L’alopecia areata è una condizione dermatologica complessa e variabile, legata a una disfunzione del sistema immunitario

L’alopecia areata è una malattia dermatologica che si manifesta con una perdita improvvisa di capelli o peli, generalmente in aree circoscritte e ben definite del corpo, più comunemente sul cuoio capelluto. Queste zone risultano completamente glabre e prive di segni infiammatori evidenti. Si tratta di una forma di caduta dei capelli non cicatriziale, quindi il follicolo pilifero non viene distrutto e può tornare a funzionare, consentendo la possibile ricrescita dei capelli.

Le cause e i meccanismi della malattia

Sebbene le cause esatte siano ancora in fase di studio, oggi si ritiene che l’alopecia areata sia di origine autoimmune. In particolare, alcune cellule del sistema immunitario – i linfociti T – riconoscono erroneamente il follicolo pilifero come un elemento estraneo e lo attaccano, bloccandone temporaneamente l’attività. Questo processo impedisce al capello di crescere normalmente e lo induce a cadere, in genere durante la fase anagen, cioè quella di crescita attiva. Il ciclo del follicolo viene così interrotto e può ripetersi in maniera ricorrente.

L’alopecia areata può colpire chiunque, indipendentemente da età o sesso, ma è più comune nei giovani adulti sotto i 40 anni. Secondo l’American Academy of Dermatology, circa il 2% della popolazione mondiale ne soffre almeno una volta nella vita. La predisposizione genetica gioca un ruolo chiave: chi ha familiari con alopecia areata o altre malattie autoimmuni (es. tiroidite o vitiligine) ha un rischio maggiore. Anche fattori ambientali, come stress cronico o infezioni, possono scatenare la condizione. Riconoscere i fattori di rischio può aiutare a monitorare i sintomi precocemente.

L’alopecia areata è una condizione dermatologica piuttosto frequente che si distingue per la comparsa rapida e inattesa di zone glabre, prive di capelli o peli, di forma tendenzialmente tondeggiante

La malattia tende a comparire più facilmente in soggetti geneticamente predisposti, spesso in risposta a fattori esterni come infezioni, stress emotivi intensi o squilibri ormonali. La familiarità gioca un ruolo importante: più casi in famiglia aumentano il rischio individuale. L’alopecia areata può anche essere associata ad altre patologie autoimmuni come la vitiligine e alcune forme di tiroidite. Non è, in ogni caso, una condizione contagiosa. Può manifestarsi in qualsiasi fase della vita, sebbene si presenti più comunemente durante l’infanzia e l’adolescenza, risulti diffusa anche tra gli adulti e sia invece piuttosto rara in età avanzata. Talvolta può regredire spontaneamente.

Alopecia areata

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Manifestazioni cliniche, segni e sintomi dell’alopecia areata

I sintomi tipici sono rappresentati dalla comparsa improvvisa di una o più chiazze lisce e prive di peli, solitamente rotonde o ovali, che possono variare da pochi millimetri fino a diversi centimetri. Ai margini di queste zone possono comparire capelli corti e spezzati, noti come “capelli a punto esclamativo“, un segno distintivo della patologia. In casi più gravi, la perdita può estendersi fino a coinvolgere tutto il cuoio capelluto (alopecia totale) o, più raramente, tutta la superficie corporea (alopecia universale). Anche le unghie possono essere colpite, mostrando alterazioni come pitting, righe o superfici rugose.

CategoriaSegni e Sintomi
Aspetto clinicoChiazze glabre di forma rotondeggiante

Estensione e numero variabili

EsordioComparsa improvvisa

Possibile sviluppo in poche ore

EvoluzionePossibilità di remissione spontanea

Tendenza alla cronicizzazione

Età di insorgenzaFrequente in infanzia e adolescenza

Comune in età adulta- Rara negli anziani

Pull testCaduta abbondante di capelli con bulbi piccoli e distrofici, apparentemente in anagen
Fasi del ciclo follicolare coinvolteCaduta prevalentemente in fase catagen

Tentativo di “fuga” verso il telogen

Caduta da anagen nei casi più gravi

Caratteristiche microscopicheDanni metabolici alle guaine

Produzione di acido lattico e squalene

Aumento dei capelli in catagen ai margini delle chiazze

Aspetti immunologiciCoinvolgimento dei linfociti T4

Attacco a cheratinociti, melanociti ed endotelio vascolare

Sintomi associatiAssenza di dolore o prurito nelle aree colpite (dato implicito dalla fonte)
Etnia e sessoMaggiore incidenza in soggetti caucasici e orientali

Nessuna preferenza di genere

Il decorso della malattia è imprevedibile: in alcuni casi, le chiazze si risolvono spontaneamente con ricrescita dei capelli nell’arco di mesi; in altri, la condizione tende a ripresentarsi ciclicamente, con episodi sempre più estesi. I fattori che aumentano il rischio di cronicizzazione comprendono l’età precoce di insorgenza, la presenza di dermatite atopica e l’estensione delle chiazze fino ai bordi del cuoio capelluto.

Secondo una delle teorie più recenti sull’origine dell’alopecia areata, il primo danno interesserebbe la struttura interna del fusto pilifero, in particolare la guaina epiteliale interna, e sarebbe di natura metabolica. Questo evento iniziale precederebbe la risposta autoimmune vera e propria. A seguito della lesione, la degradazione del follicolo porta alla formazione di sostanze come acido lattico e squalene. Tale squilibrio metabolico causerebbe la caduta del capello principalmente in fase catagen, contrariamente a quanto comunemente ritenuto secondo cui la caduta avverrebbe in anagen.

Il meccanismo può essere descritto come un tentativo del capello danneggiato di rifugiarsi in telogen, fase in cui non può più essere attaccato dallo stimolo patogeno. Se il danno alle guaine è troppo esteso, il capello non riesce neppure a passare per catagen e cade direttamente da anagen. Queste osservazioni si riflettono nelle analisi istologiche, che rilevano un incremento dei follicoli in fase catagen lungo i margini delle aree affette.

La risposta immunitaria ha quindi un ruolo più centrale nella cronicizzazione del disturbo: i linfociti T CD4 si dirigono contro le cellule della matrice pilifera, i melanociti e le cellule endoteliali, impedendo ai nuovi capelli di svilupparsi normalmente e forzandoli già dalla fase precoce ad entrare in catagen e successivamente in telogen. Questo porta alla formazione dei cosiddetti “capelli cadaverizzati”, secondo la definizione del dermatologo Rebora.

Le similitudini tra alopecia areata e telogen effluvio appaiono sempre più evidenti, poiché in entrambi i casi si osservano alterazioni metaboliche a livello microscopico. Questa analogia contribuisce a spiegare anche l’esordio estremamente rapido della alopecia areata, che può comparire nel giro di poche ore, aspetto poco compatibile con una spiegazione puramente autoimmune.

A differenza della prassi medica generale, in cui la consultazione inizia con un’anamnesi dettagliata, in tricologia (così come in dermatologia) si parte invece dall’osservazione diretta del cuoio capelluto. Le manifestazioni tipiche della alopecia areata, così come quelle delle forme cicatriziali, sono di solito visibili già al primo sguardo clinico.

Un passaggio fondamentale nella visita è rappresentato dal “pull test”: si afferra una ciocca consistente di capelli e la si tira delicatamente. La quantità e le caratteristiche dei capelli che si staccano forniscono indicazioni utili. Se il numero è elevato e i bulbi appaiono distrofici, di piccole dimensioni e sembrano essere in anagen, si può sospettare fortemente un caso di alopecia areata. Diagnosi differenziali includono anche esiti da trattamenti chemioterapici o intossicazioni acute, che vengono chiarite rapidamente con un’anamnesi mirata.

Alopecia areata

Nonostante non comprometta in modo permanente la funzionalità dei follicoli, richiede una diagnosi tempestiva e un trattamento personalizzato per contenere la progressione e migliorare la qualità di vita dei pazienti. La ricerca scientifica è attiva nel trovare nuove terapie sempre più efficaci e meno invasive

Diagnosi

La diagnosi dell’alopecia areata è di solito clinica, cioè basata sull’osservazione diretta delle aree colpite e sulla raccolta della storia del paziente. In casi incerti, si possono eseguire esami strumentali come la tricoscopia (osservazione dei follicoli con un dermatoscopio), il pull test (che valuta la facilità di distacco dei capelli) o esami del sangue per escludere eventuali patologie concomitanti come disfunzioni tiroidee o carenze vitaminiche. In situazioni particolari, può essere necessaria una biopsia del cuoio capelluto.

Tipo di Alopecia AreataDescrizione
Alopecia Areata LocalizzataForma più comune, caratterizzata dalla comparsa di una o più chiazze rotonde prive di capelli su cuoio capelluto o altre aree pilifere.
Alopecia Areata MultiplaPresenza di più chiazze simultanee su diverse zone del corpo, spesso in evoluzione.
Alopecia Areata OphiasisCaduta dei capelli lungo la linea periferica del cuoio capelluto, in particolare nuca e tempie. Più resistente ai trattamenti.
Alopecia Areata SisaiphoVariante opposta all’ophiasis: i capelli cadono al centro della testa, mentre restano conservati ai margini.
Alopecia TotalePerdita completa dei capelli su tutto il cuoio capelluto. Può derivare dall’evoluzione di una forma localizzata.
Alopecia UniversaleCaduta totale di tutti i peli corporei, inclusi sopracciglia, ciglia, barba e peli ascellari/pubici. È la forma più grave.
Alopecia Areata DiffusaAssottigliamento rapido e omogeneo dei capelli su tutto il cuoio capelluto, spesso confusa con altri tipi di effluvio.

Le origini dell’alopecia areata rimangono in parte sconosciute, ma sono stati individuati diversi fattori coinvolti:

  • Fattori genetici
    Studi su gemelli monozigoti mostrano che la malattia insorge generalmente alla stessa età e con caratteristiche simili. Nei soggetti colpiti è stata riscontrata un’elevata frequenza di antigeni HLA-DR4 e HLA-DR5, con il sottotipo DPW4 associato a forme più severe.
  • Aspetti psicologici e stressogeni
    Condizioni emotive, stress acuto o personalità particolarmente reattive sembrano avere un’influenza significativa sulla comparsa del disturbo.
  • Alterazioni immunitarie
    Queste includono meccanismi sia mediati da autoanticorpi sia da cellule immunitarie T.
  • Danneggiamento della guaina epiteliale interna
    Il danno localizzato in questa struttura sembra giocare un ruolo centrale nell’inizio del processo patologico.
CategoriaCondizione SpecificaDettagli / Note
Patologie autoimmuniCondizioni autoimmuni genericheL’alopecia areata è considerata una possibile manifestazione clinica in soggetti predisposti ad autoimmunità.
Predisposizione geneticaFamiliarità per malattie autoimmuni

Presenza di antigeni HLA-DR4, HLA-DR5, HLA-DPW4

I soggetti con questi antigeni hanno maggiore rischio di forme gravi di alopecia areata.
Alterazioni immunitarieRisposta immunitaria cellulomediata

Attacco dei linfociti T4 ai cheratinociti, melanociti, endotelio

Queste alterazioni immunitarie contribuiscono alla cronicizzazione della patologia.
Patologie correlate per meccanismo simileTelogen effluvioCondivide con l’alopecia areata danni metabolici e microscopici simili, seppur meno intensi.
Condizioni da differenziare clinicamenteAlopecia da chemioterapia

Intossicazioni acute

Presentano caduta di capelli simile, ma sono identificabili tramite anamnesi.

Trattamenti disponibili

Non esiste al momento una cura definitiva per l’alopecia areata, ma diverse terapie possono favorire la ricrescita dei capelli. I corticosteroidi rappresentano la prima linea di intervento, utilizzati localmente sotto forma di creme, lozioni o iniezioni dirette nelle lesioni. Nelle forme più estese o rapidamente progressive, possono essere prescritti corticosteroidi sistemici per brevi periodi.

Tra le terapie alternative, l’immunoterapia topica ha dimostrato una certa efficacia: consiste nell’applicazione di sostanze che inducono una lieve reazione allergica locale per “distrarre” il sistema immunitario dal follicolo. Altre opzioni comprendono il minoxidil, la fototerapia, la laserterapia e, più recentemente, gli inibitori delle JAK chinasi, che agiscono modulando l’infiammazione autoimmunitaria.

Quali sono i trattamenti più recenti per l’alopecia areata? Negli ultimi anni, la ricerca sull’alopecia areata ha fatto passi da gigante. Gli inibitori di JAK appena accennati, come il baricitinib, hanno dimostrato efficacia nel promuovere la ricrescita dei capelli in pazienti con forme moderate o gravi, secondo uno studio pubblicato su Nature nel 2022. Questi farmaci agiscono modulando il sistema immunitario, riducendo l’attacco ai follicoli piliferi. Sono trattamenti soggetti a prescrizione medica e richiedono un monitoraggio specialistico. Per chi cerca opzioni meno invasive, terapie come la fototerapia o l’uso di minoxidil al 5% rimangono valide alternative. Consulta sempre un dermatologo per valutare il trattamento più adatto al tuo caso.

TrattamentoDescrizioneBenefici Principali
Corticosteroidi topiciCreme, lozioni o schiume applicate localmente sulla cute interessata.Riducono l’infiammazione locale e possono stimolare la ricrescita dei capelli.
Corticosteroidi intralesionaliIniezioni di corticosteroidi direttamente nelle chiazze alopeciche.Elevata efficacia nelle aree limitate; stimola la ricrescita in poche settimane.
Corticosteroidi sistemici (orali)Uso per via orale in casi estesi o gravi.Possono fermare rapidamente la progressione, ma con maggiori effetti collaterali.
Minoxidil topico (2%-5%)Applicazione locale per stimolare la crescita dei capelli.Può accelerare la ricrescita, soprattutto se usato in combinazione con altri trattamenti.
Immunoterapia topica (es. DPCP, SADBE)Applicazione di sostanze che inducono una reazione allergica controllata.Utile nei casi estesi; può portare a ricrescita anche nelle forme resistenti.
Inibitori JAK (es. tofacitinib, ruxolitinib)Farmaci orali o topici che bloccano specifici enzimi dell’infiammazione.Promettenti risultati con ricrescita anche in casi gravi o universali.
Fototerapia (PUVA, UVB)Esposizione a raggi ultravioletti combinati o meno con farmaci fotosensibilizzanti.Stimola la crescita attraverso l’effetto immunomodulante.
AntralinaCrema irritante che modifica la risposta immunitaria locale.Può essere utile in alcuni pazienti con chiazze resistenti.
Supporto psicologico / counselingIntervento di tipo psicoterapeutico o gruppi di supporto.Migliora la gestione dello stress e l’accettazione della condizione.

Nonostante non sia una condizione pericolosa per la salute fisica, l’alopecia areata può avere un impatto significativo sul benessere psicologico. Il cambiamento nell’aspetto estetico può influenzare l’autostima e la vita sociale. Per questo motivo, oltre alle terapie mediche, può essere utile il supporto psicologico e l’impiego di soluzioni estetiche temporanee come parrucche, foulard o make-up correttivo.

La perdita di capelli causata dall’alopecia areata può influire profondamente sull’autostima e sul benessere psicologico. Molti pazienti riportano sentimenti di ansia, imbarazzo o isolamento sociale. È importante affrontare questi aspetti cercando supporto, ad esempio attraverso gruppi di sostegno o consulenze psicologiche. Organizzazioni come l’ANAA (Associazione Nazionale Alopecia Areata) offrono risorse e comunità per condividere esperienze. Inoltre, tecniche di gestione dello stress, come la meditazione o lo yoga, possono aiutare a ridurre i fattori scatenanti.

Convivere con l’alopecia areata implica l’adozione di alcune precauzioni quotidiane. È consigliabile proteggere il cuoio capelluto dall’esposizione al sole utilizzando cappelli o creme solari adeguate, poiché la pelle non coperta risulta più vulnerabile. Si raccomanda inoltre di evitare cosmetici aggressivi, preferendo detergenti delicati a base naturale. Un’alimentazione equilibrata, ricca di nutrienti come ferro e biotina, può contribuire al benessere generale dei capelli, pur non rappresentando una cura.

Un quadro sinottico dell’alopecia areata nei bambini e negli adulti:

CaratteristicaAlopecia Areata nei bambiniAlopecia Areata negli adulti
Età di insorgenzaSpesso prima dei 10-12 anniPiù comune tra i 20 e i 40 anni
FrequenzaRelativamente comune nell’infanziaComune anche in età adulta
DecorsoTendenza maggiore alla cronicizzazioneSpesso decorso variabile, ma con possibilità di remissione
EstensionePiù frequentemente estesa o universalePiù spesso localizzata
Patologie autoimmuni associateMaggiore incidenza (es. dermatite atopica, vitiligine)Frequenti anche negli adulti, ma spesso diverse (es. tiroiditi)
Risposta ai trattamentiRisposta più incerta e talvolta limitataMigliore risposta, soprattutto ai corticosteroidi topici o sistemici
Impatto psicologicoElevato, per la giovane età e il contesto scolasticoSignificativo, ma con maggiori strumenti di gestione
RecidiveMaggiore probabilità di recidivaPossibili, ma spesso più controllabili


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