Cos’è l’ematocrito, a cosa serve e come interpretare i suoi valori. Informazioni su esame, fattori che influenzano i risultati, patologie correlate e quando richiederlo

L’ematocrito rappresenta un parametro del sangue che esprime la percentuale occupata dai globuli rossi rispetto al volume totale ematico. Si tratta, quindi, di un indice che riflette il rapporto tra la componente cellulare del sangue, costituita in gran parte dagli eritrociti, e la parte liquida, ovvero il plasma.

Questo valore, ottenuto tramite un comune esame del sangue, svolge un ruolo importante nella valutazione della capacità del sangue di trasportare ossigeno, funzione svolta principalmente dai globuli rossi grazie alla presenza di emoglobina.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Non è soltanto un valore numerico da interpretare, ma un indicatore complesso e dinamico che riflette molteplici aspetti funzionali e strutturali dell’organismo, il cui monitoraggio è utile nella valutazione dello stato clinico generale.

Inoltre, risulta utile per individuare o seguire l’evoluzione di diverse condizioni mediche.

L’ematocrito, pur essendo un parametro di laboratorio e non una struttura anatomica, fornisce indicazioni significative sulle condizioni fisiologiche dell’organismo. Esso rappresenta la percentuale di globuli rossi nel sangue e, attraverso le sue variazioni, è possibile ottenere informazioni sullo stato di salute generale, con particolare riferimento al sistema cardiovascolare, respiratorio e renale.

Dal punto di vista fisiologico, un ematocrito adeguato garantisce un’efficiente distribuzione dell’ossigeno ai tessuti, grazie al ruolo dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi. Se il valore è troppo basso, l’organismo potrebbe andare incontro a ipossia, ovvero a una ridotta disponibilità di ossigeno a livello cellulare. Inoltre, questo parametro incide sulla viscosità del sangue: un valore elevato può rendere il sangue più denso, ostacolandone la circolazione e aumentando il rischio di complicazioni cardiovascolari; al contrario, un valore basso può indicare una diluizione eccessiva, come nei casi di iperidratazione o insufficienza renale.

Contribuisce anche alla regolazione della pressione sanguigna e del flusso ematico: variazioni in questo equilibrio possono compromettere la perfusione dei tessuti. In condizioni ambientali estreme, come in alta quota, l’organismo reagisce aumentando il numero di globuli rossi e, di conseguenza, l’ematocrito, per far fronte alla minore disponibilità di ossigeno atmosferico.

Dal punto di vista anatomico, sono diversi gli organi coinvolti nella regolazione dell’ematocrito. Il midollo osseo è il principale responsabile della produzione di globuli rossi, mentre i reni secernono l’eritropoietina, un ormone che stimola tale produzione. Anche cuore e vasi sanguigni risentono delle variazioni, che influenzano direttamente il carico di lavoro cardiaco e la qualità della circolazione. Infine, i polmoni, essendo coinvolti nello scambio gassoso, richiedono un numero adeguato di globuli rossi per assicurare un’efficace ossigenazione del sangue.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

I valori possono variare a seconda di fattori come età, sesso, condizioni fisiologiche (es. gravidanza) o ambientali (es. altitudine), oltre a eventuali stati patologici.

I valori considerati normali oscillano generalmente tra il 40% e il 52% negli uomini adulti, tra il 36% e il 48% nelle donne adulte, tra il 34% e il 44% nei bambini e sono più alti nei neonati, con un intervallo tra il 44% e il 64%. Durante la gravidanza è fisiologico riscontrare una lieve riduzione dell’ematocrito, legata all’aumento del volume plasmatico.

Un ematocrito inferiore alla norma, condizione detta eritropenia, può essere provocato da anemia (da carenza di ferro, vitamina B12 o folati), emorragie, insufficienza renale, malattie del midollo osseo, infezioni croniche o da un’eccessiva diluizione del sangue. Tra i sintomi più comuni si riscontrano affaticamento, pallore, fiato corto, tachicardia e capogiri.

Al contrario, un valore superiore, noto come eritrocitosi, può derivare da disidratazione, policitemia vera (una patologia del midollo osseo), malattie respiratorie croniche, patologie cardiache congenite, soggiorni prolungati in alta quota, uso di sostanze dopanti come l’eritropoietina o da abitudini come il fumo cronico. In questi casi, il sangue risulta più denso, con un aumento del rischio di trombosi, ipertensione o eventi vascolari.

LivelloValori di riferimento (%)Sintomi possibiliPatologie correlateNote aggiuntive
Normale– Uomini: 40–52% – Donne: 36–48% – Bambini: 34–44% – Neonati: 44–64%Nessuno (in stato di salute)NessunaI valori possono variare leggermente da laboratorio a laboratorio
Basso (Eritropenia)< 40% (uomini) < 36% (donne)Affaticamento, pallore, respiro corto, tachicardia, capogiriAnemia (carenza di ferro, B12, folati), emorragie, insufficienza renale, malattie croniche, mielodisplasieComune anche in gravidanza (diluizione fisiologica del sangue)
Molto basso< 30%Sintomi accentuati: debolezza marcata, vertigini, svenimentiAnemia grave, emorragie massicce, disturbi midollari graviRichiede indagini urgenti e possibile intervento medico tempestivo
Alto (Eritrocitosi)> 52% (uomini) > 48% (donne)Cefalea, rossore al viso, vertigini, aumento della pressione, rischio trombosiPolicitemia vera, disidratazione, malattie polmonari croniche (BPCO), cardiopatie, fumo cronicoComune anche in chi vive in alta quota o pratica sport di resistenza
Molto alto> 60%Sintomi più severi: disturbi visivi, formicolii, trombosi, infarto, ictusPolicitemia vera avanzata, disidratazione grave, abuso di EPOAumenta notevolmente la viscosità del sangue, rischio cardiovascolare elevato

È importante sottolineare che l’ematocrito deve essere interpretato nel contesto di altri esami ematologici e delle condizioni cliniche generali del paziente. In caso di valori alterati, è raccomandato consultare un medico per approfondimenti diagnostici.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’esame si esegue tramite un prelievo di sangue venoso, al mattino a digiuno, e fa parte del pannello di base dell’emocromo completo, che comprende anche il conteggio delle cellule del sangue e gli indici ematici. Il sangue raccolto in provette contenenti anticoagulante viene poi centrifugato per separare la parte cellulare dal plasma, e viene calcolato come percentuale del volume dei globuli rossi rispetto al sangue totale. In alternativa, l’ematocrito può essere stimato tramite analizzatori automatici basati su altri parametri.

L’esame viene richiesto in diverse situazioni cliniche, sia per scopi diagnostici che di monitoraggio. È utile in caso di sospetto anemia, per valutare affaticamento, pallore o difficoltà respiratorie, nel controllo di malattie croniche di reni, cuore o polmoni, per accertare la disidratazione o una possibile policitemia. Inoltre, viene impiegato durante la gravidanza, per controlli periodici di sportivi o persone che vivono ad alta quota, nonché nel follow-up post-operatorio o dopo emorragie.

Fattori che influenzano l’esame

I valori possono essere influenzati da diversi fattori che ne modificano l’interpretazione. Tra questi, l’idratazione gioca un ruolo importante: la disidratazione tende ad aumentare l’ematocrito per riduzione del volume plasmatico, mentre un eccesso di liquidi può abbassarlo per diluizione del sangue. Anche età e sesso influenzano i valori normali, con uomini e neonati che generalmente presentano valori più elevati rispetto a donne e adulti.

Durante la gravidanza, l’ematocrito può diminuire a causa dell’aumento del volume plasmatico che supera quello dei globuli rossi. L’esposizione ad altitudini elevate stimola la produzione di globuli rossi, aumentando di conseguenza l’ematocrito. L’attività fisica intensa o prolungata può provocare variazioni temporanee, sia per cambiamenti nell’idratazione sia per una maggiore produzione di globuli rossi.

Varie condizioni patologiche, come anemia, policitemia, disidratazione, insufficienza renale o infezioni, possono alterare significativamente i valori. Anche l’assunzione di farmaci, quali eritropoietina o steroidi anabolizzanti, può farlo aumentare, mentre altri farmaci possono ridurre la produzione di globuli rossi. Infine, errori nella raccolta o conservazione del campione possono influenzare i risultati. Per una corretta interpretazione dell’esame, è dunque necessario considerare questi fattori nel contesto del quadro clinico complessivo del paziente.


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