L'anemia falciforme: una malattia genetica del sangue, sintomi, prevenzione e cura
L’anemia falciforme è una patologia genetica e ereditaria che colpisce il sangue. Il suo nome deriva dalla particolare conformazione dei globuli rossi, che assumono una forma a falce o mezzaluna. Questi globuli, a causa della loro struttura irregolare, diventano rigidi e viscosi, tendendo a raggrupparsi tra loro. Tale aggregazione ostacola il normale passaggio del sangue nei vasi sanguigni, provocando un rallentamento o addirittura un blocco del flusso ematico.

Anemia falciforme
In condizioni normali, i globuli rossi hanno una forma che ricorda due piatti sovrapposti (discoidale) e sono caratterizzati da un’elevata elasticità. Questo consente loro di muoversi facilmente attraverso i vasi sanguigni. Nel caso dell’anemia falciforme (assumono una forma a mezzaluna), una mutazione genetica altera questa conformazione, rendendo i globuli rossi simili a falci. Questo cambiamento porta a un aumento della viscosità e alla formazione di aggregati che ostacolano il flusso sanguigno, con conseguenze gravi, come l’ischemia, dove i tessuti non ricevono sufficiente ossigeno e le cellule possono morire. Inoltre, i globuli rossi falciformi sono più fragili rispetto a quelli normali, contribuendo così alla severità dell’anemia.
In caso di anemia falciforme, invece, i globuli rossi, diventando rigidi e appiccicosi. Questa conformazione li porta a rimanere intrappolati nei piccoli vasi sanguigni, ostacolando il flusso sanguigno e causando danni ai tessuti che non ricevono ossigeno, oltre a provocare dolore. I globuli rossi nelle persone affette da questa malattia sono più fragili e hanno una vita media ridotta, il che porta a una grave anemia.
L’anemia falciforme colpisce principalmente le popolazioni dell’area mediterranea, del Medio Oriente, dei Caraibi e dell’Asia. In Italia, la malattia è prevalentemente presente nelle regioni meridionali, come Sicilia e Calabria, con una frequenza che varia dal 2% al 13%. Negli ultimi 15-20 anni, i flussi migratori hanno portato alla diffusione della malattia in tutte le regioni italiane, in particolare nel Nord e nel Centro.
Si tratta di una malattia grave e permanente; tuttavia, le cure e una diagnosi precoce possono migliorare le prospettive e la qualità della vita delle persone colpite.
Cause dell’anemia falciforme
L’anemia falciforme è causata dalla mutazione di un gene responsabile della produzione di emoglobina, la proteina che si lega all’ossigeno nei globuli rossi e lo trasporta nel corpo. Questa malattia segue un modello di ereditarietà autosomica recessiva, il che significa che affinché il bambino possa sviluppare la patologia, entrambi i genitori devono essere portatori del gene mutato.
Sintomi dell’anemia falciforme
I sintomi dell’anemia falciforme di solito si manifestano dopo il quarto mese di vita e includono:
- Anemia: dovuta alla maggiore emolisi dei globuli rossi malati, che hanno una vita media di 10-20 giorni rispetto ai normali 120 giorni. Questa condizione porta a una carenza cronica di globuli rossi, causando sintomi come affaticamento, debolezza, mancanza di respiro, pallore, mal di testa e problemi visivi.
- Crisi dolorose: che si presentano improvvisamente e hanno una durata variabile. Queste crisi sono il risultato di occlusioni causate dall’aggregazione dei globuli rossi falciformi, che bloccano il flusso sanguigno. Il dolore può manifestarsi in diverse parti del corpo, inclusi torace, addome e articolazioni, e si verifica con una certa frequenza.
- Sindrome mani-piede: caratterizzata da gonfiore nelle estremità degli arti, è uno dei primi segni di anemia falciforme nei bambini.
- Infezioni: si verificano frequentemente a causa del danneggiamento della milza, un organo cruciale per il sistema immunitario, causato dai globuli malati.
- Ritardo nella crescita, problemi visivi, pelle fredda, gonfiore (edemi) di mani e piedi, e ittero sono altri sintomi comuni.
Uno dei sintomi più drammatici dell’anemia falciforme è rappresentato dal dolore acuto e improvviso, noto come crisi falcemica. Questo dolore si verifica quando i globuli rossi falciformi bloccano il flusso sanguigno in alcune parti del corpo. Le aree più colpite includono mani e piedi (soprattutto nei bambini), torace, schiena, fianchi, addome, gambe e braccia. La durata del dolore può variare da poche ore a diverse settimane, e in alcuni casi può essere necessario il ricovero ospedaliero. La frequenza delle crisi dolorose è altamente variabile: alcune persone possono sperimentarle raramente (meno di una volta all’anno), mentre altre possono avere più di 15 episodi annuali. Fattori come condizioni meteorologiche avverse, disidratazione, stress e attività fisica intensa possono scatenare queste crisi.
Le persone con anemia falciforme presentano una maggiore suscettibilità alle infezioni, che possono variare da lievi, come il raffreddore, a gravi e potenzialmente letali, come la meningite. L’uso di vaccinazioni e terapia antibiotica a partire dall’infanzia può contribuire a ridurre il rischio di infezioni.
Nei pazienti affetti da anemia falciforme, i globuli rossi falciformi vengono distrutti più rapidamente rispetto a quelli normali. Mentre i globuli rossi sani hanno una vita media di circa 120 giorni, quelli falciformi vivono solo da 10 a 20 giorni. Questa diminuzione del numero di globuli rossi nel sangue porta a un’anemia cronica, che si manifesta con sintomi quali stanchezza persistente, battito cardiaco accelerato, mal di testa e, nei casi più gravi, vertigini e svenimenti. Un’infezione da parvovirus B19 o l’ingrossamento della milza possono causare una crisi acuta di anemia, rendendo necessaria una trasfusione di sangue.
L’anemia falciforme può causare anche altri problemi, tra cui:
- Ritardo nella crescita e nello sviluppo sessuale.
- Formazione di calcoli biliari, che possono provocare dolore addominale e ittero.
- Dolori alle ossa e alle articolazioni.
- Priapismo, ovvero un’erezione persistente e dolorosa.
- Ulcere aperte e dolorose sulle gambe.
- Ictus o attacchi ischemici transitori a causa dell’interruzione del flusso sanguigno al cervello.
- Sindrome toracica acuta, una grave malattia polmonare che può causare febbre, tosse, dolori toracici e difficoltà respiratorie.
- Gonfiore della milza, con conseguenti difficoltà respiratorie e peggioramento dell’anemia.
- Problemi visivi, che possono includere vista offuscata e perdita della vista.
- Ipertensione polmonare.
- Problemi renali o nelle vie urinarie, come sangue nelle urine e enuresi.
Ecco una tabella riepilogativa delle principali complicanze associate all’anemia falciforme, suddivise per apparato o sistema coinvolto:
| Sistema/Organo | Complicanza | Descrizione |
|---|---|---|
| Vascolare e Neurologico | Crisi vaso-occlusive | Episodi di dolore acuto dovuti all’occlusione dei vasi sanguigni. |
| Ictus | Interruzione del flusso sanguigno cerebrale. | |
| Sindrome toracica acuta | Dolore toracico, febbre e difficoltà respiratoria simile alla polmonite. | |
| Ematologico e Immunitario | Anemia emolitica cronica | Distruzione continua dei globuli rossi. |
| Aplasia midollare | Blocco temporaneo della produzione del sangue, spesso post-infezione. | |
| Infezioni ricorrenti | Maggior rischio infettivo per disfunzione della milza. | |
| Urologico e Sessuale | Priapismo | Erezione prolungata e dolorosa, potenzialmente dannosa. |
| Renale | Nefropatia falciforme | Danni renali che possono portare a insufficienza cronica. |
| Cutaneo | Ulcere agli arti inferiori | Lesioni cutanee persistenti, spesso dolorose e resistenti alla guarigione. |
| Cardiovascolare | Cardiopatie | Anomalie cardiache, tra cui ingrossamento ventricolare e insufficienza. |
| Oftalmologico | Retinopatia proliferativa | Crescita anomala dei vasi retinici, con rischio di cecità. |
| Scheletrico | Necrosi avascolare | Morte del tessuto osseo per mancata perfusione, soprattutto alle anche. |
| Epatobiliare | Colestasi intraepatica | Accumulo di bile nel fegato, con comparsa di ittero. |
| Psicosociale | Disturbi dell’umore | Ansia e depressione legati alla cronicità della malattia. |
Prevenzione dell’anemia falciforme
Attualmente, non esistono misure preventive efficaci per l’anemia falciforme. Se ci sono stati casi di questa malattia in famiglia, una coppia che desidera avere figli può sottoporsi a test genetici per valutare la presenza della mutazione e ricevere consulenza genetica. Questo può fornire informazioni utili sulla probabilità di trasmettere la malattia al bambino.
Tuttavia, sono disponibili interventi utili per limitare la trasmissione genetica e per contenere le complicanze nei soggetti colpiti.
- Prevenzione primaria: comprende lo screening genetico per individuare i portatori sani, la consulenza genetica rivolta alle coppie a rischio e la diagnosi prenatale attraverso esami specifici in gravidanza.
- Prevenzione secondaria: prevede lo screening neonatale per diagnosticare precocemente la malattia e l’avvio tempestivo delle cure, tra cui profilassi antibiotica, vaccinazioni e monitoraggio clinico.
- Prevenzione delle complicanze: si attua attraverso vaccinazioni aggiuntive, uso di antibiotici nei bambini, controlli medici regolari, educazione sanitaria rivolta a pazienti e familiari, e l’impiego di farmaci come l’idrossiurea per ridurre le crisi dolorose.
Ecco un quadro sinottico completo della prevenzione per l’anemia falciforme:
| Tipo di Prevenzione | Intervento | Descrizione | Obiettivo |
|---|---|---|---|
| Prevenzione primaria | Screening genetico | Esame del sangue per identificare i portatori sani del gene dell’emoglobina S. | Evitare la nascita di figli affetti tramite conoscenza del rischio. |
| Consulenza genetica | Supporto informativo alle coppie portatrici sul rischio ereditario e opzioni riproduttive. | Aiutare decisioni consapevoli nella pianificazione familiare. | |
| Diagnosi prenatale | Tecniche (villocentesi, amniocentesi) per rilevare la malattia nel feto. | Permettere scelte informate in gravidanza. | |
| Prevenzione secondaria | Screening neonatale | Test alla nascita per identificare precocemente l’anemia falciforme nei neonati. | Diagnosi precoce e avvio tempestivo del trattamento. |
| Inizio precoce delle cure | Somministrazione di antibiotici, vaccini e monitoraggio sin dai primi mesi di vita. | Prevenire infezioni e complicanze nei bambini affetti. | |
| Prevenzione terziaria | Vaccinazioni mirate | Vaccini aggiuntivi (pneumococco, meningococco, H. influenzae) rispetto al calendario standard. | Proteggere da infezioni pericolose per pazienti con milza compromessa. |
| Profilassi antibiotica | Uso di penicillina quotidiana nei bambini piccoli. | Prevenire sepsi e infezioni batteriche gravi. | |
| Controlli regolari | Monitoraggio clinico specialistico continuo (esami, visite). | Rilevare precocemente eventuali complicanze. | |
| Educazione sanitaria | Formazione del paziente e della famiglia su sintomi e gestione quotidiana della malattia. | Promuovere l’autogestione e il riconoscimento tempestivo dei rischi. | |
| Terapia con idrossiurea | Farmaco che aumenta l’emoglobina fetale, meno soggetta a falcizzazione. | Ridurre la frequenza delle crisi dolorose e delle complicanze. |
Diagnosi dell’anemia falciforme
L’accertamento dell’anemia falciforme avviene attraverso un esame del sangue specifico, che dovrebbe essere effettuato presso un Centro specializzato o accreditato. Questo esame può essere eseguito in qualsiasi fase della vita, dall’infanzia all’età adulta, per determinare se una persona è malata o portatrice sana del tratto falcemico. Essere portatori sani implica un rischio di avere un bambino malato se anche il partner ha geni difettosi.
Diagnosi prenatale
In Italia, nonostante i progressi nella prevenzione, l’anemia falciforme può essere diagnosticata durante la gravidanza o subito dopo la nascita del neonato. Per le coppie a rischio, è possibile effettuare test molecolari durante la gravidanza per verificare se il nascituro sarà malato o sano. I principali esami prenatali includono l’amniocentesi e la villocentesi.
La malattia può essere diagnosticata nel neonato mediante l’analisi del sangue dal cordone ombelicale o attraverso un piccolo prelievo di sangue dal tallone. Per determinare se si è portatori sani del tratto falciforme, è necessario eseguire un’analisi del sangue in un Centro specializzato, dove sono disponibili esami di primo e secondo livello.
Gli esami di primo livello vengono eseguiti in specifiche situazioni, quali:
- Provenienza da aree geografiche a rischio.
- Presenza di familiari portatori sani.
- Sintomi caratteristici della malattia.
- Programmazione di una gravidanza.
- Interesse a sapere se si è portatori sani.
Se i risultati degli esami di primo livello mostrano alterazioni indicative di anemia falciforme, possono essere richieste analisi di secondo livello presso un Centro specializzato.
Esenzioni e screening
L’anemia falciforme è riconosciuta come malattia rara dal Servizio Sanitario Nazionale, ed è quindi esente dal ticket. È classificata tra le anemie ereditarie e ha il codice di esenzione RDG010, come indicato nel Decreto Ministeriale 279/2001. Le esenzioni per gli esami di primo e secondo livello sono stabilite dalla normativa nazionale.
Attualmente, in Italia non esiste un programma di screening nazionale per l’anemia falciforme. Nelle regioni con una maggiore percentuale di portatori sani, come la Sicilia, i controlli sono gratuiti per le donne in gravidanza, le donne in età fertile e i familiari dei malati. Informazioni sui Centri di diagnosi e cura e sulle associazioni che si occupano di anemia falciforme possono essere trovate sul sito del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità.



