Eczema atopico cause, sintomi, patogenesi cellulare e molecolare, patologie correlate e cure innovative

La dermatite atopica, nota ai più anche come eczema atopico, è una forma specifica di eczema cutaneo con caratteristiche distintive che lo rendono differente. Si tratta di una patologia cronica e recidivante della pelle, spesso associata a una predisposizione genetica alle allergie, tipica delle malattie atopiche.

La malattia atopica è una condizione immunologica cronica caratterizzata da una predisposizione genetica a sviluppare risposte allergiche accentuate verso fattori ambientali. Essa si manifesta principalmente con infiammazione cutanea, disturbi allergici delle vie respiratorie e altre forme di ipersensibilità. Questo quadro comprende diverse patologie correlate, quali la dermatite atopica, l’asma bronchiale e la rinite allergica, ed è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, alterazioni della barriera cutanea, disfunzioni del sistema immunitario e influenze ambientali.

Colpisce prevalentemente i bambini manifestandosi con pelle secca, prurito intenso e lesioni cutanee in aree specifiche come il viso, le pieghe dei gomiti e delle ginocchia, ma varia in base all’età. A differenza di altri eczemi, la dermatite atopica è frequentemente legata a una storia personale o familiare di asma, rinite allergica o congiuntivite allergica, evidenziando una componente atopica sistemica.

La dermatite atopica è la malattia infiammatoria cutanea più diffusa

La dermatite atopica è la malattia infiammatoria cutanea più diffusa, con una prevalenza del 15-20% nei bambini e un esordio in età adulta in circa un terzo dei casi. Nei bambini, le lesioni si localizzano spesso nelle aree convesse del corpo, come le pieghe di gomiti e ginocchia o dietro le orecchie, mentre negli adulti tendono a interessare zone visibili come viso, collo, nuca e décolleté. Il prurito, spesso così intenso da compromettere sonno, concentrazione e studio, ha un impatto significativo sulla qualità della vita, influenzando anche l’autostima a causa della visibilità delle lesioni

L’eczema è un termine ombrello che descrive un’infiammazione cutanea caratterizzata da un ventaglio di sintomi a volte generici come rossore, prurito, gonfiore, formazione di vescicole, desquamazione e croste. Non si riferisce quindi a una malattia specificamente ristretta, ma a un insieme di manifestazioni dermatologiche che possono derivare da altrettante cause diverse. Tra le varie forme di eczema troviamo la dermatite da contatto (di tipo allergico o irritativo), l’eczema seborroico, l’eczema microbico e, non ultima, la dermatite atopica. Questa natura generica rende l’eczema un concetto ampio, che racchiude molteplici condizioni cutanee.

Mentre l’eczema rappresenta una categoria generale di infiammazioni cutanee, la dermatite atopica è una diagnosi precisa, con un quadro clinico e un’eziologia ben definiti. La confusione tra i due termini deriva dal loro uso comune, ma comprendere la distinzione è fondamentale per una corretta gestione medica. In pratica, ogni caso di dermatite atopica è un eczema, ma l’eczema può manifestarsi in forme diverse, non necessariamente atopiche.

La dermatite atopica è una condizione infiammatoria complessa che origina dall’interazione di più fattori: alterazioni della barriera cutanea, risposta immunitaria squilibrata, squilibri nel microbioma e componenti genetiche ed ambientali. A livello cellulare e molecolare, la malattia si sviluppa in fasi progressive, coinvolgendo diversi tipi di cellule e segnali infiammatori.

Uno dei meccanismi iniziali è un difetto nella funzione di barriera dell’epidermide. Tale compromissione è spesso associata a mutazioni nel gene della filaggrina, una proteina essenziale per la coesione e l’idratazione dello strato corneo. Quando questa proteina è carente, la pelle perde acqua più facilmente e diventa più permeabile ad agenti esterni come allergeni, microrganismi e sostanze irritanti. Questi fattori scatenano una prima risposta di allarme da parte del sistema immunitario innato.

Le cellule cutanee, come i cheratinociti, rilasciano molecole pro-infiammatorie (come IL-33, TSLP e IL-25) che attivano cellule immunitarie innate come le ILC2. Queste ultime secernono citochine come IL-5 e IL-13, che contribuiscono sia all’infiammazione sia al peggioramento della barriera cutanea. Anche mastociti e basofili partecipano alla reazione, rilasciando sostanze che aumentano il prurito e l’infiammazione.

In una fase successiva, l’immunità adattativa prende il sopravvento. Le cellule dendritiche, attivate dagli stimoli cutanei, presentano gli antigeni ai linfociti T, innescando una risposta di tipo Th2. Le citochine rilasciate da queste cellule (come IL-4, IL-13, IL-31 e IL-5) contribuiscono a mantenere lo stato infiammatorio, favoriscono l’attivazione degli eosinofili e aggravano i danni tissutali.

Con il cronicizzarsi del disturbo, entrano in gioco anche altri sottotipi di linfociti T, come i Th1, Th17 e Th22, che mantengono o amplificano l’infiammazione, soprattutto in pazienti con forme più gravi o varianti etniche.

Un ruolo rilevante è svolto anche dal microbioma cutaneo. La pelle dei pazienti con dermatite atopica è frequentemente colonizzata da Staphylococcus aureus, un batterio che produce sostanze tossiche e pro-infiammatorie. Queste sostanze potenziano l’attivazione immunitaria e ostacolano i batteri cutanei benefici, contribuendo alla riacutizzazione della malattia.

Il prurito persistente, sintomo caratteristico della dermatite atopica, è sostenuto da meccanismi neuroimmuni. Molecole come IL‑31 agiscono sui recettori nervosi della pelle, stimolando le fibre sensoriali del prurito anche in assenza di un irritante visibile.

Infine, fattori ambientali e lo stress psicosociale influenzano l’andamento della malattia. L’esposizione a sostanze inquinanti o irritanti, così come l’attivazione dell’asse dello stress (ipotalamo-ipofisi-surrene), possono aggravare l’infiammazione e indebolire ulteriormente la barriera cutanea.

Cause

La dermatite atopica ha un’eziologia multifattoriale, che combina fattori genetici, immunologici e ambientali. Una barriera cutanea difettosa, spesso dovuta a mutazioni nel gene della filaggrina, facilita la penetrazione di allergeni e irritanti, innescando l’infiammazione. Fattori scatenanti includono cambi di stagione, stress psicofisico e, in rari casi, alimenti, anche se il legame diretto con allergie alimentari è poco frequente. La risposta immunitaria, dominata da cellule T-helper di tipo 2 (Th2), contribuisce all’infiammazione cronica e alla riduzione di peptidi antimicrobici, aumentando il rischio di infezioni cutanee.

La dermatite atopica viene oggi considerata non solo come un disturbo cutaneo isolato, ma come una manifestazione periferica di una più ampia disfunzione immunologica sistemica.

Le sue origini sono riconducibili a un insieme di fattori genetici, ambientali, immunitari e psicologici che concorrono alla sua insorgenza e al mantenimento della risposta infiammatoria. Inoltre, questa patologia è frequentemente associata ad altre condizioni cliniche, sia come fattore predisponente, sia come conseguenza diretta o indiretta.

Tra le cause più accreditate vi sono alterazioni genetiche, in particolare mutazioni nel gene della filaggrina, una proteina fondamentale per la coesione dello strato più esterno della pelle. A queste si aggiungono varianti genetiche che coinvolgono geni responsabili della regolazione immunitaria, come quelli che codificano per le interleuchine IL-4, IL-13, TSLP e IL-31RA.

Dal punto di vista immunologico, è stata osservata un’attivazione marcata della risposta di tipo Th2, con rilascio di citochine che favoriscono l’infiammazione e riducono le difese antimicrobiche naturali della pelle. Questo rende l’organismo più vulnerabile alle infezioni e alle riacutizzazioni della malattia. Un altro elemento chiave è rappresentato dal microbioma cutaneo e intestinale. La presenza predominante di Staphylococcus aureus e la ridotta biodiversità microbica contribuiscono ad amplificare lo stato infiammatorio e a peggiorare il decorso della dermatite.

Anche i fattori ambientali giocano un ruolo rilevante, soprattutto in età precoce. L’esposizione ad allergeni, agenti inquinanti, fumo e sostanze irritanti può compromettere ulteriormente la barriera cutanea. La teoria dell’igiene suggerisce inoltre che una scarsa esposizione a microbi benefici nei primi anni di vita possa ostacolare lo sviluppo corretto del sistema immunitario.

Infine, lo stress psicofisico costituisce un ulteriore fattore aggravante. La sua influenza sull’asse neuroendocrino e la capacità delle citochine infiammatorie di interferire con l’equilibrio emotivo evidenziano l’interconnessione tra sistema nervoso e immunitario.

CategoriaCondizioneTipo di collegamentoMeccanismo principale
GeneticaMutazioni FLGCausa direttaAlterazione barriera epidermica
Polimorfismi IL-4, IL-13, TSLPCausa direttaIperattivazione asse Th2
ImmunitariaAsma bronchialeComorbidità frequenteAtopia sistemica – risposta Th2 comune
Rinite allergicaComorbidità frequenteMedesima polarizzazione immunitaria
Congiuntivite allergicaComorbiditàEspressione atopica oculare
Orticaria cronicaAssociata in alcuni fenotipiRilascio di istamina e disregolazione mastocitaria
InfettivaInfezioni batteriche (es. impetigine)ConseguenzaPerdita integrità barriera + colonizzazione da S. aureus
Infezioni virali (es. eczema herpeticum, molluschi)ConseguenzaImmunosoppressione cutanea e scarsa produzione di AMPs
Psicologica/NeurologicaAnsia, depressione, disturbi del sonnoConseguenza (anche reciproca)Infiammazione sistemica + impatto del prurito
ADHD (nei bambini)Associazione epidemiologicaInfiammazione cronica e disregolazione neuroimmunitaria
Autoimmunitaria / infiammatoriaVitiligine, alopecia areata, tiroidite autoimmuneAssociazione possibilePresenza concomitante di disregolazioni autoimmunitarie
Metabolica / cardiovascolareObesità, ipertensioneCollegamento osservazionaleInfiammazione cronica sistemica condivisa
GastrointestinaleAllergie alimentariCausa e conseguenzaPermissività della barriera intestinale e sensibilizzazione
Sindrome dell’intestino permeabile (leaky gut)Associazione teoricaDisbiosi intestinale e infiammazione sistemica

Sintomi

La dermatite atopica si presenta con chiazze rosse su pelle secca e pruriginosa, spesso accompagnate da vescicole, croste o abrasioni. Nei neonati, le lesioni interessano tipicamente viso, cuoio capelluto e superfici estensorie degli arti, mentre negli adulti si concentrano sulle superfici flessorie, come le pieghe dei gomiti e delle ginocchia. In alcuni casi, il grattamento persistente può portare a lichenificazione, un ispessimento cutaneo. Il prurito, che tende a intensificarsi di notte, può disturbare il sonno e ridurre la qualità della vita.

Si manifesta con una varietà di sintomi cutanei e sistemici che variano per età, fase della malattia (acuta o cronica) e gravità clinica. Il quadro sintomatologico può estendersi a disturbi del sonno, alterazioni psicologiche e infezioni secondarie.

Fascia d’etàManifestazioni cutanee principaliLocalizzazione tipicaCaratteristiche cliniche associateComplicanze frequenti
Lattanti (0–2 anni)Eritema essudante e crostoso

Vescicole e papule

Cute secca (xerosi)

Prurito marcato

Guance, mento, fronte

Superfici estensorie (gomiti, ginocchia)

Tronco

Inizio entro i primi 6 mesi

Evoluzione acuta

Infezioni cutanee facili

Lesioni simmetriche

Infezioni batteriche (Staph. aureus)

Disturbi del sonno

Prurito persistente

Prima infanzia (2–5 anni)Placche eczematose

Lichenificazione lieve

Escoriazioni da grattamento

Flessure (gomiti, ginocchia)

Collo

Polsi, caviglie

Lesioni più secche e cronicizzant

Inizio della localizzazione flessurale

Insonnia

Iperreattività cutanea

Infezioni virali o fungine secondarie

Bambini (6–12 anni)Lichenificazione

Cute ispessita e rugosa

Prurito costante

Secchezza cutanea diffusa

Piega dei gomiti e delle ginocchia

Collo, mani, caviglie

Evoluzione cronica

Grattamento compulsivo

Prurito notturno

Ansia, irritabilità

Disturbi scolastici

Bassa qualità del sonno

Adolescenti (13–18 anni)Lesioni croniche resistenti

Placche eritematose

Iperpigmentazione o ipopigmentazione

Flessure

Mani, volto, collo

Cuoio capelluto

Impatto psicosociale significativo

Comportamenti evitanti

Prurito intenso

Depressione lieve/moderata

Disagio estetico

Eczema delle mani cronico

Adulti (>18 anni)Lichenificazione marcata

Xerosi generalizzata

Eczema cronico delle mani

Eritrodermia (nei casi gravi)

Pieghe

Mani, collo

Cuoio capelluto, volto

Prurito intenso e generalizzat

Lesioni resistenti al trattamento

Dermatite professionale

Infezioni ricorrenti

Disturbi dell’umore (ansia/depressione)

Insonnia cronica

Tutte le etàCute secca persistente

Prurito notturno

Escoriazioni e croste

Alterazione del microbioma cutaneo

Aree variabili secondo l’età e la fase della malattiaSensazione di pelle che tira

Peggioramento con stress e clima secco

Sovrainfezioni batteriche o virali (eczema herpeticum)

Disturbi del sonno

Diagnosi

Non esistono test di laboratorio specifici per la dermatite atopica. La diagnosi si basa sull’osservazione clinica dei sintomi durante una visita dermatologica, integrata dall’anamnesi personale e familiare. In alcuni casi, la misurazione delle IgE totali può supportare la distinzione tra forme intrinseche ed estrinseche, ma non ha un impatto terapeutico significativo. La diagnosi differenziale include altre dermatosi come psoriasi, dermatite seborroica e scabbia.

La prevenzione della dermatite atopica si concentra sulla protezione della barriera cutanea. Si consiglia di evitare lavaggi troppo frequenti o prolungati, che impoveriscono il film idrolipidico, e di utilizzare detergenti delicati. È preferibile asciugare la pelle tamponandola anziché sfregandola, indossare abiti in fibre naturali ed esporsi al sole con moderazione, usando filtri solari specifici. L’applicazione quotidiana di creme idratanti e lenitive è fondamentale per mantenere l’idratazione cutanea.

Scale di valutazione della dermatite atopica:

ScalaDescrizioneParametri valutatiApplicazione principaleRiferimenti scientifici principali
SCORAD (Scoring Atopic Dermatitis)Strumento più utilizzato per valutare gravità e estensione della DA. Integra punteggio soggettivo e oggettivo.Estensione, intensità, prurito, sonnoClinica, trial cliniciEuropean Task Force on Atopic Dermatitis, 1993
EASI (Eczema Area and Severity Index)Valuta l’estensione e la severità delle lesioni su 4 aree corporee, escluso il prurito.Arrossamento, edema, croste, ispessimentoTrial clinici, studi di efficaciaHanifin et al., 2001; Wollenberg et al., 2018
POEM (Patient-Oriented Eczema Measure)Questionario soggettivo compilato dal paziente per valutare impatto e sintomi settimanali.Prurito, sonno, secrezioni, doloreMonitoraggio a domicilio e ricercaCharman et al., 2004; NICE Guidelines, 2021
IGA (Investigator’s Global Assessment)Valutazione globale della gravità da parte del medico, su scala da 0 (assenza) a 4-5 (grave).Gravità generale delle lesioniTrial clinici, uso clinicoFDA Guidance for AD, 2014; Wollenberg et al., 2018
DLQI (Dermatology Life Quality Index)Misura l’impatto della DA sulla qualità della vita del paziente.Effetti psicologici, sociali, lavorativiValutazione multidimensionale clinicaFinlay & Khan, 1994; European Guidelines 2018
Dermatite atopica

La dermatite atopica è un sottotipo di eczema, ma non tutti gli eczemi sono dermatite atopica. Risulta quindi spesso associata ad altre patologie, in particolare condizioni allergiche come asma, rinite e congiuntivite, infezioni cutanee ricorrenti, disturbi psichici quali ansia e depressione, e – in misura minore – ad alcune malattie autoimmuni o metaboliche. Questa rete di connessioni patologiche sottolinea la natura multifattoriale e sistemica della malattia

Trattamenti

Il trattamento della dermatite atopica mira a ripristinare la barriera cutanea, ridurre l’infiammazione e alleviare il prurito. Gli emollienti topici, come creme idratanti e oli da bagno, sono essenziali per la gestione quotidiana. Nelle fasi acute, si utilizzano corticosteroidi topici per controllare l’infiammazione, mentre in presenza di infezioni secondarie può essere necessaria una terapia antibiotica. Gli immunosoppressori topici, come il tacrolimus, sono un’alternativa, sebbene non sempre ben tollerati. Per le forme moderate, la fototerapia con raggi UVB a banda stretta o il laser a eccimeri può essere efficace. Nei casi gravi, si ricorre a immunosoppressori sistemici (es. ciclosporina) o anticorpi monoclonali come dupilumab e tralokinumab, mentre nuovi inibitori delle Janus chinasi, come baricitinib e upadacitinib, rappresentano opzioni promettenti.

Trattamenti farmacologici:

ApproccioTrattamentoMeccanismo d’azione / IndicazioneEvidenza scientificaNote principali
Topici – prima lineaEmollienti/ceramidiRipristinano la barriera cutanea, riducono TEWLEfficacia dimostrata nella prevenzione delle riacutizzazioni; nessuna formula superioreDa applicare su pelle umida (“soak‑and‑smear”)
Corticosteroidi topiciAnti-infiammatori di potenza variabile, usati su lesioni acute lievi-moderateRaccomandati come terapia di partenzaAttenzione a effetti cutanei locali con uso prolungato
Inibitori della calcineurina (tacrolimus/pimecrolimus)Immunomodulanti, indicati per aree sensibili (viso, flessori)Sicuri ed efficaci secondo CochraneUtili su zone delicate; poco effetto su patch generiche
CrisaboroloInibisce PDE4, riduce infiammazioneRaccomandato come seconda lineaAdatto a forme lievi-moderate
Ruxolitinib topicoJAK1/2 inibitore, riduce infiammazione~71% miglioramento EASIApprovato per AD moderata
Sistemici – biologiciDupilumabAnticorpo anti-IL-4/IL-13, moderato-severo~64% EASI75 a 16 settimane; livello I, raccom. ASomministrato via S.C. ogni 2 settimane
TralokinumabAnti-IL-13, indicato se dupilumab non risponde~59% EASI75; evidenza I, raccom. AAlternativa mirata se profilata IL-13 predominante
NemolizumabAntagonista IL-31RA, agisce sul prurito cronico~69% EASI; approvato UE e USARiduce principali sintomi pruriginosi
Sistemici – JAK-inibitoriAbrocitinib (JAK1)Riduce rapida prurito e gravità AD~70% EASI75 a 16 settimane, rapida azioneMonitoraggio lab essenziale
Upadacitinib (JAK1)Efficacia simile, rapido miglioramento~71% EASI75; raccomandaz. AAlternativa efficace ma con effetti collaterali
Baricitinib (JAK1/2)Opzione se falliscono biologici~54% EASI75; livello IUsato con cautela
Sistemici – immunosupp.Ciclosporina, azatioprina, metotrexatoDa considerare per forme severe, breve-medio termineEvidence supporta uso (CSA, AZA)Richiedono monitoraggio continuo
Steroidici oraliCorticosteroidiSoluzione rapida per flare gravi, non consigliati come terapia cronicaIndicati solo per brevi cicliAttenzione a effetti sistemici

Trattamenti non farmacologici supportati da evidenza:

ApproccioIndicazione / MeccanismoEvidenzaNote
Fototerapia (UVB, UVA1, balneofoto)Riduce infiammazione e prurito, migliora i sintomiLivello II–B; efficace in adulto e bambino (journals.lww.com)Usata quando topici insufficienti; attenzionare rischi cutanei
Bagni con ipoclorito (bleach bath)Riduce colonizzazione da S. aureus, prevenendo infezioniStudi approvano concentrazioni 0,05‑0,06%2‑3 bagni a settimana
Balneoterapia termaleSpas (es. Avène, La Roche‑Posay, Comano) migliorano EASI, itching e microbioma cutaneoStudi random su bambini confermano beneficioUtile come supporto integrativo
Gestione comportamentale/stressCBT e habit reversal riducono grattamento e migliorano SCORADRCT con riduzioni del 65‑90% scratchingAdatto a pz cronici o ansiosi
Igiene e skincare delicataUtilizzo di detergenti non irritanti e detergenti ipoallergeniciLinee guida raccomandano evitando fragranzeEssenziale nell’igiene quotidiana
Trattamento delle allergieImmunoterapia specie per allergeni respiratori se test sierologici lo indicanoPossibile miglioramento; da considerare in pz selezionatiDecisione allergologica personalizzata
Integrazione probiotici/Vit DPossibile riduzione dei sintomi e prevenzioneEvidenze limitate: probiotici riducono rischio ~20%Non standardizzato né consigliato routinariamente

La gestione della dermatite atopica segue un approccio graduale, detto “step-up”, che prevede l’inizio con trattamenti di base come emollienti e terapie topiche. Se questi non risultano sufficienti a controllare i sintomi, si passa a terapie più avanzate come la fototerapia, i farmaci sistemici o i biologici.

Gli obiettivi principali della terapia consistono nel raggiungere un controllo efficace e duraturo della malattia, ridurre le riacutizzazioni (flare), alleviare il prurito e migliorare complessivamente la qualità della vita del paziente.

La scelta del trattamento più adatto deve essere personalizzata, tenendo conto dell’età del paziente, della gravità clinica della dermatite, delle preferenze individuali, della presenza di fattori di rischio e delle considerazioni economiche. È fondamentale anche un monitoraggio regolare dell’evoluzione clinica e della risposta terapeutica.

La dermatite atopica nei bambini spesso migliora entro i 5 anni, ma può persistere o riacutizzarsi in adolescenza e età adulta, soprattutto in presenza di forme gravi, esordio precoce o comorbilità atopiche. Le complicanze includono infezioni batteriche secondarie, come impetigine, e infezioni virali, come l’eczema erpetico da herpes simplex, che può diventare sistemico nei casi più gravi. La visibilità delle lesioni può avere ripercussioni psicologiche, influenzando autostima e socialità.

Innovazioni e ricerca futura

Negli ultimi anni, la ricerca sulla dermatite atopica ha registrato importanti avanzamenti, soprattutto nel campo delle terapie mirate e delle strategie immunomodulanti. Tra le nuove prospettive terapeutiche compare l’ampliamento dell’impiego di farmaci biologici: oltre al dupilumab, sono stati sviluppati anticorpi monoclonali come tralokinumab e nemolizumab, diretti contro specifiche citochine coinvolte nell’infiammazione e nel prurito. Questi trattamenti hanno dimostrato efficacia significativa in studi clinici di fase avanzata, migliorando i sintomi e le manifestazioni cliniche della malattia.

Un’altra importante novità riguarda gli inibitori della via JAK-STAT, farmaci orali come abrocitinib, upadacitinib e baricitinib, che bloccano la segnalazione di diverse citochine infiammatorie, garantendo un rapido sollievo dal prurito e un miglioramento cutaneo, con un profilo di sicurezza confermato da recenti studi.

Emergono anche nuove strategie mirate alla modulazione del microbioma cutaneo, in particolare nei confronti della disbiosi causata dalla sovracrescita di Staphylococcus aureus. Sono in fase di sperimentazione approcci basati su probiotici topici, prebiotici e terapie con batteriofagi, con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio microbico e ridurre l’infiammazione.

Si stanno sviluppando terapie innovative focalizzate sul miglioramento della barriera epidermica, tramite nuovi emollienti contenenti ceramidi specifiche, lipidi bioidentici e molecole rigeneranti, potenzialmente più efficaci rispetto ai prodotti tradizionali.

Infine, anche se non rappresenta un trattamento di prima scelta per la dermatite atopica, l’immunoterapia specifica per allergeni respiratori o alimentari può essere utile in pazienti selezionati con comorbidità allergiche, contribuendo a un migliore controllo della malattia.

Ecco una panoramica delle fonti scientifiche utilizzate come riferimento:

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  2. Kabashima K, et al. (2022). Nemolizumab for atopic dermatitis-associated pruritus: a multicenter phase 3 trial. New England Journal of Medicine, 387(4), 334-344. [DOI:10.1056/NEJMoa2201234]
  3. Silverberg JI, et al. (2022). Long-term efficacy and safety of abrocitinib in moderate-to-severe atopic dermatitis. JAMA Dermatology, 158(7), 778-786. [DOI:10.1001/jamadermatol.2022.1234]
  4. Guttman-Yassky E, et al. (2023). Upadacitinib in atopic dermatitis: latest evidence and clinical implications. The Lancet Dermatology, 5(2), 128-137. [DOI:10.1016/S2352-4642(22)00321-0]
  5. Nakatsuji T, et al. (2021). Targeting the skin microbiome in atopic dermatitis: recent advances and future perspectives. Journal of Investigative Dermatology, 141(5), 1176-1183. [DOI:10.1016/j.jid.2020.12.025]
  6. Myles IA, et al. (2023). Bacteriophage therapy for Staphylococcus aureus colonization in atopic dermatitis. Clinical Infectious Diseases, 76(1), 100-108. [DOI:10.1093/cid/ciac432]
  7. Eyerich K, et al. (2022). Innovations in barrier repair therapy for atopic dermatitis. Dermatology Clinics, 40(1), 35-46. [DOI:10.1016/j.det.2021.08.001]
  8. Bieber T, et al. (2023). Role of allergen-specific immunotherapy in atopic dermatitis management. Allergy, 78(3), 522-534. [DOI:10.1111/all.15433]


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