Diagnosi delle verruche: metodi clinici, dermatoscopia, biopsia, test HPV, Pap-test e linee guida per riconoscerle e distinguerle in modo accurato
Le verruche sono piccole escrescenze cutanee causate dall’infezione da parte del papillomavirus umano (HPV). Questo virus può infettare lo strato superficiale della pelle, provocando la proliferazione anomala delle cellule epidermiche e dando origine a queste lesioni benigne.

Le verruche cutanee sono infezioni della pelle causate da HPV, diffuse e talvolta ostinate da trattare. Sebbene nella maggior parte dei casi non siano pericolose, è fondamentale riconoscerle, intervenire in modo adeguato e adottare comportamenti preventivi per limitarne la diffusione
Sono non cancerose della pelle o delle mucose, caratterizzate da piccole protuberanze che possono essere dolorose e presentano sfumature di colore che variano dal giallo al grigiastro. Queste lesioni, benigne, sono causate da un’infezione virale e possono manifestarsi in diverse parti del corpo, con una predilezione per alcune aree specifiche.
Il virus che causa le verruche cutanee appartiene alla famiglia del papillomavirus umano (HPV), un gruppo ampio con oltre 100 varianti. Ogni ceppo virale tende a manifestarsi in specifiche aree corporee, generando diverse forme di verruche: da quelle comuni alle piane, da quelle plantari profonde alle filiformi. La variabilità genetica del virus HPV cutaneo comprende oltre 200 genotipi, tra cui quelli responsabili delle verruche cutanee, come HPV 1, 2, 3, 4, 7, 10, 27, 41, 57, 60, 63 e 65. Questi ceppi differiscono da quelli oncogeni e si distribuiscono in modo ampio sulla pelle, con cariche virali che possono variare significativamente tra individui e tra diverse lesioni. Alcuni studi indicano che il tipo di genotipo virale possa influenzare la risposta ai trattamenti, anche se al momento non sono disponibili metodi affidabili per prevedere la guarigione spontanea in base al tipo di HPV. Dal punto di vista molecolare, a differenza dei ceppi oncogeni, l’HPV cutaneo non produce in modo persistente le proteine E6 ed E7 che promuovono la trasformazione tumorale. Tuttavia, i betapapillomavirus possono agire in sinergia con l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti, contribuendo tramite meccanismi cosiddetti “hit-and-run” ai danni al DNA, favorendo l’insorgenza iniziale di carcinomi cutanei.
Il contagio avviene principalmente per contatto diretto con la pelle infetta o con superfici contaminate (ad esempio nei bagni pubblici, palestre, piscine o docce comuni). Il virus può anche essere trasferito da una parte del corpo a un’altra tramite l’auto-inoculazione, specie in presenza di tagli o ferite. Dopo l’esposizione, il virus può rimanere silente per un periodo che va da due a nove mesi prima che la verruca emerga visibilmente.
Il sistema immunitario svolge un ruolo fondamentale nella comparsa e nella persistenza delle verruche. Soggetti con immunodeficienze, come persone affette da HIV, pazienti trapiantati o che assumono farmaci immunosoppressori, tendono a sviluppare un maggior numero di lesioni, spesso più resistenti e di aspetto atipico. Inoltre, una rara condizione ereditaria chiamata Epidermodisplasia Verruciforme compromette la normale difesa immunitaria contro l’HPV, causando infezioni croniche e diffuse lesioni cutanee.
Un sistema immunitario debilitato rappresenta una delle principali condizioni predisponenti. Anche una dieta povera, lo stress cronico, malattie debilitanti o uno stile di vita poco sano possono compromettere le difese dell’organismo, favorendo lo sviluppo delle verruche. Altri elementi di rischio includono: la predisposizione genetica, la condivisione di oggetti personali (come lime per unghie, asciugamani o rasoi), ambienti umidi, calzature che impediscono la traspirazione e camminare scalzi in luoghi pubblici. Una scarsa cura della pelle e l’esposizione eccessiva ai raggi UV possono anch’essi aumentare la probabilità di contagio.
A seconda dell’aspetto e della localizzazione, le verruche cutanee si distinguono in varie forme:
- Verruche comuni: anche dette “porri”, hanno una superficie ruvida, forma rotondeggiante e tonalità che spaziano dal grigio al marrone. Si presentano più spesso su mani, piedi e gambe.
- Verruche piane: più frequenti nei giovani, si mostrano come piccole lesioni piatte, dal rosa al marrone, generalmente sul viso, braccia o ginocchia. Spesso sono multiple e asintomatiche.
- Verruche plantari profonde: collocate sotto la pianta del piede, si sviluppano verso l’interno a causa della pressione del corpo e possono risultare particolarmente dolorose.
- Verruche periungueali: si formano vicino al bordo dell’unghia e assumono un aspetto irregolare, simile a un cavolfiore. Possono causare fastidio o dolore se la pelle si screpola.
- Verruche filiformi: queste hanno un aspetto sottile e allungato, simile a un filo, e appaiono di solito intorno alla bocca, al naso o vicino agli occhi.
- Verruche a mosaico: si presentano come piccole lesioni raggruppate, soprattutto sotto le dita dei piedi. A differenza delle plantari, raramente causano dolore.
❗Nota importante: le verruche seborroiche, frequenti negli anziani, non sono causate dal papillomavirus ma derivano da fattori genetici e vengono classificate come cheratosi seborroica.
🦠 Condizione | Relazione con verruche (diretta/indiretta) | Descrizione (secondo letteratura scientifica) | Note cliniche |
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Epidermodysplasia verruciformis (EV) | Diretta | Malattia genetica rara che favorisce un’infezione persistente da HPV (tipi 5, 8): causa lesioni verrucose diffuse e aumenta il rischio di carcinoma squamocellulare cutaneo (uptodate.com, pmc.ncbi.nlm.nih.gov) | EV comporta crescita di lesioni squamose che possono degenerare in carcinoma cutaneo |
Carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) | Indiretta | L’HPV beta (tipi 5, 8) è cofattore nello sviluppo di cSCC, in particolare nelle aree colpite da EV e in soggetti immunocompromessi | Il rischio aumenta con esposizione cronica a UV e immunodepressione |
Verrucous carcinoma (Buschke–Löwenstein) | Diretta | Variante tumorale rara e lenta malignità del tipo verrucoso, spesso nelle verruche genitali (HPV 6, 11): può essere localmente invasivo | Richiede trattamento chirurgico, possibile evoluzione in carcinoma scuamocellulare |
Oncologia genitale (cervice, pene, ano, orofaringe) | Indiretta | Infezioni da HPV ad alto rischio (tipi 16, 18, 31, 33…) causano displasie e tumori, ma questi tipi non determinano verruche cutanee comuni | Distinto da lesioni cutanee, ma HPV rimane principale agente eziologico |
Papillomatosi respiratoria ricorrente (laryngeal papillomatosis) | Indiretta | HPV 6 e 11, sci frequentanti verruche genitali, possono causare lesioni papillomatose respiratorie recidivanti | Interessano soprattutto laringe e vie aeree superiori |
Distrofia ungueale (periungual warts) | Diretta | Verruche periungueali associate a disturbi ungueali: onicodistrofie, rottura cuticola, rischio di paronichia | Frequenti nei soggetti che si mordono le unghie o hanno mani umide |
Lesioni dolorose e disfunzionali (verruche plantari) | Diretta | Le verruche plantariformi (HPV 1,2,4…) provocano dolore alla deambulazione, alterata funzionalità e possibile alterazione meccanica di ginocchia e anche | Possono influire sulla qualità della vita e postura |
Complicazioni psicosociali | Indiretta | Le verruche visibili possono causare imbarazzo, evitamento sociale, teasing tra ragazzi | Rilevanti soprattutto in contesti scolastici e adolescenti |
Infezioni secondarie e sanguinamento | Indiretta | Lesioni dolorose o traumatizzate possono sanguinare ed essere sede di infezioni batteriche | Problemi comuni in verruche sotto pressione o storte |
Parlando di patologie correlate:
- L’epidermodisplasia verruciforme (EV) è una rara malattia ereditaria che predispone all’infezione cronica da papillomavirus umano (HPV), favorendo lo sviluppo di lesioni cutanee che, nel tempo, possono evolvere in tumori della pelle.
- Il carcinoma squamocellulare cutaneo (cSCC) può insorgere in soggetti con un sistema immunitario compromesso o esposti cronicamente ai raggi ultravioletti, in particolare quando è presente un’infezione da HPV appartenente al gruppo beta.
- Il tumore di Buschke-Löwenstein, noto anche come carcinoma verrucoso, è una forma neoplastica a lenta progressione ma localmente invasiva, correlata alla presenza di HPV di tipo 6 e 11, spesso localizzata nell’area genitale.
- I papillomavirus ad alto rischio oncogeno (come i tipi 16, 18 e altri) sono riconosciuti come causa principale di tumori della cervice uterina, del pene, dell’ano e dell’orofaringe, ma non sono responsabili diretti delle verruche cutanee comuni.
- La papillomatosi respiratoria ricorrente è una manifestazione non cutanea, indotta dagli stessi ceppi virali (HPV 6 e 11) che determinano le verruche genitali, e si manifesta con la crescita di escrescenze nelle vie respiratorie, soprattutto nella laringe.
- Le verruche periungueali e plantari, oltre a poter risultare dolorose, possono provocare alterazioni meccaniche nella deambulazione e ripercussioni psicologiche e sociali, come disagio estetico e limitazioni nelle attività quotidiane.
Sintomi
Generalmente, queste lesioni si identificano come piccole escrescenze solide (papule o noduli) con una tonalità tra il rosa, il grigio e il marrone. In alcuni casi, si notano piccoli punti neri al loro interno: sono capillari coagulati. Molte verruche non causano fastidio, ma se posizionate in zone sottoposte a pressione (come la pianta del piede), possono risultare dolorose o persino sanguinare.
Il virus HPV si trasmette attraverso il contatto diretto con una lesione o tramite superfici contaminate, come piscine, spogliatoi o oggetti condivisi. La pelle umida o lesionata facilita l’ingresso del virus. Non tutte le persone esposte sviluppano le verruche, poiché l’efficacia del sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nel controllo dell’infezione.
Il riconoscimento avviene attraverso l’esame visivo da parte di un medico, che può differenziare la verruca da altri disturbi cutanei. In caso di dubbi diagnostici, può essere necessario ricorrere a una biopsia cutanea.
Tipo di verruca | Aspetto clinico | Sedi più comuni | Dolore | Altri sintomi o segni | Possibili complicanze |
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Verruca comune (verruca vulgaris) | Nodulo ruvido, superficie irregolare, colore grigiastro o bruno | Mani, dita, ginocchia, gomiti | Di solito assente | Possono presentare piccoli punti neri (capillari trombizzati) | Sanguinamento da trauma, sovrainfezioni batteriche |
Verruca piana (verruca plana) | Papula liscia, piatta, di colore rosa, giallo o marrone chiaro | Viso, dorso delle mani, braccia | Generalmente no | Asintomatica, spesso multiple e distribuite a grappolo | Possibile prurito, rischio di disseminazione con rasatura o graffi |
Verruca plantare (mirmecia) | Lesione appiattita verso l’interno, dura, con centro puntinato nero | Pianta del piede, talloni | Frequente | Dolore alla pressione durante la camminata, ispessimento della pelle | Alterazioni posturali, difficoltà nella deambulazione |
Verruca a mosaico | Lesioni multiple, superficiali, raggruppate, bianche | Pianta del piede, sotto le dita | Rara | Aspetto simile a un mosaico, meno profonde rispetto alle mirmecie | Fastidio da sfregamento, difficoltà nell’uso delle scarpe |
Verruca filiforme | Escrescenza sottile, allungata, color carne | Contorno occhi, naso, bocca | Rara | Crescita rapida, possibile fastidio se urtata | Irritazione locale, problemi estetici evidenti |
Verruca periungueale | Massa irregolare, ispessita, simile a un cavolfiore | Margini e letto ungueale | Occasionalmente | Può causare sollevamento o deformazione dell’unghia | Onicodistrofia, paronichia, infezioni batteriche secondarie |
Verruca subungueale | Nodulo sotto la lamina ungueale | Sotto unghie di mani o piedi | Talvolta presente | Dolore per pressione sull’unghia, deformità ungueale | Distacco dell’unghia, infezioni |
Condilomi acuminati (genitali) | Lesioni molli, umide, rosa o color carne, simili a creste di gallo | Genitali, perineo, regione anale | Raramente dolorosi | Prurito, bruciore, secrezione in caso di lesioni estese | Sanguinamento, infezioni, impatto psicologico e sessuale |
Papillomatosi laringea | Verruche esofitiche su corde vocali o mucosa respiratoria | Laringe, trachea | Non applicabile | Raucedine, difficoltà respiratoria, voce alterata | Ostruzione respiratoria, necessità di chirurgia ripetuta |
Diagnosi e cura
La diagnosi delle verruche si basa prevalentemente sull’osservazione clinica. Il riconoscimento avviene attraverso l’esame visivo della lesione, valutando caratteristiche come noduli rilevati, presenza di punti neri dovuti a capillari ostruiti e differenze rispetto ad altre lesioni cutanee, come calli o porri. In alcuni casi, la rimozione superficiale della parte cheratinica può facilitare l’identificazione del disturbo vascolare sottostante.
Uno strumento diagnostico utile è la dermatoscopia, che consente di osservare con maggiore precisione le strutture interne della lesione, come i capillari dilatati, aiutando a distinguere le verruche da alterazioni simili come la cheratosi seborroica.
Quando l’aspetto della lesione risulta anomalo, oppure quando persiste nonostante i trattamenti, si ricorre alla biopsia, in particolare nei pazienti immunodepressi o in presenza di sospetto carcinoma. L’analisi istologica può evidenziare alterazioni specifiche, come ispessimento dello strato corneo (ipercheratosi), escrescenze papillomatose, capillari dilatati e presenza di cellule koilocitiche, tipiche dell’infezione da HPV.
Nel caso di verruche localizzate in sede genitale, è possibile utilizzare il test con acido acetico, generalmente al 3-5%, per mettere in evidenza lesioni piane altrimenti poco visibili: queste assumono un aspetto biancastro dopo l’applicazione del reagente.
Per le donne, la diagnosi delle lesioni genitali comprende anche strumenti di screening oncologico come il Pap-test e il test per il papillomavirus umano (HPV) ad alto rischio. Questi esami sono fondamentali per identificare eventuali modificazioni precancerose della mucosa cervicale. A supporto, la colposcopia permette di valutare la localizzazione e l’estensione delle lesioni, eventualmente associata a biopsia mirata.

Come si presentano le verruche sulle mani
Infine, esistono test molecolari che rilevano il DNA o l’mRNA dei ceppi oncogeni di HPV. Tali test sono impiegati nel contesto delle lesioni cervicali, orofaringee o anali, ma non sono generalmente utilizzati per le comuni verruche cutanee, che non sono causate dai ceppi ad alto rischio oncogeno.
Contesto | Metodo Diagnostico | Strumento/Test | Indicazioni |
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Verruche cutanee | Esame obiettivo clinico | Ispezione visiva | Primo approccio per identità della lesione |
Paraffinatura / trimming | Rimozione superficiale | Evidenzia capillari, differenzia da calli | |
Dermatoscopia | Dermatoscopio | Consente di visualizzare strutture vascolari tipiche | |
Biopsia e esame istologico | Istologia | Indicato in lesioni persistenti, sospette o in pazienti immunocompromessi | |
Verruche genitali | Acido acetico 3‑5 % | Test cutaneo alla vinaccia | Rivela lesioni piatte nascoste |
Esame colposcopico | Colposcopio | Identifica la dimensione e la forma delle lesioni cervicali | |
Pap‑test | Citologia cervico‑vaginale | Screening delle anomalie cellulari per età 21‑65 anni | |
Test HPV | HPV-DNA o mRNA | Rileva tipi oncogeni, usato in screening e follow-up cervicale | |
Biopsia (in casi sospetti) | Istologia endocervicale | Conferma diagnosi in lesioni pigmentate o atipiche | |
Lesioni orofaringee / ano-‑genitali | Esame clinico e coltura / biopsia | Ispezione anale/orofaringea + biopsia | Diagnosi di lesioni precancerose o papillomatose recidivante |
La maggior parte delle verruche può scomparire spontaneamente in un arco di tempo che va da mesi ad anni. Se persistenti o fastidiose, si può ricorrere a diverse terapie:
- Trattamenti topici: prodotti contenenti acido salicilico o lattico vengono applicati localmente per un periodo che può durare fino a 12 settimane. Questi composti aiutano a rimuovere gradualmente il tessuto infetto.
- Crioterapia: l’applicazione di azoto liquido congela e distrugge la verruca. Il trattamento è efficace ma può risultare doloroso e richiedere più sessioni. È sconsigliato l’uso domestico senza supervisione medica.
- Laser: indicato nei casi più resistenti o recidivanti. È un trattamento più costoso, con la possibilità di lasciare cicatrici.
- Podofillina: una resina utilizzata soprattutto per verruche genitali, ma in alcune situazioni applicata anche su verruche cutanee.
- Immunoterapia: prodotti come l’imiquimod stimolano il sistema immunitario locale, aiutando a debellare il virus e riducendo le recidive, anche se possono irritare la pelle.
Nonostante i trattamenti disponibili, l’eliminazione completa del virus non è sempre semplice, e le recidive sono frequenti. Agire tempestivamente può limitare la diffusione ad altre zone o ad altre persone.
Prevenzione: le buone abitudini
Evitare la comparsa delle verruche è possibile adottando alcune misure preventive:
- Lavare regolarmente e accuratamente la pelle.
- Non toccare direttamente le verruche (proprie o altrui).
- Non condividere oggetti di uso personale.
- Mantenere i piedi asciutti, usando calze pulite e scarpe traspiranti.
- Evitare di camminare scalzi in spazi pubblici come docce o piscine.
Considerare la vaccinazione contro l’HPV in età pediatrica, soprattutto tra i 9 e i 12 anni. È consigliato consultare un medico o un dermatologo se una lesione cutanea ha un aspetto insolito, se provoca dolore, cambia rapidamente, sanguina o si localizza su volto o genitali. Anche la ricomparsa frequente delle verruche può richiedere un approfondimento specialistico per impostare un piano terapeutico mirato.
Oltre ai trattamenti tradizionali come quelli topici e la crioterapia, sono disponibili strategie terapeutiche più avanzate. Tra queste vi sono l’immunoterapia intralesionale, che utilizza antigeni come quelli del morbillo-parotite-rosolia (MMR) o della Candida per stimolare la risposta immunitaria locale, con efficacia soprattutto nelle verruche resistenti e pediatriche. La bleomicina intralesionale ha mostrato tassi di guarigione elevati, in particolare nelle verruche periungueali e plantari difficili da trattare, con limitati effetti collaterali sistemici. Il laser CO₂ ablativo è indicato per lesioni persistenti ma richiede attrezzature specialistiche. Infine, sono in fase di studio vaccini terapeutici a DNA mirati contro i ceppi cutanei di HPV.
Diversi enti internazionali, come l’American Academy of Dermatology (AAD), il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), raccomandano un approccio terapeutico graduato in base alla localizzazione, alla dimensione, al numero di verruche, all’età e allo stato immunitario del paziente. Nonostante ciò, non esiste un algoritmo universalmente accettato; generalmente si consiglia un atteggiamento conservativo per lesioni asintomatiche e un trattamento attivo in caso di sintomi o persistenza.
Le verruche possono avere un impatto psicologico significativo, causando imbarazzo, ansia sociale e disagio estetico, specialmente se localizzate su mani, viso o genitali. Tale impatto è particolarmente rilevante nei bambini e negli adolescenti, influenzando negativamente la qualità della vita e il benessere emotivo.
Infine, è importante effettuare una diagnosi differenziale accurata per distinguere le verruche da altre patologie cutanee, quali il mollusco contagioso, il lichen planus, il melanoma acrale o il carcinoma verrucoso. A tal fine si utilizzano strumenti come la dermatoscopia, la biopsia e, se necessario, l’esame istologico, al fine di evitare errori diagnostici e ritardi nel trattamento.
Aspetto | Dettagli |
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Agente causale | Papillomavirus umano (HPV); oltre 100 tipi identificati, alcuni con tropismo per specifiche sedi anatomiche. |
Manifestazioni cliniche | Verruche comuni, genitali, piane, palmoplantari profonde; forme meno comuni: iperplasia epiteliale focale (malattia di Heck), epidermodisplasia verruciforme, cisti plantari. |
Modalità di trasmissione | Contatto diretto o indiretto; auto-inoculazione da una sede all’altra; attraverso abrasioni o microtraumi cutanei. |
Fisiopatologia | Infezione dell’epitelio con replicazione virale nelle cellule epiteliali differenziate dello strato superiore dell’epidermide; presenza virale nello strato basale. Nessuna diffusione sistemica. |
Periodo di incubazione | Variabile da 2 a 9 mesi; caratterizzato da lenta iperproliferazione cellulare dell’epidermide e/o derma. |
Fattori di rischio | Indebolimento del sistema immunitario (stress, malnutrizione, patologie debilitanti). Predisposizione genetica. Lesioni cutanee e traumi. Uso promiscuo di asciugamani, ciabatte, oggetti per la cura delle unghie. Umidità e sudorazione eccessiva. Calzature e calze non traspiranti. Camminare scalzi in ambienti umidi pubblici (spogliatoi, bagni). Scarsa igiene cutanea. Esposizione eccessiva ai raggi solari o lampade abbronzanti. |
Siti più frequentemente colpiti | Qualsiasi area cutanea o mucosa, ma con predilezione per zone soggette a traumi o umidità, come mani, piedi, perimetro ungueale e aree genitali. |
Ambienti favorevoli al virus | Luoghi caldi e umidi molto frequentati: docce, saune, palestre, piscine. |
Popolazione maggiormente colpita | Bambini e adolescenti; raramente gli anziani. |
Influenze sulla diffusione | Fattori immunologici locali e sistemici. |