Interpretare e dedurre gli additivi alimentari in etichetta

Categoria e Impiego degli Additivi Alimentari

Gli additivi alimentari vengono categorizzati in base alla loro funzione specifica nei cibi, risultando in una suddivisione attuale in 26 categorie secondo la legislazione vigente:

  • 1. Edulcoranti: Aggiunti per conferire un sapore dolce agli alimenti.
  • 2. Coloranti: Sostanze che conferiscono colore o ripristinano il colore originario di un alimento.
  • 3. Conservanti: Sostanze che prolungano la durata di conservazione degli alimenti proteggendoli da microorganismi.
  • 4. Antiossidanti: Sostanze che preservano gli alimenti da fenomeni ossidativi, estendendone la conservazione.
  • 5. Supporti: Utilizzati per sciogliere, diluire o disperdere additivi, aromi o nutrienti, senza alterarne la funzione, al solo scopo di agevolarne l’uso.
  • 6. Acidificanti: Aumentano l’acidità di un prodotto, conferendogli un sapore aspro.
  • 7. Regolatori (correttori) dell’acidità: Sostanze che controllano l’acidità o l’alcalinità di un prodotto.
  • 8. Antiagglomeranti: Riducono la tendenza delle particelle di un prodotto ad aderire tra loro.
  • 9. Agenti antischiumogeni: Impediscono o riducono la formazione di schiuma.
  • 10. Agenti di carica: Aumentano il volume di un prodotto senza contribuire al suo valore energetico disponibile.
  • 11. Emulsionanti: Consentono la formazione e il mantenimento di una miscela omogenea di due fasi immiscibili, come olio e acqua.
  • 12. Sali di fusione: Utilizzati per disperdere le proteine nei formaggi e ottenere una distribuzione uniforme di grassi e altri componenti.
  • 13. Agenti di resistenza: Mantengono solidi e croccanti i tessuti di frutta e verdura, interagendo con agenti gelificanti per produrre e consolidare un gel.
  • 14. Esaltatori di sapidità: Migliorano il sapore e l’aroma di un prodotto.
  • 15. Agenti schiumogeni: Consentono la formazione di una schiuma.
  • 16. Agenti gelificanti: Conferiscono consistenza a un prodotto attraverso la formazione di un gel.
  • 17. Agenti di rivestimento: Utilizzati per conferire un aspetto brillante o un rivestimento protettivo alla superficie di un prodotto.
  • 18. Agenti umidificanti: Impediscono l’essiccazione degli alimenti.
  • 19. Amidi modificati: Ottenuti tramite trattamento di amidi alimentari, possono essere sottoposti a trattamenti fisici o enzimatici, essere acidi o alcalini, diluiti o bianchiti.
  • 20. Gas d’imballaggio: Gas diversi dall’aria introdotti in un contenitore prima, durante o dopo il confezionamento del prodotto.
  • 21. Propellenti: Gas diversi dall’aria che espellono il prodotto alimentare da un contenitore.
  • 22. Agenti lievitanti: Sostanze o combinazioni di sostanze che liberano gas, aumentando il volume di un impasto o di una pastella.
  • 23. Agenti sequestranti: Sostanze che formano complessi chimici con ioni metallici.
  • 24. Stabilizzanti: Consentono il mantenimento dello stato chimico-fisico del prodotto.
  • 25. Addensanti: Aumentano la viscosità del prodotto.
  • 26. Agenti di trattamento delle farine: Aggiunti a farine o impasti per migliorarne le qualità di cottura.

Sull’etichetta, gli additivi devono essere chiaramente indicati, con la specifica categoria funzionale seguita dal nome o dalla sigla europea E, accompagnata da un numero a tre o quattro cifre.

Certamente non sempre risulta agevole interpretare le indicazioni riportate sull’etichetta, tuttavia, con una dose di attenzione, è possibile comprenderne la natura e la funzione degli additivi effettivamente presenti.

È importante sottolineare che molte delle sostanze impiegate sono normalmente presenti negli alimenti, e sigle e termini tecnici non dovrebbero intimidirci. Numerosi coloranti derivano da fonti vegetali, estratti da varietà di piante, mentre, a titolo di esempio, l’E120, noto come Cocciniglia o Acido carminico, proviene da una specie di insetti. L’E260 è l’acido acetico presente nell’aceto, l’E300 è l’acido ascorbico (Vitamina C), l’E330 è l’acido citrico, l’E334 è l’acido tartarico, e l’E440 indica le pectine, fibre alimentari estratte dalla frutta utilizzate come addensanti.

Alcuni temono che gli additivi possano costituire un rischio per la salute. Tuttavia, i rigorosi criteri per l’approvazione di tali sostanze vengono costantemente verificati, e nuovi dati portano a una riesame della sicurezza in base alle evidenze disponibili.

Un esempio recente riguarda l’aspartame (E951), un dolcificante controverso, ma la valutazione di nuovi studi non ha giustificato modifiche alla Dose Giornaliera Accettabile, confermandola a 40 mg/kg di peso corporeo al giorno. Un altro caso riguarda il gruppo di acido glutammico e glutammati (da E620 a E625), esaltatori di sapidità, con una nuova Dose Giornaliera Accettabile stabilita a 30 mg/kg di peso corporeo al giorno.

Si evidenzia in particolare il caso di alcuni coloranti (come l’E102, E104, E110, E122, E123, E129), sospettati di causare iperattività. Una revisione dell’EFSA ha portato a ridurre le Dosi Giornaliere Accettabili per alcuni di essi come misura precauzionale, nonostante manchino dati conclusivi sul legame tra il consumo di questi additivi e i problemi segnalati.

In alcuni casi, è consigliabile evitare specifici additivi. Ad esempio, chi segue una dieta a basso contenuto di FODMAP dovrebbe astenersi dal consumare prodotti contenenti dolcificanti e altri additivi che possono causare disturbi, come il Sorbitolo (E420) e altri elencati.

L’uso degli additivi alimentari è una necessità delle produzioni industriali moderne, regolamentato con attenzione e soggetto a valutazioni costanti. Sebbene non garantisca sicurezza assoluta, evidenzia come molte preoccupazioni siano spesso esagerate.

Non è sempre possibile evitare completamente gli additivi, ma riducendo il consumo di alimenti fortemente lavorati si può minimizzare la quantità di additivi assunti. Il rischio percepito è spesso elevato, ma quello reale è modesto, e scelte consapevoli possono contribuire a ridurlo significativamente.

Indietro

Prosegui la lettura navigando con i tasti avanti e indietro. Questo contenuto è stato suddiviso in 3 pagine.



L'acidosi respiratoria è una condizione medica caratterizzata dall’incapacità dei polmoni di eliminare efficacemente l’anidride carbonica (CO₂) prodotta dall’organismo