L’incremento del cancro al colon tra i giovani è un fenomeno che richiede attenzione immediata e interventi mirati
Negli ultimi anni, il cancro al colon-retto non colpisce più esclusivamente le persone anziane. I dati più recenti indicano un aumento significativo dei casi tra gli individui sotto i 50 anni, in particolare nella fascia dai 20 ai 29 anni, con un incremento dell’incidenza del 7,9% all’anno tra il 2004 e il 2016. Questo cambiamento epidemiologico ha destato preoccupazione tra i medici e gli specialisti, sottolineando l’urgenza di aggiornare le strategie di prevenzione e diagnosi precoce.

Ridurre il consumo di cibi ultraprocessati, privilegiare alimenti salutari come lo yogurt e aggiornare i programmi di screening rappresentano strategie fondamentali. La capillare presenza delle farmacie sul territorio può svolgere un ruolo chiave nella promozione della prevenzione, contribuendo a diminuire l’incidenza della malattia e migliorando la salute della popolazione giovanile
Negli Stati Uniti, il cancro colorettale (CRC) rappresenta il terzo tumore più diagnosticato e la terza causa di morte per cancro sia negli uomini sia nelle donne. Si stima che nel 2025 verranno diagnosticati circa 154.000 nuovi casi di CRC. Questo tumore si sviluppa nei tessuti molli del sistema digestivo, frequentemente nella mucosa del colon o del retto.
A livello globale, circa un uomo su 24 e una donna su 26 svilupperanno il cancro colorettale nel corso della vita. Recenti dati evidenziano un fenomeno preoccupante: una persona su cinque diagnosticata con CRC ha meno di 55 anni, e anche giovani adulti generalmente in buona salute risultano colpiti.
Dalla metà degli anni ’90 si registra un incremento annuo costante del 2% dei casi tra gli adulti di età compresa tra 20 e 39 anni. Tra i fattori che contribuiscono a questo aumento vi sono uno stile di vita sedentario, la ridotta attività fisica e un maggior consumo di cibi processati e carne rossa.
L’impatto dei cibi ultraprocessati
Studi recenti, tra cui una revisione pubblicata su Nature Reviews Endocrinology nel 2025, evidenziano come i cibi ultraprocessati siano uno dei principali fattori responsabili dell’aumento dei tumori del colon nei giovani. Snack confezionati, pasti pronti, cereali zuccherati, bevande gassate, carni lavorate e molti prodotti da fast food rappresentano ormai più della metà della dieta media in paesi sviluppati come Regno Unito e Stati Uniti. Il consumo regolare di questi alimenti è correlato a obesità, infiammazione cronica, alterazioni del microbioma intestinale e aumentato rischio di diabete di tipo 2, tutti elementi che contribuiscono alla comparsa del cancro al colon-retto.
Lo yogurt: un alleato per la salute intestinale
Non tutti gli alimenti industriali hanno effetti negativi. Secondo uno studio condotto dalla Harvard School of Public Health nel 2025, il consumo frequente di yogurt può ridurre il rischio di sviluppare tumori del colon. Lo yogurt, grazie alla presenza di probiotici e composti benefici, favorisce l’equilibrio del microbioma intestinale, creando un ambiente più resistente all’insorgenza della malattia.
L’incremento dei casi tra i giovani mette in discussione l’efficacia degli attuali programmi di screening. In Italia, il test per il sangue occulto nelle feci (SOF) è consigliato ogni due anni a persone tra i 50 e i 69 anni. Le proiezioni epidemiologiche indicano che il cancro del colon a esordio precoce potrebbe raddoppiare ogni 15 anni in Paesi industrializzati come Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti. Diventa quindi fondamentale ripensare le strategie di prevenzione, anticipando l’età degli screening e rafforzando l’educazione alimentare fin dall’adolescenza.
Il contributo delle farmacie alla prevenzione
In Italia, le farmacie svolgono un ruolo sempre più centrale nella prevenzione del cancro al colon-retto. Secondo il VII Rapporto Cittadinanzattiva-Federfarma, la partecipazione delle farmacie ai programmi di screening è salita dal 18% nel 2018 al 78,8% nel 2024. Grazie alla loro presenza capillare sul territorio, le oltre 19.000 farmacie italiane offrono test di primo livello accessibili e intercettano persone che altrimenti non parteciperebbero agli screening tradizionali. Marco Cossolo, presidente di Federfarma, evidenzia come questo sistema consenta di individuare precocemente situazioni a rischio e indirizzare i pazienti verso approfondimenti diagnostici mirati.
I fattori di rischio per il cancro colorettale (CRC) comprendono elementi sia controllabili, come quelli legati allo stile di vita, sia non controllabili, come fattori genetici e ereditarietà. È importante conoscere e comprendere i propri fattori di rischio per adottare scelte preventive efficaci.
Le abitudini alimentari e lo stile di vita incidono significativamente sul rischio: diete ricche di grassi e povere di fibre, frutta e verdura, con eccessivo consumo di carne rossa e cibi processati, aumentano la probabilità di sviluppare CRC. L’associazione World Cancer Research Fund consiglia di limitare la carne lavorata e rossa a 12-18 once a settimana per ridurre il rischio.
Anche obesità e sedentarietà contribuiscono a un maggior rischio di CRC; si suggerisce di dedicare ogni giorno 30-60 minuti ad attività fisica e di consultare il medico in caso di dubbi. Fumo prolungato e consumo eccessivo di alcol sono ulteriori fattori di rischio, mentre smettere di fumare e moderare l’alcol può contribuire a ridurre la probabilità di insorgenza della malattia.