L’esame della gastrina cos’è e come misura i livelli di questo ormone per aiutare a diagnosticare disturbi gastrici e comprendere le cause di sintomi digestivi

La gastrina è un ormone di natura peptidica prodotto in prevalenza dalle cellule G localizzate nella mucosa del piloro, la parte terminale dello stomaco. In quantità minori, la sua produzione avviene anche nel duodeno e nel pancreas. Questo ormone riveste un ruolo fondamentale nei processi digestivi, in particolare nella regolazione della secrezione di acido gastrico e nella promozione della motilità del tratto gastrointestinale.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. La gastrina rappresenta un elemento chiave nella regolazione della funzione digestiva, intervenendo non solo nella secrezione acida e nella digestione proteica, ma anche nella protezione e motilità del tratto gastrointestinale, confermandosi così un ormone essenziale per l’equilibrio e l’efficienza del sistema digerente

Dal punto di vista fisiologico agisce stimolando la produzione di acido cloridrico da parte delle cellule parietali gastriche. Questo avviene sia direttamente, attraverso il legame con specifici recettori (CCK-B), sia indirettamente, promuovendo la liberazione di istamina da parte delle cellule enterocromaffini-like, che a sua volta stimola la secrezione acida. L’acidità gastrica risultante è essenziale per attivare la pepsina, enzima che avvia la digestione delle proteine, e per creare un ambiente ostile ai microrganismi nocivi.

Un’altra funzione importante è l’aumento della motilità del tratto gastrointestinale. Questo ormone favorisce le contrazioni del muscolo liscio dello stomaco e dell’intestino tenue, facilitando la miscelazione del cibo con i succhi gastrici e il suo passaggio attraverso lo sfintere pilorico verso il duodeno. Inoltre, esercita un effetto trofico sulla mucosa gastrica e intestinale, stimolando la rigenerazione delle cellule epiteliali e contribuendo alla protezione e al mantenimento dell’integrità del rivestimento interno dell’apparato digerente.

In alcune condizioni, può anche influenzare la secrezione esocrina del pancreas e contribuire al mantenimento del tono dello sfintere esofageo inferiore, limitando così la possibilità di reflusso.

La secrezione di gastrina è regolata da vari meccanismi. Tra gli stimoli che ne favoriscono la produzione vi sono la presenza di proteine e aminoacidi nello stomaco, la distensione gastrica dovuta al cibo e la stimolazione nervosa mediata dal nervo vago. Al contrario, un’elevata acidità gastrica e la somatostatina (un ormone inibitore) riducono la secrezione gastrinica. Anche l’uso di farmaci come gli inibitori di pompa protonica può, per effetto compensatorio, alterare i livelli di questo ormone.

Anatomicamente, agisce in diverse aree: le cellule parietali per la secrezione acida, le cellule ECL per la mediazione istaminica, e la muscolatura liscia per la motilità. I recettori coinvolti sono principalmente quelli della famiglia CCK-B, distribuiti nella mucosa dello stomaco.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

L’esame della gastrina plasmatica serve per valutare la quantità di questo ormone presente in circolo. La misurazione dei suoi livelli consente di ottenere indicazioni utili per indagare disfunzioni legate alla secrezione acida dello stomaco, sia di origine fisiologica che patologica.

In condizioni normali, i valori sono inferiori a 100 pg/mL. Un lieve aumento (fino a 500 pg/mL) può dipendere da fattori come l’assunzione di farmaci che inibiscono l’acidità gastrica (es. IPP o anti-H2), mentre livelli molto elevati, superiori a 1000 pg/mL, sono fortemente suggestivi della presenza di un gastrinoma, come accade nella sindrome di Zollinger-Ellison. In quest’ultima, un tumore secernente gastrina induce una produzione eccessiva di acido, spesso associata a ulcere peptiche multiple.

Tra le altre cause patologiche di ipergastrinemia figurano la gastrite atrofica autoimmune, che riduce l’acidità gastrica e stimola un aumento compensatorio della gastrina, e la sindrome MEN1, un disordine genetico che può coinvolgere anche tumori neuroendocrini. Esistono anche condizioni non patologiche che possono causare un aumento dei valori, come l’insufficienza renale cronica o l’ipotiroidismo, seppur in forma più moderata.

Una riduzione dei livelli di gastrina è meno frequente, ma può verificarsi in presenza di iperacidità gastrica, dopo una gastrectomia (asportazione dello stomaco o della regione pilorica) o con l’uso di farmaci che favoriscono la secrezione acida.

Valore di Gastrina (pg/mL)Significato ClinicoPatologie o Condizioni AssociateSintomi PossibiliNote Aggiuntive
< 100NormaleNessuna in particolare (valore fisiologico)Nessuno, se in assenza di sintomiNon esclude patologie in fase iniziale; valutare in base al quadro clinico generale
100 – 500Lieve ipergastrinemia 

Uso cronico di IPP o anti-H2

Gastrite atrofica

Acloridria

Insufficienza renale cronica

Gonfiore, nausea, digestione lenta, sintomi dispepticiPuò essere transitoria o legata a farmaci; spesso non grave ma merita monitoraggio se persistente
500 – 1000Ipergastrinemia moderataGastrite autoimmune

MEN1

Iperplasia delle cellule G

Zollinger-Ellison (in fase iniziale o mascherata)

Dolori epigastrici, diarrea, reflusso, pirosi, ulcere occasionaliRichiede indagini di approfondimento (pH-metria, test alla secretina, ecografia o RMN)
> 1000Ipergastrinemia marcata (sospetto gastrinoma) 

Sindrome di Zollinger

Ellison (gastrinoma)

MEN1 (forma tumorale)

Ulcere gastriche/duodenali multiple, diarrea acida, perdita di peso, dolore addominale, reflusso graveRichiede diagnosi differenziale urgente; è indicato test alla secretina e imaging (TC/RMN/PET)
Molto basso / non rilevabilePossibile gastrina bassa / soppressaGastrectomia

Asportazione dell’antro pilorico

Iperacidità gastrica (feedback negativo)

Pochi sintomi specifici; possibili disturbi digestivi leggeriDa considerare se presenti sintomi maldigestivi o se paziente ha subito interventi chirurgici sullo stomaco

Anche in presenza di valori considerati nella norma, se persistono sintomi compatibili con una disfunzione gastrica, potrebbe essere opportuno ricorrere a ulteriori indagini diagnostiche. Tra queste si annoverano il test di stimolazione con secretina, la pH-metria gastrica e il dosaggio della cromogranina A, utile per l’identificazione di tumori neuroendocrini.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

Il test di laboratorio consiste in un semplice prelievo di sangue venoso, solitamente eseguito al mattino a digiuno da almeno 10–12 ore. Il digiuno è fondamentale per evitare l’influenza degli alimenti, che possono stimolare la produzione dell’ormone e alterare i risultati. Per garantire la massima affidabilità del test, è raccomandato sospendere — sotto indicazione medica — farmaci come gli inibitori di pompa protonica (IPP) o gli antagonisti dei recettori H2, almeno una o due settimane prima dell’esame.

In presenza di dubbi diagnostici, soprattutto nel sospetto di tumori come il gastrinoma, il medico può prescrivere anche un test di stimolazione, ad esempio con secretina. L’analisi del campione avviene attraverso metodi immunochimici specifici, come il radioimmunodosaggio o la chemiluminescenza, che permettono di quantificare con precisione la gastrina nel sangue.

Questo test viene richiesto in diversi contesti clinici, soprattutto in presenza di sintomi gastrointestinali persistenti o sospetti. È indicato, ad esempio, nei casi di ulcere peptiche ricorrenti o resistenti alla terapia, nella diarrea cronica di origine non chiara, e nella valutazione della sindrome di Zollinger-Ellison. Inoltre, può essere utile nel monitoraggio di pazienti con neoplasie endocrine multiple di tipo 1 (MEN1), nella diagnosi di gastrite atrofica o acloridria, o per controllare la funzione gastrica residua dopo interventi chirurgici allo stomaco.

L’interpretazione dei risultati deve sempre tener conto del quadro clinico generale, dell’anamnesi del paziente e di eventuali altri esami diagnostici complementari, come la pH-metria, la gastroscopia o il dosaggio della cromogranina A.

Fattori che influenzano l’esame

I risultati dell’esame possono essere influenzati da diversi fattori. Tra questi, l’assunzione di farmaci come gli inibitori di pompa protonica (IPP) e gli antagonisti dei recettori H2 tende ad aumentare i livelli di gastrina, poiché riducono l’acidità gastrica, stimolando una secrezione compensatoria dell’ormone. Anche altri farmaci, come gli anticolinergici o i procinetici, possono incidere indirettamente sui valori attraverso effetti sulla motilità gastrica.

Lo stato alimentare rappresenta un altro elemento rilevante: la presenza di cibo nello stomaco stimola la produzione di gastrina, motivo per cui il test deve essere eseguito a digiuno per almeno 10-12 ore.

Alcune patologie gastriche, come la gastrite atrofica o l’atrofia delle cellule parietali, possono causarne un aumento compensatorio, mentre un’eccessiva acidità gastrica può inibirne la secrezione tramite meccanismi di feedback negativo.

Condizioni cliniche specifiche, come la sindrome di Zollinger-Ellison o la presenza di gastrinomi, determinano livelli molto elevati dell’ormone. L’insufficienza renale può invece rallentarne l’eliminazione causando un suo accumulo nel sangue.

Anche fattori come lo stress e la stimolazione del nervo vago possono aumentarne la secrezione. Infine, variazioni fisiologiche legate all’età o ad altre condizioni possono influenzare i livelli, seppur con un impatto clinico generalmente minore.



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