L’impiego dei farmaci GLP-1 rappresenta un punto di svolta nella gestione dell’obesità e del diabete di tipo 2, aprendo la strada a strategie terapeutiche integrate che combinano interventi farmacologici e chirurgici

Negli ultimi anni, il panorama della gestione clinica dell’obesità e del diabete di tipo 2 ha subito una trasformazione radicale grazie all’introduzione dei farmaci agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1). Tra le molecole più rilevanti di questa classe figurano semaglutide, commercializzato come Wegovy e Ozempic, e tirzepatide, noto come Zepbound e Mounjaro. Originariamente sviluppati per migliorare il controllo glicemico nei pazienti diabetici, questi farmaci hanno dimostrato un’efficacia significativa anche nella riduzione del peso corporeo.

Agiscono attraverso meccanismi complessi e sinergici che comprendono la soppressione dell’appetito, il rallentamento dello svuotamento gastrico e la modulazione dei centri cerebrali responsabili della sazietà, consentendo di integrare il controllo metabolico con una riduzione ponderale significativa. Questo duplice effetto ha radicalmente modificato le strategie terapeutiche dei pazienti con obesità, aprendo nuove opportunità sia nel periodo preoperatorio sia in quello post-operatorio della chirurgia bariatrica.

La personalizzazione dei percorsi terapeutici contro l'obesità e il diabete

La personalizzazione dei percorsi terapeutici, supportata da evidenze cliniche e dati real-world, è destinata a guidare il futuro della medicina dell’obesità, massimizzando i benefici clinici e riducendo le complicanze associate alle diverse modalità di trattamento

Aumento dell’uso dei farmaci GLP-1 prima dell’intervento

Un’indagine su larga scala, che ha coinvolto circa 365.000 pazienti sottoposti a interventi di chirurgia metabolica e bariatrica tra il 2018 e il 2024, ha evidenziato un incremento marcato dell’uso dei farmaci GLP-1 in fase preoperatoria. La proporzione di pazienti con almeno una prescrizione di GLP-1 è passata dall’1,8% nel primo trimestre del 2020 al 29,4% nell’ultimo trimestre del 2024, segnando un aumento di sedici volte.

La ricerca ha utilizzato i dati del database assicurativo Highmark Health e delle cartelle cliniche elettroniche dell’Allegheny Health Network, includendo pazienti assicurati per almeno sei mesi prima del trattamento e con dati di follow-up disponibili per almeno 12 mesi. Le popolazioni sono state adeguate mediante ponderazione per score di propensione, considerando differenze nei costi iniziali, nell’uso dei servizi sanitari, nell’età, nel sesso, nelle comorbidità e nello stato di fumatore. L’analisi dei dati è stata condotta tra luglio 2024 e luglio 2025. L’obiettivo dello studio era confrontare la perdita di peso e i costi continuativi associati a MBS e GLP-1 RA, evidenziando l’efficacia relativa dei due approcci terapeutici.

Questo trend è stato osservato sia tra pazienti con diabete di tipo 2 sia tra quelli senza, confermando come questi farmaci siano sempre più riconosciuti come strumenti fondamentali per la gestione dell’obesità indipendentemente dallo stato glicemico. L’azione di questi farmaci sul sistema nervoso centrale e sulla sensibilità insulinica periferica li rende particolarmente utili nei pazienti con indice di massa corporea elevato o con sindrome metabolica, contribuendo a ottimizzare le condizioni metaboliche prima dell’intervento chirurgico e a ridurre i rischi perioperatori.

Applicazioni dei GLP-1 nel periodo post-operatorio

Anche nella fase post-operatoria, l’impiego dei farmaci GLP-1 ha registrato una crescita costante. L’associazione di semaglutide o tirzepatide con la chirurgia bariatrica può incrementare la perdita di peso ottenuta chirurgicamente e migliorare ulteriormente il profilo metabolico del paziente. Studi comparativi hanno evidenziato che, sebbene la sola terapia farmacologica possa comportare una riduzione ponderale media del 10,3%, la chirurgia bariatrica da sola consente una perdita media del 28,3%, in particolare nei pazienti con obesità severa.

Questi dati supportano lo sviluppo di protocolli integrati, nei quali la terapia farmacologica precede l’intervento per ridurre i rischi e continua successivamente per potenziare la perdita di peso e favorire la remissione di comorbidità metaboliche, come ipertensione e dislipidemia.

Dal punto di vista economico, la chirurgia bariatrica si rivela più conveniente rispetto all’uso prolungato dei farmaci GLP-1, principalmente a causa dei costi elevati dei farmaci somministrati per periodi prolungati. Clinicamente, l’intervento chirurgico offre benefici più ampi, tra cui miglioramenti della pressione arteriosa, del controllo glicemico e del profilo lipidico, oltre a una riduzione del rischio cardiovascolare e di altre comorbidità associate all’obesità. In termini di sicurezza, la chirurgia bariatrica presenta protocolli consolidati e un percorso post-operatorio strutturato, mentre la terapia farmacologica richiede monitoraggio regolare per potenziali effetti collaterali gastrointestinali o cardiovascolari.

Implicazioni pratiche e prospettive future

L’introduzione dei farmaci GLP-1 ha ampliato il ventaglio di opzioni terapeutiche disponibili, offrendo alternative meno invasive e complementari alla chirurgia. La chirurgia bariatrica rimane una strategia di riferimento, soprattutto per pazienti con obesità grave, resistenza ai farmaci o comorbidità importanti. La scelta tra approccio farmacologico e chirurgico deve essere personalizzata, tenendo conto dell’indice di massa corporea, dello stato metabolico, delle preferenze del paziente e delle implicazioni economiche. L’integrazione di chirurgia, farmacoterapia e supporto nutrizionale e psicologico costituisce oggi il modello più avanzato per ottimizzare i risultati clinici, minimizzare i rischi e migliorare la qualità della vita dei pazienti con obesità.



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