Come si esegue l'emogasanalisi, a cosa serve, i valori normali e i fattori che influenzano i risultati per una corretta interpretazione clinica

L’emogasanalisi rappresenta un esame di laboratorio volto a misurare con precisione i gas presenti nel sangue, in particolare ossigeno, anidride carbonica e il pH. Questo test consente di ottenere informazioni essenziali riguardo allo stato di ossigenazione del sangue, alla funzione respiratoria e all’equilibrio acido-base dell’organismo.

L’utilizzo principale dell’emogasanalisi riguarda la valutazione dell’efficacia dello scambio gassoso nei polmoni, attraverso la misurazione della pressione parziale di ossigeno e anidride carbonica. Inoltre, permette di monitorare l’equilibrio acido-base, evidenziando eventuali condizioni di acidosi o alcalosi, che possono derivare da alterazioni di natura respiratoria o metabolica.

Esami di Laboratorio

Valori normali, quando e come, perché viene richiesto questo esame. L’emogasanalisi fornisce un quadro integrato delle condizioni respiratorie, metaboliche e acido-base dell’organismo, rappresentando un importante indicatore clinico dell’interazione tra struttura anatomica e funzioni fisiologiche necessarie all’omeostasi.

Questo esame è particolarmente importante nella gestione dei pazienti critici, soprattutto in terapia intensiva, dove consente di seguire l’andamento di insufficienze respiratorie o disturbi metabolici. Infine, l’emogasanalisi supporta le decisioni terapeutiche, fornendo indicazioni per l’adeguamento di trattamenti come l’ossigenoterapia, la ventilazione meccanica e la correzione degli squilibri elettrolitici.

L’emogasanalisi costituisce uno strumento essenziale per valutare le funzioni fisiologiche e anatomiche legate alla respirazione e all’equilibrio acido-base dell’organismo. Attraverso la misurazione dei gas disciolti nel sangue arterioso, come ossigeno, anidride carbonica e pH, consente di analizzare l’efficienza dei sistemi coinvolti nei processi respiratori e metabolici.

Dal punto di vista fisiologico, l’esame valuta lo scambio gassoso polmonare, verificando come l’ossigeno viene trasferito al sangue e come l’anidride carbonica viene eliminata. Inoltre, permette di monitorare l’equilibrio acido-base tramite il pH e i livelli di bicarbonato, elementi fondamentali per mantenere la stabilità chimica del sangue. L’emogasanalisi fornisce anche indicazioni sul controllo della ventilazione e sul metabolismo cellulare, informazioni cruciali nella gestione di pazienti con problemi respiratori o metabolici.

Anatomicamente, l’esame riflette il funzionamento dei polmoni, in particolare degli alveoli, e può evidenziare alterazioni della struttura o delle vie aeree. La circolazione sanguigna, soprattutto arteriosa, svolge un ruolo chiave nel trasporto dei gas e dei componenti chimici misurati, mentre il sistema renale, pur non essendo direttamente analizzato, contribuisce al mantenimento dell’equilibrio acido-base, influenzando i parametri valutati.

Come interpretare i valori dell’esame: alti, bassi e normali

L’interpretazione dell’esame si basa sull’analisi di vari parametri chiave quali la pressione parziale di ossigeno (pO₂), la pressione parziale di anidride carbonica (pCO₂), il pH, il bicarbonato (HCO₃⁻) e la saturazione di ossigeno (SaO₂). Questi valori possono risultare nella norma, aumentati o diminuiti, e la loro combinazione consente di valutare lo stato respiratorio e metabolico del paziente.

La pO₂, con valori normali compresi tra 80 e 100 mmHg, riflette il livello di ossigenazione del sangue; valori bassi indicano una riduzione dell’ossigenazione, tipica di patologie polmonari o problemi circolatori, mentre valori elevati si osservano principalmente in seguito a ossigenoterapia. La pCO₂, che normalmente varia tra 35 e 45 mmHg, indica l’efficienza della ventilazione: valori alti segnalano una ventilazione insufficiente, mentre valori bassi sono associati a un aumento della ventilazione.

Il pH del sangue, normalmente compreso tra 7,35 e 7,45, fornisce indicazioni sull’equilibrio acido-base: un pH basso indica acidosi (respiro insufficiente o alterazioni metaboliche), mentre un pH alto indica alcalosi (iper-ventilazione o cause metaboliche). Il bicarbonato, presente in concentrazioni tra 22 e 26 mEq/L, contribuisce alla regolazione del pH e varia in funzione di compensazioni metaboliche o respiratorie.

ParametroValori di riferimentoValori alteratiSintomi associatiPatologie correlateNote aggiuntive
pO₂ (pressione parziale di ossigeno)80–100 mmHg< 80 mmHg (ipossiemia)Dispnea, cianosi, confusioneMalattie polmonari (polmonite, BPCO), insufficienza respiratoria, problemi circolatoriValori alti rari, possono derivare da ossigenoterapia
> 100 mmHgDi solito nessunoSomministrazione di ossigeno
pCO₂ (pressione parziale di CO₂)35–45 mmHg> 45 mmHg (ipercapnia)Sonnolenza, cefalea, confusioneIpopventilazione, BPCO, depressione respiratoriaValori elevati indicano ritenzione di CO₂
< 35 mmHg (ipocapnia)Vertigini, palpitazioni, tremoriIperventilazione (ansia, dolore)Valori bassi indicano iperventilazione
pH7,35–7,45< 7,35 (acidosi)Debolezza, confusione, respirazione accelerataAcidosi respiratoria o metabolicaValori bassi indicano aumento dell’acidità
> 7,45 (alcalosi)Irritabilità, crampi muscolari, vertiginiAlcalosi respiratoria o metabolicaValori alti indicano aumento dell’alcalinità
Bicarbonato (HCO₃⁻)22–26 mEq/L< 22 mEq/LDebolezza, confusione, aritmieAcidosi metabolica, compenso respiratorioVaria in risposta a squilibri acido-base
> 26 mEq/LCrampi, nausea, confusioneAlcalosi metabolica, compenso respiratorio
SaO₂ (saturazione ossigeno)95–100 %< 90 %Dispnea, cianosi, affaticamentoIpoxemia, insufficienza respiratoriaSpesso usata come parametro complementare

L’interpretazione clinica richiede di considerare insieme questi parametri per distinguere diversi tipi di squilibri: ad esempio, acidosi o alcalosi di origine respiratoria o metabolica, con possibili meccanismi compensatori. Tale analisi integrata permette di individuare condizioni patologiche e orientare il trattamento medico in modo mirato, supportando la gestione di patologie respiratorie e metaboliche.

Come si esegue l’esame e quando viene richiesto?

L’emogasanalisi si effettua prelevando un campione di sangue arterioso, generalmente dall’arteria radiale al polso, sebbene in alcuni casi il prelievo possa avvenire dall’arteria femorale o brachiale. Questa procedura richiede una tecnica accurata per assicurare che il campione venga raccolto correttamente e conservato senza alterazioni nei valori dei gas e del pH. Il campione viene quindi analizzato rapidamente mediante strumenti specifici che misurano la concentrazione di gas disciolti nel sangue, come ossigeno e anidride carbonica, oltre ad altri parametri quali il pH e il bicarbonato.

L’esame viene principalmente richiesto in contesti clinici in cui è necessario valutare la funzionalità respiratoria e l’equilibrio acido-base dell’organismo. Tra le principali indicazioni si annoverano il monitoraggio di pazienti con insufficienza respiratoria acuta o cronica, la valutazione di malattie polmonari come BPCO, asma, polmonite o fibrosi polmonare, il controllo dello stato metabolico in condizioni di acidosi o alcalosi (ad esempio in caso di chetoacidosi diabetica o insufficienza renale), la gestione di pazienti in terapia intensiva o post-operatori, in particolare se sottoposti a ventilazione meccanica, e la verifica dell’efficacia di terapie quali ossigenoterapia o ventilazione meccanica.

Un quadro completo dei valori che si possono analizzare con un esame arterioso periferico:

ParametroValori NormaliSignificato Clinico (valori alti o bassi)
pH7.35 – 7.45↑ Alcalosi (respiratoria o metabolica) ↓ Acidosi (respiratoria o metabolica)
pCO₂ (pressione parziale CO₂)35 – 45 mmHg↑ Ipercapnia (ipoventilazione) ↓ Ipopcapnia (iperventilazione)
pO₂ (pressione parziale O₂)80 – 100 mmHg↓ Ipossiemia (insufficienza respiratoria, shunt, ecc.)
SaO₂ (saturazione ossigeno)95 – 100%↓ Ipossia tissutale, patologie polmonari
HCO₃⁻ (bicarbonato)22 – 26 mmol/L↑ Alcalosi metabolica ↓ Acidosi metabolica
Base Excess (BE)-2 a +2 mmol/L↑ Compenso alcalotico ↓ Deficit di base, acidosi metabolica
Lattati (lattato)0.5 – 1.6 mmol/L (fino a 2.0 accettabile)↑ Ipossia tissutale, shock, sepsi, acidosi lattica
Hb (emoglobina)Uomo: 13.5 – 17.5 g/dLDonna: 12.0 – 16.0 g/dL↑ Policitemia, disidratazione ↓ Anemia, emorragia
Ht (ematocrito)Uomo: 40 – 52%Donna: 36 – 48%↑ Disidratazione ↓ Emorragia, anemia
Na⁺ (sodio)135 – 145 mmol/L↑ Ipernatriemia (disidratazione) ↓ Iponatriemia (ritenzione idrica, SIADH)
K⁺ (potassio)3.5 – 5.0 mmol/L↑ Iperkalemia (insuff. renale, acidosi) ↓ Ipokaliemia (diuretici, alcalosi)
Ca²⁺ (calcio ionizzato)1.12 – 1.32 mmol/L↑ Ipercalcemia (iperparatiroidismo) ↓ Ipocalcemia (ipovitaminosi D, ipoparatiroidismo)
Cl⁻ (cloro)96 – 106 mmol/L↑ Ipercloremia (acidosi ipercloremica) ↓ Ipocloremia (vomito, alcalosi metabolica)
Glicemia70 – 110 mg/dL↑ Iperglicemia (diabete, stress) ↓ Ipoglicemia (insulina, digiuno prolungato)
Anion Gap (AG)8 – 16 mEq/L↑ Acidosi metabolica ad alto AG (lattati, chetoacidosi, tossici)
Metemoglobina0 – 1.5%↑ Alterazione del trasporto di O₂ (farmaci, tossine)
Carbossiemoglobina (COHb)< 2% (non fumatori) < 10% (fumatori)↑ Intossicazione da monossido di carbonio
Temperatura (corretta)36 – 37.5 °C↑ Febbre o ipertermia ↓ Ipotermia
Fattori che influenzano l’esame

I risultati possono essere influenzati da diversi fattori che ne compromettono l’accuratezza e la corretta interpretazione. Tra questi, la tecnica di prelievo riveste un ruolo fondamentale: un campione prelevato in modo errato, come nel caso di una puntura venosa anziché arteriosa, o la presenza di aria nel campione possono alterare i valori misurati. È inoltre importante che l’analisi venga effettuata rapidamente dopo il prelievo, poiché i gas disciolti nel sangue possono variare nel tempo a causa di processi metabolici o contaminazioni.

Anche le condizioni del paziente al momento del prelievo, come agitazione, ansia, dolore o respirazione irregolare, possono influenzare i parametri rilevati. Le terapie in corso, quali ossigenoterapia, ventilazione meccanica o farmaci che modificano la funzione respiratoria o metabolica, possono modificare i risultati dell’esame.

Fattori ambientali come la temperatura e la pressione atmosferica, soprattutto in altitudini elevate, possono avere un effetto lieve ma significativo. Infine, eventuali errori strumentali o calibrazioni non corrette degli apparecchi utilizzati per l’analisi possono compromettere la precisione dei valori.

Considerare attentamente questi elementi è indispensabile per garantire l’affidabilità dell’esame e per una corretta valutazione clinica.


Scopri come interpretare i valori della vitamina B12 nel sangue, i fattori che li influenzano e quando è utile eseguire l’esame