La sindrome di Asperger è una condizione che rientra nei disturbi dello spettro autistico, classificata come un’alterazione permanente del neurosviluppo
La sindrome di Asperger è una condizione che rientra nei disturbi dello spettro autistico, classificata come un’alterazione permanente del neurosviluppo. Secondo il DSM-V, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, tali disturbi si caratterizzano per difficoltà persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale, accompagnate da comportamenti ripetitivi e interessi ristretti. In sostanza, la sindrome di Asperger si manifesta con un impatto significativo su come una persona si relaziona con gli altri e affronta la quotidianità, pur mantenendo peculiarità che la distinguono all’interno dello spettro.

La diagnosi della Sindrome di Asperger è molto elaborata e non segue criteri standardizzati e fissi
Verso la fine degli anni ’90, la sociologa australiana Judy Singer, lei stessa affetta dalla sindrome di Asperger, introdusse il termine “neurodiversità”. Questo concetto ha segnato una svolta, proponendo di vedere i disturbi dello spettro autistico non come malattie da curare, ma come variazioni naturali dello sviluppo neurologico. Da questa prospettiva sono nati termini come “neurodiverso” e “neuroatipico”, usati per descrivere individui con queste caratteristiche, e “sviluppo neurologico atipico”, che sottolinea la normalità di tali differenze rispetto al tipico sviluppo cerebrale.
La sindrome di Asperger è una condizione che rientra nel quadro dei disturbi dello spettro autistico. Si tratta di un disturbo del neurosviluppo che influenza permanentemente la capacità di una persona di comunicare e interagire socialmente. Inoltre, i soggetti affetti da questa sindrome manifestano comportamenti ripetitivi e limitati. Secondo il DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), questi disturbi sono legati a difficoltà di comunicazione e ad una compromissione nell’interazione sociale.
L’Evoluzione del Nome e il Legame con Hans Asperger
Oggi il termine “sindrome di Asperger” sta perdendo terreno a causa delle sue implicazioni storiche. Hans Asperger, il medico austriaco che per primo ne descrisse i tratti negli anni ’40, è stato associato alla collaborazione con il regime nazista, portando a una rivalutazione del nome. Al suo posto, si preferisce l’espressione “disturbo dello spettro autistico senza compromissione intellettiva e linguistica”, che evidenzia una forma meno grave dello spettro, dove le capacità cognitive e verbali rimangono intatte.
In passato, il DSM considerava autismo, sindrome di Asperger e altri disturbi come entità separate. Con l’edizione del 2013 (DSM-V), però, queste condizioni sono state unificate sotto l’etichetta di “disturbi dello spettro autistico”. Sebbene il termine “autismo” sia ancora usato colloquialmente per indicare l’intero spettro, un tempo la sindrome di Asperger veniva vista come una variante più lieve, condividendo sintomi come difficoltà sociali e comportamenti ripetitivi, ma con minori impatti su intelligenza e linguaggio.
La prevalenza della sindrome di Asperger varia notevolmente a seconda degli studi: alcune ricerche indicano 2-3 casi ogni 10.000 persone, altre 2-3 ogni 1.000. Questa variabilità deriva dall’assenza di criteri diagnostici universali. Si osserva una maggiore incidenza nei maschi, ma nelle femmine la diagnosi è spesso più difficile, portando a una possibile sottostima della condizione tra il genere femminile.
Le origini della sindrome di Asperger non sono ancora pienamente comprese. L’ipotesi principale punta a mutazioni genetiche, alterazioni nel DNA che potrebbero giocarvi un ruolo, ma la scienza non ha ancora fornito certezze. Alcuni studi suggeriscono anche anomalie cerebrali a livello strutturale e funzionale, mentre teorie passate, come quella di un legame con i vaccini infantili, sono state definitivamente smentite.
La ricerca ha individuato alcuni geni potenzialmente coinvolti, come ASPG1 e ASPG4 (cromosoma 3), ASPG2 (cromosoma 17) e ASPG3 (cromosoma 1), che, se mutati, potrebbero contribuire alla comparsa della sindrome. Inoltre, si rileva una correlazione con altre condizioni genetiche, come la sindrome dell’X fragile e la sindrome di Rett, oltre a una tendenza alla ricorrenza familiare, ad esempio tra genitori e figli o tra fratelli.
Gli esami di imaging, come TAC e risonanze magnetiche, hanno rivelato anomalie in aree cerebrali specifiche, in particolare nei lobi frontali e temporali, in molti individui con la sindrome. La natura e il significato di queste differenze rimangono oggetto di studio, con i ricercatori impegnati a comprenderne l’effettiva connessione con la condizione.

Sindrome di Asperger: ci sono dei comportamenti e delle attività del bambino che possono far pensare a questa sindrome dello spettro autistico
Sintomi e Manifestazioni
La sindrome di Asperger si manifesta principalmente attraverso difficoltà nella comunicazione (verbale e non verbale) e nell’interazione sociale, unite a comportamenti stereotipati e ripetitivi. I primi segnali emergono spesso tra i 2 e i 3 anni, ma la diagnosi tende a concretizzarsi con l’ingresso a scuola, quando le interazioni con i coetanei mettono in luce problemi come l’incapacità di socializzare o dialogare fluidamente.
I sintomi della sindrome di Asperger si manifestano solitamente durante l’infanzia ma vengono generalmente diagnosticati più tardi, quando il bambino inizia a interagire socialmente con i coetanei. Le difficoltà principali riguardano la comunicazione, sia verbale che non verbale, e la creazione di legami sociali, nonché comportamenti ripetitivi e rituali.
Le persone con sindrome di Asperger hanno difficoltà a utilizzare la comunicazione non verbale, come il contatto visivo e i gesti, e spesso non sono interessate a sviluppare amicizie o condividere emozioni con gli altri. Il loro linguaggio può essere monotono e pedante, e tendono a interpretare letteralmente le frasi, senza cogliere sarcasmo o ironia.
Inoltre, i soggetti Asperger possono sviluppare comportamenti ripetitivi, come movimenti manuali e rituali, e interessi molto focalizzati su temi o oggetti specifici, dedicandovi un’attenzione esclusiva. Spesso presentano anche una certa goffaggine nei movimenti, con difficoltà motorie che li rendono meno coordinati rispetto ai coetanei. I bambini con questa sindrome possono, ad esempio, dedicarsi in modo ossessivo a ordinare oggetti, a collezionare oggetti legati ai loro interessi specifici, o a compiere azioni ripetitive come allineare i giocattoli. Questa rigidità nei comportamenti e nelle attività è una delle caratteristiche che rende difficile per queste persone adattarsi a situazioni nuove o a variabili sociali.
Segni e Sintomi | Età Media di Insorgenza | Sesso | Veridicità Scientifica |
---|---|---|---|
Difficoltà nelle interazioni sociali | 4-11 anni | Maschi > Femmine | Ampiamente documentato in letteratura; difficoltà nel comprendere segnali non verbali e nel mantenere conversazioni appropriate. |
Comportamenti ripetitivi e interessi ristretti | 4-11 anni | Maschi > Femmine | Ben consolidato; include routine rigide, focalizzazione su argomenti specifici e resistenza al cambiamento. |
Linguaggio formale o pedante, tono monotono | 4-11 anni | Maschi > Femmine | Confermato; difficoltà nell’uso di espressioni idiomatiche e sarcasmo. |
Sensibilità sensoriale (ipersensibilità o iposensibilità) | 4-11 anni | Maschi > Femmine | Documentato; reazioni anomale a stimoli sensoriali come suoni, luci o texture. |
Difficoltà motorie (disprassia) | 4-11 anni | Maschi > Femmine | Riconosciuto; include movimenti goffi e difficoltà nella coordinazione. |
Disturbi psichiatrici comorbidi (ansia, depressione) | Adolescenza/Adulthood | Maschi > Femmine | Documentato; maggiore incidenza di disturbi dell’umore e ansia. |
Ritardo nella diagnosi | Adolescenza/Adulthood | Femmine > Maschi | Riconosciuto; le femmine spesso ricevono diagnosi più tarde rispetto ai maschi. |
Quoziente Intellettivo e Disturbi Associati
A differenza di quanto si potrebbe pensare, le persone con sindrome di Asperger hanno generalmente un quoziente intellettivo nella norma, e in alcuni casi possono manifestare abilità straordinarie in ambito matematico, informatico o musicale. La sindrome è frequentemente associata ad altri disturbi, come epilessia, difficoltà visive o uditive, ansia, depressione, e disturbi del sonno. Le difficoltà di socializzazione e la preferenza per attività logiche e strutturate possono rendere difficoltosa la partecipazione a giochi di fantasia o “fare finta”. Molti bambini con Sindrome di Asperger, infatti, preferiscono dedicarsi a giochi che richiedono un’alta dose di logica, come la matematica, o che coinvolgono sistemi e schemi precisi, a discapito di giochi che stimolano la creatività e l’immaginazione. Sebbene queste attività possano sembrare limitate, esse rappresentano un aspetto fondamentale della loro vita quotidiana, che li aiuta a sentirsi sicuri e a comprendere meglio il mondo che li circonda.
Disturbo Associato | Relazione con la Sindrome di Asperger | Descrizione e Note Scientifiche |
---|---|---|
Disturbi d’ansia | Conseguenza diretta o indiretta | Elevata comorbidità con ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie sociali; l’isolamento sociale può aggravarli. |
Disturbo Ossessivo-Compulsivo | Possibile causa/conseguenza indiretta | Sintomi ossessivi e rituali sono comuni, condividono alcune basi neurobiologiche con Asperger. |
Disturbi dell’umore (depressione) | Conseguenza indiretta | Frequente conseguenza dell’isolamento sociale e delle difficoltà relazionali, può insorgere in età adolescenziale o adulta. |
Disturbi del sonno | Conseguenza indiretta | Problemi di addormentamento e mantenimento del sonno sono frequenti e influenzano la qualità di vita. |
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) | Comorbilità comune (causa/conseguenza incerta) | Sintomi di attenzione alterata e impulsività si sovrappongono spesso a quelli di Asperger, ma sono entità distinte. |
Disturbi gastrointestinali | Possibile conseguenza indiretta | Problemi digestivi, spesso associati a stress e ansia, sono frequentemente segnalati. |
Disturbi del linguaggio | Conseguenza diretta o indiretta | Difficoltà nella comunicazione pragmatica e nel linguaggio non verbale sono caratteristiche centrali. |
Disturbi sensoriali | Conseguenza diretta | Iper- o ipo-sensibilità a stimoli sensoriali (luce, suoni, tatto) influenzano il comportamento e il benessere. |
I disturbi motori, sebbene meno frequentemente evidenziati nella sindrome di Asperger, sono comunque rilevanti. Essi comprendono difficoltà nella coordinazione motoria, nel controllo del movimento e nella percezione spaziale, spesso riconducibili alla disprassia. Tali problematiche possono influire sull’esecuzione di attività quotidiane e sulle interazioni sociali, suggerendo un possibile coinvolgimento neurologico più ampio, pur non rappresentando criteri diagnostici principali.
Le psicosi, invece, sono condizioni molto rare e generalmente non associate direttamente alla sindrome di Asperger. In alcuni casi, soprattutto in adolescenza o età adulta, possono manifestarsi sintomi psicotici come allucinazioni o deliri, che richiedono un’accurata valutazione differenziale. Questi episodi possono derivare da stress elevato, isolamento sociale o da altre patologie psichiatriche comorbide, rappresentando una complicazione clinica che necessita di un trattamento specifico, ma non costituiscono un elemento caratteristico del disturbo.
Diagnosi della Sindrome di Asperger
La diagnosi di sindrome di Asperger non è semplice e richiede una valutazione specialistica approfondita. I professionisti esaminano i comportamenti sociali, la comunicazione e la motricità, raccogliendo informazioni anche da familiari e insegnanti. La diagnosi viene poi confrontata con i criteri diagnostici riportati nel DSM-V, che non prevede ritardi significativi nel linguaggio e identifica difficoltà nelle interazioni sociali e nei comportamenti ripetitivi.
Il processo diagnostico della sindrome di Asperger deve essere svolto da un’équipe multidisciplinare con esperienza nei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD). Include una valutazione completa del comportamento, dello sviluppo cognitivo e dell’adattamento delle abilità cognitive nella vita quotidiana, utilizzando anche test standardizzati. Le osservazioni vengono confrontate con i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), che ha incluso la sindrome di Asperger nel contesto più ampio dei Disturbi dello Spettro Autistico, senza mantenerla come categoria diagnostica separata. A livello clinico, la distinzione continua ad essere utile per identificare autismo ad alto o basso funzionamento e per scegliere interventi terapeutici appropriati.
La diagnosi della sindrome di Asperger viene effettuata da neuropsichiatri e psicologi tramite un percorso che include osservazioni cliniche, interviste con i genitori e l’uso di test standardizzati come l’Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS) e l’Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R). Sebbene la diagnosi venga spesso posta durante l’infanzia, alcuni casi vengono riconosciuti solo in età adulta, in particolare per coloro che sono riusciti a mascherare le loro difficoltà sociali. I segni precoci nei bambini includono difficoltà nelle interazioni sociali e nella partecipazione ai giochi.
Criteri DSM-5 e Severità
Secondo i criteri aggiornati al DSM-5, la diagnosi di Asperger è basata su difficoltà nella comunicazione sociale e nella reciprocità sociale, con deficit nella comunicazione sociale ed emotiva, nell’uso della comunicazione non verbale e nella creazione e mantenimento di legami sociali. Inoltre, sono necessari almeno due criteri relativi a comportamenti ripetitivi e interessi ristretti, come l’uso stereotipato di movimenti, linguaggio o oggetti, l’adesione a routine rigide o una fissazione per interessi particolari.
La gravità del disturbo è suddivisa in tre livelli:
- Livello 3: Richiede supporto continuo e sostanziale, con gravi deficit comunicativi e relazionali e problemi significativi in tutte le aree della vita.
- Livello 2: Richiede supporto sostanziale, con deficit comunicativi e relazionali evidenti anche con il supporto.
- Livello 1: Richiede supporto, con difficoltà comunicative e relazionali che non richiedono supporto ma che comunque influenzano la vita quotidiana.
La diagnosi di sindrome di Asperger viene di solito effettuata tra i 5 e gli 11 anni, quando la complessità delle interazioni sociali inizia a manifestare le difficoltà tipiche. La mancanza di una teoria della mente, che impedisce la comprensione delle intenzioni altrui, rende il bambino Asperger incline a reazioni inappropriate in contesti sociali. Questo comporta una difficoltà nell’adattarsi alle regole implicite delle interazioni sociali e può portare a una percezione di insensibilità o egocentrismo. Nonostante il desiderio di stabilire legami significativi, la difficoltà nell’apprendimento spontaneo di strategie sociali adeguate rende complicato raggiungere questo obiettivo.
Le persone affette dalla Sindrome di Asperger, conosciute anche come “Aspie“, presentano caratteristiche molto diverse tra loro, con manifestazioni della sindrome che variano notevolmente. In generale, si distinguono per le difficoltà nelle relazioni sociali e nella comunicazione, specialmente quella non verbale, con gli altri.
Gli individui con la sindrome di Asperger possono presentare diverse peculiarità, tra cui:
- Insensibilità, che si traduce anche in un disinteresse verso le manifestazioni emotive degli altri.
- Isolamento, soprattutto in contesti affollati.
- Difficoltà nel sostenere il contatto visivo durante le interazioni sociali.
- Incapacità di attribuire valore al linguaggio non verbale, concentrandosi esclusivamente sul messaggio verbale, che interpretano alla lettera. Questo porta a difficoltà nel comprendere giochi di parole, doppi sensi o il tono di voce.
- Impossibilità di adattarsi socialmente in modo appropriato, con difficoltà nel modulare il comportamento a seconda del contesto.
- Forte attaccamento alla routine, con abitudini molto rigide e un’esecuzione ripetitiva delle attività quotidiane.
- Una mente brillante, spesso accompagnata da una passione esclusiva per un interesse particolare, che risulta solitamente atipico rispetto all’età e al livello di sviluppo.
Inoltre, molti Aspie riportano come vivono le difficoltà quotidiane legate alla sindrome, descrivendo le loro esperienze personali e il modo in cui affrontano queste caratteristiche nella vita di tutti i giorni.