L’anasarca non è una patologia a sé stante, ma il riflesso di un grave squilibrio organico. Il suo riconoscimento tempestivo e l’intervento mirato possono cambiare significativamente la prognosi del paziente
L’anasarca rappresenta una forma estrema e diffusa di edema, ovvero un accumulo patologico di liquido nei tessuti sottocutanei. Questo quadro clinico, ben più grave dell’edema localizzato, è caratterizzato da un gonfiore generalizzato che coinvolge gran parte del corpo e può interessare anche le cavità sierose, come quella pleurica, peritoneale e pericardica. Si manifesta con sintomi invalidanti come sensazione di fatica, respiro corto e un rapido incremento del peso corporeo.

Scopri cos’è l’anasarca, le sue cause principali, i sintomi caratteristici, le patologie associate e tutte le terapie efficaci, farmacologiche e non, per una gestione completa dell’edema generalizzato
L’anasarca si configura spesso come un segno clinico di una malattia sottostante. Tra le cause più comuni troviamo tre condizioni croniche di grande rilievo: l’insufficienza cardiaca, la cirrosi epatica e la malattia renale avanzata. Più raramente, può comparire in contesti di eritroblastosi fetale, disturbi metabolici come la malattia di Gaucher o situazioni fisiologiche come la gravidanza.
Dal punto di vista fisiopatologico, l’anasarca può derivare da diversi meccanismi:
- Incremento della permeabilità capillare in situazioni come sepsi, traumi gravi, reazioni allergiche o ustioni.
- Aumento della pressione nei capillari, che può avvenire in caso di scompenso cardiaco, ipertensione portale o blocco venoso.
- Riduzione della pressione oncotica plasmatica, tipica della perdita o ridotta produzione di proteine (come nella sindrome nefrosica o nella malnutrizione).
- Ostruzione linfatica, come si verifica in caso di elefantiasi o nei tumori con coinvolgimento linfonodale.
Di seguito tutte le patologie o le condizioni associate (o associabili) all’anasarca:
Categoria | Patologie o Condizioni Associate |
---|---|
Disfunzioni d’organo principali | Scompenso cardiaco Cirrosi epatica Insufficienza renale cronica o acuta |
Condizioni ematologiche e neonatali | Eritroblastosi fetale (malattia emolitica del neonato) Anasarca feto-placentare |
Alterazioni della pressione oncotica | Sindrome nefrosica Enteropatie proteino-disperdenti Malnutrizione Malassorbimento Diarrea cronica Resezioni gastriche |
Aumentata permeabilità capillare | Sepsi Ustioni estese Reazioni allergiche (angioedema) Ipossia tissutale Traumi gravi |
Aumento della pressione idrostatica | Ipertensione portale Sindrome mediastinica Edema polmonare acuto |
Ostruzione linfatica | Tumori con svuotamento linfonodale (es. mammella) Atresia congenita dei vasi linfatici Filariosi (infezione parassitaria) Elefantiasi |
Disturbi vascolari | Tromboflebiti Varici venose Sindrome post-trombotica |
Cause farmacologiche | Corticosteroidi Estrogeni FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) |
Condizioni fisiologiche o transitorie | Gravidanza Edema premestruale Immobilità prolungata (negli allettati) |
Altre malattie sistemiche | Malattia di Gaucher Tumori malign Sepsi sistemica Reazioni anafilattiche |
Anasarca feto-placentare
Una forma particolarmente severa è l’anasarca del feto, che si sviluppa nel contesto della malattia emolitica neonatale causata da incompatibilità Rh tra madre e figlio. Questo tipo di anasarca, che coinvolge anche placenta e annessi fetali, è spesso incompatibile con la vita e conduce frequentemente alla morte intrauterina se non trattato tempestivamente.
Sintomi e manifestazioni cliniche
I pazienti affetti da anasarca presentano un rigonfiamento evidente e simmetrico, che tende a concentrarsi nelle zone più esposte alla gravità, come gli arti inferiori, le palpebre, la regione lombare e i genitali esterni. L’addome appare dilatato per la presenza di ascite, con l’ombelico sporgente e la cute tesa e lucida. I segni cutanei possono variare da impronte lasciate dai vestiti a edema duro e cronico, con cute screpolata e fredda al tatto.
Nei casi più gravi si rilevano versamenti nelle cavità interne:
- Versamento pleurico: può causare difficoltà respiratorie.
- Versamento pericardico: può interferire con la funzione cardiaca.
- Ascite: gonfiore addominale accentuato, spesso con dolore e malessere diffuso.
Categoria | Dettagli |
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🔍 Segni clinici generali | Gonfiore diffuso e simmetrico dei tessuti sottocutanei Aumento marcato del peso corporeo Sensazione di malessere e stanchezza |
💨 Segni respiratori | Dispnea (respiro corto) Difficoltà respiratoria Versamento pleurico |
❤️ Segni cardiovascolari | Insufficienza del ritorno venoso Edemi declivi (arti inferiori, regione lombosacrale nei pazienti allettati) |
🩺 Manifestazioni cutanee | Cute edematosa, lucida, stirata Perdita delle pieghe naturali Impronta da pressione (segno della fovea) |
⚖️ Distribuzione del gonfiore | Maggiore nei distretti sottoposti a gravità (arti inferiori, genitali, regione lombare) Edemi periorbitali (palpebre) |
🧂 Segni secondari | Addome globoso (ascite) Cicatrice ombelicale estroflessa (addome batraciano) Edemi colonnari agli arti inferiori |
🫀 Versamenti sierosi | Pleurico Pericardico Peritoneale (ascite) |
🧪 Segni strumentali e di laboratorio | Alterazioni di funzionalità epatica, renale e cardiac Ipoalbuminemia Segno della fovea visibile alla palpazione |
🧍 Classificazione per intensità | Lieve: Impronta cutanea appena visibile, pelle leggermente tesa Moderata: Edema evidente con pelle lucida e rigonfia Grave: Gonfiore massivo con cute fredda, assottigliata, screpolata e comparsa di ulcerazioni |
🕒 Classificazione per durata | Acuta: Insorgenza rapida, spesso in contesti critici (es. sepsi, scompenso acuto) Cronica: Persistente nel tempo, associata a patologie croniche (es. insufficienza renale o epatica) |
🧬 Classificazione per eziologia | Cardiogena (scompenso cardiaco) Epatogena (cirrosi con ascite) Nefrogena (sindrome nefrosica) Iatrogena/farmacologica (da farmaci) Linfatica (blocco del deflusso linfatico) Infettiva/parassitaria (es. filariosi) Feto-placentare (eritroblastosi fetale) |
Diagnosi: come si riconosce
La diagnosi di anasarca si fonda su una serie di passaggi. Si comincia con un’accurata anamnesi, utile a individuare patologie croniche, farmaci assunti e insorgenza dei sintomi. L’esame obiettivo consente di osservare il gonfiore generalizzato e di verificarne la gravità tramite il “segno della fovea”: la pressione su un’area edematosa provoca una depressione persistente, indice di presenza di liquido sottocutaneo.
Esami strumentali come la radiografia del torace o la TAC toraco-addominale permettono di identificare eventuali versamenti nelle cavità sierose. Gli esami del sangue e delle urine, infine, aiutano a valutare la funzione renale, epatica e i livelli proteici, fondamentali per inquadrare la causa del disturbo.
Un caso clinico ha evidenziato come l’anasarca possa essere il primo segno di una sindrome autoimmune rara, la sindrome anti-sintetasi, caratterizzata da polmonite organizzativa e miosite. Il trattamento con corticosteroidi e micofenolato mofetile ha portato a un miglioramento significativo, sottolineando l’importanza di considerare patologie autoimmuni nella diagnosi differenziale dell’anasarca. Dal punto di vista diagnostico, l’ecografia point-of-care (POCUS) si sta affermando come strumento utile per valutare rapidamente la presenza di versamenti pleurici, ascite e congestione venosa, facilitando una diagnosi tempestiva e accurata dell’anasarca. Dal punto di vista diagnostico, l’ecografia point-of-care (POCUS) si sta affermando come strumento utile per valutare rapidamente la presenza di versamenti pleurici, ascite e congestione venosa, facilitando una diagnosi tempestiva e accurata dell’anasarca.
Trattamento e gestione
Il trattamento dell’anasarca si concentra sull’eliminazione della causa sottostante. Quando è possibile, si interviene con terapie farmacologiche e misure di supporto.
Negli ultimi anni, la ricerca clinica ha portato alla luce nuove cause e approcci terapeutici per l’anasarca, ampliando la comprensione di questa complessa condizione.
I farmaci diuretici sono il cardine della terapia, in quanto favoriscono la diuresi e l’eliminazione dei liquidi in eccesso, ma devono essere utilizzati con cautela per evitare squilibri elettrolitici o disidratazione.
Categoria terapeutica | Esempi / Interventi specifici | Finalità e note |
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🧪 Diuretici | Furosemide Torasemide Diuretici tiazidici Diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone) | Aumentano l’eliminazione renale dei liquidi. Sono il trattamento di prima scelta. Rischio di ipovolemia e ipopotassiemia. |
💉 Terapie parenterali | Somministrazione endovenosa di diuretici Rimozione controllata di 2–3 litri di liquido nelle 24h (nei casi gravi) | Indicata nei pazienti ospedalizzati con edema severo e compromissione cardiaca o renale. |
💧 Restrizione idrica e sodica | Dieta iposodica (povero contenuto di sale) Limitazione dell’assunzione di liquidi | Serve a prevenire l’accumulo di liquidi nei tessuti. |
🧴 Trattamenti topici | Creme idratanti Corticosteroidi topici | Mantengono l’integrità cutanea e prevengono infezioni secondarie, ulcerazioni e dermatiti. |
🧦 Misure meccaniche | Elevazione degli arti inferiori Calze elastiche e bendaggi compressivi | Favoriscono il ritorno venoso. Evitare nei pazienti con arteriopatia periferica. |
💊 Farmaci coadiuvanti | Antinfiammatori non steroidei (FANS) Farmaci antiedemigeni | Utilizzati in presenza di edema post-traumatico o infiammatorio. |
🧬 Trattamento eziologico | Trattamento della causa sottostante (es. insufficienza cardiaca, cirrosi, nefropatia, sepsi, malnutrizione, eritroblastosi fetale, ecc.) | Senza intervenire sulla patologia primaria, l’anasarca tende a recidivare o peggiorare. |
🛠️ Procedure invasive | Paracentesi evacuativa (per ascite massiva): evacuazione del liquido peritoneale tramite catetere Drenaggio pleurico: evacuazione del versamento toracico | Utili sia come manovre diagnostiche che terapeutiche per ridurre la compressione da versamenti abbondanti. |
🩺 Monitoraggio clinico e strumentale | Esami di laboratorio (elettroliti, albumina, funzionalità epatica/renale) Ecografia, TC, radiografi Valutazione del bilancio idrico giornaliero | Fondamentale per adattare la terapia e prevenire complicanze legate al trattamento (es. disidratazione, squilibri elettrolitici). |
Altre misure includono:
- Dieta iposodica e restrizione dei liquidi
- Elevazione degli arti inferiori per facilitare il ritorno venoso
- Utilizzo di calze compressive, in assenza di patologie arteriose periferiche
- Cure dermatologiche per prevenire lesioni cutanee come dermatiti o infezioni
Nei casi più gravi, si può procedere con interventi invasivi come:
- Paracentesi evacuativa: per rimuovere l’ascite, tramite inserimento di un catetere nell’addome
- Drenaggio pleurico: nei versamenti toracici refrattari ai farmaci, sia a scopo diagnostico che terapeutico
L’esito clinico dell’anasarca dipende in modo cruciale dalla patologia che ne è all’origine. Se trattata in fase iniziale e se reversibile, la condizione può migliorare significativamente. Nella maggior parte dei casi l’anasarca rappresenta una fase avanzata di malattia sistemica e comporta un decorso lento e spesso ospedaliero. Sul fronte terapeutico, è in fase di sviluppo un nuovo diuretico dell’ansa somministrabile per via intranasale, il bumetanide spray. Questo approccio potrebbe offrire un’alternativa efficace per i pazienti con difficoltà nell’assunzione orale o con problematiche gastrointestinali.