Principali sintomi e trattamenti per l’adenomiosi, dai farmaci ormonali alle tecniche chirurgiche conservative e definitive. Informazioni chiare per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita

L’adenomiosi uterina è una patologia ginecologica benigna, purtroppo se non trattata spesso invalidante, caratterizzata dalla presenza anomala del tessuto endometriale – che normalmente riveste la cavità uterina – all’interno del muscolo uterino, il miometrio. Questa condizione altera la normale struttura dell’utero, causandone l’ingrossamento e generando una serie di sintomi che possono compromettere significativamente la qualità della vita delle donne affette.

Adenomiosi uterina

L’adenomiosi uterina è una patologia spesso sottovalutata, ma che può avere un impatto significativo sul benessere fisico ed emotivo delle donne. La diagnosi precoce e un approccio terapeutico personalizzato sono fondamentali per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita. Sebbene non esista una cura definitiva se non nella rimozione chirurgica dell’utero, molte opzioni possono contribuire a controllare la malattia, specialmente se adattate alle esigenze riproduttive e cliniche della paziente

Origine e caratteristiche dell’adenomiosi

L’adenomiosi si manifesta quando le cellule dell’endometrio si infiltrano nello strato muscolare uterino. Questa invasione porta alla formazione di microcisti e a un ispessimento diffuso del miometrio, che conferisce all’utero un aspetto aumentato di volume, più morbido e globoso. In molti casi, le dimensioni dell’organo possono raddoppiare o triplicare, sebbene difficilmente superino quelle di un utero a 12 settimane di gravidanza.

La causa esatta dell’adenomiosi non è ancora del tutto chiara. Le ipotesi spaziano da microtraumi post-chirurgici a fattori di sviluppo prenatale, fino a teorie che coinvolgono cellule staminali provenienti dal midollo osseo. Ciò che è certo è che la patologia è estrogeno-dipendente e, pertanto, tende a regredire dopo la menopausa. Domanda: si può affrontare una gravidanza e rimanere incinta se si soffre di questa condizione? La risposta è si.

Le cause esatte dell’adenomiosi restano ancora oggetto di studio, ma si ipotizzano diversi meccanismi eziologici. Una delle teorie principali considera l’infiltrazione del tessuto endometriale nel miometrio come conseguenza di microtraumi o lesioni della giunzione tra endometrio e muscolo uterino, potenzialmente aggravati da interventi chirurgici come cesarei o raschiamenti. Altre ipotesi riguardano alterazioni nello sviluppo embrionale dell’utero o la migrazione di cellule staminali che si differenziano in tessuto endometriale ectopico. Tra i fattori di rischio più significativi figurano: età superiore ai 35 anni, storia di chirurgia uterina, elevati livelli di estrogeni, menarca precoce e multiparità.

L’adenomiosi uterina rimane una patologia complessa che coinvolge non solo l’anatomia dell’utero, ma anche il benessere psicofisico della donna. Le sue cause sono multifattoriali e spesso legate a eventi come il parto o interventi chirurgici. Le conseguenze possono estendersi ben oltre i confini dell’utero, sia a livello fisico (dolore, anemia, infertilità) sia psicologico e sociale. Inoltre, la frequente coesistenza con patologie come endometriosi e fibromi impone una gestione integrata e personalizzata della paziente. Una diagnosi tempestiva e un trattamento mirato sono fondamentali per migliorare il decorso clinico e la qualità della vita.

CategoriaDescrizione
DefinizionePresenza di tessuto endometriale all’interno del miometrio (parete muscolare dell’utero).
Cause principaliInvasione diretta dopo traumi uterini (es. cesareo, raschiamenti)

Anomalie fetali nello sviluppo uterino

Infiammazione post-partum

Teoria delle cellule staminali

Dipendenza dagli estrogeni

Sintomi principaliMestruazioni abbondanti (menorragia)

Dolore mestruale intenso (dismenorrea)

Dolore pelvico cronico

Dolore durante i rapporti (dispareunia)

Perdite ematiche fuori ciclo (metrorragia)

Anemia da carenza di ferro

Aumento del volume uterino

Patologie correlate (dirette)Endometriosi: tessuto endometriale fuori dall’utero

Fibromi uterini: tumori benigni del miometrio

Polipi endometriali: escrescenze benigne della mucosa uterina

Conseguenze indirettePsicologiche/sociali: ansia, depressione, isolamento, calo della qualità della vita

Sessuali: disfunzioni e dolore durante i rapporti

Riproduttive: possibile infertilità

Da trattamento: effetti collaterali da terapie ormonali o chirurgia

Chirurgiche: isterectomia nei casi gravi, con perdita della fertilità

Decorso e prognosiRegredisce dopo la menopausa per riduzione degli estrogeni. La gestione dipende dalla gravità e dall’età della paziente.
Diagnosi e trattamentoDiagnosi con ecografia e risonanza magnetica. Terapia farmacologica (ormonale), chirurgia conservativa o isterectomia nei casi gravi.

Fattori di rischio e diffusione

Sebbene la reale diffusione dell’adenomiosi non sia ancora del tutto nota, si stima che possa colpire tra il 20% e il 65% delle donne, in particolare quelle tra i 40 e i 50 anni. Alcuni fattori di rischio includono gravidanze precedenti (per esempio, oltre l’80% delle pazienti ha avuto almeno un parto), interventi chirurgici uterini come tagli cesarei o miomectomie, e un’esposizione prolungata agli estrogeni.

Anatomia dell'apparato riproduttivo femminile

Anatomia dell’apparato riproduttivo femminile

Spesso la patologia è diagnosticata in modo accidentale durante indagini per altre condizioni come fibromi o endometriosi, con cui può coesistere o essere confusa.

Sintomi comuni

I segnali clinici dell’adenomiosi sono molteplici e variano per intensità. Tra i sintomi principali si riscontrano:

  • Sanguinamenti mestruali eccessivi (menorragia)
  • Dolore pelvico cronico
  • Crampi intensi durante il ciclo mestruale (dismenorrea)
  • Dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia profonda)
  • Metrorragia, ovvero perdite ematiche al di fuori del ciclo
  • Anemia causata dalle abbondanti perdite di sangue
  • Dolore lombare e senso di peso al basso ventre
  • In alcuni casi la condizione può rimanere asintomatica o manifestarsi con fastidi minimi.

Questa condizione può manifestarsi in modo silente o causare una varietà di sintomi, spesso sovrapponibili a quelli di altre patologie ginecologiche come l’endometriosi o i fibromi uterini. I sintomi possono variare in intensità e frequenza, influenzando negativamente la qualità della vita della paziente, in particolare per il dolore cronico e i disturbi emorragici. L’identificazione dei sintomi è fondamentale per indirizzare correttamente il percorso diagnostico e terapeutico.

CategoriaSintomoDescrizioneFrequenzaNote Cliniche
ComuniMenorragiaMestruazioni abbondanti e prolungateMolto comunePuò causare anemia sideropenica
DismenorreaDolore mestruale intenso, spesso resistente agli analgesiciMolto comuneSimile all’endometriosi; peggiora con l’età
Dolore pelvico cronicoDolore continuo nella zona pelvica, anche fuori dal periodo mestrualeComuneA volte confuso con patologie gastrointestinali o urologiche
Utero ingrossato e doloranteSensazione di peso addominale o massa palpabileComuneRilevabile all’esame ginecologico
AnemiaStanchezza, pallore, affanno legato a perdite ematiche cronicheComuneSecondaria alla menorragia
Meno frequentiDispareunia profondaDolore durante i rapporti sessuali, soprattutto in profonditàMeno comunePuò influenzare la vita sessuale e la relazione di coppia
MetrorragiaPerdite ematiche intermestruali, spesso scureMeno comunePuò essere innescata da sforzi fisici o rapporti
Dolore lombare e sacraleDolore irradiato nella parte bassa della schienaMeno comuneSpesso scambiato per patologie muscolari
Gonfiore addominale ciclicoSensazione di pancia gonfia o pesantezza addominaleMeno comuneCollega i sintomi alla fase mestruale
RariSintomi urinari cicliciBruciore o urgenza urinaria in corrispondenza del cicloRariPossibile coinvolgimento vescicale nei casi associati a endometriosi
Disturbi gastrointestinali cicliciStipsi o diarrea ricorrenti legate al cicloRariDa distinguere dalla sindrome dell’intestino irritabile
Infertilità o difficoltà a concepireDifficoltà nell’impianto dell’embrione o aumento del rischio di aborto precoceRari (ma possibili)Più frequente nei casi di adenomiosi estesa o associata a endometriosi
Nausea o malessere generaleSintomi aspecifici durante il ciclo mestrualeRariAssociati al dolore intenso e alle fluttuazioni ormonali
Secondari / IndirettiAlterazioni psicologicheAnsia, irritabilità, depressioneSecondariConseguenza del dolore cronico e dell’impatto sulla vita quotidiana
Riduzione della qualità della vitaLimitazioni lavorative, sociali e sessualiSecondariDovute alla combinazione di dolore, sanguinamento e affaticamento
Astenia cronicaSensazione di stanchezza persistenteSecondariSpesso legata all’anemia cronica e al dolore non gestito

L’adenomiosi può presentarsi in diverse forme, che vengono classificate in base alla diffusione e alla posizione del tessuto endometriale anomalo all’interno del miometrio, la parete muscolare dell’utero.

La forma diffusa è la più frequente e si contraddistingue per la presenza di piccole cavità endometriali distribuite in modo omogeneo in tutto il miometrio. Questa condizione determina un ispessimento irregolare ma esteso della parete uterina, che risulta ingrossata e più morbida del normale. Tra i sintomi più comuni si riscontrano mestruazioni abbondanti, dolori ciclici e sensazione di pressione pelvica.

L’adenomiosi colpisce prevalentemente donne in età fertile, con una maggiore incidenza tra i 40 e i 50 anni. Va anche detto che, grazie all’uso più frequente di tecniche di imaging avanzato come l’ecografia transvaginale e la risonanza magnetica, la diagnosi viene oggi formulata anche in pazienti più giovani, spesso già nei trentenni. L’età, insieme alla storia ostetrica, rappresenta un elemento rilevante: numerosi studi indicano che la patologia è più comune nelle donne che hanno avuto una o più gravidanze, suggerendo un possibile legame tra cambiamenti uterini post-gravidici e sviluppo della malattia.

Nel caso dell’adenomiosi focale, le lesioni sono localizzate in aree circoscritte del miometrio, dove formano noduli detti adenomiomi. Queste formazioni, per la loro struttura compatta, possono essere confuse con i fibromi. I sintomi variano in base alla loro dimensione e localizzazione, potendo causare dolori mirati o compressione sugli organi vicini. In alcune situazioni, la condizione può restare priva di sintomi evidenti.

Un’ulteriore classificazione riguarda la profondità della penetrazione del tessuto: si parla di adenomiosi superficiale quando le cellule si trovano negli strati più esterni del miometrio, con sintomi solitamente lievi; mentre si definisce profonda quando l’infiltrazione è più estesa e coinvolge le zone interne del muscolo uterino, causando dolori intensi e mestruazioni particolarmente invalidanti.

Utero adenomiosi

Ecco le differenze anatomico-funzionali dell’utero in condizioni normali e in quelle con adenomiosi

Infine, si riconoscono anche forme miste, che presentano contemporaneamente caratteristiche delle varianti diffuse e focali, rendendo la diagnosi più complessa. In aggiunta, esistono varianti atipiche, spesso associate a precedenti interventi chirurgici (come tagli cesarei) o a forme di endometriosi estese ad altri organi pelvici, come la vescica o il retto.

Metodi diagnostici

L’esame clinico può rivelare un utero aumentato di volume e dolente alla palpazione. Strumenti diagnostici utili includono:

  • Ecografia transvaginale, per individuare anomalie nella parete uterina
  • Risonanza magnetica pelvica, più precisa per valutare la diffusione del tessuto endometriale nel miometrio
  • Esame istologico, l’unico metodo certo, possibile solo dopo l’asportazione chirurgica dell’utero
  • Nei casi in cui la donna desideri ancora figli, si evita l’isterectomia, rendendo necessaria una diagnosi per esclusione e l’uso di esami non invasivi.

Tabella completa dei metodi diagnostici:

Metodo diagnosticoDescrizioneUtilità clinicaVantaggiLimiti
Esame pelvico bimanualeValutazione manuale dell’utero tramite esplorazione vaginale e rettalePuò evidenziare un aumento di volume dell’utero con consistenza soffice o globosaRapido, non invasivoPoco specifico; non consente diagnosi certa
Ecografia transvaginale (TVUS)Imaging con sonda inserita nella vagina che utilizza ultrasuoni per visualizzare l’interno dell’uteroMetodo di prima linea per identificare segni tipici come ispessimento miometriale e cisti endometrialiDiffuso, economico, accessibileSensibilità e specificità variabili; operatorio-dipendente
Risonanza magnetica pelvica (RMN)Tecnica di imaging ad alta risoluzione che mostra dettagli anatomici dell’uteroConsiderata il gold standard non invasivo per valutare la profondità e la diffusione delle lesioniAlta accuratezza diagnostica, utile nei casi complessiCostosa; disponibilità limitata; controindicata in alcune pazienti
Biopsia endometrialePrelievo di tessuto dell’endometrio tramite canule aspirative o curettagePuò escludere altre patologie, ma non rileva direttamente l’adenomiosiUtile per diagnosi differenzialeNon permette di raggiungere il miometrio (dove risiede l’adenomiosi)
Esame istologico post-isterectomiaAnalisi microscopica del tessuto uterino dopo rimozione chirurgica dell’organoUnico metodo che conferma definitivamente la diagnosiDiagnosi certa e dettagliataInvasivo; riservato a pazienti che non desiderano più gravidanze
SonohisterografiaEcografia transvaginale con infusione salina per migliorare la visibilità dell’uteroMigliora il contrasto e la visualizzazione delle anomalie intracavitariePiù sensibile della sola ecografiaDisagio per la paziente; non sempre necessaria; meno usata della RMN
LaparoscopiaEsplorazione chirurgica mini-invasiva con introduzione di una microcamera nella cavità addominaleNon utilizzata di routine per l’adenomiosi, ma utile se associata a sospetta endometriosiPermette biopsia e trattamento simultaneoInvasiva; richiede anestesia

Per ottenere una conferma definitiva della presenza di adenomiosi è necessario analizzare il tessuto uterino attraverso un esame istologico, generalmente effettuato dopo l’isterectomia. Nelle donne in età fertile, dove si tende a preservare la funzionalità riproduttiva, si preferisce ricorrere alla risonanza magnetica, che permette di ottenere immagini dettagliate dell’utero senza la necessità di un intervento chirurgico.

Diagnosi di adenomiosi

La diagnosi di adenomiosi può essere spesso e volentieri complessa, i sintomi sono spesso simili a quelli di altre patologie ginecologiche

Non esistono test di laboratorio in grado di diagnosticare direttamente l’adenomiosi, ma alcuni esami ematici possono essere utili per rilevare condizioni associate, come l’anemia dovuta a perdite mestruali abbondanti.

Scala o sistemaDescrizioneUtilizzoStatus clinico
MUSA (Morphological Uterus Sonographic Assessment)Sistema di classificazione ecografica per lesioni miometriali (inclusa l’adenomiosi)Standardizza la descrizione ecograficaAmpiamente usato, ma non specifico
Classificazione MRI dell’adenomiosiBasata sullo spessore della giunzione endometrio-miometrio (JZ) nella risonanzaSpessore JZ >12 mm può suggerire adenomiosiStrumento diagnostico in evoluzione
Sistema di scoring sintomatologicoQuestionari per valutare l’intensità dei sintomi (dismenorrea, metrorragia, dispareunia, ecc.)Aiuta a monitorare risposta al trattamentoNon esiste un sistema unificato
Cura dell’adenomiosi

Il trattamento dell’adenomiosi ha come obiettivo principale il controllo delle manifestazioni cliniche più invalidanti, come il dolore pelvico ciclico e le mestruazioni abbondanti. Poiché si tratta di una patologia che può variare significativamente da paziente a paziente, le opzioni terapeutiche vengono scelte in base alla gravità dei sintomi, all’età della donna, e al suo desiderio di mantenere la fertilità. Le modalità di intervento si suddividono principalmente in approcci farmacologici e soluzioni chirurgiche.

Nonostante l’impiego di questi trattamenti, va sottolineato che la loro efficacia può variare notevolmente tra le pazienti. In molti casi, i sintomi tendono a persistere anche in presenza di un’aderenza corretta al piano terapeutico.

La prima linea di intervento è solitamente di tipo farmacologico, con lo scopo di modulare l’attività ormonale e contenere il sanguinamento uterino e il dolore. Vediamo nel dettaglio tutti gli approcci terapeutici.

  1. Terapie ormonali progestiniche o estroprogestiniche combinate. Questi farmaci agiscono sull’endometrio per ridurne l’ispessimento e la proliferazione, contribuendo così ad attenuare il dolore mestruale e le perdite ematiche eccessive.
  2. Dispositivo intrauterino medicato al levonorgestrel (IUD). Questa soluzione rappresenta un’opzione efficace e a lungo termine per chi soffre di dismenorrea, grazie al rilascio continuo di un ormone locale che stabilizza l’endometrio e limita le contrazioni uterine dolorose.
  3. Analoghi del GnRH. Utilizzati in casi specifici e selezionati, questi farmaci inducono una sorta di menopausa farmacologica temporanea, con conseguente riduzione dell’attività ovarica e miglioramento dei sintomi. L’uso prolungato è limitato a causa degli effetti collaterali.
  4. Interventi Chirurgici. Quando le terapie farmacologiche non producono risultati soddisfacenti o nei casi più gravi, si prende in considerazione l’intervento chirurgico. Questo può essere orientato alla conservazione della funzionalità riproduttiva oppure può prevedere la rimozione totale dell’utero.
  5. Tecniche conservative. Indicate per le donne che desiderano mantenere la possibilità di una gravidanza, queste procedure mirano alla rimozione selettiva delle aree colpite dalla patologia, preservando la struttura uterina. Una delle metodiche più note è la tecnica di Osada, utilizzata per eliminare i focolai localizzati di adenomiosi, specialmente quelli di tipo focale.
  6. Isterectomia. Quando le forme conservative non sono più sufficienti o la paziente non ha più interesse nella fertilità, si può optare per la rimozione completa dell’utero. Questa procedura, benché più invasiva, rappresenta l’unica soluzione definitiva per risolvere i sintomi, eliminando completamente il sanguinamento e riducendo significativamente il dolore cronico.

L’adenomiosi, se non adeguatamente gestita, può portare a diverse complicanze. La più frequente è l’anemia da carenza di ferro, spesso secondaria a cicli mestruali abbondanti e prolungati. In molti casi, il dolore pelvico cronico può ridurre in modo rilevante la qualità della vita, influenzando attività quotidiane, rapporti intimi e benessere psicologico. Un altro aspetto clinicamente rilevante è l’infertilità, che può essere legata a modificazioni morfologiche e funzionali dell’utero, soprattutto nelle forme profonde o miste. Sebbene non tutte le pazienti presentino manifestazioni gravi, le implicazioni fisiche ed emotive della malattia rendono indispensabile una diagnosi precoce e un approccio terapeutico personalizzato.



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