L'acetone, o più precisamente l'acetonemia, è una condizione metabolica legata alla produzione eccessiva di corpi chetonici: sintomi e diagnosi

L’acetonemia, nota comunemente come acetone, è una condizione metabolica temporanea molto frequente soprattutto nei bambini e nelle persone con diabete. Questo disturbo si verifica quando l’organismo, per mancanza di zuccheri disponibili, inizia a usare i grassi come fonte alternativa di energia. I carboidrati, fondamentali per fornire energia, possono essere classificati in zuccheri semplici (frutta e dolci) che rilasciano energia immediata, e zuccheri complessi (pasta, legumi, amidi) che offrono energia graduale. Una volta ingeriti, i carboidrati vengono convertiti in glucosio, che fornisce energia necessaria alle cellule dell’organismo.

Acetonemia e Fattori di Rischio

Acetonemia

I corpi chetonici possono raggiungere livelli più o meno tossici. Nel tentativo di ridurne la concentrazione plasmatica, l’organismo tenta di eliminarli con le urine e attraverso la respirazione. Il primo campanello d’allarme, infatti, è rappresentato dall’alito che assume un particolare odore di frutta marcia. Poi, l’organismo reagisce con attacchi ripetuti di vomito, mal di pancia, mal di testa, pallore e disidratazione. In genere, l’acetone si risolve nel giro di un paio di giorni con una dieta priva di grassi e la reintegrazione dei liquidi persi con il vomito. Sono indicate soprattutto le bevande zuccherate, come tè, spremute e succhi di frutta, affinché l’organismo possa riprendere ad utilizzare gli zuccheri come combustibile

Questa condizione si manifesta prevalentemente nei bambini, in particolare tra i 2 e i 7 anni, poiché il loro fabbisogno energetico è elevato. I neonati possono essere anch’essi soggetti a episodi di acetonemia, soprattutto se nutrite con latte artificiale, più ricco di grassi rispetto a quello materno. Anche la costituzione fisica influisce: bambini di corporatura esile, con fegato e muscoli di dimensioni ridotte, hanno riserve limitate di zuccheri, aumentando così il rischio di acetonemia. Altri fattori predisponenti comprendono una dieta povera di zuccheri e ricca di grassi, abitudini alimentari irregolari, inappetenza o digiuni prolungati dovuti a febbre o problemi gastrointestinali.

Cause Eziologiche e Patologie Associabili

Oltre alle cause alimentari, l’acetonemia può essere provocata da esercizio fisico intenso, stress o ansia, che aumentano il consumo di zuccheri. Anche malattie intestinali e intolleranze alimentari, come la celiachia, che riducono l’assorbimento dei nutrienti, possono favorirne l’insorgenza. Negli adulti, l’acetonemia è spesso legata a disturbi cronici come diabete di tipo 1, dove la carenza di insulina limita l’uso degli zuccheri, o all’alcolismo, dove lunghi periodi di digiuno e carenze nutrizionali causano squilibri metabolici.

Diversi fattori contribuiscono alla comparsa dell’acetone. Tra i più comuni ci sono l’attività fisica intensa e prolungata, la febbre alta e il vomito persistente, condizioni che esauriscono le riserve di zuccheri e spingono il corpo a ricorrere ai grassi per ottenere energia. In alcuni casi, anche il digiuno notturno può scatenare l’acetone, specialmente nei bambini, che presentano un malessere mattutino accompagnato da rifiuto del cibo. Un’alimentazione ricca di grassi e povera di carboidrati complessi, come pane e pasta integrali, è un ulteriore fattore di rischio.

Altre condizioni che possono causare acetonemia includono il diabete, che rende difficile per l’organismo utilizzare il glucosio nel sangue, e alcune malattie metaboliche congenite.

Chetoni e Processo di Chetoacidosi

Quando l’organismo non riceve un adeguato apporto di carboidrati, inizia a bruciare i grassi, producendo corpi chetonici, scarti metabolici che possono accumularsi nel sangue, dando origine alla chetoacidosi. Il corpo cerca di espellere questi chetoni in eccesso attraverso l’urina e il respiro. L’acetone, il principale corpo chetonico, è composto da acido acetoacetico e 3-idrossibutirrico. Un’eccessiva concentrazione di questi composti può portare all’acidificazione del sangue, generando uno stato di acidosi.

Sintomi e Manifestazioni dell’Acetonemia

L’acetonemia si manifesta in diversi modi, e il sintomo principale è un alito dall’odore dolciastro, simile a frutta matura, provocato dall’accumulo di acetone. Altri sintomi includono nausea, vomito, crampi addominali, frequente bisogno di urinare, cefalea, pallore, irritabilità e senso di stanchezza. Nei casi più gravi, il vomito può causare disidratazione e richiedere una terapia endovenosa. Negli adulti, l’acetonemia può provocare perdita di peso, cali di pressione e sete eccessiva.

L’acetone è un fenomeno abbastanza comune anche in gravidanza, causato inizialmente da episodi di vomito gravidico e successivamente da una dieta ricca di grassi e proteine per evitare un eccessivo aumento di peso. Altre cause in gravidanza includono febbre, attività fisica intensa o diabete gestazionale.

Durante la gravidanza può manifestarsi soprattutto nei primi tre mesi, spesso come conseguenza del vomito gravidico. Nei mesi successivi, invece, una dieta con eccessiva presenza di grassi e proteine, insieme a sforzi fisici o stati febbrili, può contribuire alla produzione eccessiva di corpi chetonici. Il diabete gestazionale, se non trattato, è particolarmente rischioso poiché aumenta i livelli di corpi chetonici, dannosi sia per la madre sia per il feto.

L’acetone è una condizione comune tra i bambini, in quanto hanno riserve di zuccheri limitate nel fegato e nei muscoli rispetto agli adulti. Per questo motivo, quando si verifica una carenza di carboidrati, i bambini tendono a utilizzare i grassi come fonte di energia. Questo processo produce i corpi chetonici, che si possono individuare nell’alito, nelle urine e nel sangue. I sintomi dell’acetone nei bambini sono simili a quelli degli adulti e comprendono stanchezza, inappetenza, secchezza della bocca, dolori addominali e vomito.

La diagnosi di acetonemia è semplice: l’odore dell’alito spesso è sufficiente per sospettare la condizione. Per confermare la diagnosi, si possono usare strisce reattive per l’urina che rilevano la presenza di corpi chetonici. In ospedale, nei casi più gravi, viene eseguito un prelievo arterioso per valutare i livelli di ossigeno e l’equilibrio acido-base del sangue.

Per contrastare i sintomi lievi, come l’acetone mattutino nei bambini, è consigliabile una dieta bilanciata: evitare grassi e zuccheri semplici di sera e preferire carboidrati complessi. In caso di crisi acuta, è importante interrompere il circolo vizioso di vomito e disidratazione, somministrando piccoli quantitativi di zucchero o succhi di frutta, possibilmente freddi per favorirne la tolleranza. Nei casi più gravi, può essere necessario l’intervento medico per la reidratazione endovenosa.

Sebbene l’acetone tenda a risolversi spontaneamente, è importante monitorare l’alimentazione durante e dopo una crisi per prevenire recidive. L’obiettivo è ridurre l’apporto di grassi (latte, formaggi, burro, carne rossa, fritti, cioccolato) e favorire i carboidrati complessi (come pane e pasta integrali), garantendo una fonte di energia stabile e prolungata.

Uno dei sintomi distintivi dell’acetone è l’alitosi: l’alito acquisisce un odore dolciastro simile a quello della frutta matura. Questo è il primo segnale di accumulo di acetone nell’organismo e, nei casi lievi, può essere l’unico sintomo. Altri segnali includono mal di testa, dolori addominali, stanchezza, mancanza di appetito e vomito frequente. Il vomito può peggiorare la situazione portando a disidratazione, richiedendo a volte interventi per fermare la crisi e ristabilire l’equilibrio idrico.

Diagnosi e Terapia

La diagnosi dell’acetonemia si effettua attraverso esami del sangue e delle urine per rilevare la presenza di corpi chetonici. Un metodo rapido di diagnosi è l’uso di stick reattivi, che cambiano colore a contatto con l’urina contenente corpi chetonici. Nei casi gravi, si possono eseguire prelievi arteriosi per valutare lo stato dell’equilibrio acido-base.

La terapia per l’acetonemia prevede la riduzione dei grassi nella dieta e un aumento dell’apporto di zuccheri attraverso alimenti come pane e pasta integrali e bevande zuccherate. Nei bambini di età superiore a un anno si consiglia il miele per l’alto contenuto di zuccheri. Nei casi in cui il paziente non possa alimentarsi, i nutrienti possono essere somministrati per via endovenosa.

L’acetonemia ha generalmente un decorso benigno e si risolve entro 24-48 ore con l’introduzione di carboidrati e la riduzione dei grassi. Per evitare episodi futuri, è importante mantenere una dieta equilibrata, evitare digiuni prolungati e idratarsi correttamente.



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