Cos’è la tireoglobulina, il suo ruolo nella produzione degli ormoni tiroidei, i valori normali, le cause di valori alti o bassi e quando è indicato l’esame del sangue
La tireoglobulina è una proteina complessa prodotta esclusivamente dalle cellule della ghiandola tiroidea. All’interno della tiroide costituisce il principale componente della sostanza colloide presente nei follicoli, dove viene conservata. Questa proteina contiene particolari residui che, quando si legano allo iodio, consentono la formazione degli ormoni tiroidei principali: T3 e T4.
La tireoglobulina partecipa quindi alla normale produzione degli ormoni tiroidei. Quando la tiroide riceve lo stimolo dell’ormone TSH, la colloide che la contiene viene rielaborata e da essa vengono liberati gli ormoni nel sangue.
Dal punto di vista clinico, la misurazione della tireoglobulina è particolarmente utile nel controllo dei pazienti che hanno avuto un carcinoma tiroideo differenziato. Dopo intervento chirurgico o terapia, valori di tireoglobulina nel sangue possono indicare la presenza di tessuto tiroideo residuo o una possibile recidiva.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. La tireoglobulina è una proteina fondamentale per la produzione degli ormoni tiroidei e rappresenta una riserva interna di iodio
Inoltre, livelli elevati possono comparire anche in condizioni come gozzo nodulare, tiroiditi o ipertiroidismo, situazioni in cui aumenta la massa o la distruzione del tessuto tiroideo.
La tireoglobulina è una glicoproteina prodotta esclusivamente dalle cellule follicolari della tiroide. Viene sintetizzata all’interno dei tireociti, modificata e poi secreta nel lume dei follicoli, dove si accumula nella colloide. In questo spazio la proteina svolge il ruolo di matrice strutturale su cui si formano gli ormoni tiroidei.
Dal punto di vista fisiologico, la tireoglobulina rappresenta il precursore della tiroxina (T4) e della triiodotironina (T3). Lo iodio, una volta assorbito dalla tiroide, si lega ai residui presenti sulla Tg grazie all’azione dell’enzima perossidasi tiroidea. Successivamente, la proteina iodata viene riassorbita e degradata, liberando T3 e T4 nel circolo sanguigno secondo lo stimolo dell’ormone TSH.
Costituisce anche una riserva interna di iodio e di materiale necessario alla sintesi ormonale: la colloide funge infatti da deposito facilmente mobilizzabile in caso di aumentato fabbisogno.
Oltre a questi ruoli principali, la Tg partecipa alla regolazione dell’attività tiroidea. La sua concentrazione nella colloide può influenzare la funzione dei tireociti, modulando la trascrizione di geni specifici, il trasporto dello ioduro e l’attività di enzimi coinvolti nella produzione ormonale. In questo modo contribuisce a un meccanismo di autoregolazione della ghiandola.
Come interpretare i valori dell’esame: alto, basso e valori normali
L’interpretazione dei valori della tireoglobulina richiede sempre una valutazione all’interno del quadro clinico generale, considerando anche il tipo di esame utilizzato e la possibile presenza di anticorpi anti-tireoglobulina, che possono alterare il risultato.
Nei soggetti con tiroide integra, i valori possono variare in base a caratteristiche individuali e ai metodi analitici del laboratorio. Invece, nelle persone che hanno subito una rimozione completa della tiroide, la tireoglobulina dovrebbe essere praticamente assente o molto bassa: qualunque valore rilevabile, in questo contesto, può richiedere ulteriori controlli. È sempre necessario valutare anche la presenza di anticorpi anti-Tg, perché questi possono interferire con la misurazione, riducendo artificialmente il valore ottenuto.
Un valore molto basso o non rintracciabile è generalmente considerato favorevole nei pazienti sottoposti a trattamento per carcinoma tiroideo, poiché indica la probabile assenza di tessuto tiroideo residuo. Tale valore va sempre interpretato tenendo conto del TSH, del momento in cui viene eseguito l’esame e di eventuali anticorpi.
Un valore elevato, invece, può avere significati diversi: in presenza di tiroide funzionante può riflettere un aumento della sua attività o della sua massa, come accade in gozzo, ipertiroidismo o tiroiditi. In pazienti operati per carcinoma tiroideo, un innalzamento della Tg può indicare la presenza di residuo tiroideo o una possibile recidiva, e per questo richiede monitoraggio e approfondimenti, anche tramite ecografia e valutazione degli anticorpi anti-Tg.
| Valore Tg (ng/mL) | Condizione/Tiroide presente? | Possibili Significati / Patologie Associate | Sintomi Possibili | Note Cliniche Importanti |
|---|---|---|---|---|
| 0 – 0,2 ng/mL | Assenza di tiroide (post-tiroidectomia totale) | Situazione favorevole: assenza o minima presenza di tessuto tiroideo residuo. | Nessun sintomo specifico legato alla Tg. | Valore atteso dopo chirurgia + eventuale iodio radioattivo. Se TgAb presenti, il valore può risultare falsamente basso. |
| 0,1 – 2 ng/mL | Assenza di tiroide | Basso rischio di recidiva tumorale, ma richiede sorveglianza nel tempo. | Nessun sintomo specifico. | Valutare trend: se stabile → buono, se in aumento → monitoraggio più stretto. |
| ≥ 2 – 9,9 ng/mL | Assenza di tiroide | Possibile tessuto tiroideo residuo o rischio moderato di recidiva. | Potenzialmente asintomatico nelle fasi iniziali. | Associare ecografia tiroidea. Controllare Tg in follow-up. |
| ≥ 10 ng/mL | Assenza di tiroide | Alto rischio di recidiva o tessuto tumorale residuo. | Possibile ingrossamento linfonodi, raucedine, disfagia, dolore cervicale. | Consulto endocrinologico/oncologico. Possibile indicazione a esami di imaging o terapia. |
| 1,3 – 31,8 ng/mL (adulti con tiroide presente) | Tiroide intatta | Valori considerati nel range fisiologico, variabili per sesso ed età. | Nessun sintomo specifico. | Il valore da solo non indica patologia. Va valutato con TSH, FT3, FT4. |
| Elevata con tiroide presente (es. > 40–60 ng/mL, variabile) | Tiroide intatta | Gozzo nodulare, tiroidite (Hashimoto o subacuta), ipertiroidismo (Basedow), adenomi o noduli attivi. | Stanchezza, tachicardia, improvviso dimagrimento, dolore cervicale, sensazione di “nodo” al collo. | La Tg aumenta se la tiroide è ingrandita, infiammata o iperattiva. Non indica carcinoma da sola. |
| Tg fluttuante o non interpretabile | Indipendente | Presenza di anticorpi anti-tireoglobulina (TgAb) che falsano il risultato. | Nessun sintomo diretto dovuto ai TgAb. | Necessario valutare Tg con metodica alternativa (LC-MS/MS) o monitorare TgAb come indicatore indiretto. |
La tireoglobulina non è un test di screening generale, ma un indicatore che assume particolare rilievo soprattutto nel monitoraggio dopo tiroidectomia per carcinoma tiroideo. Il suo valore deve sempre essere interpretato da uno specialista, in relazione all’andamento clinico, ai risultati degli altri esami e alle caratteristiche individuali del paziente.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame consiste in un semplice prelievo di sangue venoso, generalmente senza necessità di preparazioni particolari, salvo indicazione diversa del medico o del laboratorio. Il campione viene quindi analizzato con metodiche immunometriche e, quando vi è il sospetto di interferenze dovute ad anticorpi anti-tireoglobulina, può essere utilizzata la spettrometria di massa per garantire una misurazione più accurata. È sempre prevista anche la valutazione degli anticorpi anti-Tg, poiché la loro presenza può alterare il risultato del test. È inoltre consigliato segnalare eventuali farmaci o integratori, come la biotina, che potrebbero interferire con l’analisi.
Questo esame viene richiesto principalmente nel monitoraggio dei pazienti che sono stati trattati per carcinoma tiroideo differenziato, in particolare dopo tiroidectomia o trattamento con iodio radioattivo, per verificare l’eventuale presenza di tessuto tiroideo residuo o recidiva della malattia. Può essere utile anche per valutare la quantità di tessuto tiroideo ancora presente dopo un intervento o come supporto ad altri esami nella diagnosi e gestione delle malattie tiroidee. Non viene utilizzato come test di screening nella popolazione generale senza problemi tiroidei noti.
Fattori che influenzano l’esame
Il valore della tireoglobulina può essere influenzato da diversi fattori che ne condizionano l’interpretazione clinica.
In primo luogo, la presenza di anticorpi anti-tireoglobulina (TgAb) può interferire con i test immunometrici, causando valori falsamente bassi; per questo motivo Tg e TgAb devono sempre essere dosati insieme, e in caso di interferenza può essere necessario ricorrere a metodiche alternative come la spettrometria di massa.
Anche i livelli dell’ormone TSH incidono sulla Tg: valori elevati di TSH aumentano la produzione e il rilascio della proteina, mentre valori soppressi, come in pazienti in terapia post-carcinoma tiroideo, ne riducono i livelli. In alcuni casi, viene eseguita la Tg stimolata per ottenere una valutazione più precisa.
Altri fattori includono farmaci e terapie: alte dosi di L-tiroxina tendono a ridurre la Tg per soppressione del TSH, mentre un recente trattamento con iodio radioattivo può provocare un aumento transitorio; integratori come la biotina possono interferire con i test e vanno sospesi prima del prelievo.
La quantità di tessuto tiroideo residuo, la presenza di noduli o processi infiammatori influenzano naturalmente i valori di Tg nei soggetti con tiroide intatta. In pazienti senza tiroide, anche piccole variazioni possono avere significato clinico. Patologie come tiroiditi, ipertiroidismo o gozzo possono determinare un aumento della Tg, mentre dopo tiroidectomia la Tg può rimanere temporaneamente elevata per alcune settimane.

