Come interpretare i valori del testosterone, i livelli normali, quali sono i sintomi con valori bassi o alti, fattori che influenzano l’esame e quando viene richiesto
Il testosterone è un ormone steroideo appartenente al gruppo degli androgeni. Viene prodotto soprattutto nei testicoli negli uomini e, in quantità minori, nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali anche nelle donne. La sua funzione principale è quella di regolare lo sviluppo e il mantenimento delle caratteristiche sessuali maschili. Agisce come un messaggero chimico: una volta rilasciato nel sangue, si lega a specifici recettori presenti nei tessuti sui quali esercita la sua azione.
Durante la fase fetale e la pubertà, il testosterone è responsabile della formazione degli organi riproduttivi maschili e dell’accentuazione dei caratteri sessuali secondari, come l’approfondimento della voce, la crescita della barba, l’aumento della massa muscolare e il rafforzamento della struttura ossea. Nell’età adulta contribuisce al mantenimento della fertilità, partecipando alla produzione degli spermatozoi.
Questo ormone svolge anche un ruolo importante nella regolazione della massa muscolare e della densità ossea, favorisce la sintesi proteica e influisce sulla distribuzione del grasso corporeo. Inoltre, ha effetti sul benessere generale: può contribuire al livello di energia, al tono dell’umore e alla funzione sessuale. Livelli insufficienti, infatti, possono essere associati a fatica, calo della libido, perdita di forza muscolare e umore depresso.

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. Il testosterone è un ormone centrale per l’equilibrio dell’organismo, con effetti che coinvolgono la sfera sessuale, muscolare, ossea, metabolica e psicologica
Oltre a queste funzioni, il testosterone stimola la produzione di globuli rossi e partecipa alla modulazione di alcuni processi del sistema nervoso centrale, contribuendo così al corretto equilibrio fisiologico dell’organismo.
Il testosterone è un ormone steroideo prodotto principalmente dai testicoli e, in misura minore, dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. Una volta immesso nel circolo sanguigno, si lega prevalentemente alla globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) e in parte all’albumina, mentre solo una piccola quota resta libera e biologicamente attiva. Questa distribuzione permette all’ormone di raggiungere diversi tessuti e organi, dove si lega a recettori androgenici presenti in cellule di pelle, muscoli, ossa, sistema nervoso e apparato riproduttivo. In alcuni distretti, il testosterone può essere trasformato in metaboliti più attivi, come il diidrotestosterone o l’estradiolo, tramite enzimi specifici, modulandone così disponibilità e azione. Nel complesso, la produzione, il trasporto e la distribuzione del testosterone sono strettamente coordinati con la presenza dei recettori e degli enzimi metabolici nei tessuti bersaglio, assicurandone un’azione mirata e regolata in tutto l’organismo.
Come interpretare i valori dell’esame: alto, basso e valori normali
I valori nel sangue variano in base a età, sesso e laboratorio di riferimento. Negli uomini adulti, i livelli totali sono generalmente compresi tra 300 e 1.000 ng/dL, mentre nelle donne adulte si attestano indicativamente tra 15 e 70 ng/dL. La frazione biologicamente attiva, o testosterone libero, rappresenta circa l’1–3% del totale, con valori tipici negli uomini di 5–21 pg/mL.
Valori inferiori alla norma possono indicare ipogonadismo o altre condizioni patologiche, derivanti da problemi testicolari, disfunzioni dell’ipofisi o dell’ipotalamo, malattie croniche o uso di farmaci che sopprimono la produzione ormonale. Tali livelli possono essere associati a riduzione della libido, affaticamento, perdita di massa muscolare, aumento del grasso corporeo e alterazioni dell’umore.
Valori superiori alla norma possono derivare da produzione eccessiva endogena, uso di androgeni esterni o steroidi anabolizzanti, oppure da sindromi di insensibilità agli androgeni parziale. Livelli elevati possono comportare aggressività aumentata, acne, eccessiva crescita dei peli, alterazioni del ciclo mestruale nelle donne e, nei casi estremi, problemi cardiovascolari.
| Livello di Testosterone | Valori indicativi | Sintomi tipici | Patologie associate | Note aggiuntive |
|---|---|---|---|---|
| Basso (ipoandrogenismo) | Uomini: < 300 ng/dL (10 nmol/L) Donne: < 15 ng/dL (0,5 nmol/L) Testosterone libero uomini: < 5 pg/mL | Riduzione della libido, affaticamento, perdita di massa muscolare, aumento del grasso corporeo, alterazioni dell’umore, osteopenia/osteoporosi | Ipogonadismo primario o secondario, danni testicolari, disfunzioni ipofisarie o ipotalamiche, malattie croniche (diabete, insufficienza renale, obesità), uso di farmaci soppressivi (corticosteroidi, chemioterapia) | I sintomi possono essere lievi e insorgere gradualmente; confermare con test ripetuti al mattino |
| Normale | Uomini: 300–1.000 ng/dL (10–35 nmol/L) Donne: 15–70 ng/dL (0,5–2,5 nmol/L) Testosterone libero uomini: 5–21 pg/mL | Nessuno specifico; equilibrio fisico, metabolico e sessuale conservato | Nessuna patologia specifica se il valore è stabile | Variazioni giornaliere: picco al mattino, calo nel pomeriggio; monitoraggio utile in caso di sintomi sospetti |
| Alto (iperandrogenismo) | Uomini: > 1.000 ng/dL (35 nmol/L) Donne: > 70 ng/dL (2,5 nmol/L) | Aggressività, acne, aumento della massa muscolare, crescita eccessiva dei peli corporei, alterazioni del ciclo mestruale nelle donne | Tumori testicolari o surrenalici, uso di androgeni o steroidi anabolizzanti, sindrome da insensibilità parziale agli androgeni | Può aumentare il rischio cardiovascolare e influenzare il comportamento; valori anomali richiedono approfondimento endocrinologico |
È importante considerare che i livelli di testosterone variano durante la giornata, risultando più alti al mattino.
Se noti stanchezza cronica, un calo della libido, difficoltà a mantenere i muscoli nonostante l’allenamento, sbalzi d’umore, irritabilità senza motivo, insonnia, aumento del grasso corporeo o una generale mancanza di energia, potresti avere un problema con i livelli di testosterone. Non sottovalutare questi segnali, soprattutto se hai più di 30 anni o vivi una vita stressante. Un semplice esame del sangue può fare chiarezza. Parla con il tuo medico per capire se è il momento di controllare e ritrovare il tuo equilibrio.
Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?
L’esame del testosterone si esegue tramite un prelievo di sangue venoso, generalmente dal braccio, preferibilmente al mattino tra le 7 e le 10, momento in cui i livelli ormonali raggiungono il picco a causa della naturale variazione circadiana. Prima del test è consigliato essere a digiuno, evitare sforzi fisici intensi e informare il medico sull’uso di farmaci o integratori che potrebbero influenzare i risultati. In alcuni casi, soprattutto se i valori risultano anomali, il test può essere ripetuto in giorni diversi per confermare l’esito. L’esame può misurare sia il testosterone totale, che comprende la frazione libera e quella legata alle proteine plasmatiche, sia il testosterone libero, biologicamente attivo e più indicativo in alcune condizioni cliniche.
Il test viene richiesto principalmente in presenza di sospetti clinici o specifiche condizioni. Negli uomini, può essere indicato in caso di riduzione della libido, disfunzione erettile, perdita di massa muscolare, aumento del grasso corporeo, stanchezza persistente o sospetto ipogonadismo. Nelle donne, è utile per valutare irsutismo, alterazioni del ciclo mestruale o sindromi da iperandrogenismo come la PCOS. Nei bambini e negli adolescenti può essere prescritto per verificare ritardi o precocità puberale. Inoltre, il test viene utilizzato per monitorare terapie sostitutive con testosterone o androgeni e per valutare l’impatto di farmaci che possono alterarne i livelli.
Fattori che influenzano l’esame
I livelli di testosterone rilevati dall’esame possono essere influenzati da diversi fattori, che devono essere considerati per una corretta interpretazione dei risultati. Tra questi, le variazioni circadiane determinano picchi al mattino e valori più bassi nel pomeriggio, rendendo preferibile il prelievo nelle prime ore della giornata. L’età incide anch’essa, con valori massimi durante la pubertà e un graduale calo negli uomini dopo i 30–40 anni, mentre nelle donne i livelli subiscono modifiche durante gravidanza e menopausa.
Le condizioni di salute, come malattie croniche (diabete, obesità, insufficienza renale o epatica), stress acuto o infezioni, possono alterare temporaneamente i livelli di testosterone. Anche farmaci e terapie ormonali, tra cui corticosteroidi, steroidi anabolizzanti, estrogeni e antiandrogeni, possono modificarne la concentrazione. Attività fisica intensa o prolungata e lo stato nutrizionale, incluso il digiuno, possono influenzare i risultati, così come fattori genetici e individuali, che determinano differenze nella produzione ormonale e nella concentrazione della SHBG.

