Cos'è la cataratta? Sintomi, cause, diagnosi, trattamenti e intervento chirurgico. Guida completa e aggiornata con informazioni chiare per pazienti e professionisti
La cataratta è un’opacità graduale del cristallino, la lente naturale dell’occhio che focalizza la luce sulla retina per garantire una visione chiara. Con il tempo, le proteine del cristallino possono aggregarsi, causando una progressiva perdita di nitidezza visiva. Questo fenomeno rende la vista offuscata, come se si guardasse attraverso un vetro appannato.
Le cause principali includono l’invecchiamento, che rappresenta il fattore più comune, ma anche condizioni come il diabete, l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti, il fumo, l’uso prolungato di farmaci corticosteroidi, traumi oculari e lo stress ossidativo. Sebbene sia più frequente nelle persone anziane, la cataratta potrebbe manifestarsi anche in età più giovane, ad esempio a causa di fattori genetici o metabolici.

È una delle principali sfide per la salute visiva globale, ma i progressi nella diagnosi e nel trattamento chirurgico hanno trasformato questa condizione in una patologia altamente gestibile. La possibilità di personalizzare l’intervento attraverso l’uso di tecnologie avanzate e lenti intraoculari di ultima generazione permette ai pazienti di recuperare una visione ottimale e migliorare la qualità della vita. Una diagnosi tempestiva e una valutazione accurata con uno specialista sono fondamentali per determinare il momento migliore per l’intervento, garantendo risultati ottimali e un ritorno rapido alle attività quotidiane
Diffusione Globale
È la principale causa di cecità prevenibile al mondo, contribuendo a circa il 50% dei casi di perdita visiva globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 65 milioni di persone sono affette da questa condizione, con un impatto particolarmente significativo nei paesi a basso reddito, dove l’accesso alle cure oftalmologiche è limitato. Nei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti, si stima che più della metà delle persone sopra gli 80 anni abbia una cataratta o abbia già subito un intervento chirurgico per correggerla. La prevalenza aumenta con l’età, ma fattori come la malnutrizione o l’esposizione ambientale possono accelerarne l’insorgenza anche in popolazioni più giovani.
Numerose evidenze scientifiche indicano una stretta associazione tra la cataratta e la presenza di altre patologie croniche. È stato osservato, ad esempio, che le persone affette da cataratta hanno una probabilità significativamente maggiore di presentare almeno due condizioni croniche concomitanti, come ipertensione, osteoartrite o incontinenza. In alcuni contesti, come in India, oltre la metà dei pazienti operati di cataratta soffre di ipertensione, mentre quasi un terzo è diabetico. Altre malattie frequentemente associate includono patologie cardiache, asma e ictus.
Dal punto di vista oculistico, nei pazienti candidati alla chirurgia della cataratta sono comuni condizioni concomitanti quali retinopatia diabetica, glaucoma, pseudoesfoliazione e degenerazione maculare legata all’età. Queste comorbidità possono influire negativamente sull’esito dell’intervento e complicarne la gestione.
Differenze tra queste condizioni spesso comuni e concomitanti tra loro:
Patologia | Definizione | Eziologia | Segni Clinici | Sintomi Tipici | Diagnosi | Trattamento |
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Retinopatia diabetica | Complicanza microvascolare del diabete che colpisce la retina. | Iperglicemia cronica con danno ai vasi retinici. | Microaneurismi, emorragie retiniche, essudati, neovascolarizzazione. | Visione offuscata, macchie scure, perdita visione progressiva. | Esame fundus, OCT, fluorangiografia. | Controllo glicemico, laser, iniezioni intravitreali (anti-VEGF). |
Glaucoma | Neuropatia ottica progressiva caratterizzata da danno del nervo ottico. | Aumento della pressione intraoculare (nella maggior parte dei casi). | Danno alla testa del nervo ottico, perdita campo visivo periferico. | Perdita visione periferica, spesso asintomatico nelle fasi iniziali. | Tonometria, campo visivo, OCT del nervo ottico. | Farmaci ipotonizzanti, laser, chirurgia. |
Pseudoesfoliazione | Patologia caratterizzata da accumulo di materiale fibrillare nell’occhio. | Processo degenerativo associato a età avanzata e fattori genetici. | Depositi bianchi su cristallino, trabecolato, aumento pressione intraoculare. | Spesso asintomatica, può causare glaucoma secondario. | Esame biomicroscopico con lampada a fessura. | Monitoraggio, gestione glaucoma secondario se presente. |
Degenerazione maculare legata all’età (DMAE) | Deterioramento della macula, la parte centrale della retina. | Invecchiamento, fattori genetici, esposizione UV, fumo. | Drusen, alterazioni pigmentarie maculari, neovascolarizzazione (forma umida). | Visione centrale distorta o ridotta, difficoltà lettura e riconoscimento volti. | Esame fundus, OCT, angiografia. | Supplementi nutrizionali (AREDS), anti-VEGF, laser per forma umida. |
In alcuni casi, può portare allo sviluppo di glaucoma secondario, in particolare quando il cristallino ingrossato o mal posizionato ostacola il deflusso dell’umore acqueo. Questo può determinare un aumento della pressione intraoculare, come avviene nel glaucoma facomorfico o facolatico, situazioni che richiedono un trattamento tempestivo per evitare danni permanenti al nervo ottico. È stato rilevato un impatto della cataratta anche sulla salute mentale e neurologica. La perdita progressiva della vista può contribuire a isolamento sociale, riduzione dell’autonomia, ansia e depressione. Alcuni studi indicano che la rimozione della cataratta può ridurre sensibilmente il rischio di sviluppare demenza, probabilmente grazie al miglioramento delle funzioni visive e all’aumento dell’interazione sociale e della stimolazione cognitiva.
Categoria | Patologie correlate | Meccanismo/Conseguenza |
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Sistemiche | Ipertensione, diabete, malattie cardio-polmonari, ictus, osteoartrite | Fattori di rischio condivisi e comorbidità |
Oculari | Glaucoma, retinopatia diabetica, AMD, secchezza | Coesistenza e influsso sugli outcome chirurgici |
Glaucoma secondario | Facomorfico, facilat | Cristallino opaco o dislocato altera flusso oculare |
Post-chirurgiche | PCO, edema maculare, rottura capsulare, endoftalmite, IFIS | Diagnosi tempestiva e gestione critiche |
Mentali/neurologiche | Depressione, ansia, demenza | Impatto della visione e benefici cognitivi dalla rimozione |
Esistono diverse forme, ciascuna con caratteristiche specifiche:
- Cataratta senile: la più comune, legata all’invecchiamento.
- Cataratta congenita: presente alla nascita o sviluppata nei primi anni di vita, spesso dovuta a fattori genetici o a infezioni materne durante la gravidanza.
- Cataratta secondaria: causata da patologie sistemiche come il diabete o da interventi chirurgici precedenti.
- Cataratta traumatica: conseguente a lesioni fisiche dell’occhio.
- Cataratta posteriore capsulare: una complicazione che può verificarsi dopo l’intervento di rimozione del cristallino opaco.
Queste varianti richiedono un approccio diagnostico e terapeutico personalizzato in base alla causa sottostante e alla gravità.
Sintomi
I sintomi della cataratta includono una visione sfocata, difficoltà a vedere di notte, sensibilità alla luce con abbagliamento, percezione sbiadita dei colori e, in alcuni casi, visione doppia o aloni intorno alle fonti luminose. Questi disturbi possono influire significativamente sulle attività quotidiane, come la lettura, la guida o il riconoscimento di volti. La diagnosi viene effettuata attraverso una visita oculistica specialistica, che comprende test di acuità visiva, esame del cristallino con biomicroscopio o lampada a fessura e valutazioni della refrazione oculare.
Nelle fasi iniziali, si avverte spesso una visione offuscata o sfuocata, simile all’effetto di un vetro appannato o coperto da un velo. Questa condizione può peggiorare progressivamente, rendendo difficili attività quotidiane come leggere o guidare, soprattutto in ambienti poco illuminati o durante la notte.
Un altro sintomo comune è la maggiore sensibilità alla luce: fari, lampade o luce solare intensa possono causare fastidio, e spesso si notano aloni intorno alle fonti luminose. Anche la percezione dei colori può risultare alterata: i toni appaiono meno vividi, talvolta tendenti al giallo, compromettendo la capacità di distinguere bene le sfumature.
In alcuni casi, può comparire una visione doppia da un solo occhio, fenomeno noto come diplopia monoculare. È frequente anche la necessità di cambiare più spesso la prescrizione di occhiali o lenti, senza però ottenere un reale miglioramento della vista. Curiosamente, nelle fasi iniziali della cataratta può verificarsi un temporaneo miglioramento della vista da vicino, noto come “seconda vista”, che tuttavia precede un peggioramento più marcato.
Alla comparsa di uno o più di questi sintomi, è consigliabile sottoporsi a una visita oculistica approfondita, che includa l’esame con lampada a fessura e la valutazione dell’acuità visiva. Se i sintomi compromettono le normali attività quotidiane, l’intervento chirurgico per la rimozione della cataratta rappresenta l’unica soluzione efficace. Nei casi iniziali, si può invece ricorrere a soluzioni temporanee come l’aggiornamento della correzione ottica o il miglioramento dell’illuminazione ambientale.
Sintomo | Descrizione semplificata | Approfondimento |
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Visione sfuocata | Sembra di guardare attraverso un vetro appannato | Riduzione dell’acuità visiva dovuta all’opacizzazione del cristallino (ncbi.nlm.nih.gov) |
Difficoltà nella scarsa luce | Guida notturna e lettura al buio diventano difficili | La cataratta riflette e disperde la luce impedendo una visione chiara |
Sensibilità all’abbagliamento | Luci intense danno dolore agli occhi; compaiono aloni intorno | La cataratta provoca rifrazioni anomale della luce |
Presa dei colori alterata | I colori, specialmente blu e viola, appaiono sbiaditi o giallastri | Accumulo di pigmento giallo nel cristallino altera la percezione cromatica |
Visione doppia | Si vedono immagini sovrapposte o sdoppiate in un solo occhio | Luce rifratta in modo anomalo, causando diplopia monoculare |
Continui cambi di occhiali | Si necessita di nuove lenti sempre più spesso | La cataratta cambia la curvatura del cristallino, alterando la vista |
Seconda vista temporanea | Miglior visione da vicino all’inizio, poi peggioramento complessivo | Modifiche post-chirale nel cristallino causano ipermetropia transitoria |
Diagnosi
La diagnosi della cataratta si fonda su un insieme di esami oculistici standardizzati che permettono di valutare in modo accurato la presenza e la gravità dell’opacizzazione del cristallino.

Diagnosi della cataratta
Tra i test principali rientra l’esame dell’acuità visiva, eseguito mediante apposite tavole (come quella di Snellen), che consente di misurare la nitidezza della vista a varie distanze. Questo test rappresenta il primo indicatore della compromissione visiva causata dalla cataratta.
La lampada a fessura, uno strumento di ingrandimento microscopico, permette al medico di osservare direttamente le strutture dell’occhio, in particolare il cristallino, identificando il tipo e l’estensione dell’opacità. A questo esame si affianca quello del fondo oculare, che viene effettuato dopo la dilatazione della pupilla con specifici colliri. Questo passaggio è utile per escludere altre patologie retiniche concomitanti che potrebbero influenzare il trattamento.
La misurazione della pressione intraoculare mediante tonometria è essenziale per verificare la presenza di glaucoma, una patologia che può coesistere con la cataratta. Inoltre, la biometria oculare – effettuata con strumenti come l’A-scan, il B-scan o il biometro ottico – è fondamentale in fase pre-operatoria per calcolare con precisione la potenza della lente intraoculare artificiale che verrà impiantata durante l’intervento.
Per classificare la gravità, viene comunemente adottata la scala LOCS III (Lens Opacities Classification System), che distingue diversi livelli di opacizzazione del cristallino nelle sue varie componenti: nucleo, corteccia e zona subcapsulare posteriore.
Le indicazioni per l’intervento chirurgico si basano su criteri funzionali: riduzione significativa della vista, difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane e presenza di altre malattie oculari che ne aggravano l’impatto (come retinopatia diabetica, glaucoma o degenerazione maculare).
Le principali linee guida internazionali – emanate da organismi come l’American Academy of Ophthalmology (AAO), il NICE britannico e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – definiscono protocolli diagnostici e terapeutici basati sull’evidenza scientifica, raccomandando un approccio integrato e completo in tutte le fasi del trattamento.
In contesti con risorse limitate, l’adozione di strumenti diagnostici a basso costo, l’uso della telemedicina e l’impiego di intelligenza artificiale rappresentano soluzioni efficaci per ampliare l’accesso alla diagnosi e assicurare un trattamento tempestivo, anche con il supporto di personale sanitario formato ma non necessariamente specialista.
Metodo | Cosa fa | Perché è importante | Fonte |
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Test visivo (Snellen) | Misura la nitidezza visiva | Valuta la gravità della vista offuscata e guida la decisione chirurgica | Mayo Clinic |
Lampada a fessura | Analizza la lente per opacità | Identifica tipo e posizione della cataratta | Florida Cataract Doctor |
Fondo oculare con dilatazione | Controllo della retina e del nervo ottico | Esclude altre patologie oculari che influenzano trattamento o prognosi | Mayo Clinic |
Tonometria | Misura la pressione oculare | Individua eventuali glaucoma associati | Mayo Clinic |
Biometria (A/B-scan, ottico) | Determina la dimensione e forma dell’occhio | Serve a calcolare la lente intraoculare da impiantare | Aetna |
LOCS III | Classe da 1+ a 4+ in base all’opacità | Standard internazionale per valutare severità della cataratta | ESCRS, WHO |
Indicatori di referral | Valutazione funzionale e qualità di vita post-intervento | Decidere insieme al medico quando è il momento giusto per l’intervento | NCBI Bookshelf |
Linee guida internazionali | Raccomandano protocollo completo pre/intra/post operatorio | Fondati su evidenza e studi scientifici, assicurano qualità e sicurezza | AAO, NICE, WHO |
Quando è indicata la chirurgia della cataratta:
Indicazione | Quando si verifica | Indici clinici/funzionali | Perché è indicata la chirurgia | Fonte |
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Riduzione dell’acuità visiva significativa | Visione compromessa non correggibile con occhiali | Acuità visiva < 6/12 (20/40) o inferiore, misurata con tavola Snellen o simili | La cataratta interferisce con la vista utile per guidare, lavorare o svolgere compiti quotidiani | AAO |
Difficoltà nelle attività quotidiane | Limitazioni nel leggere, cucinare, scrivere, guidare, usare dispositivi digitali | Autovalutazione del paziente + questionari di funzionalità visiva (es. VFQ-25) | L’intervento migliora l’autonomia e la qualità della vita | NICE UK |
Glaucoma secondario da cataratta (facomorfico/facolatico) | Cataratta matura o ipermatura causa aumento della pressione oculare | Pressione intraoculare elevata + opacità avanzata del cristallino | La chirurgia è necessaria per evitare danni permanenti al nervo ottico | NCBI |
Esigenze di esame del fondo oculare in pazienti con retinopatie | Impossibilità di esaminare la retina per patologie associate | Cataratta avanzata + sospetto di retinopatia diabetica, AMD o edema maculare | Serve per valutare e trattare condizioni retiniche potenzialmente gravi | WHO |
Richiesta funzionale del paziente (es. guida, lavoro, hobby) | Il paziente riferisce difficoltà legate a specifiche esigenze visive | Visione insufficiente per svolgere attività desiderate, anche se l’acuità visiva non è molto bassa | La decisione è condivisa tra medico e paziente sulla base dell’impatto soggettivo | AAO |
Cataratta bilaterale con rischio di cadute/fratture | Anziani con visione ridotta in entrambi gli occhi | Visione < 6/18 bilaterale, instabilità posturale, cadute documentate o rischio elevato | La chirurgia bilaterale riduce il rischio di cadute e migliora la mobilità | JAMA |
Progressione rapida o “cataratta matura” | Cataratta che evolve velocemente e causa perdita visiva marcata in poche settimane | Nucleo opaco, riflesso rosso assente, difficoltà a visualizzare la retina | Evita complicanze come ipertensione oculare, dislocazione del cristallino o endoftalmiti | NICE |
Paziente già programmato per chirurgia retinica o laser | Necessità di eseguire un altro intervento intraoculare | Cataratta che impedisce l’accesso visivo alla retina | L’intervento di cataratta è spesso propedeutico ad altre procedure oculari | AAO |
Intervento Chirurgico
L’unica soluzione efficace per la cataratta è l’intervento chirurgico, che consiste nella rimozione del cristallino opacizzato e nella sua sostituzione con una lente intraoculare artificiale (IOL). Questa procedura, tra le più comuni al mondo, è generalmente eseguita in regime ambulatoriale con anestesia locale, risultando poco invasiva e con tempi di recupero rapidi. Circa il 90% dei pazienti ottiene un miglioramento significativo della visione.
Fase operatoria | Descrizione per il paziente | Spiegazione dettagliata | Fonte |
---|---|---|---|
1. Preparazione pre-operatoria | Il paziente esegue esami per calcolare la lente e valutare lo stato generale dell’occhio | Comprende biometria (calcolo della potenza della lente intraoculare), tonometria, esame del fondo oculare, test lacrimali e visita anestesiologica | AAO, NIH |
2. Anestesia locale | Non si sente dolore: si applicano colliri anestetici, raramente si usa l’iniezione | La chirurgia si esegue in anestesia topica o peribulbare; l’intervento è rapido e indolore | NICE |
3. Incisione corneale | Il chirurgo esegue una piccola apertura nella parte anteriore dell’occhio | Incisione di 2–3 mm in cornea chiara, autosigillante, senza bisogno di punti nella maggior parte dei casi | WHO |
4. Capsuloressi anteriore | Si apre la membrana anteriore che avvolge il cristallino | La capsula anteriore viene rimossa in modo controllato per accedere alla cataratta interna | AAO |
5. Facoemulsificazione | Il cristallino opaco viene frantumato e aspirato con un apparecchio a ultrasuoni | È la tecnica standard: utilizza energia a ultrasuoni per sciogliere e aspirare il cristallino | NEI |
6. Impianto della lente intraoculare (IOL) | Si inserisce una lente artificiale trasparente al posto di quella naturale | La IOL pieghevole viene inserita nel sacco capsulare per ripristinare la visione | AAO |
7. Controllo finale e uscita | L’intervento dura 15–30 minuti e si esce lo stesso giorno | Verifica della posizione della lente, pressione oculare, medicazione protettiva, istruzioni post-operatorie | NHS |
Esistono due approcci principali:
- Chirurgia tradizionale: prevede un’incisione corneale manuale, la rimozione del cristallino opaco tramite facoemulsificazione (una tecnica che utilizza ultrasuoni per frammentare il cristallino) e l’impianto di una lente intraoculare, monofocale o multifocale.
- Chirurgia laser-assistita (FLACS): utilizza un laser a femtosecondi per eseguire incisioni più precise, migliorare la frammentazione del cristallino e ottimizzare il posizionamento della lente intraoculare. Questo metodo offre vantaggi come una maggiore accuratezza, incisioni meno invasive e un recupero più rapido.
La scelta della lente intraoculare è cruciale per il successo dell’intervento. Le IOL monofocali correggono la visione a una singola distanza, spesso richiedendo l’uso di occhiali per la lettura o la visione da vicino. Le IOL multifocali, invece, permettono una visione chiara a diverse distanze, riducendo la dipendenza dagli occhiali e correggendo difetti refrattivi come l’astigmatismo o la presbiopia. Le lenti EDOF (Extended Depth of Focus) rappresentano un’opzione avanzata, offrendo una visione nitida a tutte le distanze e in diverse condizioni di luce, grazie alla correzione delle aberrazioni cromatiche. La scelta della IOL dipende dalle esigenze visive e dallo stile di vita del paziente, valutate in collaborazione con l’oculista.
Tipo di IOL | Caratteristiche | Pro/Contro | Quando si usa | Fonte |
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Monofocale | Corregge la vista per una sola distanza (lontano o vicino) | + Ottima qualità visiva – Necessari occhiali per leggere | Scelta standard, soprattutto nel SSN | Mayo Clinic |
Multifocale | Permette di vedere a più distanze (vicino-lontano-intermedio) | + Riduce uso di occhiali – Maggiore rischio di aloni e abbagliamenti | In pazienti motivati, senza patologie oculari | AAO |
Toric | Corregge l’astigmatismo | + Migliora la qualità visiva nei pazienti astigmatici – Richiede misurazioni precise | Astigmatismo ≥ 1.25 D | NICE |
Accomodativa | Prova a simulare la messa a fuoco naturale | + Buona visione a distanze variabili – Risultati variabili | Rara, usata in pazienti selezionati | NEI |
L’intervento di cataratta è considerato una procedura veloce, sicura e generalmente indolore, effettuata in regime ambulatoriale. La selezione della tecnica chirurgica e della lente intraoculare viene effettuata in accordo con lo specialista, tenendo conto delle condizioni oculari, delle necessità visive e dello stile di vita del paziente. Una comprensione chiara delle fasi dell’intervento e delle alternative disponibili contribuisce a un percorso chirurgico più consapevole e sereno.

Fasi dell’intervento chirurgico di cataratta
Tipi di tecniche chirurgiche:
Tecnica | Descrizione | Indicazioni cliniche | Fonte |
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Facoemulsificazione (Phaco) | Uso di ultrasuoni per frantumare e aspirare il cristallino | Standard in paesi sviluppati; ideale per cataratte non troppo dure | AAO |
Chirurgia extracapsulare (ECCE) | Rimozione manuale del nucleo cristallino intero | In cataratte molto mature o quando la facoemulsificazione non è disponibile | WHO |
Small Incision Cataract Surgery (SICS) | Tecnica manuale a basso costo, senza facoemulsificatore | Utilizzata in contesti a basso reddito; risultati simili alla Phaco | NCBI |
La chirurgia ha beneficiato enormemente dei progressi tecnologici, rendendola una delle procedure più sicure ed efficaci in ambito medico. In Italia, ogni anno vengono effettuati circa 700.000 interventi, con un tasso di successo elevato. L’introduzione del laser a femtosecondi ha rivoluzionato la procedura, eliminando la necessità di bisturi manuali e migliorando la precisione delle incisioni e della frammentazione del cristallino. Questi avanzamenti hanno ridotto l’infiammazione post-operatoria e i rischi associati, rendendo l’intervento adatto anche a casi complessi, come quelli associati a miopia, glaucoma o maculopatia.
Complicazione | Descrizione per il paziente | Incidenza stimata | Conseguenze possibili | Gestione o trattamento | Fonti affidabili |
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Opacizzazione della capsula posteriore (PCO) | La visione torna sfocata settimane o mesi dopo l’intervento | 20–40% entro 2–5 anni | Visione offuscata simile alla cataratta | Laser YAG capsulotomia ambulatoriale | AAO, NEI |
Edema maculare cistoide (sindrome di Irvine-Gass) | Gonfiore della parte centrale della retina, con visione distorta o centrale sfumata | 1–3% | Distorsione o calo visivo centrale | Colliri anti-infiammatori, a volte iniezioni intravitreali | PubMed, NEI |
Rottura capsulare posteriore | Rottura della membrana che tiene la lente artificiale | < 1% | Spostamento della lente, infiammazione, glaucoma secondario | Tecnica chirurgica modificata, vitrectomia | NCBI |
Endoftalmite (infezione intraoculare) | Infezione grave dell’occhio dopo l’intervento | 0,04–0,1% | Perdita visiva severa, dolore, arrossamento | Antibiotici intraoculari e sistemici; a volte vitrectomia | NHS, AAO |
Glaucoma secondario | Aumento della pressione intraoculare dopo l’intervento | Variabile (1–4%) | Danno al nervo ottico se non trattato | Colliri ipotonizzanti, chirurgia se necessario | NEI |
Dislocazione della lente intraoculare (IOL) | Spostamento della lente impiantata | < 1% | Visione sdoppiata, sfocata | Reintervento per riposizionare o sostituire la IOL | AAO |
Sindrome da iris flaccido intraoperatorio (IFIS) | Complicanza durante la chirurgia in pazienti che assumono α1-bloccanti (es. tamsulosina) | Variabile (fino al 90% nei soggetti a rischio) | Difficoltà intraoperatorie, rischio di complicanze | Tecniche e strumenti chirurgici adattati | PubMed |
Distacco di retina | Separazione della retina dalla parete oculare | Raro (< 0,5%) | Perdita visiva rapida se non trattata | Chirurgia retinica urgente | Mayo Clinic, AAO |
Aumento temporaneo dell’astigmatismo | La vista può apparire distorta nei primi giorni | Comune ma temporaneo | Visione non nitida | Generalmente si risolve spontaneamente | NEI |
Nonostante l’elevata sicurezza, l’intervento può comportare alcune complicanze rare, come infezioni (endoftalmite), infiammazioni (uveite), distacco di retina o edema maculare cistoide. Lievi disturbi post-operatori, come bruciore, lacrimazione o percezione di aloni, tendono a risolversi con il tempo o con terapie specifiche, come colliri antibiotici o antinfiammatori. Il recupero visivo è generalmente rapido, con miglioramenti evidenti già dal giorno successivo, e non richiede particolari restrizioni, salvo evitare di strofinare l’occhio operato.