Diagnosi e cura del Criptorchidismo

Nel caso di criptorchidismo, non è necessario eseguire esami strumentali. La diagnosi e la definizione del tipo di criptorchidismo possono essere stabilite mediante una visita medica. A seconda dei casi, si possono distinguere due tipi di criptorchidismo:

  • Criptorchidismo con testicolo palpabile: In questo caso, il testicolo può essere palpato nella sede sovrascrotale, nella parte bassa, intermedia o alta del canale inguinale.
  • Criptorchidismo con testicolo non palpabile: Non è possibile apprezzare manualmente il testicolo. Ciò significa che ci si può trovare di fronte a una delle seguenti situazioni:
  • Testicolo normotrofico intra-addominale: Il testicolo è ben sviluppato, ma si trova molto in alto, all’interno dell’addome, e quindi non è palpabile.
  • Testicolo atrofico: Il testicolo esiste, ma è atrofizzato, cioè molto piccolo e non può essere avvertito manualmente. Il testicolo atrofico è un organo privo di funzione che può essere soggetto a degenerazione neoplastica, quindi di solito viene consigliata la sua rimozione chirurgica.
  • Agenesia del testicolo: Il testicolo non è palpabile perché non esiste, non si è mai formato.

Nei casi di criptorchidismo non palpabile, spesso viene prescritta un’ecografia testicolare. Tuttavia, l’ecografia è un esame non affidabile, anche se eseguito da un medico esperto. L’ecografia può erroneamente indicare la presenza di un testicolo quando in realtà non c’è, confondendolo ad esempio con un linfonodo (sensibilità del 45%). Al contrario, l’ecografia può indicare l’assenza del testicolo quando in realtà è presente, magari nascosto sotto un’ansa intestinale (specificità del 78%). Pertanto, l’esecuzione di un’ecografia in caso di criptorchidismo è scorretta e fuorviante. Altri esami strumentali come la TAC e la risonanza magnetica non sono affidabili e possono fornire informazioni fuorvianti.

L’unica metodica che consente di valutare con precisione la situazione è l’esplorazione chirurgica, che ha una sensibilità e specificità del 100%.

Trattamento del criptorchidismo

Quando viene posta la diagnosi di criptorchidismo alla nascita, inizialmente si adotta un atteggiamento di attesa poiché la maggior parte dei testicoli ritenuti scende spontaneamente nello scroto nei primi 3-4 mesi di vita. Tuttavia, dopo i 6 mesi di età, la discesa spontanea è rara.

Se il testicolo non scende entro i primi 6 mesi di vita, è stato dimostrato che dopo l’anno di età iniziano a verificarsi i primi danni agli spermatozoi futuri. Pertanto, la correzione del criptorchidismo dovrebbe avvenire prima che si verifichino tali cambiamenti. Le linee guida della Società Europea di Urologia Pediatrica (ESPU) affermano che se un testicolo non si è abbassato spontaneamente nello scroto entro il primo anno di età, non vi è alcun vantaggio nell’attendere ulteriormente e, al fine di prevenire possibili danni alla linea germinale, il criptorchidismo dovrebbe essere corretto entro i 12 mesi di età.

L’obiettivo del trattamento è posizionare il testicolo nella sede scrotale. Questo riduce il rischio di torsione e traumi contusivi del testicolo e facilita la sua valutazione attraverso la palpazione. Se l’intervento chirurgico correttivo viene eseguito in modo precoce (entro l’anno di età), si riducono il rischio di infertilità e di tumore testicolare. Inoltre, avere il testicolo in posizione scrotale migliora l’autostima e l’immagine corporea della persona.

Il trattamento del testicolo ritenuto è quasi sempre chirurgico. In passato, si utilizzava un trattamento ormonale prima di ricorrere all’intervento chirurgico, ma nel tempo l’efficacia di tale approccio è stata messa in discussione. Attualmente, alcuni centri utilizzano la terapia ormonale in combinazione con l’intervento chirurgico per migliorare la fertilità.

Terapia ormonale

La terapia ormonale consiste nell’uso di ormoni per stimolare la discesa del testicolo. Questa terapia può essere somministrata tramite spray nasale (tre volte al giorno per quattro settimane) o tramite iniezioni intramuscolari (due volte alla settimana per sei settimane). In passato, la terapia ormonale è stata ampiamente utilizzata per evitare interventi chirurgici, ma la maggior parte degli studi scientifici ha dimostrato che:

  • Il trattamento è efficace solo nel 20% dei casi.
  • La percentuale di successo è ancora più bassa se si considerano solo i veri testicoli ritenuti, escludendo i testicoli mobili.
  • L’efficacia dipende dalla posizione del testicolo: è più efficace se il testicolo si trova più in basso.
  • Fino al 25% dei testicoli trattati risale nella sede sovrascrotale dopo un iniziale beneficio.
  • Il trattamento può causare effetti collaterali come dolore ricorrente nella zona di iniezione (nel caso di somministrazione intramuscolare), crescita del pene, crescita di peli pubici, erezioni dolorose, comportamento aggressivo e infiammazioni temporanee del testicolo. Di solito, questi effetti collaterali sono di lieve entità e si risolvono entro sei mesi dalla fine del trattamento.

Data la scarsa efficacia e i potenziali effetti collaterali, alcune autorevoli società scientifiche (come il Consensus Nordico) sconsigliano l’uso della terapia ormonale e indicano l’intervento chirurgico come trattamento di prima scelta per la correzione del criptorchidismo.

Anche le linee guida della Società Europea di Urologia Pediatrica sostengono che l’intervento chirurgico rappresenta lo standard d’oro per il trattamento del criptorchidismo. Aggiungono che la terapia ormonale, somministrata prima o dopo l’intervento, può essere utile per migliorare la futura fertilità. Al momento non esistono studi scientifici a lungo termine che forniscono dati a supporto di questa indicazione.

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