenienti i cibi sani, ridurre zuccheri, grassi e sale nei prodotti industriali e limitare il marketing alimentare rivolto ai minori.

Risposta dell’OMS e prospettive future

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto da tempo la necessità di affrontare urgentemente questa crisi. Nel 2022, durante la 75ª Assemblea Mondiale della Sanità, è stato approvato un piano di accelerazione per fermare l’avanzata dell’obesità. L’obiettivo è rafforzare le politiche pubbliche, sostenere i Paesi nell’attuazione di strategie preventive e promuovere ambienti favorevoli a stili di vita salutari.

Link esterniSe vuoi saperne un pò di più, leggere qualche articolo scientifico in inglese o delle fonti ufficiali, ti proponiamo degli spunti interessanti.


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