L’ipotiroidismo è una condizione in cui la ghiandola tiroidea produce quantità insufficienti di ormoni tiroidei. Questa condizione può manifestarsi con una vasta gamma di sintomi, che possono variare da lievi a gravi.
La tiroide, una ghiandola a forma di farfalla situata nella regione anteriore del collo, svolge un ruolo fondamentale nel regolare diverse funzioni dell’organismo attraverso la produzione di ormoni. Questi ormoni controllano il metabolismo, la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, l’umore e altre funzioni vitali. Quando la tiroide non funziona correttamente e non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei, si sviluppa l’ipotiroidismo.
L’ipotiroidismo può essere causato da diverse condizioni, tra cui la Tiroidite di Hashimoto, in cui il sistema immunitario attacca e danneggia la ghiandola tiroidea, o interventi chirurgici che coinvolgono la rimozione parziale o totale della tiroide.
Uno dei sintomi più comuni dell’ipotiroidismo è l’affaticamento e la debolezza costante, che può influire sul livello di energia di una persona. Altri sintomi includono un aumento di peso nonostante l’assunzione di cibo rimanga la stessa, sensibilità al freddo a causa del rallentamento del metabolismo, pelle secca e desquamata, capelli e unghie fragili, affaticamento mentale e difficoltà di concentrazione, gonfiore del viso e dei polsi a causa dell’accumulo di liquidi, cambiamenti dell’umore come depressione e ansia, irregolarità mestruali nelle donne e problemi digestivi come stitichezza e gonfiore addominale.
È importante sottolineare che i sintomi dell’ipotiroidismo possono variare da persona a persona e possono dipendere dalla gravità della condizione. Pertanto, se si sospetta di avere ipotiroidismo, è fondamentale consultare un medico per una valutazione accurata e una corretta diagnosi.
L’ipotiroidismo è una condizione comune e può interessare fino al 2% della popolazione in forme più lievi. È importante identificare e trattare correttamente l’ipotiroidismo per prevenire complicazioni e garantire un adeguato sviluppo e funzionamento del corpo.
L’ipotiroidismo è una condizione più comune nelle donne, nelle persone con altri disturbi tiroidei e negli individui di età superiore ai 60 anni. La causa più comune è la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule tiroidee, riducendo la loro capacità di produrre ormoni. Altre possibili cause includono la presenza di noduli, altre forme di tiroidite, ipotiroidismo congenito, rimozione chirurgica della tiroide, radioterapia alla tiroide e alcuni farmaci.
I sintomi dell’ipotiroidismo sono spesso aspecifici e possono variare da persona a persona. Tuttavia, alcuni sintomi tipici includono stanchezza intensa che può limitare le attività quotidiane, difficoltà a perdere peso nonostante le restrizioni dietetiche, debolezza muscolare, sonnolenza e intolleranza al freddo. Nei soggetti ipotiroidei, possono anche verificarsi alterazioni dei cicli mestruali nelle donne e un rallentamento della crescita nei bambini.
È particolarmente importante che le donne in età fertile che desiderano una gravidanza sottopongano a controlli della funzione tiroidea, soprattutto se hanno una storia familiare di ipotiroidismo o altre malattie autoimmuni. Il corretto funzionamento della tiroide è essenziale durante la gravidanza per garantire un corretto sviluppo dell’embrione e del feto.
Negli anziani, l’ipotiroidismo può manifestarsi con sintomi neurocognitivi simili a un decadimento cognitivo, mentre nei bambini può causare interruzioni o rallentamenti della crescita in altezza.
Per diagnosticare l’ipotiroidismo, è necessario eseguire un esame del sangue per determinare le concentrazioni degli ormoni tiroidei, in particolare TSH, FT3 e FT4. Il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi che regola la funzione della ghiandola tiroidea ed è un marcatore molto sensibile per valutare il funzionamento della tiroide. Se i livelli di TSH risultano elevati e i livelli di FT3 e FT4 sono ridotti rispetto ai limiti di normalità, si può fare una diagnosi di ipotiroidismo che richiede un trattamento adeguato.
La diagnosi dell’ipotiroidismo si basa sull’esame fisico, la valutazione dei sintomi e, soprattutto, su specifici test ematici. Il trattamento consiste nell’assunzione quotidiana di ormoni tiroidei sintetici per compensare la carenza di produzione endogena. Senza trattamento, l’ipotiroidismo può causare complicazioni anche gravi, ma una volta diagnosticato e correttamente trattato, la prognosi è generalmente buona e i sintomi regrediscono in poche settimane o mesi.
L’ipotiroidismo può essere di tipo primario, quando la tiroide stessa non produce sufficienti ormoni tiroidei, o di tipo secondario, meno comune, quando il problema si verifica a livello dell’ipofisi, la ghiandola che regola la produzione ormonale della tiroide. La carenza di iodio è una causa rara nei Paesi sviluppati, ma la tiroidite di Hashimoto è molto diffusa, soprattutto nelle donne. Altre cause comprendono la rimozione chirurgica della tiroide, le radiazioni, l’ipotiroidismo congenito e l’uso di determinati farmaci.
Il trattamento principale per l’ipotiroidismo è la terapia sostitutiva, che consiste nell’assunzione di ormone tiroideo sintetico per compensare la mancanza di produzione da parte della ghiandola tiroidea. Questo ormone di sintesi è identico all’ormone tiroideo naturale prodotto dalla tiroide e viene ben tollerato dal nostro organismo. La terapia sostitutiva è efficace nel ripristinare la funzione tiroidea e viene continuata anche durante la gravidanza per garantire un corretto sviluppo dell’embrione e del feto.
Le cause dell’ipotiroidismo possono essere di tipo primario, quando la patologia si sviluppa direttamente nella tiroide, o di tipo secondario, quando è causata da un deficit dell’ipofisi. Le cause più comuni dell’ipotiroidismo primario includono patologie autoimmuni come la Tiroidite di Hashimoto, interventi chirurgici che comportano la rimozione della tiroide, terapie con iodio radioattivo e alcuni farmaci. Altre cause possono essere difetti congeniti della tiroide, carenza di iodio e ipotiroidismo durante la gravidanza.
I sintomi dell’ipotiroidismo possono variare, ma possono includere stanchezza, sensibilità al freddo, stipsi, pelle secca, aumento di peso, gonfiore del viso, raucedine, debolezza muscolare, aumento del colesterolo, assottigliamento dei capelli, bradicardia, depressione, disturbi della memoria e accumulo di liquidi nel sottocutaneo.
Nel caso dell’ipotiroidismo infantile, che è presente fin dalla nascita, è fondamentale una diagnosi precoce. Tuttavia, può essere difficile rilevarlo clinicamente nei neonati, motivo per cui è stato introdotto lo screening neonatale dell’ipotiroidismo congenito, che prevede la misurazione dell’ormone tireostimolante TSH nei primi giorni di vita.
La diagnosi dell’ipotiroidismo si basa sul dosaggio di TSH, eventualmente accompagnato dal dosaggio degli ormoni tiroidei T3 e T4. In caso di alterazioni del TSH, vengono effettuati ulteriori esami per confermare la diagnosi, come la ricerca di anticorpi contro la tiroide e l’ecografia della ghiandola tiroidea.
Il trattamento specifico dell’ipotiroidismo prevede l’assunzione di tiroxina, l’ormone tiroideo, per via orale al fine di compensare la mancanza. Il dosaggio viene gradualmente incrementato e, nella maggior parte dei casi, il trattamento deve essere seguito per tutta la vita. È importante sottoporsi a controlli periodici per valutare l’efficacia della terapia.
È opportuno ricordare che alcuni alimenti, integratori alimentari e farmaci possono interferire con l’assorbimento dell’ormone tiroideo assunto durante la terapia. Pertanto, è consigliabile consultare il medico se si assumono costantemente tali elementi.