Tutte le patologie collegate al vomito, i segni e i sintomi ricorrenti nelle sensazioni di nausea e svuotamento gastrico, ma anche le cure e la prevenzione
Parlando del vomito, è doveroso introdurre i concetti di nausea e vomito, due condizioni consequenziali. La nausea è una sensazione spiacevole localizzata nella parte alta dello stomaco o nella gola, spesso accompagnata dal desiderio imminente di vomitare. Non sempre porta al vomito, ma può essere associata a capogiri, difficoltà nella deglutizione e un generale senso di malessere. Il vomito, invece, è l’espulsione violenta e forzata del contenuto gastrico attraverso la bocca, provocata dalla contrazione dei muscoli dello stomaco. Questi due sintomi non rappresentano una malattia in sé, ma sono segnali di numerose condizioni sottostanti, come infezioni gastrointestinali, emicranie, disturbi da movimento, avvelenamento alimentare e gravidanza.

Anche se nausea e vomito sono spesso sintomi passeggeri e autolimitanti, è fondamentale riconoscerne le cause, trattarli adeguatamente e sapere quando è il caso di cercare assistenza medica. Un approccio consapevole e tempestivo può prevenire complicanze anche gravi, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come bambini e anziani
Sia adulti che bambini possono soffrire di nausea e vomito. In particolare, le persone sottoposte a trattamenti oncologici, come la chemioterapia o la radioterapia, sono frequentemente colpite. Le donne incinte, soprattutto durante il primo trimestre, sperimentano spesso la cosiddetta “nausea mattutina”. Secondo le stime, tra il 50% e il 90% delle gestanti manifesta nausea e tra il 25% e il 55% vomito.
Dal punto di vista fisiologico, il vomito implica una complessa sequenza di eventi coordinati. La perdita del tono dello stomaco e la riduzione della pressione del piloro facilitano il reflusso del contenuto intestinale nello stomaco. La contrazione dei muscoli addominali e respiratori, unita al rilassamento del diaframma, spinge il contenuto gastrico verso l’alto. Il centro del vomito, situato nel midollo allungato, integra segnali provenienti dal cervello, dall’apparato digerente e da altri organi, mentre la zona trigger chemorecettoriale (CTZ), localizzata nel pavimento del quarto ventricolo, rileva sostanze tossiche nel sangue e nel liquido cerebrospinale, innescando la risposta emetica.
Possibili cause
Le alterazioni del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario possono scatenare i riflessi che portano a nausea e vomito. È un sintomo comune che può dipendere da molteplici fattori, sia fisiologici che patologici. Le sue cause comprendono disturbi dello stomaco, come le ulcere e la gastroparesi, che ostacolano la digestione. Anche il mal d’auto o di mare, dovuto a un conflitto tra stimoli visivi e senso dell’equilibrio, può provocarlo.
Nella fase iniziale della gravidanza, i cambiamenti ormonali possono indurre nausea e vomito. E poi anche episodi dolorosi intensi non collegate alla gravidanza, come coliche o traumi, attivano il riflesso del vomito come risposta del corpo allo stress. Le infezioni, sia virali che batteriche, disturbano l’apparato digerente, causando spesso conati.
Anche una digestione difficoltosa, specie dopo pasti abbondanti o pesanti, può provocare questo sintomo. L’emicrania e alcuni disturbi neurologici agiscono invece sul cervello, influenzando i centri che controllano il vomito. Problemi legati all’equilibrio, come vertigini o labirintite, possono generare nausea e vomito. Odori forti o sgradevoli, infine, possono stimolare una reazione di rigetto. L’abuso di alcol o cannabis, infine, può irritare lo stomaco o alterare le funzioni nervose, con conseguente vomito.
Categoria | Cause specifiche |
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Disturbi gastrointestinali | Ulcera gastrica, gastroparesi, indigestione, gastroenterite, occlusione intestinale |
Infezioni | Virus (norovirus, rotavirus), batteri (Salmonella, E. coli, Campylobacter) |
Disturbi neurologici | Emicrania, traumi cranici, aumento della pressione intracranica |
Fattori vestibolari | Mal di mare, vertigini, labirintite, sindrome di Ménière |
Condizioni fisiologiche | Gravidanza (soprattutto nel primo trimestre) |
Dolore intenso | Pancreatite, colica renale, appendicite acuta |
Reazioni a stimoli sensoriali | Odori forti, sapori sgradevoli, stimoli visivi disturbanti |
Uso di sostanze | Alcol in eccesso, cannabis, farmaci (chemioterapici, oppiacei, antibiotici) |
Problemi psichici | Ansia acuta, attacchi di panico, disturbi alimentari |
Intossicazioni | Alimenti avariati, sostanze chimiche, funghi tossici |
In alcuni casi, questi sintomi possono essere la spia di problemi più gravi come traumi cranici, meningite, tumori cerebrali, blocchi intestinali o appendicite.
Tra le cause gastrointestinali si trovano patologie come gastrite, gastroparesi, ostruzione intestinale e reflusso gastroesofageo, oltre a infezioni acute come la gastroenterite virale. Anche anomalie congenite o condizioni chirurgiche, come la stenosi pilorica o il volvolo intestinale nei neonati, possono provocare vomito persistente.
Dal punto di vista neurologico, il vomito può essere scatenato da alterazioni del sistema nervoso centrale che interessano il centro del vomito nel bulbo. Tra le condizioni associate vi sono emicrania, traumi cranici, tumori cerebrali, ipertensione endocranica e meningite, spesso accompagnate da sintomi come cefalea, alterazioni della coscienza o convulsioni.
Per quanto riguarda cause metaboliche ed endocrine, disturbi come la chetoacidosi diabetica, l’uremia, l’ipercalcemia e l’insufficienza surrenalica sono spesso associati a vomito. Anche squilibri ormonali, come quelli della gravidanza (iperemesi gravidica), possono causare episodi gravi e duraturi.
Il vomito può inoltre derivare da cause infettive o tossiche, quali infezioni virali o batteriche, intossicazioni alimentari, esposizione a sostanze chimiche, o uso eccessivo di farmaci come chemioterapici, oppioidi e antibiotici. L’abuso di alcol può irritare la mucosa gastrica, provocando anch’esso vomito.
Infine, alcune condizioni psichiatriche possono manifestarsi con vomito autoindotto, come nella bulimia nervosa, oppure con forme idiopatiche come la sindrome del vomito ciclico, caratterizzata da episodi ricorrenti senza causa organica chiara, spesso con una componente psicosomatica.
Il vomito prolungato o ripetuto può portare a complicanze rilevanti, tra cui disidratazione, squilibri elettrolitici, esofagite da reflusso, rottura esofagea (sindrome di Boerhaave) e lacerazioni mucose (sindrome di Mallory-Weiss). Questi effetti risultano particolarmente pericolosi nei neonati e negli anziani, dove possono rapidamente compromettere lo stato di salute generale.
Patologia collegata | Ruolo | Descrizione sintetica | |
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Gastrointestinale | Gastrite | Causa diretta | Infiammazione della mucosa gastrica; dolore epigastrico e nausea |
Gastrointestinale | Gastroparesi | Causa diretta | Rallentato svuotamento gastrico; frequente nei diabetici |
Gastrointestinale | Stenosi pilorica (neonati) | Causa diretta | Ostruzione allo svuotamento gastrico con vomito a getto |
Gastrointestinale | Ostruzione intestinale | Causa diretta | Blocco meccanico o funzionale dell’intestino; causa vomito fecaloide |
Gastrointestinale | Gastroenterite virale | Causa diretta | Infezione acuta intestinale; diarrea e vomito |
Gastrointestinale | MRGE (reflusso gastroesofageo) | Causa indiretta | Risalita di acido gastrico; talvolta nausea e vomito |
Neurologica | Tumori cerebrali | Causa diretta | Aumento pressione intracranica; vomito “a getto” senza nausea |
Neurologica | Emicrania | Causa diretta | Cefalea pulsante accompagnata da nausea e vomito |
Neurologica | Meningite | Causa diretta | Infezione meningea; vomito con febbre, fotofobia e rigidità nucale |
Metabolica | Chetoacidosi diabetica | Causa diretta | Complicanza del diabete tipo 1; acidosi metabolica con vomito |
Metabolica | Ipercalcemia | Causa diretta | Elevati livelli di calcio nel sangue; nausea e vomito |
Endocrina | Iperemesi gravidica | Causa diretta | Vomito grave e persistente in gravidanza |
Tossico-farmacologica | Chemioterapia | Causa diretta | Effetto collaterale frequente dei farmaci antitumorali |
Tossico-farmacologica | Abuso di alcol | Causa diretta | Irritazione gastrica e tossicità sistemica |
Infettiva | Epatite virale | Causa indiretta | Nausea e vomito come sintomi sistemici |
Psichiatrica | Bulimia nervosa | Causa diretta | Vomito autoindotto dopo abbuffate |
Funzionale | Sindrome del vomito ciclico | Causa diretta | Episodi ricorrenti di vomito senza causa organica |
Secondaria | Disidratazione | Conseguenza | Perdita di liquidi per vomito ripetuto |
Secondaria | Alcalosi metabolica | Conseguenza | Perdita di acidi gastrici con vomito prolungato |
Secondaria | Rottura esofagea (Boerhaave) | Conseguenza grave | Rara ma letale; perforazione esofagea dopo sforzo di vomito |
Secondaria | Sindrome di Mallory-Weiss | Conseguenza | Lacerazioni esofagee da vomito ripetuto |
Secondaria | Esofagite da reflusso | Conseguenza | Infiammazione della mucosa esofagea per rigurgito acido |
I rimedi casalinghi per la nausea includono bere liquidi freschi, consumare cibi leggeri e insipidi, evitare cibi grassi o zuccherini, mangiare a piccoli pasti e lentamente, evitare attività fisica dopo i pasti e non spazzolare i denti immediatamente dopo aver mangiato. Per quanto riguarda il vomito, si consiglia di iniziare con piccoli sorsi di liquidi chiari, evitare cibi solidi finché l’episodio non è passato e riposare. In alcuni casi si possono assumere farmaci anti-nausea, ma è importante farlo sotto consiglio medico.
Una delle conseguenze principali del vomito è la disidratazione, particolarmente pericolosa nei bambini, che possono non comunicare i sintomi. I segnali da monitorare nei piccoli includono bocca secca, occhi infossati, respirazione rapida e ridotta produzione di urina. Nei neonati, anche una fontanella infossata può indicare disidratazione. Negli adulti, la disidratazione si manifesta con sete intensa e secchezza della bocca.
Prevenzione e cura della nausea
Per ridurre il rischio di nausea è utile mangiare pasti piccoli e frequenti, evitare alimenti difficili da digerire, preferire cibi a temperatura ambiente o freddi, riposare dopo i pasti mantenendo il capo sollevato rispetto al corpo. Chi avverte nausea al risveglio può mangiare un cracker prima di alzarsi o consumare uno snack proteico prima di dormire. È importante idratarsi regolarmente bevendo almeno sei-otto bicchieri d’acqua al giorno.
Quando si avverte la nausea, si può tentare di evitarne l’evoluzione in vomito bevendo piccole quantità di liquidi zuccherati come bevande gassate o succhi di frutta (esclusi agrumi). Anche il riposo in posizione seduta o leggermente inclinata può aiutare. Nel caso di nausea da viaggio, è utile far sedere il bambino guardando verso il parabrezza, evitando la visione laterale che può peggiorare i sintomi.
È opportuno contattare un medico se i sintomi persistono nonostante i rimedi domestici, se si presentano segni di disidratazione o se la causa del vomito è legata a un trauma o infezione. Per i neonati e i bambini sotto i sei anni, è necessario consultare un pediatra se il vomito dura oltre qualche ora, è accompagnato da diarrea, febbre o segni di disidratazione. Nei bambini sopra i sei anni, è indicata una visita medica se il vomito persiste per un giorno intero o se vomito e diarrea durano oltre 24 ore.

Sintomi vomito. La combinazione di avanzamenti tecnologici e studi clinici approfonditi sta contribuendo a un approccio più personalizzato ed efficace nella comprensione e nel trattamento del vomito in diversi contesti medici
Negli adulti, è raccomandata una valutazione clinica se i sintomi si protraggono per più di un giorno o se compaiono segnali di disidratazione. Una visita immediata è necessaria se si verificano vomito con sangue, forti dolori addominali, febbre alta, confusione, stanchezza estrema o battito cardiaco accelerato.
Il vomito prolungato può causare alcalosi metabolica, perdita di potassio e riduzione del volume intravascolare. Le secrezioni gastriche, ricche di ioni idrogeno, sodio e cloro, vengono perse con il vomito, alterando l’equilibrio elettrolitico. Questa condizione può essere corretta con soluzioni saline e supplementi di potassio. In casi gravi, il vomito può provocare lesioni della mucosa gastrica (come la sindrome di Mallory-Weiss) o, raramente, la rottura dell’esofago (sindrome di Boerhaave). Inoltre, l’inalazione di contenuto gastrico nei polmoni può causare polmonite da aspirazione.
Ecco la terapia farmacologica tipicamente utilizza e prescritta per tamponare il vomito:
Categoria Farmaci | Esempi Principali | Meccanismo d’Azione | Indicazioni Comuni |
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Antagonisti dei recettori della serotonina (5-HT3) | Ondansetron, Granisetron | Bloccano i recettori 5-HT3 nel sistema nervoso centrale e periferico | Vomito da chemioterapia, radioterapia, gastroenterite |
Antagonisti dei recettori della dopamina (D2) | Metoclopramide, Domperidone | Bloccano i recettori dopaminergici nel centro del vomito | Vomito da nausea gastrointestinale, gastroparesi |
Antistaminici e anticolinergici | Dimenidrinato, Meclizina, Scopolamina | Inibiscono l’azione dell’istamina e dell’acetilcolina nel sistema nervoso centrale | Vertigini, cinetosi, vomito da movimento |
Antagonisti dei recettori della neurochinina-1 (NK1) | Aprepitant | Bloccano il recettore NK1 per la sostanza P nel cervello | Vomito da chemioterapia ad alto rischio |
Corticosteroidi | Desametasone | Effetto antinfiammatorio e antiemetico a livello centrale | Vomito da chemioterapia o postoperatorio |
Benzodiazepine | Lorazepam | Effetto ansiolitico che riduce la nausea associata all’ansia | Vomito da ansia o chemioterapia |
Oltre ai farmaci, esistono strategie non farmacologiche che possono supportare la gestione del vomito. Tra queste rientrano l’idratazione adeguata, la regolazione dell’alimentazione con pasti leggeri e frequenti, e tecniche di rilassamento o stimolazione nervosa come l’agopuntura o la stimolazione del nervo vago. In ambito palliativo, si presta particolare attenzione a garantire il comfort del paziente con terapie adattate al contesto e modalità di somministrazione alternative, ad esempio sottocutanee.
Infine, l’impiego di strumenti predittivi, come quelli sviluppati con l’intelligenza artificiale, sta diventando un supporto importante per anticipare l’insorgenza del vomito in specifiche situazioni, permettendo interventi preventivi più mirati e tempestivi.
Novità scientifiche e di ricerca
Negli ultimi anni, l’attenzione della ricerca scientifica sul vomito si è intensificata, con un focus particolare sulle sue manifestazioni post-operatorie e sull’utilizzo di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale per prevederne l’insorgenza. Un importante studio israeliano ha sviluppato un modello predittivo basato su algoritmi di machine learning, analizzando i dati di oltre 54.000 pazienti sottoposti a interventi con anestesia generale. Questo modello ha dimostrato un’accuratezza superiore rispetto ai metodi tradizionali nel prevedere sia il vomito precoce che quello ritardato dopo l’intervento chirurgico, confermando la validità delle variabili cliniche considerate.
Dal punto di vista clinico, tali risultati aprono la strada all’integrazione di modelli personalizzati nella pratica medica, con il potenziale di migliorare la gestione del paziente, ridurre le complicanze e ottimizzare le risorse sanitarie. Rimane comunque necessario proseguire con ulteriori studi ampi e multicentrici per validare e generalizzare questi risultati su larga scala.
Parallelamente, altre ricerche recenti si sono concentrate su diverse cause e trattamenti del vomito, sia in condizioni croniche che acute. In Europa, sono state elaborate nuove linee guida per la gestione clinica di nausea e vomito cronici, mentre studi sull’uso off-label di farmaci in ambito palliativo hanno evidenziato l’efficacia di alcune terapie sottocutanee nel controllo dei sintomi nei pazienti terminali. Inoltre, indagini su patologie rare come l’anemia di Fanconi hanno approfondito i meccanismi molecolari correlati al vomito, suggerendo nuovi possibili approcci terapeutici.