Cos’è l’SHBG, a cosa serve, come interpretare i valori normali, alti o bassi, e quali fattori influenzano l’esame
L’SHBG, acronimo di sex hormone-binding globulin (globulina legante gli ormoni sessuali), è una glicoproteina prodotta principalmente dal fegato e rilasciata nel flusso sanguigno. In quantità minori può essere sintetizzata anche in altri tessuti, come testicoli, utero e placenta, ma la sua produzione principale rimane epatica.
Questa proteina svolge un ruolo essenziale nel controllo e nella regolazione della disponibilità biologica degli ormoni sessuali, in particolare del testosterone, del diidrotestosterone (DHT) e dell’estradiolo. L’SHBG si lega a questi ormoni con elevata affinità, formando complessi che li mantengono in una forma “legata” e quindi non attiva. Solo la piccola parte di ormoni che rimane “libera”, pari a circa l’1-2% del totale circolante, è in grado di penetrare nelle cellule e di esercitare un effetto biologico.
Il livello di SHBG nel sangue influenza quindi la quantità di ormone libero disponibile: concentrazioni elevate tendono a ridurre la quota attiva, mentre valori più bassi aumentano la frazione di ormoni liberi e biologicamente efficaci.
Oltre al suo ruolo di trasporto, l’SHBG può accumularsi in alcuni tessuti extravascolari e all’interno di cellule epiteliali, dove sembra modulare localmente l’azione degli ormoni sessuali, influenzando anche l’espressione di geni sensibili agli androgeni.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. L’SHBG non si limita a trasportare gli ormoni sessuali, ma partecipa attivamente alla modulazione della loro azione nei tessuti e al controllo del metabolismo cellulare, contribuendo all’equilibrio ormonale e alla protezione delle cellule da stress metabolici e proteici
Infine, questa globulina partecipa alla regolazione della distribuzione e del metabolismo degli ormoni sessuali, determinandone la durata nel sangue, la disponibilità nei vari tessuti e l’accesso ai recettori cellulari. Tale funzione si inserisce nel cosiddetto modello dell’ormone libero (free hormone hypothesis), secondo cui soltanto la frazione non legata degli ormoni è realmente attiva dal punto di vista biologico.
La globulina legante gli ormoni sessuali è una glicoproteina prodotta prevalentemente dal fegato e rilasciata nel flusso sanguigno, dove circola sotto forma di dimero con specifici domini strutturali in grado di legare gli ormoni steroidei. Sebbene la sua sintesi principale avvenga a livello epatico, tracce di espressione del gene SHBG si riscontrano anche in altri tessuti come testicoli, utero, cervello e placenta. Nei testicoli, una forma simile, nota come androgen-binding protein (ABP), partecipa al trasporto locale degli androgeni nei tubuli seminiferi, evidenziando una funzione anche a livello anatomico più circoscritto.
Dal punto di vista fisiologico, la funzione principale dell’SHBG è quella di regolare la disponibilità biologica degli ormoni sessuali. Solo una piccola parte, circa l’1-2% del totale, rimane libera e quindi biologicamente efficace. In questo modo, la concentrazione di SHBG agisce come un sistema tampone che stabilizza l’equilibrio ormonale: valori elevati riducono la quota di ormoni attivi, mentre livelli bassi ne aumentano la disponibilità.
Oltre alla sua funzione di trasporto, l’SHBG può svolgere un ruolo diretto nei tessuti. È infatti in grado di accumularsi in compartimenti extravascolari e di essere internalizzata da alcune cellule, dove influenza localmente l’attività ormonale. In particolare, sono stati individuati recettori per l’SHBG negli osteoblasti, suggerendo un suo contributo nella regolazione del metabolismo osseo. Nelle cellule prostatiche, invece, la sua internalizzazione modula l’assorbimento del testosterone e la risposta genica agli androgeni ed estrogeni, dimostrando un’azione più complessa rispetto al semplice trasporto plasmatico.
Recenti studi hanno inoltre evidenziato funzioni “non classiche” della SHBG nel metabolismo e nella protezione cellulare. A livello epatico, questa proteina sembra contribuire alla riduzione dello stress del reticolo endoplasmatico, regolando geni coinvolti nella sintesi dei lipidi e proteggendo le cellule dai processi apoptotici. È stato anche osservato un suo ruolo nel metabolismo lipidico e nella regolazione dell’adiposità, con la capacità di modulare enzimi lipogenici e stimolare la lipolisi negli adipociti, sebbene tali effetti possano essere modulati dalla presenza di androgeni.
Il livello di SHBG nel sangue è influenzato da numerosi fattori sistemici, tra cui gli ormoni tiroidei, gli estrogeni, gli androgeni, l’insulina e lo stato nutrizionale. Data la sua specifica affinità per gli ormoni sessuali, essa controlla la loro distribuzione nel plasma, il tempo di permanenza in circolo e la loro eliminazione. Secondo il modello tradizionale della free hormone hypothesis, solo la frazione libera degli ormoni sarebbe biologicamente attiva, ma evidenze più recenti mostrano che l’SHBG possiede funzioni più ampie e regolatorie, che vanno oltre questo schema. Alterazioni dei livelli di SHBG, come quelle osservate in condizioni di insulino-resistenza, obesità o disfunzioni metaboliche, possono infatti influire in modo significativo sull’equilibrio ormonale e sul funzionamento fisiologico dell’organismo.
Come interpretare i valori dell’esame: alto, basso e valori normali
Valori considerati normali variano in base al sesso, all’età e allo stato fisiologico: nelle donne adulte in premenopausa si collocano generalmente tra 40 e 120 nmol/L, nelle donne postmenopausa tra 28 e 112 nmol/L, mentre negli uomini adulti tra 20 e 60 nmol/L. Tali valori possono essere influenzati da fattori come dieta, attività fisica e condizioni generali di salute.
Valori inferiori alla norma indicano una maggiore frazione di ormoni liberi, con conseguente aumento della loro attività biologica. Questo può verificarsi, ad esempio, nella sindrome dell’ovaio policistico, nell’obesità, nel diabete di tipo 2, nell’ipotiroidismo o a seguito dell’uso di androgeni o steroidi anabolizzanti. Sintomi correlati includono irsutismo, acne, cicli mestruali irregolari nelle donne e aumento della massa muscolare negli uomini.
Valori elevati di SHBG riducono invece la quota di ormoni sessuali liberi disponibili. Tra le cause più frequenti vi sono ipertiroidismo, gravidanza, terapie con estrogeni, anoressia e malattie epatiche. Questo può manifestarsi con diminuzione della libido, affaticamento e aumento del rischio di osteoporosi.
Livello di SHBG | Valori di riferimento | Sintomi comuni | Patologie associate / Cause frequenti | Note aggiuntive |
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Normale | Donne premenopausa: 40–120 nmol/LDonne postmenopausa: 28–112 nmol/LUomini adulti: 20–60 nmol/L | Generalmente assenti | Stato fisiologico equilibrato | I valori possono variare in base all’età, all’attività fisica, alla dieta e ai parametri del laboratorio. |
Basso | Inferiore ai valori sopra indicati | Acne, irsutismo, cicli mestruali irregolari nelle donne, aumento della massa muscolare negli uomini | Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), obesità, diabete di tipo 2, ipotiroidismo, uso di androgeni o steroidi anabolizzanti | Indica una maggiore frazione di ormoni sessuali liberi; può alterare l’equilibrio ormonale e favorire sintomi androgenici. |
Alto | Superiore ai valori sopra indicati | Diminuzione della libido, affaticamento, osteoporosi | Ipertiroidismo, gravidanza, uso di estrogeni (terapie ormonali), anoressia nervosa, malattie epatiche | Riduce la frazione di ormoni liberi disponibili; può comportare diminuzione dell’attività biologica di testosterone ed estrogeni. |
L’interpretazione dei risultati deve sempre considerare il quadro clinico complessivo e, quando necessario, può essere utile calcolare la frazione di testosterone libero per valutare meglio l’attività biologica degli ormoni. Monitorare i livelli di SHBG contribuisce quindi a comprendere l’equilibrio ormonale e a identificare eventuali disfunzioni, supportando decisioni cliniche appropriate.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame consiste in un prelievo di sangue venoso, solitamente effettuato al mattino. Non è generalmente richiesto il digiuno, ma è consigliato informare il medico sull’assunzione di farmaci o integratori che potrebbero influenzare i valori, come estrogeni, androgeni o steroidi anabolizzanti. Il campione viene poi analizzato in laboratorio tramite metodiche immunologiche, come ELISA o chemiluminescenza, per determinare la concentrazione di SHBG nel siero o nel plasma.
Il dosaggio dell’SHBG viene richiesto principalmente per valutare eventuali squilibri ormonali o condizioni cliniche specifiche. Tra le indicazioni più comuni vi sono la presenza di sintomi di iperandrogenismo (come acne, irsutismo o cicli mestruali irregolari), diminuzione della libido, problemi di fertilità maschile o femminile, sospette disfunzioni endocrine (ad esempio ipotiroidismo o ipertiroidismo), monitoraggio di terapie ormonali e valutazione dello stato metabolico in condizioni come obesità, insulino-resistenza o diabete di tipo 2.
Fattori che influenzano l’esame
I livelli di SHBG possono essere influenzati da molteplici fattori fisiologici, patologici e farmacologici, che devono essere considerati per una corretta interpretazione dell’esame. Tra i fattori fisiologici rientrano il sesso e l’età, con valori generalmente più elevati nelle donne e in aumento con l’avanzare degli anni, lo stato ormonale, come gravidanza, ciclo mestruale e menopausa, e la composizione corporea, poiché obesità e aumento della massa grassa possono ridurre la produzione di SHBG.
Tra i fattori endocrini, gli estrogeni tendono ad aumentare i livelli di SHBG, mentre gli androgeni, come testosterone e diidrotestosterone, li riducono. Anche gli ormoni tiroidei influenzano la globulina: l’ipertiroidismo aumenta i livelli di SHBG, l’ipotiroidismo li abbassa. L’insulina, in caso di insulino-resistenza o valori elevati, sopprime la sintesi epatica della proteina.
Tra le condizioni patologiche, malattie epatiche e disturbi metabolici come diabete di tipo 2, sindrome metabolica e obesità possono ridurre i livelli di SHBG, mentre anoressia o perdita di peso drastica possono aumentarli.
Anche farmaci e terapie influenzano i valori: l’assunzione di estrogeni o contraccettivi orali può incrementare SHBG, mentre androgeni o steroidi anabolizzanti la riducono; terapie tiroidee possono modificare ulteriormente i livelli.