L'acidosi respiratoria è una condizione medica caratterizzata dall’incapacità dei polmoni di eliminare efficacemente l’anidride carbonica (CO₂) prodotta dall’organismo
L’acidosi respiratoria è una condizione in cui l’acidità del sangue aumenta a causa dell’eccesso di anidride carbonica (CO₂) disciolta. Tale situazione porta a un abbassamento del pH del plasma sanguigno, il quale normalmente si mantiene intorno al valore di 7,4. In caso di acidosi respiratoria, invece, il livello di CO₂ nel sangue (PaCO₂) aumenta, portando a una riduzione del rapporto tra bicarbonato e anidride carbonica. Per compensare e riportare il pH a livelli normali, i reni intervengono aumentando l’eliminazione degli ioni idrogeno (H⁺) e incrementando il riassorbimento di bicarbonato (HCO₃⁻). Tuttavia, quando questo sistema di compensazione non è sufficiente, si sviluppa l’acidosi respiratoria.

Mentre le forme acute possono rappresentare un pericolo per la vita e richiedono interventi tempestivi, quelle croniche possono essere gestite con trattamenti mirati che migliorano la qualità della vita del paziente
Esistono due forme di acidosi respiratoria: acuta e cronica. La forma acuta provoca sintomi come mal di testa, confusione e sonnolenza. Invece, l’acidosi respiratoria cronica, che si manifesta gradualmente (come avviene nella broncopneumopatia cronica ostruttiva – BPCO), può essere più tollerabile, anche se alcuni pazienti possono riscontrare disturbi del sonno, tremori, spasmi mioclonici, difficoltà respiratorie (dispnea), battito accelerato (tachicardia), colorazione bluastra della pelle (cianosi) e perdita di memoria.
Questa condizione è generalmente causata da una ventilazione insufficiente, che riduce l’espulsione di CO₂. Può verificarsi in presenza di patologie cardiopolmonari che riducono la superficie alveolare necessaria agli scambi gassosi, come la BPCO, polmonite grave, edema polmonare, asma, fibrosi polmonare, pneumotorace e ostruzioni delle vie respiratorie superiori.
L’ipoventilazione può anche dipendere dalla depressione dei centri respiratori del tronco encefalico, provocata da farmaci o disturbi neurologici, oppure da problemi che colpiscono i muscoli respiratori, come accade nella miastenia grave, nel botulismo, nella sindrome di Guillain-Barré e nei traumi toracici.
L’acidosi respiratoria si verifica principalmente a causa di insufficienza respiratoria o ventilatoria. In una situazione normale, i polmoni assorbono ossigeno e rilasciano CO₂; tuttavia, se non riescono a espellere abbastanza CO₂, si verifica un accumulo nel sangue. Le principali cause includono:
- Inibizione dei centri respiratori dovuta a farmaci come oppiacei, barbiturici e anestetici, oppure apnea centrale prolungata.
- Patologie neuromuscolari, tra cui sclerosi multipla, poliomielite e miastenia grave.
- Ostruzioni delle vie respiratorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
- Anomalie della struttura del torace, come la cifoscoliosi.
- Malattie polmonari come la fibrosi, il pneumotorace, l’edema polmonare e la polmonite.
- Patologie respiratorie come l’asma.
Esistono due forme principali di acidosi respiratoria: acuta e cronica.
- Acidosi respiratoria acuta: Si manifesta rapidamente ed è considerata un’emergenza medica. Se non trattata prontamente, i sintomi possono peggiorare in modo critico, diventando potenzialmente fatali.
- Acidosi respiratoria cronica: Si sviluppa gradualmente e permette all’organismo di adattarsi all’aumento dell’acidità. In questi casi, i reni contribuiscono all’equilibrio acidobase incrementando la produzione di bicarbonato. Questa forma non presenta sintomi evidenti, ma può trasformarsi in acuta se associata a un’altra patologia.
Sintomi dell’acidosi respiratoria
I sintomi variano in base alla gravità della condizione e alla sua causa. In genere riflettono i segni dell’insufficienza respiratoria, tra cui:
- Difficoltà respiratorie (dispnea)
- Stato di confusione e letargia
- Alterazioni dello stato di coscienza, che nei casi più gravi possono portare al coma
- Cianosi, ovvero colorazione bluastra della pelle, se è presente una bassa concentrazione di ossigeno nel sangue
Le cause più comuni dell’acidosi respiratoria includono la BPCO, l’edema polmonare, l’enfisema, la fibrosi cistica e l’insufficienza respiratoria. Vi sono però anche cause più rare, come apnee notturne, asma, botulismo, bronchiectasie, embolia polmonare, insufficienza cardiaca, ipertermia maligna, ipotiroidismo, e sindromi come quella di Pickwick e scompensi cardiaci.
Dal punto di vista diagnostico, l’acidosi respiratoria può essere sospettata clinicamente e confermata tramite emogasanalisi, che rileva l’aumento della PaCO₂ e i livelli di elettroliti nel sangue. In presenza di ipossia (riduzione di ossigeno), è spesso necessario intervenire con ossigenoterapia e ventilazione meccanica.
Questa condizione può essere distinta in forma acuta o cronica, a seconda del grado di compensazione metabolica. Nella fase iniziale, il corpo tampone il diossido di carbonio con limitata efficacia, ma entro 3-5 giorni i reni intensificano il riassorbimento di bicarbonato per migliorare il bilanciamento del pH.
Diagnosi dell’acidosi respiratoria
La diagnosi si effettua attraverso l’emogasanalisi arteriosa, che permette di rilevare un aumento della pressione parziale della CO₂ associato a un pH basso o vicino al limite inferiore della normalità. Nei casi acuti, la concentrazione di bicarbonati può essere normale o lievemente elevata, mentre nelle forme croniche i livelli di bicarbonato sono maggiormente aumentati, tranne nei casi in cui coesistano altre condizioni che causano acidosi metabolica. A supporto, possono essere richiesti test per valutare la causa specifica e distinguere l’acidosi respiratoria da altre forme come l’acidosi metabolica.
Trattamenti per l’acidosi respiratoria
Il trattamento dipende dalla forma di acidosi e dalle condizioni di base. Tra le principali terapie troviamo:
- Farmaci broncodilatatori: per favorire l’apertura delle vie aeree.
- Ventilazione a pressione positiva o ventilazione meccanica per migliorare gli scambi gassosi.
- Ossigenoterapia: necessaria se i livelli di ossigeno nel sangue sono bassi.
- Antibiotici per combattere eventuali infezioni.
- Diuretici per ridurre l’eccesso di liquidi, soprattutto nei casi in cui cuore e polmoni sono affetti.
Nelle forme acute, l’obiettivo primario è risolvere rapidamente la causa sottostante. In caso di acidosi cronica, il trattamento mira a gestire le patologie sottostanti e a migliorare la funzionalità respiratoria.
Possibili complicanze e prevenzione
Se non trattata, l’acidosi respiratoria può comportare serie complicanze come il deterioramento della funzionalità degli organi, l’insufficienza respiratoria e lo shock. La prevenzione consiste nell’evitare le cause principali della condizione. Tra le misure di prevenzione:
- Evitare il fumo: poiché il fumo aumenta il rischio di malattie respiratorie e può peggiorare l’acidosi respiratoria cronica.
- Mantenere un peso sano per ridurre lo stress sui polmoni.
- Cautela nell’uso di sedativi: evitare l’abuso di sedativi, che riducono la capacità respiratoria, e non associarli mai all’alcol.
La prognosi dell’acidosi respiratoria varia in base alla causa sottostante. Mentre le forme acute possono rappresentare un pericolo per la vita e richiedono interventi tempestivi, quelle croniche possono essere gestite con trattamenti mirati che migliorano la qualità della vita del paziente.
I test diagnostici per l’acidosi respiratoria mirano a identificare eventuali squilibri del pH, valutare la gravità e individuare le cause.
- Emogasanalisi: misura ossigeno e CO₂ nel sangue arterioso, con livelli elevati di CO₂ indicativi di acidosi.
- Elettroliti: verifica dei livelli di sodio, potassio, cloruro e bicarbonato, spesso alterati nei disturbi acido-base.
- Funzionalità polmonare: esami specifici per valutare una possibile riduzione della capacità respiratoria.
- Radiografia toracica: utile per individuare lesioni o altre anomalie polmonari.
Ulteriori test possono includere la valutazione di condizioni correlate come l’acidosi metabolica, attraverso analisi di glucosio, lattato, chetoni, antidroga, emocromo e urine.